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Escher

Giulia Marcazzan

Created on December 4, 2023

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ESCHER

Vita e Caratteristiche

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Opere

vita

Maurits Cornelis Escher, nato nel 1898 nei Paesi Bassi, fu un rinomato incisore e grafico. Cresciuto ad Arnhem, mostrò un precoce interesse per il disegno e la natura. Dopo un periodo universitario infruttuoso a Delft, si orientò verso l'arte sotto l'influenza del professore Jessurun de Mesquita. Dopo la fine dell'università fece molti viaggi. In unodi questi s'innamorò della sua futura moglie.

Nel 1924, sposò Jetta Umiker e si trasferì a Roma. Escher trasse ispirazione dai paesaggi italiani, ma la crescente difficoltà della vita a Roma e il fascismo lo spinsero a trasferirsi.Nonostante le difficoltà economiche, la sua fama crebbe internazionalmente negli anni '50 e '60 grazie a opere come "Giorno e notte".L’attenzione della stampa creò un grande interesse negli Stati Uniti attorno a Escher, che ricevette richieste per nuove stampe

Vennero organizzate esposizioni di sue opere presso molti musei del mondo. La salute di M.C. Escher fu sempre cagionevole, fin dalla prima infanzia. A causa della salute sempre più cagionevole, nel 1970 Escher si trasferì a Laren presso la Rosa Spier Huis, una casa di riposo/atelier per artisti e studiosi Escher morì il 27 marzo 1972 all’ospedale Diakonessenhuis

CARATTERISTICHE

l mondo ideale e quello reale Escher è ossessionato dal problema del confine tra ordine mentale e disordine reale (i due mondi incommensurabili), o meglio, proietta costantemente un’idea di ordine dentro la dimensione caotica e vitale con cui l’uomo-artista si confronta costantemente, e che ritrova sempre nella complessità inesauribile del mondo esterno.

Figure nello spazio Un esempio di questa dialettica filosofica-artistica sono le opere ispirate alla tassellazione geometrica dello spazio, ovvero la sua copertura attraverso figure geometriche regolari ripetute in maniera periodica. Un compito semplice se vogliamo rivestire una parete regolare, già meno facile se vogliamo piastrellare un arco o una volta. Ancora più arduo se vogliamo rappresentare in termini matematici una costiera frastagliata o i contorni di una nuvola. In alcuni casi la geometria piana euclidea deve essere sostituita da una geometria curva (come nella relatività generale di Einstein).

Figure ambigue, relative e impossibili La circolarità può assumere differenti forme. Si manifesta nell’ambiguità di figure (come, ad esempio, Belvedere) giocate sulla doppia prospettiva (bidimensionale o tridimensionale) e sul carattere illusorio della percezione visiva. Contro un realismo ingenuo l’autore ci vuol dire che la nostra mente, con i suoi schemi (gestalt) a priori, non è staccabile dalla realtà che osserva, anzi è avvolta con essa in una relazione segnata dall’ambivalenza e dall’incertezza.

Il legame fra le creazioni del grafico olandese e la scienza del suo tempo è stato rintracciato dagli studiosi a vari livelli. Sono stati individuati, da un lato, casi di applicazione consapevole di principi scoperti in quegli anni o, comunque, a lui noti (trasformazioni sul piano cartesiano ed elementi di geometria non euclidea). Sono stati evidenziati, d’altronde, anche lavori con in nuce principi scientifici che l’artista non poteva conoscere anche perché mostreranno le loro principali applicazioni solo molti anni più tardi (autoreferenzialità e intelligenza artificiale).

Mano con sfera riflettente (1935)

Mano con sfera riflettente (Autoritratto allo specchio) è sicuramente l’opera più nota di Escher e sembra richiamare i grandi capolavori fiamminghi del Quattrocento. Particolarmente nota per la sua abilità nell’ingannare l’occhio e sfidare la percezione, è stata realizzata nel gennaio del 1935. Qui l’artista si ritrae nel riflesso di una sfera, pertanto si tratta di un gioco di specchi, perché non è la sua immagine che vediamo, ma la sua immagine riflessa e poi descritta dalla mano dell’artista.

VINCOLO D'UNIONE (1956)

Il quadro “Vincolo d’unione” è costituito da due spirali che confluiscono l’una nell’altra rappresentando, a sinistra, la testa di una donna e a destra quella di un uomo. L’effetto tridimensionale viene intensificato in questo caso da alcune sfere che fluttuano davanti, dietro e all’interno dei visi vuoti come se l’uomo fosse al centro dell’universo riprendendo il pensiero filosofico di Protagora: “L’uomo è misura di tutte le cose”.

METAMORFOSI I (1937)

Il concetto di questo lavoro è quello di trasformare un'immagine in un modello tassellato, poi gradualmente di modificare i contorni di quel modello per diventare un'immagine del tutto diversa. Da sinistra a destra, l'immagine inizia con una rappresentazione della città costiera italiana di Atrani. I contorni dell'architettura poi si trasformano in un modello di blocchi tridimensionali. Questi blocchi poi diventano lentamente un modello tessellato di figure in abbigliamento orientale.

WATERFALL MEDIUM (1961)

L’architettura dell'opera si sviluppa proseguendo su un errore prospettico che si ripete ad ogni curva del percorso: infatti la prima coppia di colonne in basso è già dislocata in posizione anomala, avendo la base in primo piano e l’apice sotto i muretti che dovrebbero essere prospettivamente più indietro. Altra incongruenza è lo scorrere dell’acqua che dal basso sale fino ad arrivare alla cima per trasformarsi in cascata. L’architettura “escheriana” prevede sempre una incongruenza così ben nascosta che inizialmente non si nota, ma si avverte. Il senso di disagio e di sorpresa cresce nello scoprire un disegno apparentemente funzionale ma che in realtà non lo è.

RELATIVITA'(1953)

Nella scena non troviamo una singola gravità, ma 3 differenti, dove ognuna è indipendente dalle altre. Le 3 scale centrali formano un triangolo sottosopra attorno al quale ruota tutta la scena, che insieme alla moltitudine di linee oblique danno un senso di instabilità All'opera vengno dati differenti significxati tra cui quello di un futuro distopico o la rappesentazione della condizione umana (visti i personaggi senza volto).