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Il mito di Eracle

Nicolo' Brambilla

Created on November 28, 2023

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Transcript

Il mito di Eracle

Di Nicolò Brambilla, Gloria Dubini, Paolo Tripodi, Francesco Matalone

INTRODUZIONE

Eracle era eroe e semidio della mitologia greca, corrispondente a Ercole nella mitologia romana, era dotato di una forza elevatissima. Il suo patronimico è Alcide, Alceo era suo nonno paterno.

Una nascita complicata

Eracle era nato nella città greca di Tebe ed era figlio della relazione segreta tra Zeus e Alcmena, nascosta al marito Anfitrione mentre era in guerra contro i Tafi. Il suo nome significa 'Gloria di Era', forse perchè la dea lo allattò da piccolo, o perchè compiette gesti per la sua gloria. Prima si chiamava Alcide

Forte fin da piccolo

La gioventù riassunta

Una delle vicende dell'infanzia dell'eroe racconta di quando Era mise dei serpenti dove dormivano Eracle e il fratello Ificle, lui pianse facendo svegliare i genitori che trovarono Eracle che strangolava i serpenti, secondo un'altra versione del mito questi non erano velenosi, ed erano stati messi da Anfitrione per sapere quale dei due fosse veramente suo figlio.Eracle fù cresciuto da Anfitrione, seppure non fosse veramente suo figlio si affezionò a lui. Molte discipline gli furono insegnate da maestri greci, tra cui Chirone, che gli insegnò la medicina, Eurito, tiro con l'arco e altri come Caustore, e Autolico, quest'ultimo gli isegnò come combattere, cosa che lo aiuterà molto in futuro. Lino gli insegnò il canto come un cantore, un giorno per la sua grande forza Eracle lo colpisce in testa con la lira e muore, per questo Anfitrione lo manda a vivere in montagna tra i greggi come punizione.

Eracle da bambino strangola il serpente

Le Prime imprese

Il suo cammino si dipanava attraverso situazioni in cui la sua forza fisica veniva messa alla prova, ma anche in incontri che mettevano in luce il suo carattere pacifico, anche quando costretto a difendersi.

Alcune delle imprese importanti di Eracle sono: Sconfiggere Termero, quando l'eroe incontrò Termero, un individuo che sfidava i viandanti a testate. L'eroe, con il cranio più robusto, sconfisse Termero con grande facilità, mostrando anche una straordinaria cortesia nel restituire le spoglie del nemico ai suoi stessi. Lotta contro il leone di Citerone: Eracle sconfisse un temuto leone che mangiava le pecore della regione sul monte Citerone, dimostrando ancora una volta la sua forza e il suo coraggio davanti alle imprese. Tespio e le sue figlie: Durante il suo viaggio, Eracle soggiornò dal re Tespio, e in un certo senso fu coinvolto in un piano del re per generare discendenza eroica. Tespio inviò le sue cinquanta figlie una dopo l'altra da Eracle, convinto che fosse sempre la stessa donna. Eracle, ignaro del trucco, generò figli da tutte, rafforzando la sua discendenza eroica.

Ercole al bivio -Annibale Carracci

Il matrimonio con Megara

Eracle quando torna in grecia vive degli anni felici con la figlia di Creonte, Megara, con cui ha 8 figli. Creonte viene ucciso da Lico. Un giorno l'eroe era assente a Tebe mentre era all'inferno. Lico usurpa il suo trono della città e stupra sua moglie, affascinato da lei. Eracle riesce a tornare giusto in tempo e uccide Lico vendicando suo suocero Creonte. Era si mostra sempre ostile ad Eracle, lui impazzisce e uccide Megara e i suoi figli, dopo essersi ripreso, rendendosi conto di ciò che aveva fatto, l'eroe decide di suicidarsi per porre fine alle proprie sofferenze. Il re Tespio consiglia a Eracle di andare a Delfi per chiedere al celebre oracolo un modo per cancellare dal proprio animo quella orribile violenza.

Eracle impazzito uccide Megara -Carole Raddato, Museo Archeologico Nazionale di Lisbona.

Introduzione dodici fatiche

Le dodici fatiche di Eracle rappresentano una serie di imprese leggendarie richieste dal re Euristeo di Micene come penitenza per ciò che fece durante il suo periodo di follia indotta dalla gelosia della dea Era, quindi per aver ucciso Megara. Questi compiti sono riuniti in un unico racconto, alcuni ipotizzano che erano scritti in un poema andato perduto, l'Eracleia Queste sfide, affrontate da Eracle, testimoniano la sua grandissima forza, coraggio, astuzia e abilità, questo lo rende un'icona della mitologia greca e degli eroi classici, ai livelli di Achille e di Ulisse. Ogni sua impresa rappresenta un compito eccezionale che sfida la capacità e la determinazione dell'eroe, mostrando la sua natura eroica e la sua connessione con gli dei.

Ercole contro il leone di Nemea, Museo Romano-Germanico di Colonia.

Le dodici fatiche di Eracle

Il cinghiale di Erimanto

La cerva di Cerinea

L'idra di Lerna

Il leone di Nemea

Le cavalle di Diomede

Il toro di Creta

Il lago Stinfalo

I recinti di Augia

Il cane Cerbero

Le mele d'oro del giardino delle Esperidi

La cintura di Ippolita

10

Il bestiame di Gerione

1) Uccidere il leone di Nemea

Eracle affrontò il leone di Nemea, figlio di Tifone e di Echidna, esso terrorizzava la Grecia. Una creatura con una pelle impenetrabile, armato solo della sua forza sovrumana. Non riuscendo a penetrare la pelle del leone con armi convenzionali, quindi facendo uso del suo arco, si avvicinò pericolosamente e lo afferrò per la gola, strangolandolo fino alla morte. Con le proprie mani, scuoiò il leone e utilizzò la sua pelle come armatura, una delle protezioni più resistenti di sempre, questo avvenimento è una prova della sua straordinaria forza e destrezza.

Eracle affronta il leone di Nemea -Autore sconosciuto

INDICE

2) Uccidere l'idra di Lerna

L'idra, un serpente enorme dalle sue molteplici teste e la testa immortale, si trovava in Argolide, una regione della Grecia, anch'esso era figlio di Tifone ed Echidna, alcuni dicevano avesse 7 teste, altri 9. Rappresentava una sfida formidabile. Eracle e il suo nipote nonchè compagno Iolao affrontarono la creatura. Ad ogni testa tagliata, ne crescevano due al suo posto. Con astuzia, Eracle bruciò i colli recisi per prevenire la ricrescita, eliminando infine la testa immortale e seppellendola sotto una massiccia roccia. Per mettere ancora più in difficoltà l'eroe, Era mandò un granchio gigante che lui sconfisse.

Eracle combatte l'Idra di Lerna -Autore sconosciuto

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3) Catturare la cerva di Cerinea

Nella regione di Cerinea viveva una splendida cerva, sacra ad Artemide, fuggiva senza mai fermarsi incantando chi la inseguiva, trascinandolo così in un paese dal quale non avrebbe più fatto ritorno. La cerva possedeva corna d'oro e zoccoli di bronzo, inseguirla per un intero anno richiese pazienza e determinazione. Eracle, con abilità e persistenza, la catturò senza ferirla e la presentò a Euristeo, rispettando il suo impegno di non farle del male. Quando tornava l'eroe incontrò Artemide infuriata con lui per aver ferito una bestia a lei sacra: lui riuscì a farla calmare e ottenne da lei il permesso di portare la cerva a Euristeo. Dopo la consegna ad Euristeo, lui libera la cerva.

Eracle e la cerva di Cerinea -Autore sconosciuto

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4) Il cinghiale di Erimanto

Il cinghiale selvaggio di Erimanto era una minaccia per la stessa regione, fra l'Attica e l'Elide. Eracle lo stanò dalla sua tana nella foresta fino alla cima del monte e, con coraggio, lo catturò vivo tra la neve, legandolo con delle corde. Questo dimostra la sua determinazione nel portare a termine gli incarichi a lui assegnati.

Eracle e il cinghiale di Erimanto -Autore sconosciuto

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5) Pulire i recinti di Augia

Euristeo chiede a Eracle di sistemare in un solo giorno le immense stalle del re dell'Elide, Augia, che non erano mai state ripulite dal letame. Erano circa trent'anni che vi si accumulavano escrementi. Se fosse riuscito nell'impresa avrebbe ricevuto metà delle sue ricchezze. Invece di affrontare manualmente il compito di pulire i recinti del re Augia, Eracle deviò i due fiumi Alfeo e Peneo, facendo scorrere l'acqua attraverso i recinti, rimuovendo rapidamente lo sterco accumulato. Purtroppo l'eroe non fece veramente fatica quindi lo scambio di denaro non avvenì.

Ricostruzione grafica moderna della ripulita delle stalle -Autore sconosciuto

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6) Gli uccelli del lago Stinfalo

Allevati da Ares, gli uccelli erano molto aggressivi, fatti completamente di bronzo, uccidevano lanciando le loro penne come frecce; si nutrivano di carne umana, essi si muovevano in gruppi grandi. Questi devastavano la zona del lago di Stinfalo, in Arcadia. Eracle, con l'aiuto della dea Atena, pianificò un'azione decisa: utilizzando abilmente l'arco e le frecce, respinse o uccise la maggior parte degli uccelli, ripristinando la pace nella regione, riuscì a colpirli tramite le nacchere di bronzo donate dalla dea, che gli fece scappare e dividersi.

Gli uccelli del lago Stinfalo -Autore sconosciuto

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7) Catturare il toro di Creta

Il possente toro di Creta, dono di Poseidone al Re Minosse, devastava i domini dello stesso Minosse. Poseidone lo aveva infatti mandato perché lo offrisse a lui in sacrificio, tramite il rito della bugonia. Il re non lo offrì in sacrificio e Poseidone come punizione rese altamente furioso lo stesso toro. Fù affrontato con coraggio da Eracle. Dopo averlo affrontato, lo catturò e lo portò via dall'isola, dimostrando la sua abilità nel domare creature leggendarie. esso lo richiude in una rete, consegnandolo ad Euristeo che ordinò di liberarlo. Esso verrà poi ucciso da parte di Teseo.

Eracle affronta il toro di Creta -Autore sconosciuto

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8) Le cavalle di Diomede

Diomede, re dei Bistoni allevava con cura quattro cavalle, che nutriva, dapprima, con la carne di soldati caduti in battaglia, poi con la carne degli ospiti che egli invitava periodicamente nel proprio palazzo. Euristeo chiede a Eracle di consegnargli le creature. Le cavalle di Diomede rappresentavano un'impresa rischiosa per l'eroe, il quale, insieme a dei giovani compagni affrontò Diomede, uccidendolo, e poi nutrì le cavalle con il corpo del loro padrone, prima di portarle via. Mentre l'eroe affrontava il re, Abdero, un suo compagno, venne divorato dalle creature, per questo in suo onore egli fondò,nel luogo della sua morte una città.

Eracle che doma una delle cavalle -Autore sconosciuto

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9) La cintura di Ippolita

Euristeo chiede ad Ercole di impadronirsi della cintura di ippolita donata dal padre Ares. Giunto a destinazione, Ercole incontrò Ippolita che se ne invaghì e decise di offrirgli la cintura come pegno d’amore, ma lei convinse le compagne che Ercole stava cercando di rapirla, così loro assaltarono la nave di ercole che si riavviò per tornare a casa. In viaggio verso Micene, Ercole accorse in aiuto di Laomedonte, re di Troia. L’eroe e il re stabilirono allora un accordo: Ercole avrebbe ucciso il mostro e salvato Esione in cambio delle cavalle sacre che a Laomedonte aveva ricevuto da Zeus. Ma, dopo che la principessa fu salvata, Laomedonte non mantenne, come d’abitudine, la parola data, e l’eroe ripartì per Micene covando nel cuore propositi di vendetta.

Eracle ruba la cintura di Ippolita -Autore sconosciuto

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10) Il bestiame di Gerione

La decima fatica porta Ercole ai confini del mondo conosciuto, per rubare il bestiame di Gerione. Ercole approda in Libia, va verso l'oceano, attraversa lo stretto e erige due colonne, una per lato. Arrivato lì uccide il mandriano, che custodiva il bestiame, e il suo cane. Durante il viaggio di ritorno deve lottare contro i barbari che cercano di rubargli il bestiame, si ferma sul Tevere e viene ospitato dal re Evandro, uccide il mostro Caco anche lui colpevole di un tentativo di furto. Arriva infine a Reggio Calabria e si imbarca per la Grecia, ma mentre approdava Era fa impazzire le mandrie che scapparono in Tracia. Ercole recupera molti degli animali e attraversa lo stretto di Corinto dove combatte contro il gigante Alcioneo.

Ercole con il bestiame rubato -Autore sconosciuto

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11) Le mele del giardino delle Esperidi

I pomi sono i frutti che Ercole deve cogliere da un melo, sono da Terra alla figlia Era, che si trovava in un giardino alle pendici del monte Atlante, custodito dalle ninfe, il cui nome deriva dallo stesso gigante Atlante. Passando per il Caucaso, Ercole libera Prometeo che ha rubato il segreto del fuoco agli dei, e stava subendo la punizione eterna. Il gigante , in segno di ringraziamento, gli consigliò di non cogliere personalmente i pomi ma di affidare tale operazione ad Atlante. Al suo ritorno con i pomi, il gigante si rifiutò di riprendere il suo compito e si propose di andare personalmente a consegnare i frutti ad Euristeo. Ercole finse di acconsentire, purché Atlante reggesse la volta celeste solo per qualche minuto mentre l’eroe si fasciava la testa. Così Ercole scappa con i pomi e compie l’impresa.

Il gigante Atlante -Autore sconosciuto

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12) Catturare il cane Cerbero

Come dodicesima e ultima fatica Euristeo chiese ad Ercole di portargli Cerbero, il cane che fa la guardia all’ inferno. Ercole, per raggiungere l’Ade, andò a Eleusi, dove si purificò per aver ucciso i Centauri e solo dopo questo poté accedere all’Ade.
Le ombre dei morti, non appena lo videro fuggirono a gambe elevate, ad eccezione di Medusa, la gorgone. Ercole stava per affrontarla in battaglia ma si accorse che si trattava soltanto di un fantasma e così, proseguì il suo viaggio.
Lungo la strada incontrò Teseo e il suo amico Piritoo, che erano rimasti intrappolati nell’Ade. Ercole afferrò Teseo e lo riportò sulla terra, ma non riuscì a salvare Piritoo. Ercole si presenta ad Ade e a Persefone chiedendo di consegnargli Cerbero. Gli dissero che glielo avrebbero lasciato, a patto che lui fosse riuscito a domarlo senza usare nessuna delle sue armi.
Ercole affrontò Cerbero protetto solo dalla pelle di leone che portava come un mantello, vinse e lo mostrò ad Euristeo, per dimostrargli di aver compiuto anche l’ultima fatica, poi lo riportò nel suo regno.

Eracle e Cerbero -Autore sconosciuto

INDICE

La schiavitù presso Onfale

Una delle ultime imprese dell'eroe

Eracle si imbarcò verso l'Asia, dove quasi nessuno lo conosceva, e si fece vendere per tre talenti a Onfale, regina della Lidia, che capì ben presto che schiavo eccezionale avesse acquistato. Ma quando seppe che quello schiavo portentoso altro non era che il famoso Eracle, pensò di utilizzarlo come compagno di vita invece che come servo. Sotto il suo comando lui riuscì a liberare Efesto da dei mostruosi uomini scimmia che importunavano i viandanti; Ma il lusso della vita orientale riuscirono a sopraffare l'eroe, che dovette comunque passare la maggior parte del tempo come passatempo preferito della regina, ma dopo tre anni trascorsi in questo modo, Eracle decise di dire addio a questa vita e lasciò per sempre Onfale, con la quale nel frattempo aveva generato un figlio, Ati

Eracle e Onfale -Autore sconosciuto

La fine dell'eroe

Eracle muore per mano della moglie Deianira che ingannata dal centauro Nesso, non appena scopre che il marito si sta interessando a un’altra donna gli fa dono di una tunica avvelenata, credendo sia un filtro d’amore che lo condanna invece ad ardere vivo. Eracle accoglie con serenità la sorte a lui assegnata, e chiede al figlio Illo di preparare una pira per gettarvisi. Zeus decide però di portare con sé nell’Olimpo quel semidio che tanto ha sofferto e che enormi benefici ha apportato agli uomini.

La morte di Eracle - Francisco de Zurbaran

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