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Masaccio - Polittico di Pisa

elena.mariani

Created on December 19, 2023

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MADONNA DEL POLITTICO DI PISA

MASACCIO

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Nacque nel 1401 a Castel San Giovanni Valdarno e fu raccontato da Vasari come un artista dedicato unicamente alla pittura. Ebbe, come molti artisti, un futuro tragico e morì a soli 27 anni nel 1428 a Roma. La sua formazione artistica fu perfezionato da un confronto con Masolino (artista tardo gotico). La novità della sua pittura consisteva nel dare maggiore plasticità ai corpi – perseguendo una strada aperta da Giotto e conclusa in Donatello – unendola alle scoperte prospettiche di Brunelleschi, da creare così figure più tridimensionali ed espressive. Masaccio insieme a Brunelleschi e Donatello rappresenta uno degli iniziatori del Rinascimento a Firenze. Inizialmente prese degli insegnamenti di bottega ma poco dopo maturò con l'arte di Brunelleschi e Donatello, Masaccio fu particolarmente colpito da Giotto in quanto dava ai personaggi un' identità psicologica, infatti la sua pittura si avvicina alla realtà dell'uomo con uno studio dei corpi con volumi modellati dalla luce e dall'ombra. Fu uno tra i primi che scorciò i piedi nelle opere.

MASACCIO (1401-1428) RINASCIMENTO VITA

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Polittico di pisa

Il tema della definizione volumetrica dei personaggi e della loro illuminazione naturale con un corretto inserimento prospettico in uno spazio misurabile viene posto in evidenza nel Polittico di Pisa: un'opera di Masaccio che venne dipinta inizialmente destinata alla Chiesa del Carmine di Pisa ed oggi smembrata in più musei e parzialmente dispersa. É un’opera composta nel 1426 a tempera su tavola a fondo oro che originariamente doveva essere composta da almeno cinque scomparti, organizzati su doppio registro, per dieci pannelli principali, dei quali se ne conoscono solo quattro.

Altri quattro piccoli pannelli laterali e tre della predella (due dei quali con doppia scena) sono oggi conservati agli Staatliche Museen di Berlino. La tavola centrale raffigura la Madonna o Maestà in trono con il Bambino e quattro angeli, oggi custodita alla National Gallery di Londra. La Crocifissione, posta nella parte superiore della pala, raffigura Cristo morto e la sofferenza dei personaggi ai piedi della croce, oggi conservata al Museo e Gallerie Nazionale di Capodimonte di Napoli e nella parte inferiore è rappresentata l’Adorazione dei Magi, oggi custodita nello Staatliche Museen di Berlino.

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Giotto

La scena della Madonna in trono con il Bambino e quattro angeli è verosimilmente ispirata alla Madonna di Ognissanti di Giotto. Anche in essa la Vergine non nasconde la propria fisicità che, al contrario, è messa in particolare da un panneggio pesante e fortemente chiaroscurato. Maria, a differenza di quanto voluto dalla tradizione, non è rappresentata secondo i consueti canoni di giovinezza e leggerezza e il suo volto appare stanco come se già immaginasse il destino che sarebbe toccato al figlio. È presente una luce, proveniente da sinistra, che sembra del tutto naturale e provoca delle ombre verso destra, dove troviamo l’ombra del viso di Maria sul trono. Notiamo anche la presenza del corpo umano di Maria e delle sue ginocchia che emergono dalla parte sotto il panneggio e qui c’è la ricerca della tridimensionalità (già sperimentata da Giotto).

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L'uomo al centro della visione del mondo, nel primo Rinascimento".

Trovandoci nel primo periodo rinascimentale, gli autori di quest’epoca inseriscono nelle loro opere l’antropocentrismo ossia l’importanza dell’uomo al centro dell’universo. Masaccio in quest’opera inserisce l’antropocentrismo mettendo in evidenzia l’importanza centrale che dona al Bambino che viene colto in un gesto dove mangia dell’uva, questo è chiaramente un particolare con un chiaro riferimento simbolico all’eucarestia e al sangue che Cristo verserà per la salvezza dell’umanità e quindi, alla sua futura morte. Questa in realtà, non è altro che una sorta di prefigurazione della sua drammatica morte per crocifissione. A questo si spiega l’espressione grave e seria della Madonna di Masaccio che sta già prevedendo il futuro e la sorte negativa del bambino che ha in braccio. La spontaneità del gesto mette straordinariamente in luce la natura umana del piccolo Gesù. Indossa un’aureola che, grazie alla prospettiva, sembra quasi un disco appoggiato sulla sua testa, mentre la prospettiva del grande e imponente trono marmoreo è tracciata con grande rigore. Inoltre, la struttura stessa del trono dimostra l’interesse che Masaccio donava nei riguardi dell'architettura, infatti, ha quasi la forma di un edificio monumentale.

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Dettagli e fondo oro

Nella parte bassa della pala, dove la Maestà poggia i piedi e i due angeli suonano un liuto, c’è uno spazio con una decorazione chiamata ‘strigile’ ossia una decorazione dove sono presenti delle onde. Questa decorazione derivava da alcuni sarcofagi antichi romani-paleocristiani ed è quindi chiaro il riferimento alla classicità così come il riferimento alla morte poiché erano attratti da sarcofagi. Un altro elemento di derivazione classica sono i rosoni, a rilievo, che ornano la parte inferiore destra del trono. Il fondo oro era pensato per una Cappella voluta, commissionata da un ricco notaio dove il committente guidava sempre le scelte degli artisti. L’uso dell’oro, oltre a essere molto costoso, era evidentemente un modo per vantare sia la generosità di questo committente che donava la pala a uno spazio pubblico ma soprattutto per vantare la sua ricchezza. La pala aveva la forma di una ‘pala centinata’ ossia una pala con riferimenti gotici. Masaccio, inoltre, riduce lo spazio oro disponibile innalzando la forma del trono e nel fondo troviamo anche dei capitelli ionici.

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Dettagli angeli

C’è una sorta di illusione di spazio che Masaccio cerca di evocare con la luce e ombre ma anche con gli angeli che troviamo sia davanti che dietro al trono. Notiamo la bellezza degli angeli che suonano questi liuti mostrati in prospettiva con uno ‘scorcio prospettico’ che rende accorciata la prospettiva riproducendo perfettamente gli oggetti che, se fossero più lontani, il nostro occhio li vedrebbe più ridotti. Essi stanno eseguendo una musica presumibilmente sacra in onore della Madonna e anche per allietare il bambino. Sono l’uno col volto verso l’altro e sono concentrati nel loro impegno di ‘piccola corte celeste’ ai piedi del trono. In alcuni casi, le loro aureole, presentano dei segni scavati quasi incisi nella pala. L’oro che si vede è un vero foglio oro inserito sulla tavola di legno ma, questi punti che vediamo sono dati dal fatto che esse presentavano delle vere gemme date sempre dal committente per rappresentare la sua ricchezza.

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confronti: opere precedenti opere successive

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Possiamo notare delle differenze e somiglianze con opere poco precedenti:

Confronto con opere precedenti

Cimabue, in una sua opera, rappresenta la Madonna con una veste rossa ma senza manto blu e gli angeli con le ali colorate; in seguito Giotto rappresenta la Madonna con solo un manto blu scuro e le ali degli angeli sempre colorate. Quindi, se volessimo creare un confronto fra tutte e tre le opere, possiamo dedurre che da un lato Masaccio portò avanti delle novità introdotte da Giotto ma dall’altro rivoluzionò la pittura.

La composizione, per esempio, in Masaccio è più realistica poiché il Bambino sembra un bambino vero con dei ‘rotoloni di grasso’, una testa grande e un corpo un po’ sproporzionato come i bambini veri. Mangia dell’uva ma il dettaglio del mettere le dita in bocca lo rende ancor più reale poiché i bambini lo hanno come vizio. Mentre, i bambini di Cimabue e Giotto sembrano dei bambini ‘già vecchi’ poiché la loro postura sembra quella di un adulto.

Le Madonne di Cimabue e Giotto sembrano che stiano mostrando agli spettatore Gesù Bambino, mentre, Maria in Masaccio sta accogliendo in grembo Gesù bambino con una postura più materna e calorosa.

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Confronto opere successive

Periodo: Pittura Fiamminga Secondo Rinascimento

Se dovessimo fare un confronto tra l’opera di Masaccio e un'opera di pittura fiamminga diremmo che i caratteri sono più o meno simili: - nella pittura fiamminga le opere vengono dipinte su tre pannelli, mentre, l'opera di Masaccio é rappresentata in un’unica scena; - nella pittura fiamminga le scene religiose vengono affrontate ma sono ambientate in contesti e ambienti domestici spesso con lo scopo di raccontare la vita di quel tempo.

Tra le novità troviamo colori, resa dello spazio ma soprattutto i dettagli, l’autore ha un’importante attenzione nel rappresentare i dettagli e i particolari, c’è un livello di attenzione al dettaglio altissimo. Nella pittura fiamminga, rispetto a quella rinascimentale italiana dove ci si interessava maggiormente dei personaggi e degli spazi, si fa maggiore attenzione al riempire gli spazi con dettagli che spesso hanno anche una ‘valenza simbolica’ messi per dare un senso. Entrambe prestavano attenzione alla rappresentazione della realtà ma, la pittura fiamminga utilizzava una prospettiva analitica perché fa un’analisi dei dettagli o empirica che va a vedere dentro la realtà i singoli elementi e dettagli come con una lente d’ingrandimento.

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Prospettiva, antropocentrismo e dettaglio

La prospettiva, rispetto a quella di Masaccio e Brunelleschi che era geometrica - lineare, presenta più punti di fuga ed è meno esatta perché l'interesse era quello di entrare come una lente d’ingrandimento per vedere il dettaglio e il resto sfocato, dove però perdiamo l’esattezza dell’insieme. Al contrario, i pittori fiorentini erano più interessati a dare l’esattezza dello spazio e meno dei dettagli.

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Entrambe prestano attenzione alla figura umana, ma, nella pittura fiorentina l’uomo è la figura centrale mentre, in quella fiamminga, l’uomo è solo una delle infinite presenze all'interno della rappresentazione e l’antropocentrismo viene rappresentato attraverso tutto ciò che rappresenta l'uomo. Se nella pittura fiorentina si faceva attenzione alla tridimensionalità, in quella fiamminga le figure sono troppo allungate con corpi disarticolati ma si presta sempre attenzione al dettaglio dei capelli, degli occhi e dei vestiti ma i volti sono meno espressivi.

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Tecnica, committenti e luce

I colori sono più accesi, intensi, tinte brillanti e spiccanti perché utilizzano una pittura ad olio che venne introdotta ed elaborata dai pittori fiamminghi, in cui i colori vengono mescolati con un olio ricavato dai semi di papavero, dalle piante, dalle noci e dalle resine e impiegandoci più tempo ad asciugare, l’effetto sarà più brillante e il pittore può tornarci per medicare l’opera, mentre, nella pittura fiorentina viene utilizzata la pittura a tempera

La pittura fiamminga racconta anche la quotidianità del mondo e i committenti sono diversi: non sono più solo signori o grandi chiese ma anche gente ricca comune di quel tempo, inoltre, cambia il formato del dipinto perché è organizzato in maniera diversa.
I punti di fuga e le fonti di luce sono diversi: nella pittura fiorentina la luce è quasi sempre dall’alto, mentre, in quella fiamminga le fonti di luce sono tante poiche si devono illuminare al meglio i singoli dettagli andando addirittura, spesso e volentieri, a inserire punti di luce anche dall’interno dell’oggetto.

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