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CARME 11 CATULLO
Vale 0
Created on November 21, 2023
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Transcript
Come un fiore reciso
Carme II di Catullo
Il "congedo d'amore"
Carme II
-Il testo
-La traduzione letterale
-Alcune considerazioni
-Le figure retoriche
-Cronologia e divisione della lirica
-La mia traduzione
Il testo
Furi et Aureli comites Catulli,sive in extremos penetrabit Indos, litus ut longe resonante Eoa tunditur unda, sive in Hyrcanos Arabesve molles, seu Sagas sagittiferosve Parthos, sive quae septemgeminus colorat aequora Nilus, sive trans altas gradietur Alpes, Caesaris visens monimenta magni, Gallicum Rhenum horribile aequor ulti- mosque Britannos,
Il testo
omnia haec, quaecumque feret voluntascaelitum, temptare simul parati,pauca nuntiate meae puellaenon bona dicta.Cum suis vivat valeatque moechis,quos simul complexa tenet trecentos,nullum amans vere, sed identidem omniumilia rumpens;nec meum respectet, ut ante, amorem,qui illius culpa cecidit velut pratiultimi flos, praetereunte postquamtactus aratro est.
La traduzione
Furio e Aurelio, compagni di Catullo, sia se giungerà tra i lontani Indiani, dove la costa è colpita dall’onda dell’aurora risonante da lontano, sia se (...) tra gli Ircani o gli Arabi molli, sia se (...) tra i Sagi o i Parti portatori di frecce, sia se (...) nelle acque che il Nilo colora dalle sette bocche, sia se (...) oltre le alte Alpi, per vedere i ricordi del grande Cesare, il Reno dei Galli e i Britanni terribili e più remoti,
La traduzione
che (siete) preparati ad affrontare insieme tutte queste cose, e qualunque cosa porti la volontà dei celesti, riferite voi alla mia fanciulla poche parole non gentili. Viva e stia bene con i suoi trecento amanti, di cui ne tiene trecento insieme abbracciati, non amandone nessuno veramente, ma allo stesso tempo rompendo continuamente i fianchi di tutti; e non guardi, come prima, al mio amore, il quale per colpa di quella cadde come un fiore del confine del prato, dopo che è stato toccato dall’aratro che passa oltre.
Alcune considerazioni
Il carme è l'undicesimo del Liber e appartiene dunque alle nugae; la metrica ne evidenzia il carattere straordinario, la strofe saffica, impiegata nel carme LI per esprimere la passione, rivela nel carme II il degrado morale della puella amata e odiata; racconta inoltre con ironica enfasi di un'amicizia “globale” nel suo viaggio ai confini del mondo conosciuto. Il carme termina con la brevità di un messaggio che i non bona dicta riferiscono attraverso immagini forti, un insieme di corpi legati a quello di Lesbia, che tuttavia non sarà mai appagata, poiché l’unico amore vero è ormai stato reciso come un fiore.
La cronologia e la divisione
Il riferimento alle imprese di Cesare (estate-autunno del 55 a. C.) permette di fissare la data di composizione del carme verso l'estate del 54 a. C.Dal primo verso inizia un lungo periodo ipotetico che termina solo al verso 14; al verso 15 c'è un distacco dalla prima parte, sono descritte immagini forti che nascondono di fatto la sofferenza del poeta; infime gli ultimi versi racchiudono la metafora con cui descrive il suo amore non corrisposto. Il tono passa dall'epico della lunga apostrofe iniziale, al volgare delle espressioni per Clodia, alla delicatezza del paragone finale.
Le figure retoriche
V. 3: ‘litus ut’, anastrofe; il valore di luogo, su modello greco, è un possibile conio neoterico.V. 4: ‘tunditur unda’, onomatopea e allitterazione, singolare inteso come collettivo. V. 5 - V. 6: allitterazione e chiasmo. V. 7: 'septemgeminus': creazione catulliana. V. 10: ipallage. V. 15: 'pauca', intonazione ironica. V. 16: 'non bona', litote; vocabolo dal linguaggio sacrale, dà solennità al messaggio. V. 17: 'vivat valeatque', formula di congedo, allitterazione e omoteleuto, tono di invettiva, evidente dal grecismo 'moechis' (=adulteri), tipico della commedia.
Le figure retoriche
V. 18: 'trecentos', iperbole; 'quos' è oggetto sia di 'complexa' sia di 'tenet', rimarcando l'unione di corpi.V. 21: 'respectet', al significato visuale si può aggiungere quello di 'aspettare', il poeta non può più amarla come prima. Catullo contrappone questa delicatezza alle forti immagini precedenti e, cambiando tono, preannuncia il finale del carme. V. 22: 'cecidit', anticipa la similitudine del fiore, di derivazione saffica. V. 23: 'praetereunte postquam', onomatopea e allitterazione. V. 24: 'tactus aratro est', il tocco è lieve, ma fatale, sottolinea la delicatezza della scena.
La mia traduzione
O Furio e Aurelio, miei compagni nel viaggio per la lontana India, dove le onde del mare orientale battono contro la costa con un’eco che risuona da lontano, o tra gli Ircani e gli Arabi curati, o tra gli Sciti e i Parti arcieri, o nel mare le cui acque somo intorpidite dalle sette foci del Nilo, o oltre le Alpi, per vedere le grandi vittorie di Cesare, il Reno dei Galli e il confine dei Britanni spaventosi,
La mia traduzione
proprio voi che affrontereste con me tutto questo e qualunque altra cosa mandata dagli dei, portate alla mia donna queste poche ma amare parole: viva piacevolmente con i suoi amanti, legandone a sé trecento insieme e non amandone nessuno realmente, ma sfiancandoli tutti. E ora non si aspetti più, cercandolo, il mio amore, come ha fatto prima, questo è morto per colpa sua, come un fiore al margine del prato reciso da un aratro che lo oltrepassa.