Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
HISTORY PRESENTATION III
ChristianPioIngino
Created on November 19, 2023
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
View
Vaporwave presentation
View
Animated Sketch Presentation
View
Memories Presentation
View
Pechakucha Presentation
View
Decades Presentation
View
Color and Shapes Presentation
View
Historical Presentation
Transcript
Oralità e scrittura nell' antica roma
Nuove esigenze
Il ruolo dell'oralità
Tuttavia con il tempo non tardò a manifestarsi la necessità di sperimentare mezzi adeguati per informare il popolo sulle pubbliche deliberazioni e di conservare traccia scritta delle convenzioni stipulate con popoli stranieri.
L'oralità ha costituito, nella Roma monarchica e nelle prime fasi dell'età repubblicana, la forma prevalente di comunicazione e conservazione del ricordo di fatti o avvenimenti, pubblici o privati, particolarmente significativi.
Gli usi della scrittura
Il mos maiorum
Ci fu così un graduale passaggio dalla fase caratterizzata dall'oralita alla redazione di documenti scritti. La scrittura tuttavia veniva utilizzata , quantomeno inizialmente, per scopi pratici come dediche di oggetti o per leggi e regolamenti .
La cultura in generale veniva trasmessa oralmente di padre in figlio all'interno della gens e l'insieme dei contenuti del patrimonio culturale romano era definito con il termine di "mos maiorum" ossia "modo di vita secondo il modello approvato dagli antenati".
- il cippo del foro
Il Cippo del Foro è la più antica iscrizione monumentale latina, incisa sulle quattro facce di un cippo di tufo, mutilo nella parte superiore. Fu rinvenuto nel 1899 nel Foro Romano, al di sotto di una pavimentazione quadrangolare di marmo nero, che è da identificare con il lapis niger che, secondo gli autori antichi, indicava un luogo funesto, collegato con la morte di Romolo.
Lapis niger ( 80-70 a.C )
2. il cippo del foro iscrizione
quoi hoi......sakros es ed sorm..
...ia . ias regci ic ... ... evam quos ri ...
L'inizio sembra essere una formula di maledizione contro chi avesse violato il santuario: quoi hon(ke...) sakros esed può essere interpretato come qui hunc locum violaverit sacer erit. La menzione di un calator, cioè di un araldo al servizio dei sacerdoti, e l'espressione iumenta capere, hanno fatto pensare ad un avviso che invitasse i passanti ad essere pronti a sciogliere gli animali aggiogati, quando l'araldo l'avesse ordinato: era infatti di cattivo auspicio per un augure incontrare una coppia di buoi aggiogati.
...m kalato-rem hai ... ... o iod iouxmen ta kapia dotav
10
m ite ria... m quoi ha- velod nequ... ...odiovestod
15
La scrittura è bustrofedica, in alfabeto arcaico, che lascia intravvedere la derivazione greco-etrusca (C per G, P per R).
- pietra di satrico descrizione
Questa pietra oblunga, rinvenuta a Satricum (Borgo Le Ferriere), la seconda città per grandezza del Latium vetus, riporta un’iscrizione datata tra la fine del VI e gli inizi del V secolo a.C. È la base di un donario reimpiegato in posizione non facilmente visibile, come blocco nelle fondamenta del tempio dedicato alla Mater Matuta, dea dell’aurora e protettrice delle nascite, costruito pochi anni dopo, forse a testimonianza del cambiamento politico avvenuto in un’epoca di grandi tumulti.
2. pietra di satrico iscrizione
IEI STETERAI POPLIOSIO VALESIOSIO / SUODALES MAMARTEI ovvero: “… posero di Publio Valerio / i compagni a Marte” oppure “I compagni di Publio Valerio donarono a Marte”.
Satricum , le Ferriere (Latina)
3. PIETRA DI SATRICO PUBLIO VALERIO
Publio Valerio Publicola fu uno dei primissimi consoli della Roma repubblicana, eletto quattro volte. Egli apparteneva ad una delle più nobili case romane ed era un discendente del sabino Voluso, che si era insediato a Roma con Tito Tazio, il re dei Sabini, e che era il capostipite della gens Valeria.
Publio Valerio Publicola
- vaso di dueno
Le Iscrizioni di Dueno sono fra le attestazioni più antiche di un testo in latino arcaico che siano conosciute, dopo quelle del lapis niger e della fibula prenestina. Le iscrizioni sono datate 600 a.C. e sono state scoperte da Heinrich Dressel nel 1880 sul Quirinale scritte sul lato esterno di un kernos che oggi si trova presso i Musei statali di Berlino.
2.1 vaso di dueno ISCRIZIONE
IOVE|SATDEIVOSQOIMEDMITATNEITEDENDOCOSMISVIRCOSIED/ ASTEDNOISIOPETOITESIAIPACARIVOIS / DVENOSMEDFECEDENMANOMEINOMDVENOINEMEDMALOSTATO
Musei statali di Berlino
2.2 vaso di dueno ISCRIZIONE
Chi mi invia prega gli dèi che nessuna vergine ti sia compagna. se non vuoi essere soddisfatto per opera di Toteria. Un buono mi fece, e per causa mia nelle mani di quel buono non torni il male.
Musei statali di Berlino
3.1 VASO DI DUENO ANALISI
Il vaso di Dueno appartiene alla categoria dei cosiddetti "oggetti parlanti" di tradizione etrusca: nel mondo latino arcaico era diffusa usanza incidere sugli oggetti artigianali una frase in prima persona, attraverso la quale l'oggetto stesso sembrava spiegare le sue caratteristiche oppure il nome del committente o della persona cui veniva regalato. Il vaso di Dueno era stato probabilmente fatto fare da una donna per un amante che l'aveva rifiutata; al tempo stesso, l'artigiano che l'aveva realizzato vuole prendere le distanze dall'anatema, e lo scrive chiaramente nella terza frase.
Vaso di Dueno ( 600 a. C. )
3.2 VASO DI DUENO ANALISI
La scritta incisa sui vasi di Dueno reca delle forme alfabetiche arcaiche, che risentono ancora di influenze greche ed etrusche. A differenza di altri esempi di latino arcaico, come la scritta sulla Fibula prenestina, le tre scritte non hanno segni di punteggiatura, e alcune lettere sono tratteggiate in forme peculiari: La lettera M è incisa con l'aggiunta di un quinto tratto finale; la F ha un terzo tratto orizzontale; Il tratto dritto della Q è verticale e non diagonale; La P e la R sono quasi identiche: l'unica differenza tra le due è che il tratto ricurvo della P non si congiunge in basso con l'asta verticale.
Vaso di Dueno ( 600 a. C. )
1. FIBULA PRAENESTINA descrizione
La fibula prenestina è una spilla in oro della metà del VII secolo a.C., ritrovata a Palestrina (l'antica Praeneste, Preneste), che reca un'iscrizione in latino arcaico considerata il più antico documento scritto in lingua latina. L'autenticità dell'iscrizione è stata a lungo oggetto di dibattito - in particolare, a partire dalla seconda metà del XX secolo – fino al 2011, quando è stata accertata – tramite analisi con microscopio elettronico a scansione e microsonda elettronica – la corrispondenza delle tecniche di fabbricazione del monile con quelle di realizzazione della scritta e con l'età ipotizzata dagli archeologi.
2. FIBULA PRAENESTINA iscrizione
"Manios med fhefhaked Numasioi", in latino classico ‘Manius me fecit Numerio' ovvero ‘Manio mi fece per Numerio'
Museo "Luigi Pigorini"(Roma)
3. FIBULA PRAENESTINA analisi
Gli argomenti linguistici a favore dell'antichità dell'iscrizione sono i seguenti: la redazione da destra a sinistra; la scrittura arcaica della consonante latina f per mezzo di ϜH; la morfologia arcaica, con il nominativo in –os, il dativo in –oi, il pronome personale di prima persona all'accusativo med, il verbo al perfetto nella forma con raddoppiamento: fhe fhaked; l'assenza in NumaSioi di "rotacismo", cioè della trasformazione di -S- intervocalico in -R-; l'assenza di "indebolimento" delle vocali nelle sillabe successive alla prima (in NumAsioi, A non muta in E).
Fibula prenestina (VII sec. a.C)
1. cista ficoroni descrizione
La Cista Ficoroni è un cofanetto portagioielli di rame. Di forma cilindrica, è il migliore reperto conosciuto di cista etrusco-italica per dimensioni, qualità, ricchezza decorativa e stato di conservazione.È decorata da finissime incisioni sul corpo e sul coperchio. Tre statuette in bronzo decorano la cima del coperchio e hanno la funzione di manico. Le incisioni sul corpo si dispongono su una grande fascia centrale, con figure mitologiche. In generale la data di realizzazione della cista viene avvicinata al 340.
Cista Ficoroni ( 340 a.C. )
1. cippus abellanus descrizione
II Cippo abellano, noto anche in lingua latina come Cippus abellanus, è una lapide realizzata in pietra calcarea contenente iscrizioni in lingua osca, una lingua indoeuropea appartenente alla famiglia osco-umbra, risalente alla prima metà del Il secolo a.C. Fu ritrovato nel territorio dell'antica città sannita di Abella (da cui il nome) e dal 1745 è custodito nel seminario arcivescovile di Nola.
2. cippus abellanus descrizione
Uno dei nodi più difficili da sciogliere nel testo ha da sempre riguardato la localizzazione del confine di cui esso tratta ed è incentrato sull'hapax, una forma linguistica presente una sola volta in un testo, "slaagid-slagím" presente nel Cippo. Le difficoltà sono state segnalate da tutti gli autorevoli studiosi che si sono occupati della sua traduzione, ma si è giunti alla soluzione plausibile di rendere il termine con "Schiava"
1. tavole eugubine descrizione
Le Tavole eugubine (Tabula, Iguvina) sono sette tavole bronzee rinvenute nel XV secolo nel territorio dell'antica Gubbio. Sulle tavole è iscritto un testo in umbro, relativo a complessi cerimoniali di lustrazione (purificazione) ed espiazione (della pena) della città.Cinque delle sette tavole sono scritte su entrambe le facce, mentre due (la terza e la quarta) sono scritte su un'unica faccia, per un totale di dodici facce. Il testo è redatto in lingua umbra e in alfabeto latino e umbro. .
Tavole Eugubine ( II/III sec )
graziedell'attenzione!
christian pio ingino , manuel rizzo e mattia caiazzo
Got an idea?
Let the communication flow!
With Genially templates, you can include visual resources to wow your audience. You can also highlight a particular sentence or piece of information so that it sticks in your audience’s minds, or even embed external content to surprise them: Whatever you like! Do you need more reasons to create dynamic content? No problem! 90% of the information we assimilate is received through sight and, what’s more, we retain 42% more information when the content moves.
- Generate experiences with your content.
- It’s got the Wow effect. Very Wow.
- Make sure your audience remembers the message.
Got an idea?
Let the communication flow!
With Genially templates, you can include visual resources to wow your audience. You can also highlight a particular sentence or piece of information so that it sticks in your audience’s minds, or even embed external content to surprise them: Whatever you like! Do you need more reasons to create dynamic content? No problem! 90% of the information we assimilate is received through sight and, what’s more, we retain 42% more information when the content moves.
- Generate experiences with your content.
- It’s got the Wow effect. Very Wow.
- Make sure your audience remembers the message.
Annales Maximi
Annales maximi (Annali massimi): nell'antichità romana, raccolta di notizie annalistiche desunte dagli archivi del pontefice massimo, che fu pubblicata, in 80 libri, probabilmente dal pontefice Publio Muzio Scevola alla fine del 2° sec. a.C. Ne rimangono scarsissimi frammenti. Non è certo se essi fossero la trascrizione, con interpolazioni, delle tabulae dealbatae che ogni anno il pontefice esponeva nella Regia e nelle quali erano registrati i nomi dei magistrati e gli avvenimenti più importanti, o piuttosto fossero la trascrizione dei protocolli pontificali dei quali le tabulae non sarebbero che riassunti.