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San Girolamo nello studio, Antonello da Messina
Tommaso Tedesco
Created on December 18, 2023
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Transcript
Antonello da Messina
San Girolamo nello studio
il colore e l'illuminazione
olio su tavola di tiglio, 46 x 36 cm. 1474-1475 Londra, National Gallery
lo spazio
l'opera rappresenta il ritratto del santo che visse fra il quarto e il quinto secolo. San Girolamo si dedicò a tradurre la Bibbia dal greco al latino. Il leone dipinto all'interno dello studio è il simbolo iconografico di San Girolamo. La coturnice sulla destra è un simbolo cristiano e allude alla verità di Cristo. Il pavone simboleggia la Chiesa, mentre le piante sullo scrittoio sono legate alla salvezza divina. Il geranio si riferisce alla passione di Cristo.
la composizione
approfondimenti video
biografia artistica
All’interno della rigorosa prospettiva architettonica sono dipinti animali e personaggi dalle forme semplici ma estremamente dettagliati nelle superfici e nelle decorazioni. Lo studio dalla forma complessa nel quale San Girolamo lavora è in legno ed è rappresentato prospetticamente in modo perfetto. I particolari sono realizzati in modo geometricamente corretto. Infatti i libri aperti e disposti con varie angolazioni permettono di identificare le profondità sugli scaffali. La fuga prospettica, sottolineata dalla griglia del pavimento piastrellato, è centrale e porta direttamente lo sguardo verso il Santo. La prospettiva lineare crea una solida unità dello spazio che potrebbe essere compromessa dall’illuminazione frammentata. Il muro esterno e frontale che crea una cornice architettonica distanzia la scena dallo spazio condiviso con l’osservatore.
Il colonnato a destra crea una scansione ritmica dello spazio estremamente ordinata. Le bifore gotiche in alto sono distribuite in modo simmetrico una centrale e altre due laterali, parzialmente coperte dall’arco in primo piano. La prospettiva crea delle direttrici che conducono lo sguardo verso le mani di San Girolamo e il libro che sta leggendo. Questa sottolineatura compositiva e prospettica rende la sua figura particolarmente monumentale e importante.
I colori delle architetture e dello studio sono caldi e hanno un centro di maggior saturazione nella veste rossa di San Girolamo. Il pavimento e le vedute che si intravedono dalle finestre invece creano dei contrappunti freddi di grigio e blu. Le parti in ombra creano poi forti contrasti che scavano gli ambienti interni e li approfondiscono. L’illuminazione è molto complessa e secondo la tradizione fiamminga giunge sulla scena da diverse fonti. La luce principale proviene dal centro e sottolinea la fuga prospettica. Altra luce entra poi dalle finestre che si aprono sul fondo della stanza.
Antonello da Messina e la pittura fiamminga.Gli scambi tra artisti operanti sul suolo Italico e quelli delle Fiandre furono favoriti nella prima metà del Quattrocento grazie al commercio. Così la cultura mediterranea incontrò la cultura nord europea. I primi ad utilizzare le tecniche elaborate dagli artisti fiamminghi furono i pittori di Napoli e Palermo seguirono poi dopo la metà del Quattrocento, Firenze, Urbino, Roma e infine Venezia. Antonello da Messina dagli storici è considerato il rappresentante più importante della pittura mediterranea del Quattrocento. Nacque nel 1430 circa e morì nel 1479. A lui è dato il merito di aver diffuso nella penisola l’uso della tecnica ad olio utilizzata appunto dai pittori fiamminghi. La sua formazione avvenne a Palermo e a Napoli, grandi città di scambi commerciali e culturali. In questi centri si respirava infatti una cultura internazionale. Convivevano così il gusto gotico elegante e raffinato con temi di origine fiamminga e provenzale. Antonello da Messina si recò a Roma e si avvicinò alla monumentalità delle sculture classiche. Acquisì quindi la tecnica della prospettiva dalle opere di Beato Angelico e Piero della Francesca. Il suo stile è caratterizzato da una ordinata disposizione prospettica tipica dell’arte italiana ed una attenzione minuziosa verso i dettagli proveniente dalla cultura nordica.