Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
I Salti
Mirko Orsini
Created on December 14, 2023
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
View
Christmas Spirit Test
View
Corporate Icebreaker
View
Retro Bits Quiz
View
Sailboat quiz
View
Sailboat Quiz Mobile
View
Bomb Quiz
View
Witchcraft Quiz
Transcript
SALTO CON L'ASTA
Il salto con l'asta è una specialità sia maschile che femminile dell'atletica leggera nella quale l'atleta, dopo aver preso una breve rincorsa, utilizzando l'asta cerca di superare un'asticella, sorretta da due ritti, senza farla cadere. La specialità prende origine da un'antica gara effettuata nei giochi dell'antica Gallia, che prevedeva che il concorrente saltasse il più lontano possibile, facendo leva su un ramo abbastanza robusto. Il saltatore con l'asta deve coniugare la velocità propria di un velocista, forza nelle braccia e nel busto ed estrema agilità proprie di un ginnasta: solo con la presenza di tutte queste doti un atleta può ottenere buoni risultati in questa disciplina.
LA PRESENTAZIONE
L'IMPUGNATURA
L'asta va impugnata con tutte e due le mani, una sopra (mano alta) - normalmente la mano più forte - e una più sotto (mano bassa). L'impugnatura si differenzia a seconda delle diverse tecniche che si possono riunire in due filoni fondamentali: quello russo e quello francese. Nel filone russo l'impugnatura si calcola tenendo l'asta verticalmente con la mano destra e ponendo la mano sinistra sotto la spalla. In quello francese la lunghezza dell'impugnatura si ricava dalla distanza fra la mano e la spalla aumentata della lunghezza di una mano. La mano sinistra prende l'asta da sinistra, mentre la mano destra da destra, come si impugna una pertica per arrampicarcisi.
Gli ultimi tre appoggi della rincorsa, numerati qui dal terzultimo, numero tre, all'ultimo, numero uno, sono speciali in quanto devono essere affrontati in modo da imbucare l'asta nel migliore dei modi per poter poi proseguire il salto. Fra l'appoggio quattro e l'appoggio tre bisogna portare la mano alta dal bacino in verticale fino a fianco dell'orecchio, mentre la mano bassa si alza fino ad essere situata poco sotto l'altezza degli occhi, in modo da avere l'asta leggermente inclinata verso il basso. All'appoggio numero due bisogna aver portato il braccio della mano alta in posizione quasi completamente tesa verso l'alto, leggermente avanzato rispetto alla linea delle spalle, mentre la mano bassa deve essere all'altezza della fronte, in modo che l'asta sia ormai decisamente inclinata verso il basso. All'ultimo appoggio, da effettuare rigorosamente con la gamba opposta rispetto al braccio della mano alta, ambedue le braccia devono essere ben tese in modo da spingere l'asta, ricordando di tenere sempre la posizione dei polsi come durante la rincorsa.
L'ELEVAZIONE
IL VALICAMENTO
LA RICADUTA
Appena dopo aver staccato da terra, l'asta tocca la cassetta d'imbucata. L'atleta deve spingere l'asta con le braccia ben tese, senza mai "appendervisi", e tenendo per qualche momento la posizione di stacco, con la gamba di stacco tesa indietro e l'altra in avanti con il femore perpendicolare alla colonna vertebrale, la tibia perpendicolare al femore e il piede in posizione a martello. Per un gesto tecnico perfetto ed efficace è richiesto anche l'entrata delle spalle nell'asta per un caricamento più efficace. Successivamente al caricamento c'è un'oscillazione delle gambe e del bacino verso l'impugnatura senza rannicchiare le gambe per evitare un doppio tempo nell'azione.
Raggiunta la posizione verticale (a testa in giù) di fianco all'asta, dalla parte del braccio della mano alta, si termina la spinta verso il basso dell'asta con un ultimo slancio verso l'alto, lasciando prima l'asta con la mano bassa e infine con quella alta. Intanto il corpo ruota di 180 gradi, in modo da portarsi con il petto verso l'asticella e le gambe cominciano a valicare l'asticella. Quando le gambe sono passate, con i muscoli della schiena si cerca di portare il busto verso l'alto, in modo che non tocchi l'asticella e poi le braccia completano il valicamento.
Passata l'asticella, è bene completare la mezza capovolta eseguita in volo, aiutandosi - qualora la forza centrifuga residua non sia sufficiente - con le braccia, in modo da atterrare sul materasso in posizione a metà fra quella seduta e quella distesa. Tenendo poi le gambe larghe in modo da evitare che queste ultime cadano sul viso spinte dalla forza del salto.
SALTO IN LUNGO
Il salto in lungo è una specialità sia maschile che femminile dell'atletica leggera, i cui gli atleti, dopo una rincorsa, raggiungono la zona limite dove poter saltare, detta "asse di battuta", cercando di atterrare il più lontano possibile nella buca riempita di sabbia. La lunghezza del salto viene misurata dal limite di battuta, indipendentemente dal punto esatto dove l'atleta ha staccato. Il salto in lungo fa parte dei salti in estensione come il salto triplo.
RINCORSA
Lo scopo della rincorsa è quello di raggiungere la massima velocità controllabile per effettuare uno stacco e anch'essa si suddivide in più fasi:-Lunghezza-Corsa veloce-Tecnica di corsaLa lunghezza varia a seconda degli atleti e in rapporto all'accelerazione e alla velocità che raggiunge. La rincorsa varia da 30-34 metri fino ai 45 circa. Se la rincorsa è troppo breve non è possibile esprimere a pieno l'efficacia del salto.La corsa deve avere una certa velocità sviluppata gradualmente. Deve poter adattarsi alle capacità dell'atleta e deve essere compatibile con la corretta esecuzione del salto. Uno degli errori più frequenti è quello di impegnarsi nella corsa a svantaggio di un'azione controllata che poi aiuta a migliorare le fasi successive.Per quanto riguarda la tecnica, la partenza può avvenire da fermi (per centrare meglio l'asse di battuta), o con qualche passo di avvio (per una migliore decontrazione), ma in tutti i casi a partire da una linea di riferimento. La corsa deve essere elastica e progressivamente accelerata, mantenendo il busto eretto e ginocchia alte, aiutando così un buon movimento rotatorio delle gambe, al fine di ottenere un'alta velocità con una buona stabilità.
STACCO
FASE DI VOLO
ATTERRAGGIO
Subito prima dello stacco gli ultimi tre appoggi devono essere accelerati. Segue un leggero abbassamento dell'atleta (caricamento) per coinvolgere la totalità del corpo in sincrono, agevolandolo con una buona apertura tra le due cosce e l'angolo del ginocchio. Il piede poggia su tutta la superficie di battuta con la massima forza, spingendo verso il basso, anche con una leggera rullata, che serve, assecondando il movimento del corpo, a utilizzare al massimo la superficie di spinta del piede. Segue la decisa salita del ginocchio libero per ottenere un ulteriore slancio verso l'alto. Bisogna inoltre ricordare che la lunghezza del salto dipende dall'insieme di tutte le sue parti e lo stacco non deve servire principalmente ad una spinta in avanti (già data dalla corsa) ma, appunto all'elevazione.
Quest'ultimo deve avvenire con le gambe protese in completa estensione. Dapprima gli arti sono flessi per poi allungarsi un attimo prima del contatto col suolo, e il busto deve essere leggermente inclinato in avanti. Quando i piedi toccano la sabbia, le ginocchia si piegano, ed il busto passa sopra le orme lasciate dai piedi con la testa che si avvicina il più possibile alle ginocchia. Se eseguito correttamente il primo segno che rimane sulla sabbia è solo quello dei talloni. In questo modo si evita di cadere all'indietro e di perdere centimetri che in gare professionali possono essere decisivi.
I movimenti compiuti durante la fase di volo possono variare in funzione dell'atleta, ma sono sempre finalizzati al mantenimento dell'equilibrio e di annullare l'effetto di rotazione. Si può assistere al volo veleggiato (o hang style) in cui è prevista una distensione ed un abbassamento dell'arto libero fino ad essere appaiato all'arto di stacco, a raccolta (o tuck style) o con passi in aria (o hitch-kick). In quest'ultimo si possono eseguire 1½ ; 2½ o 3½ passi in volo prima dell'atterraggio. La direzione dello sguardo deve essere in avanti e un po' verso l'alto sempre per evitare eventuali rotazioni del busto. In tutta la fase di volo le azioni devono essere fluide e decontratte al fine di evitare di farsi male nel momento dell'atterraggio.
SALTO IN ALTO
Il salto in alto è una specialità sia maschile sia femminile dell'atletica leggera in cui l'atleta deve superare con un salto un'asticella orizzontale messa a una certa altezza. Il salto si può effettuare in qualsiasi modo, purché ci si stacchi da terra con un piede solo. La tecnica di salto più utilizzata è lo stile Fosbury, introdotta a partire dagli anni 1960 e resa celebre da Dick Fosbury, oro ai Giochi olimpici di Città del Messico 1968. La disciplina può essere praticata sia indoor che outdoor benché, a livello olimpico, solo in quest'ultima varietà. I record mondiali di ambo i sessi sono tra i più longevi dell'atletica leggera: quello maschile appartiene al cubano Javier Sotomayor, che, nel 1993 a Salamanca, saltò 2,45 m; più anziano è quello femminile, stabilito nel 1987 a Roma dalla bulgara Stefka Kostadinova con la misura di 2,09 m. Ancora Sotomayor detiene dal 1989 il record indoor con 2,43 m conseguito a Budapest mentre più recente, in tale varietà, è il primato femminile, appannaggio della svedese Kajsa Bergqvist, che ad Arnstadt raggiunse i 2,08 m nel 2006.
REGOLE
In gara, all'inizio l'asticella è messa a un'altezza relativamente modesta, poi viene alzata con incrementi di 2, 3 o 5 cm, o a volte di un cm nei tentativi di record. Ogni atleta può scegliere a che altezza entrare in gara. Una volta effettuato un salto a quella altezza, nessuno può entrare ad una misura inferiore. L'atleta ha 60 secondi di tempo da quando viene chiamato; quando rimangono 2-3 atleti ne ha 90, quando rimane un atleta ha 3 minuti. Dopo tre salti falliti consecutivi è eliminato. Vince chi salta più in alto. Se due o più saltano la stessa altezza massima, vince chi ha fatto meno errori a tale altezza. Se ancora pari, vince chi ha fatto meno errori in tutta la gara. Se le serie degli atleti risultano identiche, si effettuano salti ulteriori (jump-off), le cui misure sono anch'esse valide ai fini dei record, ma se gli atleti ex aequo trovano un accordo, la gara può finire alla pari (cosa che è successa, ad esempio, ai Giochi olimpici di Tokyo 2020). L'asticella è di vetroresina o altro materiale ma non metallo. Altri materiali sono permessi, ma entro certi limiti di peso e curvatura. L'asticella è lunga circa 4 m (la World Athletics regola la lunghezza a scopo di record), con una sezione trasversale circolare, e due punti di appoggio semicircolari con una superficie piatta alle estremità. È collocata all'altezza voluta su due montanti regolabili. L'altezza saltata si misura dal punto di decollo al bordo superiore della parte centrale dell'asticella. Al di là dell'asticella c'è un materasso molle di gommapiuma, che permette un atterraggio sicuro. Gli atleti devono saltare con un solo piede. Nel salto possono toccare l'asticella, ma il salto è nullo se questa cade per il tocco. In rari casi l'atleta è stato autorizzato a ripetere il tentativo, ma solo se il giudice dichiara che l'asticella è caduta per circostanze esterne, come il vento. Ci sono 4 parti dell'esecuzione: rincorsa, stacco, volo e atterraggio. Nell'anno sportivo 2016-17, la revisione del regolamento tecnico internazionale ha introdotto la regola per cui un salto è nullo anche se l'atleta, nella rincorsa, tocca l'asticella o l'immaginario piano verticale posto tra i ritti e poi non effettua il salto.[3][4] Se invece l'atleta non supera il piano verticale tra i ritti, può ripetere il tentativo.
SALTO TRIPLO
Il salto triplo è una specialità sia maschile che femminile dell'atletica leggera, in cui gli atleti, dopo una rincorsa, raggiungono una zona di battuta da dove effettuano tre balzi consecutivi cercando di atterrare il più lontano possibile. Il salto triplo fa parte dei salti in estensione come il salto in lungo. Gli elementi principali sono una pedana di rincorsa, una zona di stacco e la fossa che è riempita di sabbia. L'obiettivo è lo stesso del salto in lungo, arrivare il più lontano possibile, ma c'è una grande differenza nell'esecuzione tecnica dopo lo stacco dalla zona di battuta.
LA TECNICA
- Rincorsa: l'atleta cerca di raggiungere la massima velocità possibile con la quale effettua il balzo. Non si parla quindi di velocità massimale intesa come un velocista ed è inferiore rispetto alla velocità di entrata di un saltatore in lungo.
- Hop
- Stacco: attraverso una forte azione dell'arto inferiore (gamba di stacco) l'atleta eleva il suo centro di gravità staccandosi da terra.
- Volo: è la fase in cui l'atleta non ha contatto con il terreno, mantiene l'equilibrio e con un'azione circolare della gamba di stacco ricade sulla stessa.
- Step
- Stacco: attraverso una forte azione dell'arto inferiore (gamba di stacco) l'atleta eleva nuovamente il suo centro di gravità.
- Volo: è la fase in cui l'atleta non ha contatto con il terreno, mantiene l'equilibrio e dopo un'accentuata apertura in volo degli arti inferiori va a contatto con il suolo con la gamba opposta a quella di stacco.
- Jump
- Stacco: attraverso una forte azione dell'arto inferiore opposto alla gamba di stacco l'atleta eleva per la terza volta il suo centro di gravità.
- Atterraggio: arrivo il più lontano possibile dalla zona di stacco.
La misurazione avviene dal segno, lasciato nella sabbia, più vicino alla zona di stacco.
grazie per l'attenzione!
Mirko Orsini IV CFM