Duccio Di Buonninsegna
Martino Cella
Created on December 1, 2023
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Transcript
Duccio Di Buoninsegna
Presentazione e Ricerca delle Informazioni a Cura di Martino Cella, Francesco Ciani Glib Kokhaiev, Riccardo Ricci
Vita e opere principali
Duccio Di Buoninsegna
Le Sue Opere
Lo Stile
L'Artista
Contesto Storico
Indice
Indice
introduzione
La pala d'altare era legata alla vittoria della Battaglia di Montaperti (1260): con questa nuova grandiosa pala volevano omaggiare ancora maggiormente la loro protettrice, alla quale era dedicata anche la Cattedrale senese.
La Maestà
La Maestà
Per il mutato gusto in fatto d'arte sacra, nel 1771 venne trasferita alla chiesa della Carceri di Sant'Ansano nella zona di Castelvecchio, dove venne smontata per essere ripartita tra due altari e segata in più porzioni: in quell'occasione numerosi pannelli andarono perduti. Mentre i pannelli più grandi tornarono in Duomo nel 1795. Vennero però perdute anche alcune Cuspidi e Predelle
Spostamenti dell'opera
La Maestà
La Maestà
Predella
Parte Centrale
Coronamento
Parte Anteriore
Parte Anteriore
Descrizione dell'opera
La Maestà
La Maestà
Parte Posteriore
Parte Posteriore
Predella
Parte Centrale
Coronamento
Descrizione dell'opera
La Maestà
La Maestà
Entrata a Gerusalemme
La Crocifissione Di Cristo
Gesù Davanti al Sommo Sacerdote
i pannelli Più importanti anteriorie e posteriori
La Maestà
La Maestà
Fine
Fine
Sitografia Generale
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Maest%C3%A0_del_Duomo_di_Siena Storia dell’arte 2 (pag 312) La Maestà https://it.m.wikipedia.org/w/index.php?title=Duccio_di_Buoninsegna&wprov=rarw1
Affianco a queta scritta è visibile il pannello Principale e il più importante de "Le Storie di Cristo" che raffigura la crocifissione di quest'ultimo. Anche questo riquadro è stato dipinto seguendo il vangelo di Marco.
Per quanto riguarda la Madonna in trono col Bambino Duccio dà molto peso ai volti delle divinità. La Madonna è seduta su un ampio e sfarzoso trono, che accenna ad una spazialità tridimensionale secondo le novità già praticate da Cimabue, ed è dipinta con una cromia morbida, che dà naturalezza al dolce incarnato. Il corpo del Bambino non sembra generare peso e le mani di Maria che lo reggono sono piuttosto innaturali.
Non ci sono giunte molte opere dell'artista senese, essendo che egli non era consueto a firmarle. Nonostante ciò la più grande e famosa delle sue opere resta "la Maestà".Una pala d'altare che era stata eretta per la cattedrale dela città natale dell'artista
Accompagnata alla scritta possiamo osservare "L'entrata a Gerusalemme", questo è il pannello che viene preso come riferimento per l'inizio della lettura de "Le Storie di Cristo". Nel pannello è raffigurato Cristo in sella ad un asino, intento a varcare le porte della città.
Nel coronamento, caratterizzato soprattutto dal colore oro degli sfondi e da giochi prospettici in alcune delle lastre che la compongono, trovavano posto alcune Storie della Vergine dopo la morte di Cristo, quasi tutte conservate a Siena
Sul retro della Maestà, destinato alla visione del clero, erano rappresentate 26 Storie della Passione e Resurrezione di Cristo, divise in formelle più piccole, uno dei più ampi cicli dedicati a questo tema in Italia.
Seppe aggiornarsi alle innovazioni introdotte da Giotto. Duccio fu considerato inoltre padre fondatore della scuola Senese
L'arte di Duccio aveva in origine una solida componente bizantina e una notevole conoscenza di Cimabue alle quali aggiunse una rielaborazione personale in senso gotico, inteso come linearismo ed eleganza transalpini, una linea morbida e una raffinata gamma cromatica
In campo pittorico le immagini non hanno più il ruolo di sostegno e chiarificazione di un testo scritto ma costituiscono ormai un linguaggio autonomo. Gli spazi tra linea e linea sono differenziati non solo dal colore, ma anche da diverse luminosità. Le figure acquistano così il senso del volume ed un maggiore realismo.
Nel coronamento le Storie cristologiche si concludevano con episodi post mortem. Troviamo anche qui esempi di prospettiva come nella Pentecoste, l’ultimo pannello presente.
Arrivati al tredicesimo panello ci si sposta alla parte superiore della grande tavola, con il numero 14; in maniera regolare si proseguirà fino alla tavola numero 26, passando quindi per la numero 20 che presenta la Crocifissione.
La lettura di questo insieme di tavole è alquanto particolare ma allo stesso tempo molto interessante, si inizia in basso a sinistra, con L'entrata a Gerusalemme e si continua verso destra fino al settimo pannello, che si collega all’ottavo (in basso a destra) che a sua volta si collega al pannello numero 9 , sopra di lui.
E' caratterizzata soprattutto dal colore oro degli sfondi e da un timido tentativo di prospettiva in alcune delle lastre che la compongono, questo lato presenta alcune storie dell'infanzia di Cristo, nelle quali la protagonista è Maria
A destra possiamo osservare due delle tavolette presenti sul retro della pala d'altare, facenti parte de "Le Storie di Cristo". Raffigurati troviamo due passi del vangelo di San Marco, Il Tradimento di Pietro e Cristo Davanti al Sommo sacerdote (Califa)
Duccio Di Buoninsegna (1255-1309) si formò sul solco della tradizione della sua città natale, Siena. Egli venne influenzato dallo stile del suo possibile maestro, Cimabue . Non sono molte le opere che ci rimangono di Duccio di Buoninsegna e i suoi capolavori sono per lo più conservati in Toscana.
Le Storie cominciavano dalla predella, poi smembrata, nella quale erano rappresentati alcuni episodi della vita pubblica di Cristo, come la guarigione del Nato Cieco o le nozze di Cana
Sotto il manto blu non è più presente, a raccogliere i capelli, la cuffia di origine bizantina. Duccio la sostituisce per la prima volta con un velo chiaro, soluzione che, adottata subito in ambito senese, ebbe grande diffusione e fortuna iconografica.