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3V : Elisa Sarcina Elisa Dono Aurora Passeggio Valeria Nicotra Sofia Libernini

la lirica religiosa

Indice

1. Che cos'è la lirica religiosa 2. San Francesco d'Asssi 3.Cantico delle creature 4.L'ordine francescano 5. San Domenico 6. L'ordine domenicano 7. Giochi interattivi 8. Video 9. Link 10. Ringraziamenti

Che cos'è una lirica religiosa?

In origine la lauda era una sorta di cantilena in lasse monorime che cantava le lodi di Dio, della Vergine e dei santi, destinata a un pubblico popolare di illetterati (gli abitanti dei Comuni e i membri del ceto mercantile), cui il testo veniva recitato da attori girovaghi e improvvisati (i giullari) o anche da frati predicatori.

San Francesco d'Assisi

San Francesco d'Assisi

Francesco, nato con il nome Giovanni, nasce ad Assisi nell'inverno del 1182 da Pietro di Bernardone e Madonna Pica, una delle famiglie più agiate della città. Ricevette un’educazione laica e poté studiare il latino. A vent’anni partecipò alla guerra tra Perugia e Assisi e fu fatto prigioniero; tornò a casa gravemente malato ma appena fu guarito decise di andare nel sud Italia. Giunto a Spoleto ebbe un’apparizione del Signore, che gli ordinava di tornare indietro: fu questo l’inizio di una graduale conversione. Nel 1205 Francesco si rese conto di dover cambiare la propria vita e decise di vivere in solitudine per meditare e pregare. Nel 1219 si recò in Egitto, dove predicò davanti al Sultano, senza però risultati; poi si recò in Terra Santa sino al 1220Intorno al 1224 Francesco d’Assisi compose il Cantico delle Creature in cui il frate Sole viene lodato come fratello.

la predicazione

La predicazione di San Francesco si svolge in un periodo nel quale sono presenti movimenti religiosi che spesso, con le loro posizioni, venivano condannati dalla chiesa come eretici, tra questi: il movimento dei valdesi, i catari e i patarini.

la predicazione

La sua predicazione ha, sotto alcuni aspetti, punti in comune con questi movimenti: Francesco predica la povertà, la penitenza, prende il Vangelo come testo-guida del cristiano, anche il suo cristianesimo è ispirato alla purezza originaria. Ma a differenza degli altri movimenti non esprime un atteggiamento di rifiuto, come fanno gli eretici

La sua azione si muove da un impulso positivo, dalla volontà di offrire l'esempio di una vita vissuta cristianamente, come l'ha vissuta Gesù Cristo.Figlio di un ricco mercante, Francesco rinuncia a tutti beni, indossa il saio dei contadini e vive mendicando. La scelta di vivere in povertà ha in Francesco un valore positivo: non è una scelta contro la società, per rifiutarla o contestarla, ma una condizione che lo accomuna a coloro che non hanno nulla, che sono disprezzati dai potenti e dai ricchi, ma appunto per questo sono i prediletti di Cristo.

la predicazione

la predicazione

La predicazione di San Francesco si svolge in un periodo nel quale sono presenti movimenti religiosi che spesso, con le loro posizioni, venivano condannati dalla chiesa come eretici, tra questi: il movimento dei valdesi, i catari e i patarini.

la predicazione

La sua predicazione ha, sotto alcuni aspetti, punti in comune con questi movimenti: Francesco predica la povertà, la penitenza, prende il Vangelo come testo-guida del cristiano, anche il suo cristianesimo è ispirato alla purezza originaria. Ma a differenza degli altri movimenti non esprime un atteggiamento di rifiuto, come fanno gli eretici

La sua azione si muove da un impulso positivo, dalla volontà di offrire l'esempio di una vita vissuta cristianamente, come l'ha vissuta Gesù Cristo.Figlio di un ricco mercante, Francesco rinuncia a tutti beni, indossa il saio dei contadini e vive mendicando. La scelta di vivere in povertà ha in Francesco un valore positivo: non è una scelta contro la società, per rifiutarla o contestarla, ma una condizione che lo accomuna a coloro che non hanno nulla, che sono disprezzati dai potenti e dai ricchi, ma appunto per questo sono i prediletti di Cristo.

la predicazione

Nel suo 'Testamento' scritto poco prima di morire, Francesco annotò: “Nessuno mi insegnava quel che io dovevo fare; ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo il Santo Vangelo”. Per questo è considerato il più grande santo della fine del Medioevo; egli fu una figura sbocciata completamente dalla grazia e dalla sua interiorità, non spiegabile per niente con l'ambiente spirituale da cui proveniva.

Nel Testamento e nel Cantico delle creature esprimeva il suo amore alla Madonna e il legame d’amore che univa tutte le creature tra loro e con l’uomo, quasi un abbraccio cosmico per dare gloria a Dio.

Muore all’età di 44 anni la sera del 3 ottobre 1226. Il 16 luglio 1228 papa Gregorio IX, alla presenza della madre Pica e di altri parenti, del vescovo di Assisi che lo aveva accolto, nudo, sotto il suo mantello, lo iscriveva nell’albo dei santi. A lui si ispirano diverse famiglie religiose maschili e femminili che da lui prendono il nome. Pio XII, nel 1939, lo ha proclamato patrono d’Italia.

Cantico delle creature

1224-1226

- Scritto in volgare Umbro con influssi Toscani e Francesi

- Genere della canzone

- Lodea Dio insieme atutte lecose che ha creato: quattro elenti naturali- Latinismi- Riferimenti culturali- Simbologia e allegoria-A dio sono indicati 3 aggettivi, simbolo della trinità- 33 versi- Anafora e la personificazione

L'ordine francescano

Francesco D'Assisi non fondò solamente un ordine di frati, ma ben tre ordini, riconosciuti dalla Chiesa cattolica, ed esistenti tutt'oggi. L'insieme di tutte le persone che appartengono a questi tre ordini vieni chiamata Famiglia Francescana.

Il primo ordine fondato da Francesco, è quello dei Frati Minori, a cui anche lui apparteneva. Questo unico ordine di frati è composto perciò dai Frati Francescani, persone che professano la regola francescana(con i voti di castità, povertà e obbedienza) e vivono in fraternità, nel servizio di Dio, della Chiesa e degli uomini e donne di ogni tempo e paese.

Ad oggi sono tre i rami che compongono questo primo ordine:

  • Frati minori conventuali;
  • Frati minori "sempliciter dicti";
  • Frati minori cappuccini(detti anche frati minori "della vita eremitica").
Come si vede questi tre rami sono detti tutti "frati minori", perchè insieme costituiscono il primo ordine francescano e seguono la medesima regola.

IIl secondo ordine è quello delle Clarisse:nel 1212 Francesco accoglie Chiara, donandole una prima forma di vita. Ben presto, dopo alcune difficili vicissitudini inziali, Chiara si stabilisce presso la chiesa di san Damiano e arrivano le prime sorelle: nasce così la fraternità delle “Povere dame di san Damiano“. Alla morte di santa Chiara esse cominceranno ad essere conosciute come “Clarisse”.

Per le discepole di santa Chiara la storia ha riservato un percorso articolato e complesso. Ad oggi perciò i monasteri delle clarisse sono raccolti attorno a diverse “obbedienze” (cioè si riconoscono in diverse regole che vennero redatte lungo il XIII secolo e sono assistite da rami diversi del Primo Ordine):

  • le “Damianite”, dette anche “povere dame” o semplicemente Clarisse: seguono la Regola approvata da papa Innocenzo IV nel 1253 (sono normalmente assistite dai frati minori “osservanti”);
  • le Clarisse Urbaniste: adottano la Regola scritta da papa Urbano IV nel 1263 (sono normalmente assistite dai frati minori conventuali);
  • le Clarisse Colettine: assistite dai frati minori “osservanti”;
  • le Clarisse Cappuccine: furono fondate a Napoli nel 1535 da Maria Lorenza Longo, la quale si ispirò alla riforma dei Cappuccini (sono normalmente assistite dai frati minori cappuccini).

Questo Secondo Ordine è formato perciò da monache di clausura, che riconoscono in san Francesco e santa Chiara i loro fondatori.

Francesco fondò infine anche un Terzo Ordine, per tutte quelle persone che già al suo tempo volevano seguire il suo esempio, pur non entrando in un convento o monastero, ma vivendo da laici, in famiglia. Nacque così il terz’Ordine francescano, i cui componenti sono detti “terziari”.

Talvolta gruppi di laici e laiche cominciavano a vivere in fraternità fra loro, e furono così fondati vari istituti di vita consacrata all’interno della più ampia famiglia dei terziari.

Per questi motivi oggi il Terzo Ordine Francescano è composto da:

  • l’Ordine Francescano Secolare: è composto da fraternità di laici che vivono ciascuno la propria vita secolare (da sposati, in famiglia, nel lavoro, ecc…); hanno una propria regola, che professano proprio come per gli altri consacrati;
  • la Gioventù Francescana: gruppi di giovani che vivono il loro essere francescani nel mondo di oggi, sul posto di lavoro o nello studio;
  • altri gruppi di laici che si rifanno in maniera ufficiale all’esperienza francescana;
  • il Terzo Ordine Regolare: si tratta di frati ma che professano la regola del Terzo Ordine, perché sono nati da gruppi di laici maschi che hanno iniziato a vivere in fraternità, in una vita di consacrazione totale;
  • vari istituti francescani femminili di vita attiva: le suore francescane di vita attiva che fanno parte di innumerevoli istituti di vita consacrata che si rifanno tutti all’esperienza dei terziari francescani;

San Domenico

San Domenico nasce a Calaroga l’8 agosto 1170, da una famiglia agiata e probabilmente nobile; più esattamente da Felice di Guzmán e Giovanna d’Aza.

Riceve l’educazione in famiglia, dallo zio Gonzalo de Aza, per poi essere inviato all’età di 14 anni, a Palencia. Qui viene a contatto con le miserie causate dalle continue guerre, dalla carestia e già impressiona la comunità locale per le sue attenzioni caritatevoli. Termina gli studi all’età di 24 anni e segue la sua vocazione, entrando tra i canonici regolari della cattedrale di Osma.

Qui venne consacrato sacerdote dal vescovo Martino di Bazan, che stava riformando il capitolo secondo la regola agostiniana, con l'aiuto di Diego d'Acebo, che fu eletto vescovo nel 1201, e nominò Domenico sottopriore.In seguito, scesero a Roma e chiesero a Innocenzo III di potersi dedicare all'evangelizzazione dei pagani. Ma papa Innocenzo orientò il loro zelo missionario verso la predicazione nella Francia meridionale.

La Linguadoca

San Domenico rimase in Linguadoca a Prouille, come missionario, per dieci anni collaborando col vescovo di Tolosa, Folchetto di Marsiglia. cercò sempre di convertire gli eretici con semplici riconciliazioni. San Domenico si convinse che bisognava anche dare l'esempio e vivere in umiltà e povertà come gli albigesi, e pian piano maturò anche l'idea di un ordine religioso.

Iniziò con l'istituzione di una comunità femminile che accoglieva donne che avevano abbandonato il catarismo, e questa comunità di religiose domenicane esiste ancora oggi. A Domenico si avvicinavano anche uomini, ma questi resistevano poco al rigoroso stile di vita da lui preteso. Alla fine riuscì a riunire un certo numero di uomini idonei e motivati che condividevano i suoi stessi ideali, istituendo un primo nucleo stabile e organizzato di predicatori.

Il rosario

Secondo la tradizione, nel 1212 Domenico, durante la sua permanenza a Tolosa, ebbe una visione della Vergine Maria e la consegna del rosario, come richiesta a una sua preghiera per combattere l'eresia albigese senza violenza e da allora il rosario sarebbe diventato la preghiera più diffusa per combattere le eresie e nel tempo una delle più tradizionali preghiere cattoliche. Il Rosario in quanto tale sarà strutturato tempo dopo da un omonimo, Domenico di Prussia, sulla base di una preghiera utilizzata nel cattolicesimo intorno all'anno 800. Nei monasteri era consuetudine recitare i 150 salmi nella Liturgia delle Ore, ma ai fedeli che non erano sacerdoti o monaci, non sapendo leggere, veniva loro insegnata una pratica più semplice: recitare 150 Ave Maria.

L'ordine domenicano

Il fondatore dell'ordine domenicano è Domenico Guzman che nel 1200 , attraverso il ministero della predicazione , ha cercato di diffondere e difendere le verità della fede cattolica.

I Domenicani vivono in comunità fraterne, praticano la povertà, studiano e contemplano la Verità che libera e purifica, si consacrano a Dio per la missione della "predicazione della Parola di Dio, annunciando per il mondo intero il nome di Gesù Cristo"

Chi sono e come vivono ?

I Domenicani vivevamo e vivino in comunità fraterne, praticano la povertà, studiano e contemplano la Verità che libera e purifica, consacrandosi a Dio per la missione della "predicazione della Parola di Dio, annunciando per il mondo intero il nome di Gesù Cristo"

VIVERE: attraverso la vita fraterna in comunità la Parola di Dio veniva vivificata.

ASCOLTARE: incessantemente la Parola di Dio contenuta nella Scrittura

STUDIARE: per riflettere sulla multiforme sapienza di Dio

CONTEMPLARE: Dio e la Sua Verità operante nella storia dell'umanità

CELEBRARE: la Parola rivelata "solennemente e in comune" soprattutto nella celebrazione eucaristica quotidiana.

PREDICARE: come ragion d'essere del proprio esistere in tutto il mondo il nome del Signore nostro Gesù Cristo

La vita comune

La Preghiera:veniva e viene eseguida dai frati che seguono l’esempio di San Domenico il quale, in casa o in viaggio, di giorno o di notte, era assiduo al divino ufficio e all’orazione e con grande devozione celebrava i misteri divini

La Preghiera:veniva e viene eseguida dai frati che seguono l’esempio di San Domenico il quale, in casa o in viaggio, di giorno o di notte, era assiduo al divino ufficio e all’orazione e con grande devozione celebrava i misteri divini

Lo StudioIl nostro studio non è una grazia per intellettuali, né la ricerca dell’erudizione per se stessa. Per volontà espressa e innovatrice di S. Domenico, lo studio è stato incluso nei propositi dell’Ordine per preparare al servizio dottrinale nella Chiesa e al ministero della salvezza del prossimo

La PredicazioneTutto ciò che precede è in qualche maniera predicazione. La predicazione nel suo senso abituale è propriamente l’atto di predicare. La predicazione nella Chiesa è una funzione di insegnamento dei vescovi; essa viene identificata come un ufficio profetico perché la sua missione è quella di annunciare dappertutto il vangelo mediante la parola e l’esempio

Lo StudioIl nostro studio non è una grazia per intellettuali, né la ricerca dell’erudizione per se stessa. Per volontà espressa e innovatrice di S. Domenico, lo studio è stato incluso nei propositi dell’Ordine per preparare al servizio dottrinale nella Chiesa e al ministero della salvezza del prossimo

La PredicazioneTutto ciò che precede è in qualche maniera predicazione. La predicazione nel suo senso abituale è propriamente l’atto di predicare. La predicazione nella Chiesa è una funzione di insegnamento dei vescovi; essa viene identificata come un ufficio profetico perché la sua missione è quella di annunciare dappertutto il vangelo mediante la parola e l’esempio

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