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Iliade - Proemio

Brinafico Marco

Created on November 26, 2023

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Transcript

Greco
Italiano

Riordino la poesia

Iliade - Proemio

O Diva, cantami l'ira funesta di Achille Pelìde, che addusse lutti infiniti agli Achei. Travolse all'Orco molte alme generose d'eroi anzi tempo, e abbandonò lor salme orrido pasto di cani e d'augelli (così l'alto consiglio di Giove s'adempìa), da quando primamente aspra contesa disgiunse il re dei prodi Atrìde e il divo Achille.

Cantami, o Diva, del Pelìde Achille, l'ira funesta, che infiniti addusse lutti agli Achei. Molte anzi tempo all'Orco generose travolse alme d'eroi, e di cani e d'augelli orrido pasto lor salme abbandonò (così di Giove l'alto consiglio s'adempìa), da quando primamente disgiunse aspra contesa il re de' prodi Atrìde e il divo Achille.

Riordino la poesia

Iliade - L'ira di Achille

E allora con durissime parole di nuovo Achille apostrofò l'Atrìde senza punto cessar dal suo furore: «Beone! Occhio di cane e cuor di cervo! Non una volta t'è bastato il cuore di armarti con le turbe alla battaglia e con gli achivi prìncipi agli agguati, ché, per te, questo è simile alla morte! Certo nel vasto campo degli Achei più ti conviene togliere i suoi premi a colui che ti affronti a viso aperto. Principe che divori il ben di tutti perché comandi a uomini da nulla!

E allora Achille apostrofò di nuovo l'Atride con durissime parole, senza cessar punto dal suo furore: «Beone! Occhio di cane e cuor di cervo! Non t'è bastato il cuore una volta di armarti alla battaglia con le turbe e agli agguati con gli achivi prìncipi, ché, per te, questo è simile alla morte! Certo nel campo vasto degli Achei ti conviene più togliere i suoi premi a colui che ti affronti a viso aperto. Principe che divori il ben di tutti perché comandi a uomini da nulla!

Che se questo, Agamennone, non fosse, or fatto avresti l'ultimo sopruso. Ma pur ti dico, e grande giuramento sopra vi faccio: [...] giorno verrà che i figli degli Achei tutti d'Achille desiderio avranno, e a lor tu non potrai, benché dolente, recar soccorso, tanti ne cadranno sotto la mano d'Ettore omicida; e ben dentro di te ti roderai di rabbia il cuore, perché onor negasti al più gagliardo dei guerrieri achei.»

Che se non fosse questo, Agamennone, or avresti fatto l'ultimo sopruso. Ma pur ti dico, e sopra vi faccio un grande giuramento: [...] verrà (il) giorno che i figli degli Achei avranno tutti desiderio d'Achille e tu non potrai, benché dolente, recar soccorso, tanti ne cadranno sotto la mano d'Ettore omicida; e ti roderai ben di rabbia il cuore dentro di te, perché negasti onor al più gagliardo dei guerrieri achei.»

Di che cosa parla?

Il proemio è composto di due parti:

  • L'invocazione: Omero si rivolge alla Musa Calliope, protettrice della poesia epica, chiedendole di ispirare la sua narrazione.
  • Esposizione sintetica del poema: Il tema principale dell'Iliade sarà l'ira di Achille e le terribili conseguenze che ne derivarono per i Greci e per i Troiani.
Parafrasi del proemio

O Musa (Calliope), cantami l'ira tremenda di Achille,figlio di Peleo, che causò moltissimi morti tra i Greci. (Quell'ira tremenda) Portò precocemente nell'Oltretomba molte anime nobili di eroi. e abbandonò i loro cadaveri perché diventassero un pasto orribile per i cani randagi e gli uccelli (così la suprema volontà di Zeus si avverava), da quando, all'inizio, una lite furiosa divise il figlio di Atreo (Agamennone), re dei Greci, e il divino Achille.

Orco è il nome romano per indicare Ade, il dio greco degli Inferi. Il nome della divinità - sia tra i greci che tra i romani - veniva utilizzato per indicare il regno dei morti, al quale l'anima accedeva attraverso una barca, traghettata da Caronte. Le anime dell'Ade hanno le stesse sembianze del corpo al momento della morte, ma non più la stessa consistenza: esse, infatti sono impalpabili e spesso sono descritte come ombre.

Parafrasi del proemio

O Musa (Calliope), cantami l'ira tremenda di Achille,figlio di Peleo, che causò moltissimi morti tra i Greci. (Quell'ira tremenda) Portò precocemente nell'Oltretomba molte anime nobili di eroi. e abbandonò i loro cadaveri perché diventassero un pasto orribile per i cani randagi e gli uccelli (così la suprema volontà di Zeus si avverava), da quando, all'inizio, una lite furiosa divise il figlio di Atreo (Agamennone), re dei Greci, e il divino Achille.

Parafrasi del proemio

O Musa (Calliope), cantami l'ira tremenda di Achille,figlio di Peleo, che causò moltissimi morti tra i Greci. (Quell'ira tremenda) Portò precocemente nell'Oltretomba molte anime nobili di eroi. e abbandonò i loro cadaveri perché diventassero un pasto orribile per i cani randagi e gli uccelli (così la suprema volontà di Zeus si avverava), da quando, all'inizio, una lite furiosa divise il figlio di Atreo (Agamennone), re dei Greci, e il divino Achille.