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ILIADE
Eleonora Carlesi
Created on January 3, 2024
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PROEMIO
CHE COSA SIGNIFICA LA PAROLA PROEMIO? La parola PROEMIO deriva dal greco πρό pro (davanti a) + οἶμος oimos ("strada", poi anche "canto" e "melodia"). È la parte introduttiva di un’opera, di un poema, di un’orazione, di un discorso e serve per INTRODURRE E RIASSUMERE LE VICENDE E LE TEMATICHE PRINCIPALI DI UN TESTO.
NEL PROEMIO
si trovano alcuni elementi ricorrenti come L'INVOCAZIONE ALLE MUSE per ottenere l'ispirazione durante la composizione dell'opera; LA PROTASI in cui il poeta riassume per sommi capi la vicenda
Proemio Iliade vv. 1-9
Cantami, o Diva, del Pelide Achille l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco generose travolse alme d'eroi, e di cani e d'augelli orrido pasto lor salme abbandonò (così di Giove l'alto consiglio s'adempìa), da quando primamente disgiunse aspra contesa il re de' prodi Atrìde e il divo Achille.
PROEMIO in italiano vv. 1-9 I VERSI SI CHIAMANO ENDECASILLABI
PROEMIO in greco vv. 1-7 I VERSI SI CHIAMANO ESAMETRI
1 Canta /mi /, o Diva, / del Pelide Achille / l’ira funesta // che / infiniti / addusse / lutti / agli Achei,/ molte / anzi tempo / all’Orco / generose / travolse / alme / d’eroi, / 5 e di cani e di augelli / orrido pasto / lor salme / abbandonò / (così / di Giove / l’alto consiglio / s’adempìa), / da quando / primamente / disgiunse / aspra contesa / il re / de’ prodi / Atride / e il divo Achille.
1 Μῆνιν ἄειδε θεὰ Πηληιάδεω Ἀχιλῆος οὑλομένην, ἣ μυρì' Ἀχαιοῖς ἄλγε ' ἔθηκε, πολλὰς δ' ἱφθὶμους ψυχὰς Ἄιδι προΐαψεν ἡρώων, αὑτοὺς δὲ ἑλώρια τεῦχε κύνεσσιν 5 οἰωνοῖσί τε πᾶσι, Διὸς δ' ετελείετο βουλή, ἐξ οὗ δὴ τὰ πρῶτα διαστήτην ἐρίσαντε Ἀτρεΐδης τε ἄναξ ἀνδρῶν καὶ δῖος Ἀχιλλεύς.
LA PARAFRASI
1) Individuare PRIMA il predicato, POI il soggetto di ogni frase 2) Mettere in ORDINE LE PAROLE facendo attenzione alla CONCORDANZA e alla REGGENZA 3) Sostituire le parole più difficili con parole più semplici
Proemio Iliade vv. 1-9
Canta/mi/, o Diva,/ del Pelide Achille/ l'ira funesta //che /infiniti /addusse/ lutti /agli Achei//, molte/ anzi tempo/ all'Orco generose/ travolse/ alme/ d'eroi//, e di cani e d'augelli/ orrido pasto/ lor salme/ abbandonò// (così / di Giove/ l'alto consiglio/ s'adempìa)//, da quando / primamente/ disgiunse/ aspra contesa/ il re/ de' prodi/ Atrìde/ e il divo Achille.//
Cominciamo dalla prima frase
Canta/mi/, o Diva,/ del Pelide Achille/ l'ira funesta // IL VERBO è Canta il soggetto è TU (sottinteso) DOBBIAMO RIMETTERE IN ORDINE I SINTAGMI O Diva,/ canta/mi/ l'ira funesta / del Pelide Achille
Seconda frase
//che /infiniti /addusse/ lutti /agli Achei//
Per fare la parafrasi bisogna mettere in ordine le parole facendo attenzione alla CONCORDANZA: per poter fare questa operazione, bisogna mettere insieme le parole che compongono lo stesso SINTAGMA, anche se sono lontane tra loro! Es: infiniti...lutti
che/ addusse/ infiniti lutti / agli Achei
Terza frase
molte/ anzi tempo/ all'Orco/ generose/ travolse/ alme/ d'eroi//,
IL SOGGETTO è sempre il pronome relativo "che" = l'ira funesta
anzi tempo / travolse / molte generose alme / d'eroi / all'Orco
Quarta frase
e di cani /e d'augelli/ orrido pasto/ lor salme/ abbandonò//
Qual è il soggetto? è sempre....
abbandonò/ lor salme/ orrido pasto/ e di cani / e di augelli
Quinta frase
(Così / di Giove/ l'alto consiglio/ s'adempìa)//
Così/ l'alto consiglio/ di Giove/ s'adempìa//
Sesta frase
da quando / primamente/ disgiunse/ aspra contesa/ il re/ de' prodi/ Atrìde/ e il divo Achille.
da quando/ primamente/ aspra contesa/ disgiunse/ il re/ dei prodi/ Atrìde/ e il divo Achille
Proemio Iliade vv. 1-9
Canta/mi/, o Diva,/ del Pelide Achille/ l'ira funesta //che /infiniti /addusse/ lutti /agli Achei//, molte/ anzi tempo/ all'Orco/ generose/ travolse/ alme/ d'eroi//, e di cani /e d'augelli/ orrido pasto/ lor salme/ abbandonò// (così / di Giove/ l'alto consiglio/ s'adempìa)//, da quando / primamente/ disgiunse/ aspra contesa/ il re/ de' prodi/ Atrìde/ e il divo Achille.
Proemio Iliade vv. 1-9
Canta/mi/, o Diva,/ del Pelide Achille/ l'ira funesta //che /infiniti /addusse/ lutti /agli Achei//, molte/ anzi tempo/ all'Orco/ generose/ travolse/ alme/ d'eroi//, e di cani / e d'augelli/ orrido pasto/ lor salme/ abbandonò// (così / di Giove/ l'alto consiglio/ s'adempìa)//, da quando / primamente/ disgiunse/ aspra contesa/ il re/ de' prodi/ Atrìde/ e il divo Achille.
L'oltraggio a Crise e la vendetta di Apollo
lezione di martedì 20/02/2024
Crise si reca alle navi achee per riscattare sua figlia Criseide. Si mostra come sacerdote di Apollo, con le bende e lo scettro d'oro del dio. Poi si rivolge agli Achei e soprattutto ai due Atridi (Menelao e Agamennone) supplicandoli: «O Atrìdi, ei disse, o coturnati Achei, gli immortali del cielo abitatori concedanvi espugnar la Priameia cittade, e salvi al patrio suol tornarvi. Deh mi sciogliete la diletta figlia, ricevetene il prezzo, e il saettante figlio di Giove rispettate».
Facciamo la parafrasi del primo periodo
vv.21-24 «O Atrìdi,/ ei / disse,/ o coturnati Achei,/ gli immortali/ del cielo/ abitatori/ concedan/vi/ espugnar/ la Priameia cittade,/ e salvi/ al patrio suol/ tornarvi./ RIMETTIAMO IN ORDINE I SINTAGMI ei/ disse:/ O Atridi,/ o coturnati Achei,/ gli immortali abitatori/ del cielo vi/ concedano/ di espugnare/ la Priameia cittade/ e di tornare/ salvi/ al patrio suol.
PARAFRASIAMO IL SECONDO PERIODO
Deh/ mi/ sciogliete/ la diletta figlia/, ricevete/ne/ il prezzo,/ e il saettante figlio/ di Giove/ rispettate».
Deh/ sciogliete/mi/la diletta figlia,/ ricevete/ne/ il prezzo/ e rispettate/ il saettante figlio/ di Giove
Provate a fare la parafrasi dal v.55 al verso 61
Parafrasi vv.55-58
L'/udì/ Febo,/ e scese/ dalle cime/ d'olimpo/ in gran disdegno/ coll'arco/ su le spalle,/ e la faretra tutta chiusa.
Febo/ lo/ udì/ e scese/ dalle cime/ dell'Olimpo/ in gran disdegno/ coll'arco /e con la faretra tutta chiusa/ sulle spalle
PARAFRASI vv.58-61
Mettean/le frecce/orrendo/ su gli omeri/ all'irato/ un tintinnio/ al mutar/ dei gran passi;/ ed ei/ simile a fosca notte/ giù venia/.
Le frecce/ mettean/un tintinnio orrendo/su gli omeri/ all'irato/al mutare/ dei gran passi;/ ed ei/ venia giù/ simile a fosca notte
Giunone, la diva dalle bianche braccia, provando pietà per gli Achei che stanno morendo, pone nel cuore di Achille pié-veloce il consiglio di interrogare un indovino.
L'indovino Calcante, il buon profeta, rivela che la pestilenza è stata causata da Agamennone, che non ha voluto restituire Criseide a suo padre Crise, sacerdote di Apollo.
Agamennone, pur irato, accetta di restituire Criseide, a una condizione: vuole un bottino di guerra altrettanto prezioso.
Agamennone e Achille: gli animi si infiammano LO SCONTRO TRA AGAMENNONE E ACHILLE vv. 156-250
LE RAGIONI DI ACHILLE «O d’avarizia al par che di grandezza famoso Atrìde,» gli rispose Achille 165 «qual premio ti daranno, e per che modo i magnanimi Achei? Che molta in serbo vi sia ricchezza non partita, ignoro: delle vinte città tutte divise ne fur le spoglie, né diritto or torna 170 a nuove parti congregarle in una. Ma tu la prigioniera al Dio rimanda, ché più larga n’avrai tre volte e quattro ricompensa da noi, se Giove un giorno l’eccelsa Troia saccheggiar ne dia» RIASSUNTO: Achille ribatte dicendo che il bottino è stato tutto diviso. Inoltre ritiene ingiusto che gli Achei debbano riunire tutte le loro prede per dividerle di nuovo. Infine promette che una volta conquistata Troia, Agamennone avrà il bottino più grande.
LE RAGIONI DI AGAMENNONE 155 Ma libera sia pur, se questo è il meglio; ché la salvezza io cerco, e non la morte del popol mio. Ma voi mi preparate tosto il compenso, ché de’ Greci io solo 160 restarmi senza guiderdon non deggio; ed ingiusto ciò fôra, or che una tanta preda, il vedete, dalle man mi fugge». RIASSUNTO: Agamennone vuole che gli venga preparato un nuovo bottino, perché non vuole rimanere l'unico tra i Greci senza ricompensa. Secondo te, perché? Pensa al ruolo ricoperto da Agamennone.
ACHILLE Lo guatò bieco Achille, e gli rispose: «Anima invereconda, anima avara, 200 chi fia tra i figli degli Achei sì vile che obbedisca al tuo cenno, o trar la spada in agguati convegna o in ria battaglia? Per odio de’ Troiani io qua non venni a portar l’armi, io no; ché meco ei sono 205 d’ogni colpa innocenti. Essi né mandre né destrier mi rapiro; essi le biade della feconda popolosa Ftia non saccheggiâr; ché molti gioghi ombrosi ne son frapposti e il pelago sonoro. 210 Ma sol per tuo profitto, o svergognato, e per l’onor di Menelao, pel tuo, pel tuo medesmo, o brutal ceffo, a Troia ti seguitammo alla vendetta. Ed oggi tu ne disprezzi ingrato, e ne calpesti, 215 e a me medesmo di rapir minacci de’ miei sudori bellicosi il frutto, l’unico premio che l’Acheo mi diede. Né pari al tuo d’averlo io già mi spero quel dì che i Greci l’opulenta Troia 220 conquisteran; ché mio dell’aspra guerra certo è il carco maggior; ma quando in mezzo si dividon le spoglie, è tua la prima, ed ultima la mia, di cui m’è forza tornar contento alla mia nave, e stanco 225 di battaglia e di sangue. Or dunque a Ftia, a Ftia si rieda; ché d’assai fia meglio al paterno terren volger la prora, che vilipeso adunator qui starmi di ricchezze e d’onori a chi m’offende».
AGAMENNONE E a lui l’Atrìde: «Non tentar, quantunque ne’ detti accorto, d’ingannarmi: in questo né gabbo tu mi fai, divino Achille, né persuaso al tuo voler mi rechi. Dunque terrai tu la tua preda, ed io 180 della mia privo rimarrommi? E imponi che costei sia renduta? Il sia. Ma giusti concedanmi gli Achivi altra captiva che questa adegui e al mio desir risponda. Se non daranla, rapirolla io stesso, 185 sia d’Aiace la schiava, o sia d’Ulisse, o ben anco la tua: e quegli indarno fremerà d’ira alle cui tende io vegna. RIASSUNTO: Agamennone accetta di restituire Criseide, ma vuole che gli Achei gli diano un'altra captiva (cioè un'altra prigioniera). Altrimenti la rapirà lui stesso. In questo momento minaccia Achille di rapire la sua schiava Briseide. Cosa mostra, secondo te, questo atteggiamento di Agamennone? Come si sente Agamennone rispetto ad Achille?
Riassunto: Achille dice ad Agamennone di essere venuto a combattere NON PER ODIO nei confronti dei Troiani, ma per aiutare Menelao. Non è giusto che Agamennone lo minacci di rubargli la schiava. Achille combatte in battaglia, ma poi è l'ultimo a ricevere il bottino di guerra, al contrario di Agamennone, che sceglie la ricompensa per primo. Achille, arrabbiato, vuole tornare a Ftia
Agamennone
«Fuggi dunque,» riprese Agamennóne «fuggi pur, se t’aggrada. Io non ti prego di rimanerti. Al fianco mio si stanno ben altri eroi, che a mia regal persona onor daranno, e il giusto Giove in prima. 235 Di quanti ei nudre regnatori abborro te più ch’altri; sì, te che le contese sempre agogni e le zuffe e le battaglie. Se fortissimo sei, d’un Dio fu dono la tua fortezza. Or va, sciogli le navi, 240 fa co’ tuoi prodi al patrio suol ritorno, ai Mirmìdoni impera; io non ti curo, e l’ire tue derido; anzi m’ascolta. Poiché Apollo Crisëide mi toglie, parta. D’un mio naviglio, e da’ miei fidi 245 io la rimando accompagnata, e cedo. Ma nel tuo padiglione ad involarti verrò la figlia di Brisèo, la bella tua prigioniera, io stesso; onde t’avvegga quant’io t’avanzo di possanza, e quindi 250 altri meco uguagliarsi e cozzar tema59».
Achille chiede aiuto a sua madre Teti
Teti, ninfa marina, vedendolo piangere, si rivolge a lui: vv. 476-477
«Figlio,/ a che/ piangi?/ e qual/ t’/opprime/ affanno/? Di’,/ non celar/lo/ in cor/, meco/ il/ dividi/».
Figlio,/ a che/ piangi?/ E quale affanno/ ti/ opprime?/ Di'/ non celar/lo/in cor/dividi/il/meco
Achille racconta alla madre le vicende che hanno causato il dissidio tra lui e Agamennone e le chiede di intervenire a suo favore presso Giove. Achille sa infatti che la madre Teti gode del favore di Giove, avendolo soccorso in una congiura per spodestarlo (vv. 478-532). E volendo umiliare Agamennone le chiede addirittura di far perdere gli Achei
E lagrimando a lui Teti rispose: «Ahi figlio mio! se con sì reo destino ti partorii, perché allevarti, ahi lassa! 545 Oh potessi ozioso a questa riva senza pianto restarti e senza offese, ingannando la Parca che t’incalza, ed omai t’ha raggiunto!
PER IL RIPASSO, POTETE GUARDARE IL SEGUENTE VIDEO (dal minuto 28:28 al minuto 35:00)
Questa cartina vi aiuta a focalizzare la provenienza dei principali guerrieri achei
LIBRO II
Il malefico sogno Tutti ancora dormìan per l’alta notte i guerrieri e gli Dei; ma il dolce sonno già le pupille abbandonato avea di Giove che pensoso in suo segreto 5 divisando venìa come d’Achille, con molta strage delle vite argive, illustrar la vendetta. Alla divina mente alfin parve lo miglior consiglio invïar all’Atrìde Agamennóne 10 il malefico Sogno. A sé /lo /chiama,/ e con presto parlar, /«Scendi»/ gli /dice/ «scendi/, Sogno fallace/, alle veloci prore/ de’ Greci,/ e nella tenda/ entrato/ d’Agamennón,/ quant’/io/ t’/impongo/, esponi/ 15 esatto ambasciator./ Di/gli/ che tutte/ in armi/ ei/ ponga /degli Achei/ le squadre,/ che dell’iliaco muro/ oggi/ è decreta/ su nel ciel/ la caduta;/ che discordi/ degli eterni/ d’Olimpo/ abitatori/ 20 più non sono/ le menti;/ che di Giuno/ cessero/ tutti/ al supplicar/; che in somma/ l’estremo giorno/ de’ Troiani/ è giunto».
Giove accoglie la richiesta di Teti di vendicare Achille e chiede al malefico Sogno di ingannare Agamennone: deve esortarlo a riprendere le armi contro Troia, per sconfiggerla definitivamente.
Il sogno fallace (ingannatore) prende le sembianze di Nestore, un uomo di cui Agamennone si fida.
Parafrasi dei vv. 11-15
11 /«Scendi»/ gli /dice/ «scendi/, Sogno fallace/, alle veloci prore/ de’ Greci,/ e nella tenda/ entrato/ d’Agamennón,/ quant’/io/ t’/impongo/, esponi/ 15 esatto ambasciator./
Il soggetto del verbo "scendi" è TU (sottinteso)
Scendi,/ gli/ dice/ scendi,/ Sogno fallace,/alle veloci prore/ dei Greci,/ e entrato/ nella tenda/ di Agamennone,/ esponi/ quanto/io/ti/impongo/esatto ambasciatore.
Parafrasi dei vv. 15-20
Di/gli/ che tutte/in armi/ ei/ ponga /degli Achei/ le squadre,/ che dell’iliaco muro/ oggi/ è decreta/ su nel ciel/ la caduta;/ che discordi/ degli eterni/ d’Olimpo/ abitatori/ 20 più non sono/ le menti;
Di/gli/ che ei/ ponga/ in armi/ tutte le squadre/ degli Achei/ che oggi/ su nel ciel/ è decreta/ la caduta/ dell'iliaco muro;/ che le menti/ degli eterni abitatori/ d'Olimpo/ non sono più discordi.
IL SOGNO FALLACE, SOTTO LE SEMBIANZE DI NESTORE, RIPORTA AD AGAMENNONE LE PAROLE DI ZEUS: Agamennone deve riprendere la battaglia perché la caduta della città di Troia è vicina.
IL DISCORSO DI AGAMENNONE vv. 144-157
A questo il grande Atrìde appoggiato, sì disse: «Amici eroi, Dànai, di Marte bellicosi figli, in una dura e perigliosa impresa Giove m’avvolse, Iddio crudel, che prima mi promise e giurò delle superbe iliache mura la conquista, e in Argo glorioso il ritorno. Or mi delude indegnamente, e dopo tante in guerra vite perdute, di tornar m’impone inonorato alle paterne rive. Del prepotente Iddio questo è il talento, di lui che nell’immensa sua possanza già di molte città l’eccelse rocche distrusse, e molte struggeranne ancora.
Agamennone vuole mettere alla prova i suoi soldati (prima di cominciare la nuova battaglia). Quale stratagemma usa?
Cosa consiglia di fare?
182 Al vento adunque, diamo al vento le vele, io vel consiglio, alla dolce fuggiam terra natìa 185 di concorde voler, ché disperata delle mura troiane è la conquista»
Qual è la reazione dei soldati?
Tutti alle navi correan precipitosi con fremito guerrier. Sotto i lor piedi s’alza la polve, e al ciel si volve oscura. 200 I navigli allestir, lanciarli in mare, espurgarne le fosse, ed i puntelli sottrarre alle carene era di tutti la faccenda e la gara. Arde ogni petto del sacro amore delle patrie mura, 205 e tutto di clamori il cielo eccheggia
Agamennone si rivolge ai soldati mettendoli alla prova: _____________ i soldati come reagiscono? _______________
Ulisse, richiamato da Atena, ferma i soldati, li minaccia e li raduna in assemblea.
Tutti si mettono seduti, tranne un uomo...
TERSITE
Parlator petulante
Come viene descritto Tersite?
il sol Tersite 275 di gracchiar non si resta, e fa tumulto parlator petulante. Avea costui di scurrili indigeste dicerìe pieno il cerèbro, e fuor di tempo, e senza o ritegno o pudor le vomitava 280 contro i re tutti; e quanto a destar riso infra gli Achivi gli venìa sul labbro, tanto il protervo beffator dicea. Non venne a Troia di costui più brutto ceffo; era guercio e zoppo, e di contratta 285 gran gobba al petto; aguzzo il capo, e sparso di raro pelo.
FACCIAMO LA PARAFRASI del primo periodo vv. 274-276
il sol Tersite/275 di gracchiar non si resta/, e fa/ tumulto/ parlator petulante.
Il sol Tersite/ non si resta di gracchiar/ e fa/ tumulto/ parlator petulante
Facciamo la parafrasi del secondo periodo VV. 276-280
Avea/ costui/di scurrili indigeste dicerìe/ pieno il cerèbro/, e fuor di tempo/, e senza o ritegno o pudor/ le/ vomitava/ 280 contro i re tutti;
Costui/avea/il cerebro pieno/di scurrili indigeste dicerie/e le/ vomitava/ fuor di tempo/ e senza ritegno o pudor.
Facciamo la parafrasi del terzo periodo vv. 280-282
280 e quanto/ a destar/ riso /infra gli Achivi / gli / venìa/ sul labbro/, 282 tanto/ il protervo beffator/ dicea.
e quanto/gli/ venìa/ sul labbro/ a destar/riso/ infra gli Achivi/ tanto/ il protervo beffator/dicea
Facciamo la parafrasi del quarto periodo vv. 283-286
Non venne/ a Troia/ di costui/ più brutto ceffo/; era guercio e zoppo/, e di contratta 285 gran gobba/ al petto/; aguzzo il capo, e sparso/ di raro pelo.
Non venne/ a Troia/ un ceffo più brutto/ di costui; /era guercio e zoppo/ e di contratta gran gobba/ al petto/; il capo (era) aguzzo e sparso/ di raro pelo
Sulla base del testo, prova a visualizzare Tersite e a disegnarlo.
Inserisci anche le parole che spiegano le parti disegnate.
Libro II, vv. 286-301
Libro II, vv. 320-352
Come reagisce Ulisse?
Cosa fanno i soldati?
Cosa fa Tersite?
LIBRO III
RIASSUNTO per immagini
LIBRO III
RIASSUNTO per immagini
LIBRO III vv. 11-18
I due eserciti si avvicinano l'uno contro l'altro
Similitudine lunga
Come...
11Come talor del monte in su la cima di Scirocco il soffiar spande la nebbia al pastore odiosa, al ladro cara più che la notte, né va lunge il guardo 15 più che tiro di pietra: a questa guisa ____________ si destava di polve una procella sotto il piè de’ guerrieri che veloci l’aperto campo trascorrean.
così...
Facciamo la parafrasi vv.11-15
11Come/ talor / del monte /in su la cima /di Scirocco / il soffiar/ spande/ la nebbia / al pastore / odiosa/ , al ladro / cara / più che la notte,/ né va / lunge / il guardo / 15 più che tiro / di pietra:/
Come/ talor / in su la cima / del monte / il soffiar /di Scirocco / spande/ la nebbia odiosa/ al pastore,/ cara/ al ladro/ più che la notte,/ né il guardo/ va/ lunge/ più che tiro/ di pietra:
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Parafrasi vv. 15-18
15 a questa guisa / si destava / di polve / una procella / sotto il piè / de’ guerrieri / che / veloci / l’aperto campo / trascorrean./
a questa guisa/ una procella/ di polve/ si destava/ sotto il piè/ de' guerrieri/ che/ trascorrean/ veloci/ il campo aperto.
ecco Alessandro nelle prime apparir file troiane bello come un bel Dio. Portava indosso una pelle di pardo, ed il ricurvo arco e la spada; e due dardi guizzando 25 ben ferrati ed aguzzi, iva de’ Greci sfidando i primi a singolar conflitto.
Come chi, dopo aver visto un orribile serpente, fa un salto indietro e fugge via tremante di paura e bianco in viso, così Paride retrocesse tra i Troiani temendo l'ira del figlio di Atreo (Menelao).
COME si rallegra il cuore di un leone che, visto un cervo o un capriolo, intende divorarlo, senza preoccuparsi del latrare dei molossi (cani da caccia e da guardia grossi e feroci), COSì esultò Menelao alla vista di Paride
Facciamo il punto sulle divinità
Breve quiz sulle divinità. Chi sono? Prova a indovinarlo da solo!
Poi clicca sulla parte oscurata per scoprire se avevi ragione!
Il duello tra Paride e Menelao (libro III, vv. 416-428) Ettore allora primamente e Ulisse 415 misurano la lizza. Indi le sorti scosser nell’elmo a chi primier dovesse l’asta vibrar. L’un campo intanto e l’altro le mani alzando supplicava al cielo, e qualche labbro bisbigliar s’udìa: 420 «Giove padre, che grande e glorïoso godi in Ida regnar, quello de’ due, che tra noi fu cagion di sì gran lite, fa' che spento precipiti alla cupa magion di Pluto, ed una salda a noi 425 amistà ne concedi e patti eterni». Fra questo supplicar l’elmo squassava Ettòr, guardando addietro: ed ecco uscire di Paride la sorte.
RIASSUNTO DEI LIBRI IV e V
seconda media
Ripartiamo dal sesto libro!
LIBRO 6
Ettore e Andromaca
VERSI 523 - 536
LIBRO 6
Parafrasi Ettore e Andromaca
Ma bagnata da un grande pianto Andromaca si accostò al marito, e stringendolo per la mano, e chiamandolo dolcemente per nome, proruppe: «Oh troppo avventato, il tuo coraggio ti ucciderà! Non provi nessuna pietà per il figlio, né per me, crudele, per me che tra poco resterò una vedova infelice, perché tutti raccolti insieme gli Achei si scaglieranno contro te solo intenzionati a trucidarti; Se mi sei tolto sarebbe meglio per me andare sottoterra [cioè morire]. Una volta priva di te, che altro può restarmi se non perpetuo pianto? Io sono orfana del padre, e della madre.
LIBRO 6
La risposta di Ettore
in parafrasi
"Preme certo anche a me tutto questo, donna; ma provo tremenda vergogna di fronte a troiani e troiane dai pepli fluenti, se come un vile m'imbosco al riparo della guerra. Ah no, questo il mio cuore non lo consente!"
Società di VERGOGNA
LIBRI7 e 8
LIBRO9
LIBRO9
La risposta di Achille
LIBRO 10
LIBRO 11
LIBRO 11
Or via, l'adempi adesso,parla all'amico bellicoso, e tentasuaderlo. Chi sa? Qualche buon Dioanimerà le tue parole, e l'almatoccherà di quel fiero. Al cor va semprel'ammonimento d'un diletto amico.Chè s'ei paventa in suo segreto un qualchevaticinio, se alcuno a lui da Giovela mandre ne recò, te mandi almenoco' Mirmidoni a confortar gli Achivinella battaglia, e l'armi sue ti ceda.Forse ingannati dall'aspetto i Teucriti crederan lui stesso, e fuggiranno,e gli egri Achei respireranno: è spessodi gran momento in guerra un sol respiro.
Il suggerimento di Nestore
LIBRI 12 e 13
LIBRO 14
LIBRO 14
e tutteabbigliate le membra uscì pomposa, ed in disparte Venere chiamata, così le disse: "Mi sarai tu, cara, d'una grazia cortese? o meco irata, perch'io gli Achivi, e tu li Teucri aiti, negarmela vorrai?" "Parla", rispose l'alma figlia di Giove "il tuo desire manifestami intero, o veneranda Saturnia Giuno. Mi comanda il core di far tutto (se il posso, e se pur lice) il tuo voler, qual sia". "Dammi" riprese la scaltra Giuno "l'amoroso incanto che tutti al dolce tuo poter suggetta i mortali e gli Dei. A questi io vado, e soloper ricomporne una difficile lite ond'ei da molto a gravi sdegni in preda e di letto e d'amor stansi divisi. Se con parole ad acchetarli arrivo e a rannodarne i cuori, io mi son certa che sempre avranmi e veneranda e cara."
Nei versi che non analizziamo Giunone, mentendo, dice a Venere che la cintura le serve per aiutare Teti e Oceano a fare pace.
L'inganno di Giunone
VERSI 226-240 e 248-254
LIBRO 15
LIBRO 16
LIBRO 16
"Se dolorosoti turba qualche oracolo la mente; se di Giove alcun cenno a te la madre veneranda recò, me tosto almeno invia al campo; e al mio comando i forti Mirmidoni concedi, ond'io, se puossi, qualche raggio di speme ai travagliati compagni apporti."
La richiesta di Patroclo
VERSI 48-55
LIBRO 16
"Or puoimenar gran vampo, Ettorre, or che ti diero di mia morte la palma Apollo e Giove. Essi, non tu, m'han domo; essi m'han tratto l'armi di dosso. Se pur venti a fronte tuoi pari in campo mi venian, qui tutti questo braccio gli avria prostrati e spenti. Ma me per rio destin qui Febo uccide fra gl'Immortali, e tra mortali Euforbo, tu terzo mi dispogli. Or io vò dirti cosa che in mente collocar ben devi: breve corso a te pur resta di vita: già t'incalza la Parca, e tu cadrai sotto la destra dell'invitto Achille".Disse e spirò.
La profezia di Patroclo
Patroclo, prima di morire, anticipa a Ettore come morirà.
VERSI 1190-1204
LIBRO 17
LIBRO 18
Una negra a que' detti il ricoperse nube di duol; con ambedue le pugna la cenere afferrò, giù per la testa la sparse, e tutto ne bruttò il bel volto e la veste odorosa. Ei col gran corpo in grande spazio nella polve steso giacea turbando colle man le chiome e stracciandole a ciocche.
Il dolore di Achille
VERSI 27 -34
LIBRO 19
LIBRO 20
LIBRO 21
LIBRO 22
LIBRO 22
Ettore, il giorno che spogliasti il morto Patroclo, in salvo ti credesti, e nullo terror ti prese del lontano Achille. Stolto! Restava sulle navi al mio trafitto amico un vindice, di molto più gagliardo di lui: io vi restava io che qui ti distesi. Ora cani e corvi ti strazieranno turpemente e quegli avrà pomposa dagli Achei la tomba.
Discorso di Achille a Ettore
VERSI 421-429
LIBRO 22
Ettore allora, consapevole che sta per morire, chiede ad Achille di avere pietà del suo corpo e di restituirlo al padre Priamo, che lo ricompenserà con molti doni. Achille con violenza e sprezzo nega ad Ettore questa possibilità. Ettore gli risponde così, prevedendo il futuro di Achille.
Le ultime parole di Ettore
"Hai cor di ferro, e lo sapea. Ma bada che di qualche celeste ira cagione io non ti sia quel dì che Febo Apollo e Paride, malgrado il tuo valore, t'ancideranno alle porte Scee."
VERSI 458-462
LIBRO 23
LIBRO 24
LIBRO 24
Il venerando veglio entrò non visto da veruno, e tosto fattosi innanzi, tra le man si prese le ginocchia d'Achille, e singhiozzando la tremenda baciò destra omicida che di tanti suoi figli orbo lo fece.
La preghiera di Priamo
VERSI 599-604
Il poema dell'ira... come si conclude?
Legenda:
Soggetto: azzurro Pred.verbale: rosso Pred. nominale: arancione Comp. oggetto: verde Comp. pred. oggetto: cerchiato verde Compl. pred. soggetto: cerchiato azzurro Compl. spec: rosa Comp. d'agente/causa eff: giallo
Cosa ha in mente Giunone?
Giunone (Era) è la moglie di Zeus ma, come su molti altri aspetti, i due coniugi sono in disaccordo sulla guerra. Giunone vuole che vincano i Greci, Zeus vuole che vincano i Troiani fino al ritorno di Achille.Per riuscire ad aiutare i Greci, Giunone non ha alternative: deve far uscire di scena Zeus per un po' di tempo.