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LA STORIA DEI GONZAGA
Francesco Finiguerra
Created on December 16, 2023
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Transcript
O1
STORIA
La signoria di mantova: i gonzaga
Inizio
"Un Gonzaga non si arrende mai. Viva l'Italia"
IL PASSAGGIO ALLE SIGNORIE
Quale clima culturale caratterizza le Signorie?
Cosa è successo e perchè?
Come governa il Signore?
Chi è il Signore e qual è il compito?
Quali sono gli eventi politici principali?
Continua
LA MANTOVA DEI GONZAGA
LE ORIGINI DI MANTOVA
Mantova fu fondata dagli Etruschi tra il VI e il V secolo a.C. Durante l’Alto Medioevo ci fu un alternarsi di sovrani fino all’arrivo dei Franchi nel 774. Precedentemente feudo dei Canossa, Mantova aderisce alla Lega Lombarda e si dichiara libero comune nel 1183, grazie al Trattato di Costanza.
CONTESA DEL POTERE SU MANTOVA TRA IL XII E XIV SECOLO
Durante il XIII secolo, il controllo di Mantova fu conteso tra le principali famiglie nobili. Rimossi gli Arlotti, Casalodi e il podestà Guidotto da Correggio, nel 1273 il ghibellino Pinamonte dei Binacolsi, assunse il potere e gettò le basi per un dominio signorile.Con il pretesto della scomunica per eresia di Rinaldo Bonacolsi si aprirono akltre ostilità per il potere, infatti, sconfitto Rinaldo, la famiglia dei Gonzaga si impose come Signoria di città.
reflect
I Gonzaga si affermano a Mantova
I Gonzaga marchesi di Mantova
Le origini della famiglia Gonzaga
Se in un primo momento la Mantova dei Gonzaga si dovette confrontare politicamente e militarmente con i Visconti di Milano, i Della Scala di Verona — i principali avversari — gli Estensi di Ferrara e la Repubblica di Venezia, i rapporti si distesero quando iniziarono a legarsi attraverso il matrimonio.
Grazie all’appoggio militare del veronese Cangrande I della Scala, i gonzagheschi guidati da Luigi I Gonzaga spodestarono i Bonacolsi dal controllo di Mantova nel 1328. In quanto capitano del popolo della città e di vicario imperiale, su nomina dell’imperatore Ludovico il Bavaro, Luigi I iniziò l’ascesa della propria casata che, dal 1335, scelse di farsi chiamare solo ’Gonzaga’.
La provenienza precisa della casata Gonzaga è tuttora dubbia: si è a conoscenza dell'investitura dell'abate dell'abbazia di Polirone, di Filippo Corradi delle terre lombarde della cittadina di Gonzaga.
L’affermazione dei Gonzaga su Mantova ma anche sulla scena politica dell’Italia settentrionale fu possibile soprattutto alle sue ampissime possibilità economiche derivanti da:
L’inurbamento della famiglia a Mantova avvenne alla fine del XII secolo, con Corbellino Corradi da Gonzaga. Grazie all'occupazione di cariche pubbliche e religiose, l'acquisto di terre, i Corradi-Gonzaga emersero e controllorano la città.
Tra il XIV e il XV secolo, il prestigio e la ricchezza della famiglia gonzaghesca furono accumulate grazie alle condotte politiche e militari prima con Francesco I Gonzaga e poi con Gianfrancesco Gonzaga. Il coronamento di tutto lo si ha con l’investitura col titolo di marchesi della famiglia Gonzaga, da parte dell’imperatore Sigismondo di Lussemburgo nel 1433, dietro il pagamento di 12.000 fiorini d’oro.
Rendite di terreni e vittorie militari
Rapporti commerciali con Venezia
Politiche matrimoniali strategiche
La provenienza precisa della casata Gonzaga è tuttora dubbia
il periodo d'oro dei gonzaga
Mantova elevata al Ducato
Inizio dello splendore della Mantova gonzaghesca
La Mantova di Francesco II Gonzaga e Isabella d'Este
Mantova capitale europea del Rinascimento
Dallo splendore alla decadenza dei Gonzaga
L'indebolimnento della Casata Gonzaga
Il ducato di Mantova dei Gonzaga-Nevers
Fine della Mantova gonzaghesca
GLI STEMMI DELLA CASATA GONZAGA
Durante la lunga storia della loro casata, i Gonzaga mutarono stemma molte volte:
LO STEMMA DELLA CASATA GONZAGA
La dinastia dei Gonzaga, durante la loro lunga storia, mutò lo stemma diverse volte. Con la presa del potere nel 1328, Ludovico I innalzò un semplice stemma a fasce orizzontali nere ed oro. Con la nascita del marchesato, dal 1433 compaiono per la prima volta nello stemma le aquile imperiali a "volo abbassato" e la croce rossa, simbolo dal XII secolo del comune di Mantova, mentre lo scudo originario rimase al centro di dimensione più piccola. Dal 1575 vennero incluse le insegne delle famiglie nobili con le quali si imparentarono.
Lo stemma rappresenta i colori politici dei ghibellini e le fasce simboleggiano le bende con le quali si incoronavano i re.
L'inno dei Gonzaga
La casata Gonzaga non aveva un vero e proprio inno ma ha acquisito quello dedicato a Luigi Gonzaga, divenuto santo nel 1726 con papa Benedetto XIII, che incarna i valori della dinastia della città di Mantova.
I PROTAGONISTI DELLA CASATA GONZAGA
LUDOVICO, UN FRATRICIDA PER BENE
GUIDO, IL PANCHINARO CHE ASPETTA IL SUO TURNO
LUIGI, IL CAPOSTIPITE E IL LATE BLOOMER
LUDOVICO II GONZAGA, IL PRIMO DELLA CLASSE
FRANCESCO I GONZAGA E "IL MAL DELLA PIETRA"
GIANFRANCESCO GONZAGA, IL PRIMO MARCHESE
FEDERICO II GONZAGA, IL PRIMO DUCA
FRANCESCO II, IL MARITO DI ISABELLA D'ESTE
FEDERICO I, COLUI CHE INVENTO' IL CROWDFUNDING
VINCENZO, UN DUCA TRA ARTE, DONNE E GUERRA
GUGLIELMO GONZAGA, UN DUCA PER CASO
FRANCESCO III, IL DUCA CHE RIMASE RAGAZZINO
FERDINANDO, IL DUCA CARDINALE
VINCENZO II, COLUI CHE SVENDE LA QUADRERIA
FRANCESCO IV, IL DUCA "SPENDING-REVIEW"
CARLO I GONZAGA-NEVERS, DUCA DEL SACCO DI MANTOVA
CARLO II GONZAGA-NEVERS, IL DUCA BRAVO RAGAZZO
FERDINANDO CARLO GONZAGA-NEVERS, L'ULTIMO
La moneta dei Gonzaga
La moneta dei Gonzaga
Anche i Gonzaga, al pari di tutte le più importanti dinastie europee, ebbero il privilegio di battere moneta. I primi signori di Mantova a battere moneta furono Luigi Gonzaga il figlio Guido. Ludovico III Gonzaga vide invece per primo il proprio ritratto coniato su una moneta e, seguendo il prestigio e l'importanza delle casate più importanti, inizio la coniazione di monete auree. Con la decadenza della dinastia regnante Vincenzo Il e la perdita di potere politico, anche la Zecca di Mantova entrò in declino. L'ultimo esponente a battere moneta fu il decimo e ultimo duca Ferdinando Carlo Nevers, poi cacciato da Mantova. Dalla metà del Cinquecento in poi nel territorio dello Stato gonzaghesco nacquero delle altre "zecche minori"
TRA ARTE E STORIA
La cucina dei Gonzaga
Gonzaga sono anche ricordati per l'arte della cucina, definita da molti "di principi e di popolo" perché hanno saputo coniugare piatti popolari (esempio, la polenta fritta spolverata di zucchero) con piatti più elaborati dei cuochi di corte. I Gonzaga hanno saputo lasciare un'impronta nella gastronomia italiana, data dai prodotti ricavati dalla fertilità della loro terra (grano e riso soprattutto).Con l'arrivo di Isabella d'Este la cucina mantovana venne influenzata da quella emiliana: la marchesa si avvalse infatti della consulenza del cuoco dei signori di Ferrara, che pare avesse creato appositamente per lei la "torta delle rose". La corte dei Gonzaga è ricordata sia per i ricchi banchetti che per gli elaborati piatti preparati da esperti cuochi, che lavoravano giornate intere per preparare i sontuosi piatti voluti dai signori di Mantova. Il più importante piatto della cucina mantovana è composto dai tortelli di zucca, molto diffuso sulle tavole locali alla vigilia di Natale: esso compare in una ricetta del 1584. Inoltre pare che il cuoco, in onore della regina, avesse creato appositamente la torta di tagliatelle, presente ancora oggi nelle pasticcerie della città.
La residenza principale dei Gonzaga
Il Palazzo Ducale Il Palazzo Ducale è stata la residenza principale dei Gonzaga, signori, marchesi ed infine duchi della città di Mantova. Assunse la denominazione di Palazzo Reale durante la dominazione austriaca a partire dall'epoca di Maria Teresa d'Austria regnante.
Palazzo Te, luogo amato dai Gonzaga
Palazzo Te è una villa rinascimentale collocata nell'area meridionale della città di Mantova. Costruito tra il 1524 e il 1534 su commissione del marchese di Mantova Federico II Gonzaga, è l'opera più celebre dell'architetto e pittore italiano Giulio Romano.Il nome deriva da un'isola su cui è stato costruito, cioè Tejeto.
Fine
Presentazione a cura di Finiguerra Francesco, Cavallaro Francesca, Trombetta Maicol e Costanzo Letizia
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Guido, figlio di Luigi, è considerato il "panchinaro" della famiglia in quanto salirà al potere a 70 anni a causa della morte del padre all'età di 90 anni. Guido, dunque, prima di poter affermare il proprio potere ha aspettato per moltissimi anni.Aspetto che lo accumuna al padre è, però, il gran numero di matrimoni: anche lui si posò 3 volte ed ebbe circa 11 figli. Con Guido la città di Mantova si avvicina anche alla letteratura, egli era infatti amico di Francesco Petrarca, tanto che quest'ultimo giungerà in città per ben sei volte. Fu colui, inoltre, che diede inizio alla costruzione di Piazza Sordello.
Alla morte del fratello Ferdinando, sarà Vincenzo II a divenire duca. Deterrà il potere per solo un anno ma sarà l'anno più disastroso per la città di Mantova.
Svende la quadreria (La celeste Galeria) al re Carlo I d’Inghilterra e fa sposare la nipote Maria a Carlo, conte di Rethel, senza rispettare i desideri dell’imperatore. Mantova perde una delle collezioni d’arte più incredibili della storia e nel 1630 viene saccheggiata come punizione per non aver atteso il permesso imperiale alla successione.
Vincenzo non si fa mancare nulla e ancora prima dell’ufficialità della rinuncia al titolo si sposa nell’agosto del 1616 con una lontana parente, Isabella Gonzaga di Novellara che ha 40 anni (lui ha 22 anni), è vedova e ha già 11 figli. Forse è una scelta d’amore ma sicuramente non è la migliore per avere degli eredi e il problema diventa tragico quando il fratello Ferdinando non riesce ad avere figli. I due fratelli le tentano tutte per sciogliere il matrimonio arrivando addirittura ad accusare la sposa di stregoneria ma senza successo. Il matrimonio è confermato e Vincenzo II non avrà figli legittimi.
Le prime coniazioni richiamavano ancora quelle della Mantova comunale ed erano ricche di riferimenti a Virgilio, poeta che vide i suoi natali proprio in una località prossima alla città lombarda. Solo a metà del XV secolo compaiono le prime monete con ritratto, nello specifico sotto Ludovico II, che è anche il primo a introdurre un elemento religioso rappresentato dalla pisside.
La tradizione racconta che Cassio Longino, il soldato romano che trafisse il Cristo in croce con una lancia, raccolse il sangue del Redentore in un’ampolla, la pisside appunto, e dopo essersi convertito al Cristianesimo ed essere tornato in Italia, fu martirizzato proprio a Mantova. Le monete mostreranno poi figure più complesse come Ferdinando Gonzaga o Carlo I nel XVII secolo. I Gonzaga, governanti anche su Casale grazie all’alleanza matrimoniale con Margherita Paleologa e con altri rami di famiglie riuscirono a coniare anche in altre città. Le rappresentazioni torneranno a raffigurare Santi, la Vergine o anche animali (salamandre, cervi, alani).
Nel complesso i Gonzaga riuscirono a distinguersi nel panorama della monetazione rinascimentale grazie a ricchezza delle tipologie e raffinatezza.
Il palazzo si compone di più edifici costruite in epoche diverse. Costruito da Guido intorno al 1200, egli trasformò quello che allora era ancora un palazzo di proprietà della famiglia, nel centro del potere della città.Forse più di mille stanze e almeno 35.000 metri quadrati di superficie: bastano questi numeri a rendere il Palazzo ducale unico nel suo genere. I visitatori infatti sono disorientati davanti a queste dimensioni e spesso li si trova a vagare per il palazzo in cerca dell’uscita.
forse non tutti sanno che i giardini sopraelevati sono due. Il più famoso è quello che si trova di fianco alla Sala dei fiumi, un antico refettorio estivo con due finte grotte e una decorazione rococò che risale al periodo austriaco.
Il secondo invece è proprio in Corte nuova ed è ricavato nello spazio interno all’appartamento di Castello. Lo si intravede da una porta della sala dei Cavalli a cui si accede dalla Sala di Manto. E’ meglio noto come giardino dei cani perché qui si trova la lapide di una delle cagnette di Isabella d’Este.
Francesco diventa duca alla sola età di 7 anni. Egli è considerato una meteora in quanto per 10 anni sarà sotto la tutela della madre Margherita e degli zii Ercole e Ferrante. Il suo ducato viene ricordato per una riduzione delle spese e le ultime commissioni al pittore Giulio Romano.Egli sposò Caterina d'Austria quando ancora non era diciassettenne: nonostante ciò organizzò una festa con circa 8.000 invitati che durò per circa 1 mese.Dopo poco dalle nozze Francesco decise di partecipare a una partita di caccia sul lago, in questa occasione cade nall'acqua gelida del lago procurandosi una polmonite che lo porterà alla morte a soli 17 anni
La questione della successione gonzaghesca era un problema europeo. Data l’importanza economica e strategica del Mantovano e del Monferrato, si aprì una guerra per la successione tra la Francia e gli Asburgo.
Gli ultimi discendenti diretti Gonzaga, conoscendo il loro triste epilogo, disposero che agli eredi del trono gonzaghesco andasse al ramo cadetto francese dei Nevers, con Carlo I Gonzaga-Nevers (1580-1637) nuovo duca di Mantova e del Monferrato.
Ferdinando è il secondogenito di Vincenzo I e Eleonora de’ Medici avviato alla carriera ecclesiastica come prevedevano le consuetudini della famiglia Gonzaga. E’ quello tra i fratelli più simile al padre, amante del lusso e dello sfarzo. Parla molte lingue e diventa cardinale a soli 20 anni conducendo a Roma una vita mondana molto intensa.Deciderà poi di abbandonare la tonaca per diventare duca di Mantova .
Ferdinando è un degno erede del padre Vincenzo sia per l’amore per lo sfarzo e per l’arte ma anche per il sesso femminile. Dopo molte avventure romane Ferdinando si invaghisce di Camilla Faà, una ragazza monferrina appena quindicenne, e la sposa in segreto con un finto matrimonio. Quando però la ragion di stato si fa sentire il duca denuncia la nullità del matrimonio con Camilla e prende in moglie Caterina de’ Medici. Il destino lo punisce e lui avrà solo un figlio naturale da Camilla Faà che chiamerà Giacinto e nessun erede legittimo da Caterina. Alla sua morte sarà il fratello a prendere il suo posto con il nome di Vincenzo II Gonzaga.
Dalla metà del '200, nell'Italia centro-settentrionale, i Comuni erano dilaniati da lotte tra famiglie e gruppi sociali che avevano determinato una profonda crisi. Molte città decisero di affidare il potere ad un unico signore e i Comuni si trasformarono in Signorie, una nuova forma di governo.
Francesco IV è il primogenito di Vincenzo I e Eleonora de’ Medici, ovvero la conferma che il problema di concepimento fosse davvero dalla parte di Margherita Farnese.A causa dello sperperare del padre, Francesco è costretto a tagliare le spese, rimuovendo per esempio molti cortigiani (le cosiddette "bocche") attuando una politica di spending review, la sua unica e importante mossa di governa in quanto si ammala di vaiolo contagiando persino l'unico figlio maschio, Ludovico, che morì a 1 anno.
Francesco sposa nel 1508 Margherita di Savoia: il matrimonio dovrebbe risolvere le dispute tra i Gonzaga e i Savoia sul Monferrato.Da questo matrimonio ebbe 3 figli, Ludovico che muore a 1 anno, Eleonora che morì il giorno seguente alla nascita e Maria, che contesa tra Gonzaga e Savoia finirà per sposare Carlo di Rethel dei Gonzaga di Nevers consentendo il continuo della casata.Francesco è l'ultimo Gonzaga a portare questo diffusissimo nome.
E l’ultimo chiude la porta… Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers mette la pietra tombale sulla storia della famiglia Gonzaga a Mantova. Non ne indovina una: dai matrimoni alle alleanze politiche e ad un certo punto l’imperatore decide che è ora di fermarlo. Il duca sente l’aria e fugge da Mantova per Venezia portandosi dietro tutto quello che può e abbandonando il Palazzo Ducale e il ducato al suo destino.
La madre governa il ducato e riesce a trovargli un buon partito ma il ragazzo segue le orme del padre. Morirà a Padova e il suo castigo lo porterà a tornare a Mantova almeno con una parte: il cranio Ferdinando sposò due donne, prima Anna Isabella Gonzaga e in seguito Susanna Enrichetta da Lorena. Nè il primo, nè il secondo marimonio daranno eredi a Ferdinando.
La storia accelera e il destino del duca di Mantova si compie nel 1707 quando viene accusato per la seconda volta di fellonia, tradimento nei confronti dell’imperatore: fuggì da Mantova, abbandonando anche la moglie ma morirà a causa di un malore risparmiandosi la vergogna della dichiarazione della caduta del suo potere.
Federico I salì al potere all'età di 37 anni ma il suo marchesato durerà per soli 6 anni. Egli era gobbo e sposò una gobba come lui, Margherita di Wittelsbach, morta all'età di 39 anni, che darà a Federico ben 6 figli.
Si deve a Federico anche la costruzione in duomo del santuario di Santa Maria dei Voti. Il progetto viene attribuito da alcuni storici sempre a Luca Fancelli. Per raccogliere fondi il marchese di Mantova lancia un’operazione che oggi potremmo definire di crowdfunding. Federico organizza nell’attuale piazza Sordello (all’epoca piazza grande di San Pietro) una disputa tra domenicani e francescani sull’Immacolata concezione di Maria. Vincono i francescani e con i fondi raccolti tra le gente si edifica il santuario dedicato alla Vergine.Federico ereditò la gobba dalla nonna Paola Malatesta ed è il primo ad essere rappresentato nella Camera degli Sposi con il suo difetto fisico
Il Signore, cui viene affidato ogni potere, si distingue per le sue qualità politiche e militari ed è scelto dai cittadini del Comune tra gli esponenti delle famiglie più in vista; oppure prende il potere con la forza. Il suo compito è quello di ristabilire la pace nella città e governarla.
Gli Stati Regionali più grandi lottano tra loro, variando alleanze e schieramenti, per ampliare i propri confini. Nonostrante le numerose guerre, nessuno riesce a imporsi sugli altri: di conseguenza l'Italia non viene unificata e non può nascere uno Stato simile alle monarchie nazionali europee. Per porre fine alle inutili guerre gli ststai italiani stipulano la Pace di Lodi (1454) che, anche grazie all'abile politica diplomatica di Lorenzo il Magnifico garantisce la pace per 40 anni.
Vincenzo è un predestinato in quanto primogenito e unico figlio maschio di Guglielmo. E' unico nella sua incapacità a darsi un limite: in trent'anni riuscì ad esaurire tutto il patrimonio lasciatogli dal padre per donne, cavalli, guerre e opere d'arte.Per volere del padre di riappacificare le due famiglie Vincenzo sposò dapprima Margherita Farnese da cui non avrà figli per un problema fisico della moglie, in seguito torna sul mercato e sceglie Eleonora de Medici ma il granduca di Toscana imporrà una prova di virilità a Vincenzo che si svolse a Venezia permettendogli di sposarla.Vincenzo sperpererà il patrimonio in acquisti in particolare di opere d'arte, incrementando la quadreria di famiglia, ma anche per l'organizzazione di crociate, parteciperà, infatti, in uno scontro contro i Turchi nell'attuale Ungheria.
Federico II Gonzaga fu un punto cruciale per gli equilibri politici in Italia. Nonostante fosse cresciuto presso la corte francese e papale, Federico II scelse i favori dell’impero: nel 1526 permise ai lanzichenecchi, diretti verso Roma, di transitare sui suoi territori. Questo comportamento filoimperiale di Federico II valse alla famiglia Gonzaga dell’investitura del titolo di duca da parte dell’imperatore Carlo V d’Asburgo, nel 1530. Successivamente, Federico II si annette anche il marchesato del Monferrato unendosi in matrimonio con Margherita Paleologa.
Luigi è considerato il "late bloomer" della famiglia Gonzaga, ovvero lo "sbocciatore tardivo": egli prese infatti il potere di Mantova a 60 anni.Ebbe 3 mogli in sequenza, dapprima Richilda Ramberti che sposò a 44 anni, poi Caterina Malatesta e infine sposò all'età di 72 anni Francesca Malaspina da cui ebbe altri figli. Fu inoltre l'artefice di una "magna curia", cioè una grande festa con quattro matrimoni e l'ivestitura di 24 cavalieri.
Ludovico II Gonzaga è il primo della classe ed è il Gonzaga cui è difficile trovare delle macchie o dei difetti. Solo da giovane, nel 1436, rischia di rovinarsi quando si contrappone al padre Gianfrancesco. Ludovico seguirà le orme del padre, divenendo uomo di cultura e di guerra, impegnandosi come condottiero con Venezia e poi con i Visconti. Ospitò a Mantova la dieta indetta da Papa Pio II e aprì le porte al Rinascimento grazie alla collaborazione con Leon Battista Alberti che progettò la Chiesa di San Sebastiano, ma anche con Andrea Mantegna, che diverrà pittore della corte mantivana. La moglie Barbara, arrivò in Italia a 10 anni e gli fu promessa sposa. Non conosceva l'italiano ma lo studierà con Vittorino da Feltre
Curiosità
Secondo la leggenda, le origini di Mantova sono legate all’indovina Manto, secondo la mitologia greca figlia di Tiresia e maga della città di Tebe. Da una parte, si dice che ella riparò in Italia fondando poi la città da cui deriverebbe il nome. Dall’altra, invece, si narra che Ocno, nato dall’unione di Manto e del dio del fiume Tevere, abbia voluto dare il nome della città di Mantova in ricordo della madre
Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, l’attenta amministrazione e diplomazia con i principali potentati d’Europa di Guglielmo e del figlio Vincenzo I Gonzaga consentirono al ducato di conservare il proprio prestigio. Debiti e crisi di successione in casa GonzagaNonostante fosse dotato di intelletto e di cultura, il duca Ferdinando Gonzaga non ebbe la stessa qualità politica e umana dei suoi avi. Durante i suoi anni di governo egli dovette affrontare gli enormi debiti della famiglia e la complicata questione della successione dinastica.
Vincenzo II Gonzaga non cambiò le sorti della propria casata: è ricordato per la vendita di una parte della collezione d’arte di famiglia e per esser stato l’ultimo discendente gonzaghesco. Morì nel 1627 e con lui si estinse così la linea diretta della stirpe dei Gonzaga.
Inizialmente il Signore lascia invariate le istituzioni comunali, ma le svuota di ogni effettivo potere e diventa l'unica e massima autorità. Successivamente ottiene di rendere ereditaria la sua carica, fondando delle dinastie. Molti signori ottennero, anche a pagamento, il titolo di Duca, cioè di legittimo rappresentante dell'Impero. La Signoria va a trasformarsi così in Principato. Il Signore, combattendo con i territori vicini, estende i confini delle città trasformando i suoi domini in uno Stato Regionale (Ducato diu Savoia, Ducato di Milano, Repubblica di Venezia, Repubblica di Genova, Ducato di Mantova, Ducato di Ferrara, Firenze, Stato della Chiesa e Regno di Napoli).
Secondi solo ai Medici di Firenze e al papa, i Gonzaga furono uno dei principali mecenati del Rinascimento italiano: a loro si devono la Celeste Galeria, la Camera degli Sposi e lo Studiolo di Isabella d’Este, nonché il Palazzo Ducale, le chiese di San Sebastiano e di Sant’Andrea e il Palazzo Te. La presenza di vari intellettuali di spicco come Vittorino da Feltre, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Baldassarre Castiglione, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, rese Mantova, soprattutto al tempo di Guglielmo Gonzaga (1538-1587), una delle corti più importanti e più ricche d’Europa.
Federico II è il primo duca di Mantova. Egli era il figlio maschio tanto atteso da Isabella d'Este e Francesco II, di fatto sarà educato ad un futuro di grandezza e sarà spesso fuori Mantova come ostaggio: dapprima sotto il Papa Giulio II poi con il re di Francia Francesco I.Si abbandona all'amore a 16 anni per Isabella Boschetti che lo porterà a sposarsi a 30 anni con i rischio di morire senza una discendenza. Egli commissionò la costruzione di Palazzo Te, un'impresa di marketing perfettamente riuscita anche verso Carlo V, ospite della sua corte.E' lui l'autore del motto "Quod huic deest me torquet" da tradurreo con "Ciò che a lui manca mi tormenta" durante un'impresa militare
Francesco II Gonzaga è un condottiero e un rubacuori. Come soldato è al servizio di molte potenze dell’epoca, dal Papa a Venezia, come tombeur de femme conquista Isabella d’Este ma in realtà molte altre donne tra cui molto probabilmente anche Lucrezia Borgia. Si presenta come un uomo rozzo, donnaiolo e incolto tanto che farà costruire un palazzo privato solo per lui, allontanandosi dalla moglie.
Francesco II si riteneva un grande condottiero e per questo ricevette incarichi dalle signorie della sua epoca. La sua più grande occasione fu però quella della battaglia di Fornovo, in cui non fermò la fuga del re francese ma si proclamò ugualmente vincitore.
Carlo I Gonzaga-Nevers rappresenta la rivincita dei cadetti: suo padre Ludovico era il fratello terzogenito di Francesco III e Guglielmo spedito in Francia sulle tracce della nonna. Ecco però che la storia consente alla sua linea dinastica di tornare a Mantova per governare la città. Carlo I è un duca che si trova a vivere i momenti più difficili della storia gonzaghesca.
Carlo I è un nostalgico delle crociate che tenta di ricostruire lo stato dopo la tragedia e finisce la sua vita costruendo monasteri e conventi.
Un ultimo dolore: non sarà suo figlio a succedergli come duca, ma il nipote che purtroppo non ha preso dalla mamma ma è la somma di tutti i peggiori difetti della famiglia Gonzaga
Un altro durissimo colpo ai Gonzaga fu il Sacco di Mantova del 1630, da parte dell’imperatore Ferdinando II d’Asburgo. La città ne uscì devastata sia dall’assalto militare che dalla diffusione della peste.
Nonostante i tentativi dei Gonzaga-Nevers per risollevare le sorti della propria casata, tutto fu vanificato dall’inettitudine di Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers: le scelte politiche e militari erronee lo portarono allo stato di decaduto nel 1708 e i territori che furono per quattro secoli dei Gonzaga passarono agli Asburgo.
Nella seconda metà del XV secolo, Mantova intraprese la strada per diventare una delle capitali più prestigiose del Rinascimento italiano. La figura più importante della famiglia gonzaghesca, fu Ludovico II Gonzaga, detto il Turco (1412-1478).Se, da una parte, ebbe i favori imperiali sposandosi con la principessa Barbara di Brandeburgo (1422-1481), nipote dell’imperatore Sigismondo, dall’altra, Ludovico II si procurò anche dei legami amichevoli con lo Stato Pontificio ospitando presso di sé la Concilio di Mantova del 1459
Ludovico salì al potere con la fama di fratricida, infatti, pur di poter governare in solitudine uccise prima il primogenito Ugolino e in seguito l'altro fratello, Francesco, che lo aveva aiutato nella precedente congiura. Egli sposò una donna della famiglia Estense, Alda d'Este, molto probabilmente si trattava di un matrimonio prettamente strategico: egli fu il primo ad approfittare di matrimoni politici infatti. Strategiche furono anche alcune alleanze che portò avanti con i Visconti, i Malatesta e gli Scaligeri.
Guglielmo diviene duca alla morte del fratello Francesco III, in quanto quest'ultimo non aveva lasciato eredi ed egli era il secondogenito. Egli ha solo 12 anni, ha la gobba e avrebbe dovuto intraprendere la carriera ecclesiastica, la famiglia infatti avrebbe voluto che lasciasse il posto al terzogenito Ludovico ma egli non cede e diventa Duca di Mantova. Fu lui a realizzare il progetto per il Palazzo Ducale e ad accrescere il potere di famiglia divenendo primo duca del Monferrato grazie al cognato.
Palazzo Te a Mantova fu progettato su commissione di Federico II Gonzaga, come residenza per la sua amante ufficiale Isabella Boschetti. Sorgeva in origine su un’isola paludosa, oggi scomparsa, che i Gonzaga avevano trasformato in luogo d’addestramento per i loro amati cavalli.
Non si tratta di cavalli idealizzati ma di esemplari reali, provenienti dalle scuderie dei Gonzaga e di cui resta anche il nome.
I cavalli in realtà ci sono ancora, anche se dipinti. Giulio Romano ha raffigurato nella Sala dei Cavalli (all’inizio del percorso di visita) i destrieri preferiti del Duca. Sul soffitto della sala incontriamo per la prima volta gli emblemi di Federico II:
- la salamandra, simbolo della sua ardente passione per Isabella Boschetti;
- l’Olimpo, simbolo della fedeltà all’imperatore;
- Cupido tra gli alberi di un bosco, altra allusione alla Boschetti.
A portare avanti il progetto di affermazione e di prestigio politico e cultura di Mantova furono il marchese Francesco II Gonzaga assieme alla moglie Isabella d’Este una delle donne più autorevoli dell’epoca. Oltre a partecipare come condottiero alle solite scorrerie tra Milano e Venezia, Francesco II combatté anche nelle grandi battaglie tra Francia, Spagna e papato. Il suo merito fu sempre quello di servire le potenze che gli potevano offrire, da una parte, i vantaggi economici maggiori e, dall’altra, le sicurezze per il proprio marchesato. Descritta come “suprema tra le donne”, Isabella si affermò come una personalità più notevoli del Rinascimento italiano: non solo per il suo gusto raffinato verso l’arte e la cultura, ma anche per la sua influenza nelle vicende politiche internazionali. Mentre il marito era assente da Mantova, Isabella si mostrò anche un’abile governatrice.
2. Torta di rose
- Tortelli di zucca
3. Torta di tagliatelle
Francesco I Gonzaga è il primo a soffrire di "mal di pietra", ovvero la volontà di costruire edifici che possano modificare il volto della corte mantovana.Egli fu colui che a seguito di una storia finita male con Agnese Visconti la fece decapitare con l'accusa di adulterio in un angolo di Piazza Pallone. Durante il suo potere ingaggiò un architetto, Bartolino da Novara, per la realizzazione di svariati edifici quali il Santuario delle Grazie o il Castello di San Giorgio. Forse per espiare la falsa accusa di adulterio verso Agnese Visconti organizzò una spedizione in Terrasanta.
Molti dei Signori sono mecenati: chiamano presso la loro corte artisti e lettarati dell'epoca e commissionano opere grandiose che diano lustro alla propria casata. Questo è il periodo dell'Umanesimo e del Rinascimento, epoche di grande splendore culturale per l'italia.
Carlo II Gonzaga-Nevers è il frutto dell’unione tra Mantova e la Francia. La madre è Maria Gonzaga, ultima erede mantovana della famiglia, il padre è Carlo Conte di Rethel, figlio di quel Carlo Gonzaga – Nevers che diventa duca di Mantova alla morte di Vincenzo II. Avrebbe dovuto essere Carlo III ma rimane orfano di padre a 1 anno e quindi succede al nonno come Carlo II. Da bambino e ragazzo tutti ne magnificano le doti ma, come si dice a Mantova, da grande si sfalsa. Si sposa per necessità e mantiene numerose amanti, non fa scelte politiche oculate e si fa prendere solo da passioni e vizi.
Carlo II vive il matrimonio con Isabella Clara solo come necessario per mantenere buoni rapporti con l’Impero e per assicurarsi un erede, avrà infatti tantissime amanti. La moglie gli rende pan per focaccia avendo come amante il segretario di stato del marito, Carlo Bulgarini. Sembra che sia stata questa coppia a organizzare il suo avvelenamento che lo porterà alla morte
Gianfrancesco è l'ultimo capitano del popolo e acquistò il titolo di marchese a 12.000 fiorini d'oro.Egli sposò una Malatesta: sarà lei a portare l'aspetto genetico della gobba nella famiglia Goinzaga, di fatto molti discendenti saranno affetti da questa deformazione fisica.
Probabilmente in occasione della nomina a marchese o poco prima Gianfrancesco Gonzaga chiama a Mantova Pisanello, uno dei pittori più importanti della sua epoca. Gli commissiona un ciclo di affreschi dal tema arturiano dove si fa rappresentare insieme ai suoi cavalieri (c’è anche un piccolo nano) che vestono i colori araldici dei Gonzaga: il bianco, il rosso e il verde.