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Copernico
Sofia palloni
Created on December 22, 2023
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Transcript
Lo scontro tra sistema Tolemaico e Copernicano
Lavoro di Palloni sofia e mancinelli FILIPPO
Il sistema geocentrico venne perfezionato da Callippo di Cizico e Aristotele nel trattato "De caelo" con un inquadramento accettato da tutti i dotti dell’epoca. Ogni distanza dalla Terra è occupata da un solo pianeta. I centri degli epicicli che trasportano Mercurio e Venere (pianeti “interni” tra Terra e Sole) sono sempre allineati con il Sole (figura a sinistra), mentre i raggi degli epicicli di Marte, Giove e Saturno (pianeti “esterni”, oltre il Sole) sono paralleli alla linea che congiunge la Terra con il Sole . Dunque la Terra ha forma sferica ed e IMMOBILE AL CENTRO DELL'UNIVERSO, mentre i corpi celesti si muovono in moto circolare intorno ad essa.
IL SISTEMA TOLEMAICO
Il sistema aristotelico-tolemaico, fu proposto da Eudosso di Cnido (408 a. C. – 355 a. C.), grande astronomo greco discepolo di Platone, e andò a sostituire la cosmografia arcaica.
Poiché il cerchio era considerato la forma perfetta, i movimenti dei corpi celesti dovevano essere circolari ed il cosmo suddiviso in di sfere concentriche.
La sfera centrale (detta sublunare) era la Terra; era l'unica parte "imperfetta" del cosmo, per i moti rettilinei in essa.Era composta dai quattro elementi dei filosofi presocratici. Al di fuori vi erano otto sfere, composte di un quinto elemento incorruttibile: l'etere. Le prime corrispondenti ai sette pianeti (nell'ordine: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove e Saturno) e l'ultima, il Firmamento. I corpi celesti era "incastonati" nella propria sfera e ne condivideva il moto circolare uniforme (perfetto, immutabile ed eterno) attorno alla Terra.
Per Aristotele dunque:-l’universo si divide in un mondo sublunare, mutevole ed imprevedibile, ed in un uno extralunare, o translunare, immutabile e perfetto; - la Terra, appartenente al primo mondo, è al centro del cosmo, le cui componenti si muovono di moto uniforme su traiettorie circolari.
MEDIOEVO
Il sistema fu perfezionato nel II secolo a.C. da Apollonio di Perga e Ipparco. Per spiegare le "irregolarità" del movimento dei pianeti. Apollonio suppose che essi percorressero con moto uniforme delle circonferenze (gli epicicli), i cui centri a loro volta si muovevano uniformemente su circonferenze di raggio maggiore (i deferenti), il cui centro era nelle vicinanze della Terra. Poiché non è giunta fino a noi alcuna opera i loro studi ci noti attraverso Tolomeo(II secolo).
Nel Medioevo Tommaso d'Aquino rifuse le teorie antiche attribuendo ad esse un valore teologico cristiano e sulla sua rielaborazione è fondata la descrizione che Dante dà dei regni nella Divina Commedia.
La Terra di forma sferica è circondata da dieci cieli a loro volta disposti intorno ad essa in modo concentrico e ruotanti. Ogni cielo è dominato da un pianeta. I cieli sono eterei e separati dalla Terra dalla sfera del fuoco. Non essendo formati di materia sono puri: per questo Dante vi colloca il Paradiso e quindi la sede di Dio. Secondo S.Tommaso la sede dell'Onnipotente è l'Empireo, l'ultimo cielo. Da qui immobile Dio imprime il moto all'intero Universo attraverso il Cristallino o Primo Mobile, cioè il penultimo cielo, che ruota così velocemente da originare il moto degli altri.
Tolomeo riprese anche le tesi Aristoteliche e formulò un modello geocentrico che rimase valido fino al 1543 . La sua teoria si fondava su questi capisaldi: - la Terra è immobile al centro dell’universo; - attorno ad essa ruotano, in ordine di distanza, la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove, Saturno ed il cielo delle stelle fisse; -i pianeti si muovono su una trattoria che risulta dalla composizione di due moti: essi infatti percorrono l’epiciclo, sfera che ha il suo centro su deferente, seconda sfera concentrica alla Terra.
La Terra viceversa non si muove perché è la sede del male, mentre l'Empireo non si muove perché è già il luogo della perfezione.
RINASCIMENTO
Nel Rinascimento, grazie all’enorme balzo in avanti dato da nuove tecniche e mezzi ma anche dalla nuova prospettiva di osservazione della realtà basata su dati empirici e non più su preconcetti e tradizioni ,emerse scetticismo verso un sistema che pareva essere meccanico e raffazzonato . Fu così che nel 1543 l’astronomo polacco , Niccolò Copernico, riprendendo e ampliando adesso con osservazioni e calcoli più dettagliati la vecchia teoria di Aristarco da Samo , elaborò il sistema Eliocentrico o Copernicano , che aveva come suo fondamento la presenza del Sole al centro di un’orbita percorsa dalla terra
Galileo Galilei
Aristarco da Samo
TYCHO BRAHE
NICCOLÒ COPERNICO
Nel 1588 Brahe pubblica la sua opera "De mundi aetherei recentioribus phaenomenis" (sui più recenti fenomeni del mondo celeste), nella quale rappresenta il sistema elaborato, rifiutanddo tanto il sistema tolemaico quanto quello copenicano. Brahe vide assurda l'ipotesi di Copernico, e cioè che la Terra avvesse un movimento su sé stessa, perchè secondo lui se la Terra fosse in moto, una pietra lasciata cadere da una torre non cadrebbe ai piedi della stessa. Quindi il sistema copernicano era assurdo in fisica e contrario alle sacre scritture. In tutto questo il nobile studioso fu sempre più convinto che, se la Terra fosse stata in moto, le stelle vicine avrebbero dovuto cambiare posizione relativamente alle stelle più lontane. Questo effetto di parallasse esiste davvero, ma non poteva essere osservato con i telescopi di allora e tantomeno ad occhio nudo, perchè anche le stelle più vicine si trovano molto più lontane di quanto lo ritenessero possibile gli astronomi in quei tempi. Questo modello tychonico raffigura la Terra immobile al centro di un Universo racchiuso dalla sfera (non fisica) delle stelle fisse, mostrandola anche al centro delle orbite della Luna e del Sole che, a sua volta era il centro delle orbite di Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno.
NeIl sistema ticonico presentava alcuni vantaggi: •Una qualità nei calcoli matemateci simili a quelli del sistema copernicano •Eliminava i conflitti con le scritture, mantenendo la Terra immobile al centro dell'Universo •Risolveva l'apparente contraddizione che caratterizzava l'Universo copernicano in relazione alla mancanza dell'effetto di parallasse e al problema delle dimensioni delle stelle •Confermando il sistema geocentrico, quindi non aveva bisogno di dare una spiegazione fisica del movimento terrestre.
La teoria copernicana è la descrizione matematica del moto dei corpi celesti che Niccolò Copernico introdusse nella prima metà del XVI secolo. Si tratta di un sistema eliocentrico. La Terra risulta soggetta a diversi movimenti tra i quali, analogamente agli altri pianeti, quello di rivoluzione attorno al Sole e di rotazione sul proprio asse. Il suo unico libro a stampa sull'argomento, De revolutionibus orbium coelestium (Sulle rivoluzioni dei corpi celesti), fu pubblicato nel 1543, pochi giorni prima della morte dell'autore. La sua divulgazione segnò l'inizio d'un processo di radicali mutamenti della conoscenza, oggi noto come "rivoluzione scientifica".
Secondo il modello eliocentrico il Sole si trovava al centro dell’Universo, punto focale della rotazione dei 6 i pianeti allora conosciuti – Mercurio, Venere, Terra (Luna inclusa), Marte, Giove e Saturno. Si iniziò a parlare di “moti apparenti” per Sole, pianeti e stelle, perché il loro movimento era relativo a quello della Terra: il movimento di rotazione antiorario del nostro pianeta, infatti, permetteva di spiegare la rotazione della sfera celeste in senso orario.
Nel 1543 ,Copernico ,ormai morente , fu spinto a pubblicare l’opera che accese la discussione che mosse le menti del tempo verso una nuova prospettiva , “De revolutionibus orbium coelestium “ . Il testo fu pubblicato anonimamente con l’aggiunta di una premessa del teologo luterano Andrea Osiander che tentò di difendere l’amico e l’opera dall’azione della Chiesa attraverso questa aggiunta che andava ad inquadrare l’opera non come una indagine scientifica ma piuttosto come un mero esercizio matematico volto a semplificare i complessi calcoli del sistema Tolemaico . L’opera ispirò molti intellettuali come Giordano Bruno . Il fulcro dello scritto e la sua base fondamentale non si basava sui numerosi è complicato calcoli svolti da Copernico ma dall’idea che il sistema così visto era più “simmetrico alle parti dell’universo” cioè era più armonico . Più a differenza di molti decenni le scoperte furono ampliate da numerosi studiosi , spicca tra questi Galileo Galilei
Il secondo colpo che pose fine alla carriera scientifica di Galileo avvenne dopo il rilascio del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo “ , uno scritto in forma dialogica dove i vari interlocutori comparavano le varie teorie cosmologiche del tempo , tra le quali quella Copernicana che venne resa come più logica delle altre . Alla pubblicazione nel 1630 venne accolta , da un lato da molti elogi da intellettuali e nobili del tempo come Tommaso Campanella , dall’altra parte adirò la Chiesa compreso il papà, Urbano VIII il quale precedentemente si era mostrato favorevole alle ricerche di Galileo . .
Più a differenza di molti decenni le scoperte furono ampliate da numerosi studiosi , spicca tra questi Galileo Galilei . Lo scienziato scosse le acque inizialmente pubblicando il “Sidereus Nuntius” in cui esprimeva le sue scoperte fatte attraverso l’osservazione dei corpi celesti attraverso un nuovo strumento , il telescopio , ideato da ottici olandesi , Galileo fu il primo a a brevettarne l’uso per l’osservazione della volta celeste .
Il 25 Luglio sotto ordine del Santo Uffizio dell’Inquisizione di Firenze ordinò che la diffusione del dialogo cessasse e che le copie diffuse venissero confiscate . Il 20 Gennaio Galileo fu convocato dall’inquisizione romana e giunse davanti ad un tribunale ecclesiastico . Galileo dopo diversi interrogatori e tentativi di discolpa , anche dicendo che la sua opera aveva l’intenzione di difendere la teoria Tolemaica , il 22 Giugno fu costretto in ginocchio dinnanzi ai cardinali del tribunale a rinunciare e abdicare sia le sue scoperte che il suo metodo scientifico, fu infine condannato a ll carcere per 5 mesi e a ripetere ogni notte per tre anni 7 salmi penitenziari . Si narra che appena il processo si concluse e Galileo si rialzò disse :” E sempre si muove” , ancora convinto delle proprie scoperte . L’opera invece , destinata alle fiamme , fu salvata da un allievo di Galileo il quale la portò nei Paesi Bassi permettendo allo scritto e studi al suo interno di sopravvivere e formare le basi per ulteriori scoperte .
GALILEO E LE ACCUSE DEL VATICANO
6. Asserirsi e dichiararsi male qualche uguaglianza, nel comprendere le cose geometriche, tra l'intelletto umano e divino. 7. Dar per argomento di verità che passino i tolemaici ai copernicani, e non e contra. 8. Aver mal ridotto l'esistente flusso e reflusso del mare nella stabilità del sole e mobilità della terra, non esistenti. Tutte le quali cose si potrebbono emendare, se si giudicasse esser qualche utilità nel libro, del quale gli si dovesse far questa grazia.»
Le accuse, riportate senza data nell'Archivio vaticano, sono: 1. Aver posto l’imprimatur di Roma senz'ordine, e senza participar la publicazione con chi si dice aver sottoscritto.
2. Aver posto la prefazione con carattere distinto, e resala inutile come alienata dal corpo dell'opera, et aver posto la medicina del fine in bocca di un sciocco, et in parte che né anche si trova se non con difficoltà, approvata poi dall'altro interlocutore freddamente, e con accennar solamente e non distinguer il bene che mostra dire di mala voglia. 3. Mancarsi nell'opera molte volte e recedere dall'hipotesi, o asserendo assolutamente la mobilità della terra e stabilità del sole, o qualificando gli argomenti su che la fonda per dimostrativi e necessarii, o trattando la parte negativa per impossibile. 4. Tratta la cosa come non decisa, e come che si aspetti e non si presupponga la definizione. 5. Lo strapazzo de gl'autori contrarii e di chi più si serve Santa Chiesa.
La scossa porta dalla rivoluzione Copernicana intacco una delle istituzioni fondanti del rinascimento, l’Arte . Essa divenne incarnazione delle scoperte del tempo ma anche delle emozioni da esse suscitate nell’uomo . Le nuove scoperte , nonostante non ancora ufficialmente accettate , infusero gli artisti con un senso di smarrimento nel cosmo e la sensazione che tutto fosse in costante movimento , il cerchio che prima era simbolo di perfezione ordine e stabilità fu abbandonato, finendo per preferire l’ellissi che non ha né centro ne parametri costanti
Così grande fu la portata e la scoperta di Copernico che ancora oggi possiamo vedere le ripercussioni che ebbe sulla prospettiva umana , attraverso opere anche più contemporanee . Una di quelle che sembra incidere di più sul tema è la poesia di Giovanni Pascoli “Vertigini”.
L’intero tema dell’opera è l’intima esplorazione della fragilità e smarrimento dell’anima , l’angoscia esistenziale che ci tocca tutti . Persi in un Universo infinito , un cosmo immenso che di noi non si cura , l’uomo è perso e finisce per vagare senza meta è senza percorso chiaro . La Terra fluttua per uno spazio incommensurabile senza un senso , senza un punto di riferimento , senza più una Ragione superiore che la guidi e quindi proviamo soltanto vertigini in un mondo senza capisaldi a cui aggrapparsi
Il De revolutionibus ebbe scarsa circolazione, persino negli ambienti matematici e astronomici dell'epoca, e è definito come «il libro che nessuno ha letto» e «un magnifico fallimento editoriale.» Per almeno mezzo secolo il sistema copernicano venne sostanzialmente ignorato in tutte le maggiori università europee, e solo pochissimi astronomi presentarono nei loro corsi tale teoria accanto a quella tolemaica in auge. Tuttavia, il modello copernicano era abbastanza noto tra gli intellettuali e i filosofi rinascimentali (basti pensare a Giordano Bruno), che certamente ne coglievano le influenze d'ascendenza platonica e pitagorica, in contrapposizione all'aristotelismo medievale ancora predominante ma sempre più messo in discussione dai pensatori non scolastici. L'importanza di Copernico venne riconosciuta in Inghilterra.
Fin dai primi anni della giovinezza, Galileo si dedicò alla meccanica, disciplina che studia il moto e l’equilibrio dei corpi, tornata prepotentemente in auge alla fine del XVI secolo. Durante i suoi anni a Pisa, prima come studente e poi come professore di matematica presso l’ateneo della città, si accostò in modo nuovo a questioni antiche, dimostrando il principio che la velocità di caduta dei gravi non è in relazione con il loro peso. Eppure già allora iniziò a destare polemiche. Così, nel 1592, all’età di 28 anni, si trasferì all’Università di Padova, dove avrebbe trovato un ambiente particolarmente stimolante, ideale per portare avanti le proprie ricerche. In ogni caso, fu solo nel 1610 che lo studioso assurse a fama e rinomanza internazionale, in seguito alla pubblicazione del Sidereus Nuncius, un “annuncio astronomico” con cui proclamava le dirompenti scoperte da lui compiute scrutando il cielo con un telescopio. Si trattava di un’opera rivoluzionaria che confermava empiricamente la teoria eliocentrica di Copernico e sanciva il decisivo superamento dell’antica visione aristotelico-tolemaica del cosmo. Possiamo solo immaginare l’enorme impressione suscitata in tutta Europa dal testo di Galileo, che con le sue osservazioni scardinava il modello geocentrico dell’universo, una concezione rimasta immutata per quasi venti secoli e, per di più, intimamente legata all’interpretazione delle Sacre scritture e a posizioni dottrinali della teologia cristiana.
L’ellissi apparve sempre di più in architettura , soprattutto nelle opere di Bernini che costruì Piazza San Pietro ,ellittica e scale ellittiche come quelle di Palazzo Bernini e quelle di Borromini come nella facciata e cupola della Chiesa di San Carlino alle Quattro fontane a Roma . Questa scelta rappresenta una inquietudine che vuole dare, a chi la osserva , idea di moto incessante . Anche nella pittura ciò si rispecchia e anzi l’intera disputa diviene argomento artistico come nell’opera “Gli Astronomi “ di Niccolò Tornioli , al quale fu commissionato dal sacerdote romano Virgilo Spada un dipinto che ritraesse là spaccatura delle interpretazioni sulla realtà è l’avvento del nuovo . Il dipinto mostra sulla sinistra Tolomeo e Aristotele , padri della teoria Geocentrica, Aristotele regge un tomo sul quale si possono scorgere tre circonferenze concentriche , mentre con l’altra afferra il braccio di Copernico , il quale sta spronando il filosofo ad osservare il cielo . Il senso di questa composizione si ritrova quindi in queste due gesta , da un lato c’è il vecchio dogma dato dalla tradizione e dall’altro c’è il desiderio di superare il passato e con entusiasmo mostrare la meraviglia delle nuove scoperte che si basano sull’osservazione della realtà che ci circonda . Accanto alle due figure ci sono una ragazza , probabilmente la personificazione della Geografia e un ragazzo il quale sta usando un telescopio per osservare un globo , dietro i due una figura singolare , all’ estrema destra il ritratto di Galileo Galilei .
Primo ad aver introdotto una teoria astronomica nella quale il Sole e le stelle fisse sono immobili mentre la Terra ruota attorno al Sole percorrendo una circonferenza. Dell'opera in cui Aristarco illustrava la teoria eliocentrica, ci rimangono solo pochi frammenti, costituiti da brevi citazioni di tradizione indiretta. L'obiezione che gli mossero i suoi contemporanei fu per quale motivo le stelle fisse non modificassero la propria posizione reciproca nel corso dell'anno, come avrebbero dovuto fare se la Terra fosse stata in movimento.
Tycho Brahe nacque a Knudstrup, oggi in Svezia ma allora in Danimarca, il 14 dicembre 1546. Figlio di un consigliere privato del re fu educato in maniera molto rigida dallo zio. Nel 1559, all'età di tredici anni, lo mandò all'Università di Copenaghen. Quando frequentava l'università ci fu un'eclissi di sole che impressionò Tycho. Trasferitosi all'Università di Lipsia con l'intenzione di studiare legge, Brahe iniziò tuttavia a dedicarsi alle osservazioni astronomiche. Fu così che si rese conto ‒ in occasione di una congiunzione tra Giove e Saturno ‒ degli errori in cui incorrevano le predizioni astronomiche. Ne rimase turbato e decise di mettersi a studiare per correggerle. Nel 1565, seguendo i consigli di suo zio, Brahe rientrò a Copenaghen. Quello stesso anno lo zio morì e Brahe ricevette una sostanziosa eredità che, malgrado l'opposizione della famiglia, scelse d'investire nelle sue ricerche in campo astronomico. Il 29 dicembre 1566 Brahe, che aveva ormai vent'anni, fu coinvolto in un'aspra lite con l'aristocratico danese Manderup Parsbjerg. Le versioni sono diverse, ma secondo alcuni Parsbjerg avrebbe riso delle predizioni di Tycho, mentre altri sostengono che la contesa sarebbe nata da un semplice disaccordo matematico. Sia come sia, l'astronomo non permise che l'insulto passasse sotto silenzio e la questione si risolse con un duello svoltosi per strada. Alcune fonti riportano che Tycho risultò vincitore, ma per sua sfortuna un colpo sferrato dall'avversario gli portò via parte del naso. Da allora Tycho Brahe fu costretto a usare una protesi, a suo dire fatta d'oro e argento. Parte della fortuna che l'astronomo aveva ricevuto dallo zio fu destinata a soddisfare capricci stravaganti. Per esempio, assunse un nano di nome Jepp perché riteneva che avesse poteri di chiaroveggente. Data la differenza di classe tra i due, malgrado fossero molto amici non potevano sedere assieme a tavola: Brahe pensò bene di risolvere il problema facendo mangiare Jepp sotto il tavolo. Un altro dei suoi capricci fu prendere come animale di compagnia un alce, battezzato con il nome di Rix. Pare che il cervide si aggirasse a suo piacimento nel luogo usato da Brahe come osservatorio nel suo palazzo di Uraniburgum, un centro astronomico costruito come residenza tra il 1576 e il 1580 dal re Federico II di Danimarca, ubicato nell'isola danese di Ven. Sembra anche che Brahe avesse l'abitudine di placare la sete dell'animale con secchi di birra. In uno dei suoi eccessi etilici, l'alce perse l'equilibrio e si ruppe il collo cadendo dalle scale. Nel 1573 Tycho Brahe pubblicò la sua prima opera, nella quale riportava le sue osservazioni: De nova stella, con la quale raggiunse una gran popolarità. Durante lo stesso anno intrecciò una relazione con una donna di origine contadina di nome Kristine, con la quale si sposò ed ebbe dei figli, malgrado l'opposizione della famiglia. Morì il 24 ottobre 1601 dopo una smisurata ingestione di alcolici che la sua vescica non poté eliminare e che gli provocò un'infezione fatale.
Il De revolutionibus ebbe scarsa circolazione, persino negli ambienti matematici e astronomici dell'epoca, e è definito come «il libro che nessuno ha letto» e «un magnifico fallimento editoriale.» Per almeno mezzo secolo il sistema copernicano venne sostanzialmente ignorato in tutte le maggiori università europee, e solo pochissimi astronomi presentarono nei loro corsi tale teoria accanto a quella tolemaica in auge. Tuttavia, il modello copernicano era abbastanza noto tra gli intellettuali e i filosofi rinascimentali (basti pensare a Giordano Bruno), che certamente ne coglievano le influenze d'ascendenza platonica e pitagorica, in contrapposizione all'aristotelismo medievale ancora predominante ma sempre più messo in discussione dai pensatori non scolastici. L'importanza di Copernico venne riconosciuta in Inghilterra.