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RACALE
Sara De Marco
Created on December 19, 2023
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Transcript
RACALE
Storia
Tre sono le ipotesi circa l'origine dell'abitato e del nome di Racale. Da alcuni documenti rinvenuti il paese potrebbe avere origine romana e sarebbe stato fondato da Eraclio, un liberto romano a cui si deve anche lo stemma della città (la lupa che allatta i due gemelli, Romolo e Remo, secondo la tipica simbologia romana). Un'altra tesi ipotizza che nel luogo in cui sorge Racale, in epoca greca, si trovasse un sito di culto dedicato all'eroe della mitologia Eracle (Ercole). La terza ipotesi è che sia stata fondata dagli oriundi di Eraclea Pontica, quando l'imperatore bizantino Basilio I il Macedone ordinò che fossero ripopolate le terre fra Ugento e Gallipoli, che avevano subito varie scorrerie da parte dei Saraceni.[senza fonte] In epoca normanna visse un periodo di prosperità e pace che determinò la formazione di una piccola città a pianta quadrangolare. Da questo momento storico varie furono le famiglie feudatarie che ne detennero il possesso fino all'eversione della feudalità avvenuta nel 1806.
Chiesa madre di Santa Maria de' Paradiso
La chiesa di Santa Maria de' Paradiso, sede della parrocchia di San Giorgio Martire, fu costruita dalla devozione del popolo intorno al XII secolo, così come si deduce da un'incisione lapidea. Dell'antica struttura rimane ben poco in quanto fu gravemente danneggiata dal terribile terremoto del 1743 che interessò gran parte del Salento. Ricostruita nel 1756, presenta una sobria facciata in pietra leccese costituita da due ordini e scandita da alte lesene. A navata unica, nel suo interno si custodisce un pregevole altare maggiore ed un bassorilievo in pietra leccese che rappresenta il Cristo con ai lati i misteri della Passione. Entrambe le opere sono del XV secolo. Di notevole fattura sono gli affreschi tardogotici emersi casualmente testimonianza dell'antico edificio: SS. Crocifisso della Pietà, Sant'Elia e San Leonardo. La sacrestia è un piccolo museo dove sono custoditi monete romane, bizantine, veneziane rinvenute durante i lavori di restauro. Adiacente alla chiesa è una torre, eretta nel XII sec. come torre di guardia alla porta principale di ingresso alla città, e divenuta, dopo vari rimaneggiamenti nel corso dei secoli (gli ultimi interventi sono del 1535) torre campanaria.
Calvario
I calvari sono delle rappresentazioni popolari della Passione di Cristo. Nascono dall'esigenza di riprodurre e rivivere nella propria comunità i luoghi e le suggestioni della Terra santa. Venivano edificati fuori dal paese in luoghi preferibilmente sopraelevati. Il calvario, edificato nel 1920, possiede una pianta ad esedra e accoglie cinque edicole con statue in cartapesta raffiguranti scene della passione. Alla base vi è la riproduzione del sepolcro dove fu deposto Gesù dopo la crocifissione.
Castello baronale
D'impianto trecentesco, il castello baronale (poi palazzo ducale) sorse verosimilmente sui resti di un preesistente fortilizio di epoca normanna. Originariamente contava quattro torri poste ai vertici di una struttura quadrilatera, delle quali rimangono solo quelle agli angoli nord-est e sud-ovest. Rimaneggiato intorno alla prima metà del Cinquecento dalla famiglia Tolomei, il maniero fu oggetto di ulteriori interventi di restyling nel corso dei secoli successivi, come si evince dalla disomogeneità stilistica del cortile interno, caratterizzato da prospetti appartenenti a epoche differenti. Nella seconda metà del XVIII secolo, con i duchi Basurto, l'edificio assunse definitivamente l'aspetto di un palazzo gentilizio in virtù della costruzione dell'attuale facciata su via Umberto I, e di un corpo laterale avanzato con spigoli tagliati a 45 gradi e contrassegnati da paraste scanalate[7]. L'attuale ingresso, preceduto da un piazzale lastricato, è costituito da un solenne portale di matrice napoletana (1770 circa), sovrastato dallo stemma dei Basurto-Calò
Dolmen Ospina E Menhir Castelforte
- Menhir Paramonte (altezza 187 cm - faccia principale 57 cm - faccia laterale 36 cm)
- Menhir Castelforte, situato nell'omonimo villaggio; un tempo era posizionato nel largo crocicchie vicino al confine con Taviano, ma sempre in territorio di Racale.