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Portfolio docente
Alessandra Rubino
Created on November 24, 2023
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Transcript
PORTFOLIO delle competenze
Alessandra Rubino
corso di specializzazione per le attivita' di sostegno didattico
pedagogia speciale per la gestione integrata del gruppo classe
Insegnamento 2
Prof.ssa Francesca Pedone
Alessandra Rubino Matr. 0783716 E-mail : alessandra.rubino@community.unipa.it
Anno accademico 2022/2023
La Linea della Vita
Percorso professionale
Mi Presento
professione insegnate
Percorso di studio
Attività
Spunti di rilessione
Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia
Che Guevara
La Linea della Vita
Percorso professionale
Mi Presento
professione insegnate
Spunti di Riflessione
Percorso di studio
Attività
mi presento..
My life
Sono nata nel 1983 a Palermo, una città che amo molto in tutte le sue sfacettature, una città ricca in ogni sua parte ma allo stesso tempo povera di possibilità in alcuni settori e talvolta questo costringe ad andare via però malgrado questa situazione sono ancora qua... All’età di nove anni sono entrata nel club dei figli di genitori separati anche se a me piace definirla famiglia allargata e all’ età di 24 anni non sono stata più figlia unica, nel 2007 è nato Manfredi, un fratellino che ora è fratellone, dato che è il doppio di me, con il quale ho un bel rapporto pur vivendo da sempre in case diverse. Amo lo sport e mi sono sempre sentita a mio agio nel muovermi e ad esprimermi con il corpo. Con la mia laurea posso insegnare ciò che amo e per la quale penso di essere nata e cerco sempre di trasmettere ai bambini e ai ragazzi il piacere di fare sport senza avere il continuo pensiero alla prestazione ma per la bellezza di muoversi, di giocare , di fare sport provando una sensazione di benessere psico-fisico che non si lascia più.
Lo sport la mia ancora di salvezza...il mio ossigeno
Suonare mi permette di entrare in contatto con una parte di me
L'amicizia una seconda casa
Io e Manfredi
La Linea della Vita
Percorso Professionale
Mi Presento
professione insegnante
Spunti di Riflessione
Percorso di Studio
Attività
Clownterapia
Mi reputo una persona altruista e sensibile e da sempre ho sentito e sento il desiderio di dedicarmi al volontariato e la vita mi ha persmesso di avvicinarmi alla clownterapia, la missione del sorriso dentro gli ospedali e in quei quartieri della mia città dove si tocca con mano la povertà economica e sociale.
mi presento..
Viaggi
Amo viaggiare e scoprire il mondo, le altre culture e i loro modi di vivere; due viaggi a me cari, quello in Guinea Bissau e in Tanzania, due viaggi sempre in Africa ma con obiettivi diversi in quanto il primo organizzato con delle suore che stavano in una missione, il secondo un viaggio di turismo solidale. Due esperienze con emozioni particolari però in entrambi i viaggi quello che mi ha colpito era vedere in alcuni villaggi il loro modo di passare il tempo...insieme, seduti in cerchio o sparsi ma vicini e si parlava...e si stava insieme.
Essere pensante
Mi reputo una persona molto solare e di me dicono che sono capace di ascoltare; grazie a diverse esperienze personali ho capito quanto il mio appartenere a quelle persone che amano sempre «FARE» aveva di bisogno anche di momenti di «STOP». Mi piace molto la musica, ascoltarla e quando posso suono la chitarra, mi permette di ritrovare una parte di me.
“Lo sviluppo non è veramente sviluppo se non matura e valorizza pienamente ogni singola creatura.” DANILO DOLCI
La Linea della Vita
Percorso Professionale
Mi Presento
professione insegnante
Percorso di Studio
Spunti di Riflessine
Attività
la linea della vita
01
SEPARAZIONE DEI GENITORI
02
BEI RICORDI DELLE SCUOLE MEDIE E DELLE SCUOLE SUPERIORI E CONSEGUIMENTO DIPLOMA.DURANTE LA SCUOLA SUPERIORE INIZIO A STUDIARE CHITARRA
05
PRIMA ESPERIENZA NEL RUOLO D'INSEGNANTE DI MOTORIA PER INFANZIA E PRIMARIA PER UNA SCUOLA PARITARIA
03
PASSAGGIO DA ECONOMIA E FINANZA A SCIENZE MOTORIE. INIZIO DEL LAVORO PRESSO LO IAL SICILIA E NEL POMERIGGIO PRESSO IL CENTRO SPORTIVO SPRINT DURANTE GLI STUDI SVOLGO VOLONTARIATO CON LA CLOWNTERAPIA
06
CHIUSURA DELLA SCUOLA E CONSEGUIMENTO DELLA LAUREA MAGISTRALE (LM68) - PROGETTO SPORT ATTIVA KIDS
07
ISCRIZIONE E CONSEGUIMENTO LM67 - SPORT ATTIVA KIS E LAVORO PRESSO INFAOP PER I CORSI IeFP
04
CONSEGUIMENTO LAUREA TRIENNALE INIZIO DI PERCORSI PERSONALI
08
PRIMA CONVOCAZIONE A SCUOLA SU MATERIA - INIZIO DI UNA NUOVA AVVENTURA DEL TFA
La Linea della Vita
Percorso professionale
Mi Presento
professione insegnante
Percorso di Studio
Attività
Spunti di Riflessione
PERCORSO PROFESSIONALE
ISTITUTO P. PURICELLI
CALL CENTER
2023
2005
2020
2004
2015
SPORT ATTIVA KIDSINFAOP
I.C PRINCIPESSA ELENA DI NAPOLI
IAL SICILIA CENTRO SPORTIVO SPRINT
La Linea della Vita
Percorso Professionale
Mi Presento
professione insegnante
Percorso di Studio
Spunti di Riflessione
Attività
una vita di sport..
Da anni lavoro presso il Centro Sportivo Sprint sia come istruttrice di ginnastica artistica sia di nuoto.Sono felice di insegnare queste due attività sportive, una di acqua e una di terra, la ginnastica con le sue evoluzioni in aria e il nuoto con l'elemento acqua, elemento in cui nasciamo...Nell'ambito della ginnastica artistica con il gruppo dall'agonistica abbiamo vissuto diverse esperienze sportive di gare sia in Sicilia sia in altre citta d'Italia, dove abbiamo ottenuto dei bei risultati ma soprattuto questo ha permesso di creare un legame di affetto, fiducia e rispetto. Nel nuoto quello che mi emoziona molto è vedere come bimbi molto piccoli, anche di 3 anni, con un lavoro continuo sempre sotto forma ludica, passano da un rapporto di odio verso l'acqua ad uno di amore in cui è palese il loro stato di benessere dentro l'acqua che diventa una compagna con cui poter giocare ed IMPARARE.
La Linea della Vita
Percorso professionale
Mi Presento
professione insegnante
Percorso di studio
Attività
Spunti di Riflessione
PERCORSO di studio
SCIENZE MOTORIEFGI - FIN
LM68
DIPLOMA
2002/2003
2023
2013
2001/2002
2005/2006
2020
LAUREA TRIENNALE
LM67
ECONOMIA E FINANZA
La Linea della Vita
Percorso professionale
Mi Presento
professione insegnante
Spunti di Riflessione
Percorso di Studio
Attività
PRIMA ESPERIENZA
Quando ho pensato per la prima volta di diventare un insegnante di sostegno ?
SECONDA ESPERIENZA
La Linea della Vita
Percorso professionale
Mi Presento
professione insegnante
Spunti di Riflessione
Percorso di Studio
Attività
Quale caratteristiche possiedo che fanno o che potranno fare di me un buon insegnate di sostegno ?
Capacita’ d’ascolto, concretezza, praticità, sensibilità, empatia, pazienza, capacità organizzativa e problem solving
Quali caratteristiche deve possedere un buon insegnante di sostegno?
Problem solving, pazienza, creatività, ascolto, praticità, Capacità organizzativa
DA UNA RIFLESSIONE SULLE CAPACITA' CHE POSSIEDO E SULLE COMPETENZE CHE DOVREBBE POSSEDRE UN INSEGNANTE DI SOSTEGNO SECONDO IL DM 30/11/2011.....
RIFLESSIONE
La linea della vita
Percorso Professionale
Mi presento
professione insegnante
Percorso di Studio
Spunti di Riflessione
Attivita'
ATTIVITA'
BRAINSTORMING GESTIONE DELLA CLASSE
BRAINSTORMING PEDAGOGIA SPECIALE
STEREOTIPI E PREGIUDIZI
La Linea della Vita
Percorso Professionale
Mi Presento
professione insegante
Percorso di Studio
Attivita'
Spunti di Riflessione
La Pedagogia Speciale
COS'E'
DOVE SI USA
QUANDO SI USA
E' una scienza autonoma con un suo metodo; è una pedagogia della consapevolezza che guarda a tutti gli alunni cercando di offrire ad ognuno le migliori possibilità di crescita.
Si utilizza in tutte quelle situazioni in cui la persona viene anteposta alla condizione.
La usiamo sempre, in tutti gli ambienti e contesti educativi dove avviene apprendimento
SPUNTO DI RIFLESSIONE
Percorso Professionale
Mi presento
La Linea della vita
professione insegante
Percorso di Studio
Attivita'
Spunti di Riflessione
La Gestione della classe....
COSA SIGNIFICA?
E’ l’insieme di tutte quelle azioni didattiche ed educative che l’insegnante mette in atto per promuovere la partecipazione attiva e creativa degli allievi, per creare un produttivo ambiente di apprendimento. In un ambiente adatto all'apprendiemnto ogni allievo deve trovare le giuste attenzioni educative e didattiche soddisfacendo i propri bisogni personali e ciò riguarda anche e soprattutto coloro che presentano più problematiche a livello psicologico, sensoriale, comportamentale e sociale. Gestione della classe non significa mantenere la disciplina e far rispettare solo le regole ma un'insegnante deve porre attenzione a diversi fattori: - Ascoltare i bisogni di tutti gli allievi - Creare un clima sereno e libero dai giudizi in modo che ognuno possa esprimere sè stesso - Sistemazione del Setting dell'aula
SPUNTO DI RIFLESSIONE
Percorso Professionale
Mi presento
La Linea della vita
professione insegante
Percorso di Studio
Attivita'
Spunti di Riflessione
Stereotipi e Pregiudizio..
Gli stereotipi e i pregiudizi sono idee che abbiamo nei confronti di eventi, persone, gruppi, e caratteristiche di determinati soggetti che ci possono portare ad assumere atteggiamenti negativi nei loro confronti. ll pre-giudizio, può essere visto come un’evoluzione dello stereotipo, perché è a tutti gli effetti una “sentenza anticipata”, un giudizio negativo che precede la nostra esperienza diretta. La scuola purtroppo può essere anche luogo di emarginazione e di esclusione a causa di atteggiamenti poco attenti di alcuni insegnanti che, spesso inconsapevolmente, provocano il diffondersi di pregiudizi e di prevaricazione nei confronti di chi è «diverso» e per questo quando ogni anno mi trovo ad entrare in una classe cerco sempre di stare attenta all’utilizzo delle parole, di alcune affermazioni che appartengono al nostro modo di parlare ma che possono ferire la sensibilità di persone più sensibili
SPUNTO DI RIFLESSIONE
La line della vita
Percorso Professionale
Il mio profilo
PROFESSIONE INSEGNANTE
Percorso di studio
Attivita'
Spunti di Riflessive
SPUNTI DI RIFLESSIONE
cosa ho imparato... pedagogia speciale
il caso di giuseppe
il caso di a
alunno interno vs alunno esterno
cosa ho imparato... gestione della classe
La linea della vita
Percorso Professionale
Il mio profilo
professione insegnante
Percorso di Studio
Spunti di Riflessione
Attivita'
spunti di riflessione..
ESSERE PENSANTI
Oggi lavorando in contesti educativi formali e non formali si sente spesso ricorrere ai termini come inclusione, educazione inclusiva, pedagogia speciale.. e più volte mi sono soffermata al pensiero di quanto questi termini vengano strumentalizzati o usati per il valore che possiedono. Frequentando il corso di Pedagogia Speciale sono stata fortunatamente «costretta» a fermarmi e a riflettere su concetti che pensavo fossero a me chiari ma grazie a queste lezioni ho potuto ri-elaborare e avere nuove prospettive. Molto spesso, sentiamo usare parole come INTEGRAZIONE E INCLUSIONE come se fossero dei sinonimi ma in realtà sono due concetti distanti e passare da una logica dell’integrazione ad una dell’inclusione non è stato semplice; è stato un processo dinamico, che ha portato il sistema scolastico italiano a superare delle barriere in quanto è uno dei pochi sistemi in cui le persone "speciali" sono state inserite nelle classi ordinarie. Il raggio di azione di un sistema inclusivo non si limita alla disabilità e ai bisogni educativi speciali, ma va oltre, abbraccia l’isolamento derivante dalla classe sociale, dallo svantaggio socio-economico, dalla razza, dal sesso e da altri fattori. Il concetto di inclusione porta con sè un cambiamento culturale, una visione dove tutti quanti possono partecipare e sentire il senso di appartenenza ad un gruppo.
La Pedagogia Speciale
La linea della vita
Percorso Professionale
Il mio profilo
professione insegnante
Percorso di Studio
Spunti di Riflessione
Attivita'
spunti di riflessione..
ESSERE PENSANTI
Questo passaggio segna un cambio di prospettiva dove il perno fondamentale è il pieno sviluppo di qualsiasi alunno; questa prospettiva dell'inclusione riguarda il mettere consapevolmente in azione i valori basati su equità, diritto, comunità, partecipazione e rispetto per la diversità, diversità vista come ricchezza da condividere. Questo aggettivo « qualsiasi» lo troviamo nel modello ICF dove il focus si sposta dall’alunno con problemi che si deve adattare , alla persona con la sua unicità, con il suo talento, potenziale ma in un ambiente fino ad ora sfavorevole. Da ciò è chiaro che il processo d’inclusione non è solo un cambiamento terminologico ma bensì un’innovazione concettuale e la stessa Pedagogia Speciale è arrivata ad un punto che sente «stretto» questo aggettivo "speciale" perché l’oggetto del suo studio è la valorizzazione della persona, di tutte le persone, dove ogni alunno può migliorare, dove non ci si basa sul deficit ma sulla potenzialità e dove la diversità è vista come momento di crescita quindi questo aggettivo speciale deve essere inteso per tutta la comunità scolastica e non per un gruppo di persone che pensiamo "diverse" alle quali dare cure speciali. Insegnando motoria questo concetto d'inclusione, il concetto è per tutti, il concetto di squadra, di senso di appartenenza lo vivo da sempre perchè sia un tempo passato sia oggi capita di sentire frasi del tipo " Mi piace ma non fa per me" , " Non sono portato" come se alcuni sport fossero solo per gente speciale e avviene un autoesclusione ma cerco sempre di smontare questa convinzione perchè penso che lo sport è per tutti e che tutti, rispettando i propri tempi di apprendimento e le proprie potenzialità possono raggiungere dei risultati.
La Pedagogia Speciale
La linea della vita
Percorso Professionale
Il mio profilo
professione insegnante
Percorso di Studio
Spunti di Riflessione
Attivita'
RIFLESSIONE..
ESSERE PENSANTI
Saper gestire una classe è ancora oggi il problema fondamentale di ogni insegante visto il contesto di classe in cui ci si ritrova a vivere, un contesto dinamico, eterogeneo che può presentare situazioni anche estreme e il nostro sistema educativo non è equipaggiato, purtroppo, per accogliere in modo sereno tutto questo. Ogni insegnate che opera dentro una classe dovrebbe tenere a mente, che spesso capita nella vita di ogni giorno cercare le ragioni dei fatti negativi in qualcosa di esterno a noi stessi. E’ più semplice attivare il locus of control esterno piuttosto che indagare dentro di noi. Anche la società in cui siamo inseriti ci invita a guardare al di fuori di noi stessi e raramente ci sollecita a prendere coscienza delle nostre responsabilità (Fay e Funk,1995) ma siccome siamo e stiamo lavorando per diventare dei PROFESSIONISTI dobbiamo imparare a RIFLETTERE, ad avere un atteggiamento mentalizzante. L’insegnante che riflette mantiene vivi i processi inclusivi ; la riflessione ci permette di migliorarci come professionisti e come persone. Spesso i nostri allievi crescono in ambienti in cui la riflessione personale su se stessi non rappresenta una regola di comportamento, in ambienti in cui vige una malsana idea che i buoni risultati determinano il valore di una persona senza considerare il processo e, molto spesso i problemi disciplinari nascono anche per queste ragioni. Se desideriamo fronteggiare questi problemi , occorre far maturare nei ragazzi la capacità di non incolpare subito gli altri per un loro risultato negativo ma cercare di sviluppare in loro una buona AUTOEFFICAICA. Abbiamo obbligo professionale di far crescere in autonomia e cultura e come insegnanti diventiamo dei punti di riferimento , dei modelli d' ispirazione e di conseguenza possiamo affermare che abbiamo potere trasformativo.
La Gestione della Classe
La linea della vita
Percorso Professionale
Il mio profilo
professione insegnante
Percorso di Studio
Spunti di Riflessione
Attivita'
RIFLESSIONE..
ESSERE PENSANTI
Per la materia che insegno la mia classe è rappresentata dalla palestra ed è in questo lugo che avviene per me la gestione della classe; in palestra non ci sono banchi e sedie ma panche , rete da pallavolo, canestri, tappetoni, piccoli attrezzi o spalliere se siamo fortunati, perchè purtroppo, in diverse scuole di Palermo, non esiste la palestra o se esiste è inagibile, oppure in alcune scuole che si trovano all'interno di edifici antichi è il cortile il luogo dove si svolge l'attività sportiva. Non sto qui a parlare delle difficoltà e dei rischi che ci troviamo a fronteggiare noi insegnanti di Scienze Motorie ma voglio porre una riflessione su come vivono i bambini l'idea di stare in palestra. Parlo di bambini perchè fino ad ora ho avuto esperienze, come scuola statale, per la primaria e spesso quando porto i bambini in palestra e osservo il loro comportamento, il loro modo di agire capisco che nella loro testa è presente un idea "posso fare quello che voglio" senza pensare che ci siano delle regole di convivenza, dei tempi di attesa, dei momenti d'ascolto e dei momenti per parlare anche in palestra. Molto spesso questo capita quando non sono stati educati, scolarizzati, fin dalla scuola dell'infanzia a vivere la palestra come una classe, come un luogo di apprendimento del corpo e della mente, come un luogo di condivisione di emozioni, ma solo come un posto dove "sfogarsi " Quest' anno mi trovo all' I.C Principessa Elena di Napoli su due plessi; nel plesso di via Baviera la palestra è inagibile da tre anni e qui ci sono 3 sezioni di scuola primaria mentre nel plesso di via Ustica dove la palestra è agibile solo una sezione e questo significa che questi bambini di 4° e 5° classe del plesso Baviera non sono mai andati in palestra o i più fortunati sono stati portati dalle maestre curriculari quando frequentavano la scuola dell'infanzia o la prima classe; faccio questa precisazione proprio perchè sto vivendo con queste classi delle difficoltà che derivano dalla mancanza di questo pre-requisito, guardo le stesse classi in aula, abituati ai vari setting della classe e noto che il loro comportamento è diverso e di conseguenza mi trovo a dover fare un passo indietro rispetto alle attvità didattiche che vorrei proporre. Spero che quessto limite, piano piano, con l'inserimento effettivo della motoria scompaia dal nostro sistema scolastico.
La Gestione della Classe
La linea della vita
Percorso Professionale
Mi Presento
professione insegnante
Percorso di Studio
Spunti di Riflessione
Attivita'
Quando abbiamo affrontato durante il corso i concetti di STEREOTIPI E DI PREGIUDIZI che si vivono all’interno di una classe mi sono ritrovata nella mia classe di tanti anni fà in cui ho vissuto sulla mia pelle questi concetti solo perché ero una bambina e ragazzina che sceglieva di giocare a calcio con i compagni piuttosto che giocare a un due tre stella o a qualcos'altro. A casa non mi hanno mai fatto pesare questa mia passione per il pallone, per il calcio e ho sempre giocato con i miei cugini però a scuola e fuori dal contesto scolastico mi ritrovavo a sentirmi dire delle frasi « sei un maschiaccio» , « il calcio è un gioco per maschi»; queste frasi si vivono male quando si è piccoli; da un lato me ne fregavo e continuavo a giocare perché ero felice quando giocavo, dall’altro il sentire queste frasi erano come delle coltellate all’età di 10, 11, 12….e mi facevano sentire sbagliata al punto che crescendo e durante l’adolescenza ho scelto di non cercare più situazioni in cui potevo mettermi a giocare ma capitava in certe situazioni tipiche di ragazzi (gite, scampagnate, spiaggia) che spuntava una palla ed io mi frenavo perché non mi andava di sentire frasi, commenti sgradevoli ma altre volte il richiamo era troppo forte e giocavo e capitava di ricevere degli sguardi orribili da parte di altre ragazzine, ma di contro capitava che ricevevo dei complimenti da parte di ragazzini e frasi del tipo «gioca nella mia squadra» ed io ero felice.Per fortuna oggi nella stragrande maggioranza dei casi gli sguardi e commenti sono cambiati sia da parte del sesso femminile e maschile e anzi quando ho lavorato presso Iefp mi sono ritrovata a giocare a calcio con ragazzi e ragazze e finalmente invece di ricevere frasi offensive ho potuto sentire degli apprezzamenti sia a me ma soprattutto verso qualche ragazzina che si è messa a giocare.…per fortuna oggi le cose sono cambiate, finalmente non ci sono più sport maschili e femminili, si sta cercando di abbattere questo stereotipo e per me è una grande gioia quando sento che alcune bimbe frequentano la scuola calcio e non vivranno questo senso d’inadeguatezza che ho vissuto e che mi ha portato ad inibire una parte di me.
RIFLESSIONE..
ESSERE PENSANTI
Stereotipi e Pregiduzi
La linea della vita
Percorso professionale
Mi Presento
professione insegnante
Spunti di Riflessione
Percorso di Studio
Attività
FASE 2 Fatti, Cognizioni, Emozioni
il caso di "A"
FASE 1 Fatti, Cognizioni, Emozioni
Lavoro di gruppo svolto da: Tiziana Sanfilippo, Marsia Scirè, Noemi Russo , Maria Schiera, Alessandra Schifaudo, Rossella Siragusa, Simonte Andrea e Rubino Alessandra
La linea della vita
Percorso Professionale
Mi Presento
professione insegnante
Percorso di Studio
Spunti di Riflessione
Attivita'
RIFLESSIONE..
Da un momento di confronto in aula ci siamo resi conto che in questa prima fase ci siamo focalizzati solo sull’aspetto medico, sulla condizione patologica senza riuscire a guardare oltre, a vedere tra l’ «analisi dei fatti», anche, quello che ruota intorno al bambino, famiglia, compagni, insegnanti pregresse. Fermandomi un’ attimo e riflettendo su come mai è avvenuto questo, di getto ho pensato che le emozioni provate di «pancia» hanno preso il sopravvento e ci hanno indirizzato verso un unico pensiero: A. è cosi a causa della patologia, se riusciamo a conoscerla di più abbiamo maggiori probabilità di risolvere i suoi problemi. Questo aspetto è la punta di un iceberg che è stato aggravato da tutto ciò che noi non siamo riusciti a vedere, rappresentato dalla parte sott’acqua. Grazie a questa attività auto riflessiva è ancora più evidente quanto sia fondamentale essere consapevoli delle proprie emozioni per poter agire al meglio; troppo spesso gli errori che commettiamo dipendono proprio dal fatto che le nostre azioni rispondono ai nostri bisogni e non a quelli dei nostri alunni. L’insegnante deve essere un esperto di emozioni perché una classe è un luogo vivo di emozioni e un contributo che possiamo dare ai nostri giovani alunni è proprio quello di «dare un nome», di aiutarli dinanzi agli stati d’animo che spesso li dominano, insegnare a gestire questo ma per farlo dobbiamo in primis essere noi esperti dei nostri stati d’animo e capaci di gestire le nostre emozioni.
ESSERE PENSANTI
IL CASO DI "A"
La linea della vita
Percorso professionale
Mi Presento
professione insegnante
Spunti di Riflessione
Percorso di Studio
Attività
ALUNNO INTERNO VS ALUNNO ESTERNO
La linea della vita
Percorso Professionale
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Percorso di Studio
Spunti di Riflessione
Attivita'
RIFLESSIONE..
Profilo positivo dell’alunno interno
IL MIO ALUNNO IDEALE E'
ESSERE PENSANTI
L’attività dell’alunno interno vs alunno esterno mette in risalto, come ognuno di noi cerca e apprezza nei propri alunni quelle qualità, quei giudizi positivi che noi stessi riceviamo, apprezziamo e che pensiamo di possedere.
Profilo negativo dell’alunno esterno
IL MIO ALUNNO IDEALE NON E'
Alunno Inerno VS Alunno Esterno
La linea della vita
Percorso professionale
Mi Presento
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Spunti di Riflessione
Percorso di Studio
Attività
il caso di "giuseppe"
A chi non è mai capitato di avere in classe un "TIPO" come Giuseppe? E' proprio in queste situazioni che l'aver scelto di essere INSEGNANTE deve emergere più che mai e prevalere sulla possibilità di perdere le staffe senza riuscire a compredere un alunno come G. Dinanzi al comportameto di Giuseppe mi viene in mente la frase di un attore del film "L'erba cattiva" che dice : "Wael ricorda un ragazzo che causa problemi è un ragazzo che ha problemi" ed io aggiungerei che dentro ci sono bisogni reali e i bisogni non sono nè positivi nè negativi.... Questa frase bisogna "attaccarla " nella nostra mente e ricordarla sempre quando ci troviamo di fronte ad un Giuseppe di turno per poterci dare quella pazienza, quella lungimiranza che ci permetta di gestire e agire nel migliore dei modi per riuscire a far venire fuori il potenziale nascosto di questi alunni, che è sotto ogni segno, ogni gesto che noi giudichiamo negativamente. Dinanzi ad un tipo come G. azioni di rimprovero, predica, urla non sortiscono alcun cambiamento anzi capita molto spesso in un peggioramento perchè alla fine ogni persona che decide di comportarsi così di fondo ha un bisogno di aiuto, di essere visto quindi noi INSEGNANTI abbiamo il dovere dinanzi a queste situazioni di porci delle domande per comprendere e accogliere il discente senza mai smettere di credere in un possibile cambiamento perchè dall'erba cattiva può sempre nascere un magnifico prato all'inglese
"Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono cattivi coltivatori...Victor Hugo"
La linea della vita
Percorso professionale
Mi Presento
professione insegnante
Spunti di Riflessione
Percorso di Studio
Attività
MI PIACE CONCLUDERE COSI'...
CON CIO' IN CUI CREDO E CHE CERCO SEMPRE DI METTERE IN PRATICA IN QUESTA AVVENTURA DI NOME....VITA!!
FASE 2
Successivamente abbiamo affrontato un aspetto molto significativo per un insegnante, le considerazioni in merito alle proposte d’intervento. L’azione educativa che si costruisce a scuola non è subito, solo e sempre «FARE ATTVITA» ma principalmente per pensare ad ampio raggio e ad interventi orientati al progetto di vita di ogni alunno e in questo caso di A, la maestra ha ritenuto fondamentale prima di ogni intervento riconoscere A., come persona per poter instaurare una relazione tra esseri umani. Una volta messe le fondamenta la maestra condivide con A. il desiderio di fare esperienze nuove. Per riuscire in questo e avere maggiore probabilità di successo la maestra di A stabilisce una rete di contatti per la ricerca delle informazioni e per cercare collaborazione perché se gli interventi si riducono solo a scuola e non fuori o se, addirittura, sono opposti e contrari non reca nessun effetto. Altro aspetto necessario è stato la socializzazione con il gruppo dei compagni di classe non solo per includere l’alunno nel contesto ma per sensibilizzare loro alla difficoltà del loro compagno, per eliminare paure e pregiudizi negativi su questo contesto in cui vivono.
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GESTIRE UNA CLASSE
Gestione della classe non significa solo mantenere la disciplina ( d’Alonzo,2008) ma fondamentale è partire dal riconoscimento di una RELAZIONE UMANA fondata sulla RECIPROCITA’ ( capacità di fare un passo indietro per permettere all’altro di fare un passo in avanti, metterci in ascolto dell’altro), sul RICONOSCIMENTO e sulla FIDUCIA altrimenti l’operato dell’insegnante diventa sterile. E' fondamentale per ogni insegnante fare proprio il concetto che il buon funzionamento della mente dipende dal giusto equilibrio fra competenze cognitive e dimensioni emotive; partendo da ciò poi bisogna creare un clima sociale adatto e conoscere ciò che più condiziona l’apprendimento in classe ( d’Alonzo 2016)
BRAINSTORMING
IL MIO ALUNNO IDEALE E'
COMUNICATIVO ATTIVO COOPERATIVO RIFLESSIVO CURIOSO INTRAPENDENTE ATTENTO DOTATO DI HUMOR
La prima esperienza che mi ha portata ad entrare nel mondo della disabilità è stato come operatrice per un progetto dell’ associazione «Il Sottomarino». E' stata la prima volta che sono entrata in contatto diretto con il disturbo dello spettro autistico e con i termini inclusione, terapie, tempi di attesa, rinforzi stereotipie. Avevo un po’ di timore perché era un mondo a me sconosciuto e perché sapevo di non possedere una cassetta degli strumenti metodologici e didattici adeguati ma solo esperienza, tanto senso pratico e volontà, ma nonostante ciò è stata una bellissima esperienza, anche con le sue difficoltà, ma li ho capito cosa significa comunicare solo con gli occhi.
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ALUNNO INTERNO VS ALUNNO ESTERNO
Spesso quando sentiamo la parola aspettativa pensiamo sempre ad un qualcosa di positivo ma grazie all’attività svolta abbiamo avuto un’altra prospettiva molto interessante per noi insegnanti.Ho potuto apprendere che:
- Dalle nostre aspettative nasce un pregiudizio
- Il nostro pregiudizio determina il nostro comportamento con gli allievi
- Dal nostro atteggiamento nasce la risposta del comportamento degli allievi.
- Le nostre esperienze determinano il nostro modo di essere e questo a sua volta si ripercuote nelle relazioni educative che instauriamo con i nostri alunni. Tutto quello che ci fa disperare o quelle che noi chiamiamo « belle classi « sono frutto di realtà che noi stessi CREIAMO
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FASE 1
In questo lavoro di gruppo è emerso quanto sia difficile osservare i fatti e cosa accade senza essere influenzati dalle nostre cognizioni e di quanto spesso ci si ritrova avvolti dalle proprie schematizzazioni non riuscendo a guardare oltre dai fatti che analizziamo. Abbiamo letto e riletto il caso analizzando la situazione, immaginando anche di trovarci di fronte ad un ragazzo così e in prima battuta sono emerse le emozioni che il caso ha suscitato in ognuno di noi. Alla domanda in cui si richiedeva di identificarle, nel gruppo sono emerse le seguenti emozioni: Senso di impotenza, smarrimento Disappunto Rabbia per il mancato intervento e per il senso di abbandono che prova questo bambino Tristezza per un sistema educativo lacunoso
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Il progetto Sport Attiva kids è un progetto che nasce prima dell'entrata in vigore della legge che prevede il maestro di motoria. Permetteva l'ingresso,appunto,dei laureati in scienze motorie nelle scuole statli nella veste di " Tutor". Ho aderito al progetto per diversi anni e questo mi ha permesso di conosceere la vasta eterogenietà delle classi e ogni anno è capitato di conoscere bimbi con uno svluppo atipico. Grazie all'attvità motoria sono riuscita con alcuni di loro ad interagire, in particolare con un bimbo con disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento e con una bimba sulla sedia a rotelle; sono riuscita a renderli partecipe alle attività della classe facendoli giocare insieme ai compagni.
https://www.sportesalute.eu/progettoscuolattiva/kids/il-progetto.html
CONSAPEVOLE CHE...
DEVO AFFINARE DELLE COMPETENZE NEL MIO PERCORSI DI STUDIO
- MATURARE LE COMPETENZE PEDAGOGICHE-DIDATTICHE PER AUMENTARE GLI STRUMENTI DIDATTICI NECESSARI PER DIVENTARE UN PROFESSIONISTA
- MATURARE SEMPRE DI PIU' LA CAPACITA’ DI FERMARMI PER RIFLETTERE SU STRATEGIE E STRUMENTI PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI
- CONOSCERE IN MANIERA PIU’ APPROFONDITA LE DIVERSE PATOLOGIE
- FARE ESPERIENZE PRATICHE
IL MIO ALUNNO IDEALE NON E'
EGOISTA SLEALE POLEMICO SACCENTE DISINTERESSATO PERMALOSO NON COLLABORATIVO OFFENSIVO