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FALCONE E BORSELLINO

Antonio Rea

Created on December 16, 2023

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GIOVANNI FALCONI

Giovanni Falcone nasce a Palermo nel 1939. Frequenta il liceo classico, si iscrive all'Accademia navale di Livorno e poi si iscrive a Giurisprudenza. Dopo la laurea vince il concorso in magistratura e nello stesso anno sposa la sua prima moglie Rita Bonnici, da cui divorzio 14 anni dopo.

Negli anni Ottanta diventerà il magistrato di punta della lotta antimafia: alle sue indagini si devono grandi risultati processuali contro Cosa nostra. Falcone pagherà caro il suo impegno, perdendo la vita nella strage di Capaci il 23 maggio 1992.

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COME E QUANDO MORI?

Giovanni Falcone muore nella comunemente detta strage di Capaci, il 23 maggio 1992. Stava tornando da Roma, come era solito fare nei fine settimana. Il jet di servizio, partito dall’aeroporto di Ciampino intorno alle 16.45, arriva a Punta Raisi dopo un viaggio di cinquantatre minuti. Lo attendono quattro autovetture: tre Fiat Croma, gruppo di scorta sotto comando del capo della squadra mobile della Polizia di Stato, Arnaldo La Barbera. Appena sceso dall’aereo, Falcone si sistema alla guida della vettura bianca e, accanto a lui, prende posto la moglie Francesca Morvillo.

Le auto lasciano l’aeroporto imboccando l’autostrada in direzione Palermo,

Otto minuti dopo, alle ore 17.58, presso il chilometro 5 della A29, una carica di cinque quintali di tritolo, posizionata in un tunnel scavato sotto la sede stradale nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine, viene azionata per telecomando da Giovanni Brusca, il sicario incaricato da Totò Riina.

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CHI LO UCCISE?

La mafia è un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”: sono parole celebri di Giovanni Falcone, il magistrato che più di tutti in Italia ha contribuito alla lotta alla mafia

Nel 1984 il pentito Tommaso Buscetta racconta al giudice Giovanni Falcone che boss e affiliati chiamano la loro organizzazione Cosa nostra. Dopo il maxiprocesso di Palermo abbiamo imparato a farlo tutti. Nata in Sicilia a metà dell’Ottocento, sbarcata in America, la mafia siciliana è tradizionalmente organizzata in famiglie, con una Cupola che raccoglie i boss dei mandamenti più importanti. È la mafia che negli ultimi 150 anni ha fatto più vittime innocenti, con un crescendo a partire dagli anni Settanta, quando le cosche corleonesi avviarono la stagione stragista. Cosa nostra oggi: l’ala militare dei clan è schiacciata dall’azione repressiva e dalla collaborazione dei pentiti; i capi corleonesi, Totò Riina e Bernardo Provenzano, sono morti in carcere; gli “scappati” sono tornati dagli Stati Uniti; cresce un’élite criminale non sempre inquadrabile secondo vecchi canoni. Matteo Messina Denaro, originario di Castelvetrano (Tp), è stato l'ultimo boss stragista in libertà: la sua latitanza è terminata il 16 gennaio 2023 ed è morto pochi mesi dopo. Cosa nostra, però, non è ancora sconfitta.

PAOLO BORSELLINO

Paolo Emanuele Borsellino nacque a Palermo il 19 gennaio 1940 nel quartiereDOVE VIVEVA popolare della Kalsa, dove, durante le tante partite a calcio nel quartiere, conobbe Giovanni Falcone, più grande di lui di otto mesi, con il quale instaurò un'amicizia mai incrinatasi.

Dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo Paolo si iscrisse al liceo classico di Palermo. Durante gli anni del liceo diventò direttore del giornale studentesco . L'11 settembre 1958 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza presso

Nel 1963 Borsellino partecipò a un concorso per entrare nella magistratura italiana; classificatosi venticinquesimo sui 171 posti messi a bando, con il voto di 57, divenne il più giovane magistrato d'Italia.]Incominciò quindi il tirocinio come uditore giudiziario e lo terminò il 14 settembre 1965 quando venne assegnato al tribunale di Enna nella sezione civile. Poi entro

in un pool, nell'ambito della magistratura italiana, è un gruppo di magistrati in servizio presso un ufficio giudiziario che si occupa collegialmente di una medesima indagin

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COME E QUANDO MORI?

Domenica 19 luglio 1992. Ore 17,58. Appena 57 giorni dopo il gran botto di Capaci è un'esplosione fortissima quella che fa sobbalzare la città di Palermo. Da via d'Amelio, tra palazzi sventrati, auto in fiamme e corpi dilaniati si solleva in cielo una nuvola di fumo. E' in quel luogo che una Fiat 126, caricata di esplosivo, uccide il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Borsellino

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CHI LO UCCISE?

La volontà di Cosa nostra di uccidere Paolo Borsellino risalirebbe addirittura ai primi anni '80

La decisione di mettere in atto gli attentati contro i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino venne presa nel corso di alcune riunioni della "Commissione interprovinciale" di Cosa nostra, avvenute nei pressi di Enna tra il settembre-dicembre 1991 e presiedute dal boss Salvatore Riina, nelle quali vennero individuati anche altri obiettivi da colpire; subito dopo, durante una riunione della "Commissione provinciale"