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la pesca intensiva
SOFIA SOPRANZI
Created on November 30, 2023
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la pesca intensiva
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che cos'è?
La pesca intensiva consiste nel prelevare troppi pesci dal mare, superando la naturale capacità di ricrescita di alcune specie in determinate zone. Succede, ad esempio, quando in un tratto di mare si pescano così tanti tonni, che questi non riescono a riformare la stessa quantità di popolazione tramite la riproduzione. Se questo problema, poi, si ripetesse, anno dopo anno, allora i tonni, calerebbero sempre di più, fino al rischio di scomparire. E purtroppo nel mondo moderno questo problema si sta ripetendo, anno dopo anno.
La causa
Domanda di pesce – Il consumo di pesce sta aumentando: se negli anni ’60 del secolo scorso una persona mangiava in media 10 chili di pesce in anno, oggi se ne mangiano 30 chili,quasi il triplo. A questo bisogna aggiungere, poi, che la popolazione mondiale è in costante crescita e ci saranno sempre più richieste di pesce
+ info
La pesca intensiva si divide in due fasi, la ricerca e la cattura. La ricerca avviene usando strumenti tecnologici come i sonar, con cui si localizzano i banchi di pesce, o le lampare, potenti lampade che attirano i molluschi. Nella cattura si usano reti, ami e trappole. Tre sono le tipologie di reti utilizzate. Reti a traino che, grazie alla loro forma a imbuto, permettono di raccogliere una grande quantità di animali marini sia in superficie che in profondità, causando però danni ai fondali e impoverendo l’ambiente. Reti di circuizione, come il cianciolo e la tonnara in uso nei nostri mari, che consentono di catturare una sola parte del branco. Reti da posta, usate in superficie o in profondità, che impigliano gli animali che vi passano attraverso. Queste reti sono proibite nelle acque dell’Unione Europea perché le tartarughe e i cetacei che vi rimangono impigliati possono annegare.
come avviene la pesca intensiva
L'impatto ambientale
Oggi i pescherecci hanno motori sempre più potenti e sono in grado di spingersi a centinaia di chilometri dalla costa. Anche le tecniche e gli strumenti di pesca sono avanzati e riescono a scendere a profondità sempre maggiori. Ad ogni uscita in mare l’obiettivo è quello di prelevare quanto più pesce possibile, altrimenti lo prenderà qualcun altro. Ma alla fine in mare resta ben poco. Oltre un terzo delle risorse ittiche mondiali sono sovrasfruttate. I mari più penalizzati sono il Mediterraneo e il Mar Nero.L’Italia è uno dei paesi con le statistiche peggiori: oltre il 90% delle risorse ittiche lungo le sue coste sono in sofferenza a causa della pesca intensiva.
le conseguenze
inquinamento
vittime collaterali
ecosistemi travolti
specie a rischio
target
l'obbiettivo 14 mira a ridurre in modo significativo entro il 2025 tutti i tipi di inquinamento marittimo e a portare a un livello minimo l'acidificazione degli oceani. Già entro il 2020 gli ecosistemi marini e costieri dovranno essere gestiti e protetti in modo sostenibile
Grazie per l'attenzione
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