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Machiavelli, seconda parte del Principe
lili
Created on November 26, 2023
Capitoli 17,18,25,26
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Transcript
Machiavelli
- Della crudeltà e pietà- In che modo i principi debbano mantenere la fede - Quanto ruolo ha la fortuna nelle cose umane - Esortazione a liberare l'Italia
IINDICE DEI BRANI
Che ruolo ha la fortuna nelle cose umane
Della crudeltà e della pietà
In che modo i principi debbano mantenere la fede
Esortazione a liberare l'Italia
CAPITOLO XVII: Della crudeltà e clemenzia; e se egli è meglio essere amato, che temuto.
Il Principe nuovo non può evitare di essere considerato crudele, perché tutti gli Stati nuovi sono pieni di pericoli.
Pur di tenere uniti i suoi sudditi, il Principe non deve preoccuparsi di essere ritenuto crudele.
Il Principe dovrebbe essere ritenuto clemente, non crudele.
NUOVO PROBLEMA:
È MEGLIO ESSERE TEMUTO
È MEGLIO ESSERE AMATO
RISPOSTA AL PROBLEMA:
Ma, dovendo scegliere, è meglio essere temuti piuttosto che amati.
L'ideale è essere entrambi.
"Il Principe deve farsi temere in modo tale che, pur senza farsi amare, gli riesca tuttavia di non farsi odiare. Si può essere temuti e nello stesso tempo non odiati."
Odio e timore
CONCLUSIONE CAPITOLO XVII
fondarsi sulla propria volontà
Essere crudele quando serve
farsi temere
non farsi odiare
parte 1
parte 2
parte 3
parte 4
"Gli uomini, mentre amano secondo la volontà loro, temono secondo la volontà del principe. Un principe saggio, dunque, deve fondarsi su quel che dipende dalla volontà sua, non dalla volontà altrui. Deve soltanto cercare di non farsi odiare, come già ho detto."
CAPITOLO XVII: In che modo i Principi debbino osservare la fede.
Al Principe conviene saper combattere sia con la forza che con le leggi: metà bestia, metà uomo.
Tuttavia, ci sono Principi di successo che non hanno seguito la parola data, e hanno superato quelli che si fondavano sulla lealtà.
Tutti sanno che sarebbe meglio vivere secondo integrità, e non astuzia.
Al principe non è necessario avere tutte le virtù
"Un Principe nuovo, non può osservare tutte quelle cose, per le quali gli uomini sono tenuti buoni, essendo spesso necessitato, per mantenere lo Stato, operare contro alla umanità, contro alla carità, contro alla religione."
Al Principe non è necessario avere tutte le virtù: anzi, se le avesse e le osservasse sempre sarebbero dannose.
È meglio fare sembrare di averle, in particolare per quanto riguarda pietà, fede e integrità.
Il fine giustifica i mezzi
- Ognuno vede la persona che il Principe sembra, non quella che è veramente. - I pochi che vedono il Principe per quello che è, non hanno il coraggio di esporsi. In ogni caso, è necessario ricordare che, nelle azioni di tutti gli uomini, e in particolare di quelle dei Principi, il fine giustifica i mezzi.
"Ognuno vede quel che tu pari; pochi sentono quel che tu sei, e quelli pochi non ardiscono opporsi alla opinione de’ molti, che abbiano la maesta dello stato che gli difende; e nelle azioni di tutti gli uomini, e massime de’ Principi, dove non è giudizio a chi reclamare, si guarda al fine."
CONCLUSIONE CAPITOLO XVIII
IL PRINCIPE DEVE USARE SIA L'ASTUZIA CHE LA FORZA: NON PUÒ RISPETTARE LE REGOLE DELLA LEALTÀ QUANDO DIVENTANO DANNOSE
- PIETÀ- FEDE - INTEGRITÀ sono qualità che devono essere dichiarate, ma non per forza seguite
I PRINCIPI CHE FARANNO GRANDI COSE SONO SEMPRE QUELLI CHE OSSERVANO LA PAROLA DATA, MA...
SUFFICIENTE FARE SEMBRARE DI AVERE UNA VIRTÙ, NON È NECESSARIO AVERLA
CAPITOLO XXV: Quanto possa nelle umane cose la fortuna, e in che modo se gli possa ostare.
Le azioni dell'uomo sono guidate da:
50% libero arbitrio
50% fortuna
Cosa può fare l'uomo?
L'uomo può cercare di arginare il ruolo della fortuna prevenendo le situazioni spiacevoli (similitudine del fiume).
La fortuna dimostra la sua potenza laddove la virtù dell'uomo non riesce a resisterle, quindi quando l'uomo non è preparato.
Il compito del principe
A volte si vedono Principi cadere in disgrazia senza che abbiano fatto nulla di rilevante: ciò accade perchè si erano affidati unicamente alla Fortuna e, come essa è cambiata, è cambiata anche la loro condizione. Il Principe di successo è quello che comprende il contesto storico in cui governa, e adatta a quello il suo modo di comandare. Chi non comprende la storia è destinato a fallire.
CONCLUSIONE CAPITOLO XXV
il Principe deve adattarsi al contesto storico
Il Principe deve dosare prudenza e impulsività
50% fortuna 50% libero arbitrio
L'uomo deve sapere prevenire
Questo è il Principe che manterrà il potere: perché sa adeguarsi, di volta in volta, alla situazione che ha davanti.
CAPITOLO XXVI: Esortazione a liberare la Italia da’ barbari.