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Giacomo Leopardi - L'infinito
Brinafico Marco
Created on November 18, 2023
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Transcript
L'infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quïete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare.
Questo colle solitario e questa siepe,che impedisce allo sguardo di vedere gran parte dell'orizzonte, mi sono sempre stati cari. Ma mente siedo e osservo, io mi immagino spazi infiniti al di là di quella e silenzi sovraumani e una pace profondissima, che per poco il mio cuore non si smarrisce. E non appena sento il vento frusciare tra questi alberi, io paragono quel silenzio infinito a questo rumore: e mi vengono in mente l'eternità, gli anni passati e il tempo presente pieno di vita e il frastuono dei suoi eventi. Così il mio pensiero sprofonda in questa immensità: e l'abbandonarmi a questo mare d'infinito è per me dolce.
Il sabato del villaggio
La donzelletta vine da la campagna col suo fascio dell'erba in sul calar del sole; e reca in mano un mazzolin di rose e di viole, onde, come suole, ella si appresa (a) ornare il petto e il crine, dimani, al dì di festa. La vecchiarella siede su la scala a filar con le vicine incontro là dove il giorno si perde; e vien novellando del suo buon tempo, quando ella si ornava ai dì de la festa, ed ancora sana e snella, la sera solea danzar intra di quei ch'ebbe compagni de l'età più bella. Già tutta l'aria imbruna, il sereno torna azzurro, e l'ombre tornano gù da' colli e da' tetti, al binacheggiar della recente luna.
La donzelletta vien da la campagna, in sul calar del sole, col suo fascio de l’erba; e reca in mano un mazzolin di rose e di viole, onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani, al dì di festa, il petto e il crine. Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella, incontro là dove si perde il giorno; e novellando vien del suo buon tempo, quando ai dì de la festa ella si ornava, ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei ch’ebbe compagni de l’età più bella. Già tutta l’aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre giù da’ colli e da’ tetti, al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli, gridando su la piazzuola in frotta, fanno un lieto rumore saltando e qua e là. e intanto il zappatore riede alla sua mensa parca, fischiando, e pensa seco al dì del suo riposo. Poi quando intorno ogni altra face è spenta, e tutto l'altro tace, odi il martel picchiare, odi la sega del legnaiuol, che veglia alla lucerna nella chiusa bottega, e s'affretta, e s'adopra di fornire l'opra anzi il chiarir dell'alba.
Or la squilla dà segnodella festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo. Poi quando intorno è spenta ogni altra face, e tutto l'altro tace, odi il martel picchiare, odi la sega del legnaiuol, che veglia nella chiusa bottega alla lucerna, e s'affretta, e s'adopra di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.
Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e gioia: diman l'ore recheran tristezza e noia, e ciascuno in suo pensier farà ritorno al travaglio usato. Garzoncello scherzoso, cotesta età fiorita è come un giorno pieno d'allegrezza, giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, cotesta è stagion lieta. Non vo' dirti altro; ma non ti sia grave a venir la tua festa ch'anco tardi.
Questo di sette è il più gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno. Garzoncello scherzoso, cotesta età fiorita è come un giorno d'allegrezza pieno, giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio; stato soave, stagion lieta è cotesta. Altro dirti non vo'; ma la tua festa ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
Espandere la sintassi
Se gli enjambement espandono lo spazio visivo della poesia, rompendo i versi, la ripetizione della congiunzione coordinante e espande lo spazio della sintassi.
Espandere i suoni
La ripetizione di gruppi consonantici formati da nasale (n/m) + altra consonante dilatano ulteriormente la poesia sul piano fonico, ovvero del suono.
Che cos'è?
Si tratta di una canzone di quattro strofe di versi endecasillabi e settenari sciolti, cioè non legati a una struttura metrica precisa.
- Il poeta descrive una scena di vita paesana durante il sabato sera.
- Il sabato è metafora delle speranze che l'uomo nutre per la felicità, la quale non viene raggiunta come, invece, si era tanto sperato.
- Il messaggio della poesia viene isolato ai v.v. 43-51, in cui il poeta si rivolge al "garzoncello scherzoso", invitandolo a godere della giovinezza, periodo felice della vita di un uomo.
Il dato fonico
Lungo tutta la poesia è importante l'allitterazione della consonante linquida /l/, spesso raddoppiata. E' una lettera di allegria, che comunica un senso di esultanza e di liberazione. Non a caso, è presente nel termine "alleluia".
Qui si riconosce il grande valore che Leopardi dava all'immaginazione.Così Leopardi scriveva nello Zibaldone a proposito dell'immaginazione:
«Il piacere infinito, che non si può trovare nella realtà, si trova così nell’immaginazione, dalla quale derivano la speranza, le illusioni ecc. Perciò non è meraviglia [...] che la felicità umana non possa consistere se non nella immaginazione e nelle illusioni»
E ancora:
«All’uomo sensibile e immaginoso, che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo e immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi. Egli vedrà cogli occhi una torre, una campagna; udrà cogli orecchi un suono d’una campana; e nel tempo stesso coll’immaginazione vedrà un’altra torre, un’altra campagna, udrà un altro suono. In questo secondo genere di obietti sta tutto il bello e il piacevole delle cose. Trista quella vita (ed è pur tale la vita comunemente) che non vede, non ode, non sente se non che oggetti semplici, quelli soli di cui gli occhi, gli orecchi, e gli altri sentimenti ricevono la sensazione»
I suoni del sabato
In questa seconda strofa grande importanza viene affidata al dato sonoro. Nei versi sono moltissimi i termini e le immagini che rievocano un suono.
Il valore degli enjambements
Come si può vedere da altri poeti precedenti, gli enjambements spesso intendono significare qualcosa.In questo caso, rompendo il verso, l'enjambement crea spaesamento nell'occhio del lettore, che rischia di perdersi nella lettura, proprio come Leopardi si perde nell'idea di infinito. Inoltre, la rottura del verso dilata lo spazio della poesia.
L'uso dei dimostrativi
L'utilizzo dei pronomi e degli aggettivi dimostrativi non è casuale:
- Uso di questo/a/e: pronome/aggettivo dimostrativo che allude a uno spazio vicino, cioè concreto e reale;
- Uso di quello/a: pronome/aggettivo dimostrativo che allude a uno spazio lontano dall'esperienza dell'uomo.
Parafrasi della poesia
Questo, dei sette giorni della settiman, è il giorno più gradito,pieno di speranza e di gioia: domani il tempo porteranno la tristezza e la noia, e ciascuno, con il pensiero, tornerà alla fatica quotidiana. Ragazzo spensierato, questa giovinezza è come un giorno pieno d'allegria, giorno luminoso e sereno, che viene prima della tua vita adulta. Sii felice, ragazzo mio: questa che vivi oggi è una condizione beata, una stagione lieta. Non voglio dirti altro; ma non ti dispiaccia che l'età adulta tardi ad arrivare.
Che cos'è?
Si tratta di una lirica composta di versi endecasillabi sciolti, cioè non legati a una struttura metrica precisa. Fa parte di una raccolta chiamata Idilli, cioè piccoli quadretti che mostrano scene di vita campestre.
- Il poeta sale su una collinetta di Recanati, il monte Tabor. Una siepe gli impedisce di vedere l'orizzonte.
- L'ostacolo consente a Leopardi di fantasticare con la fantasia: oltre la siepe potrebbe esserci un'infinità di spazi che, per un momento, angoscia il poeta.
- Leopardi si abbandona a questa idea di immensità.
Parafrasi della poesia
La giovane fanciulla ritorna dalla campagnacon il suo fascio d'erba,mentre il sole tramonta; e porta in mano un mazzo di rose e di viole, con il quale, come è solita, si prepara ad adornare il petto e i capelli, domani, nel giorno di festa. La vecchietta siede sulla scala della chiesa con le amiche vicine, rivolta verso il tramonto, e finisce per raccontare della sua giovinezza, di quando, nei giorni di festa, si faceva bella, e, ancora in forze e snella, era solita danzare tra i suoi giovani coetnaei. Ormai tutta l'aria si fa scura, il cielo torna azzurro e le ombre della sera scendono giù dai colli e dai tetti, mentre la luna appena sorta risplende nel suo biancore.
Parafrasi della poesia
Ora la campana annuncia il giorno di festa che sta per arrivare; e, a sentire quel suono, diresti che il cuore prova conforto. I fanciulli, gridando tutti insieme sulla piazzetta, fanno un rumore allegro, saltando di qua e di là: e intanto lo zappatore, fischiando, torna alla sua povera cena, pensando tra sé al giorno in cui si riposerà. Poi quando tutt'intorno è spenta qualunque luce e c'è silenzio, puoi udire il martello picchiare, la sega del falegname, che aspetta alla luce della bottega chiusa, e si dà da fare in tutti i modi per terminare il lavoro prima dell'alba.
Il lessico negativo e il lessico superlativo
All'interno del componimento vi sono termini che sono utili ad allontanare certi concetti dal campo dell'esperienza umana:
- Lessico negativo:
- interminati: senza termine
- infinito: senza fine
- immensità: senza misura
- Lessico superlativo:
- sovrumani: va oltre ciò che l'uomo può capire
- profondissima: va oltre l'idea di profondità
Riordino la poesia
Questo colle ermo e questa siepe,che esclude il guardo da tanta parte dell'ultimo orizzonte, mi fu sempre caro. Ma sedendo e mirando spazi interminati di là da quella, e silenzi sovrumani, e quiete profondissima, io mi fingo nel pensier, ove per poco il cor non si spaura. E come odo il vento stormir tra queste piante, io vo comparando quello silenzio infinito a questa voce: e mi sovvien l'eterno e le stagioni morte e la presente e viva, e il suon di lei. Così il pensier mio s'annega tra questa immensità: e il naufragar in questo mare m'è dolce.
Giovinezza e vecchiaia
I primi due personaggi della poesia sono una giovane ragazza e una vecchia signora. Per Leopardi esse rappresentano rispettivamente la giovinezza e la vecchiaia.La fanciulla, infatti, ha il pensiero su come fasi bella, vestendosi e pettinandosi, in occasione della domenica, giorno festivo. La vecchietta, invece, ha ben altri pensieri. Ormai non le resta che ricordare quel passato, in cui anch'essa, proprio come la giovane ragazza, occupava il tempo a farsi bella e a ballare con i coetanei.