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caesar
Angela Barone
Created on November 17, 2023
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Transcript
Caesar
De Bello Gallico
Introduzione
Cesare, condottiero, statista, scrittore e storico, è il vero protagonista dell'ultimo periodo della repubblica e del suo trapasso al principato. La sua figura, tra le più celebri del mondo antico, ha lasciato una traccia indelebile non solo nella storia politica e militare, ma anche nella letteratura latina, in cui occupa un posto di primo piano. La sua vita può essere facilmente ricostruita tramite una grande quantità di testimonianze; tra le sue letere ed orazioni e le due biorafie di Svetonio e Plutarco.
La vita di Cesare
100 a. C.
Nasce a Roma
83 a. C.
Sposa Cornelia figlia di Cina
78 a. C.
Allontanatosi da Roma torna dopo la morte di Silla e studia a Rodi
75 a. C.
Rapito dai pirati di Cicilia
68 a. C.
torna a Roma, diventa questore e fa i funerali per la zia Giulia e Cornelia, sposa Pompea
63 a. C.
Diventa pontefice massimo
62 a. C.
Diventa pretore
61 a. C.
Propretore in Spagna
60 a. C
Primo triumvirato con Crasso e Pompeo
59 a. C
Diventa console a Roma
58 a. C.
proconsolato quinquennale nell'Illirico e nelle Gallie
49 a. C.
Dopo la morte di Crasso nel 53 comincia una guerra civile
48 a. C.
fine guerrra, vince Cesare
45 a. C.
diventa dittatore perpetuo, e ha un figlio con Cleopatra
44 a. C.
Viene ucciso alle Idi di marzo dagli ultimi nostalgici della repubblica
I commentarii
Sono degli scritti di proprio pugno da personaggi con un ruolo politico-militare di rilievo. Nasce come sotto genere tra il II e il I secolo a. C. Erano concepiti come "memorie, "materiale grezzo" per scrivere vere opere storiche e geografiche, erano quindi una base per altri. Alcune caratteristiche sono :
- Precisione scrupolosa con cui vengono descritte le operazioni militari
- descrizioni geo-etnografiche
- l'asciuttezza nel periodare
- narrazione delle proprie gesta in 3 persona singolare
Il de bello gallico
I commentari De Bello Gallico furono composti da cesare in sette libri per dare conto di tutte le sue azioni in Gallia a partire dall'assunzione del proconsolato, nel 58 a.C., fino alla resa di Vercingetorige, nel 52 a.C. Ai sette libri ne fu aggiunto un ottavo, dopo la morte di Cesare, dal suo luogotenente, Aulo Irzio, per completare il racconto delle vicende. L’ipotesi più probabile è che Cesare abbia scritto le sue opere in tempi brevi (facile atque celeriter -> Aulo Irzio), tra la fine del 52 a.C. e l’inizio del 51 a.C., ma che si sia basato su diari e appunti che sia lui che i suoi soldati più fidati avevano stilato giorno per giorno durante la battaglia. Cesare scrisse queste opere per propaganda, in modo da aumentare la sua popolarità e per sentirsi “immortale” attraverso il racconto delle sue imprese. Secondo il suo punto di vista, la guerra in Gallia parte da una difesa doverosa dei territori romani e dalla richiesta d’aiuto da parte degli Edui. Attraverso il De Bello Gallico, Cesare vuole giustificare un’azione imperialistica di importanza epocale presentandola come una serie di “atti dovuti”. La conquista della Gallia fu quindi una delle tante annessioni che concorsero alla creazione del grande impero romano; questo ebbe però un enorme prezzo da pagare: un milione di Galli morti. Cesare nel de Bello Gallico descrive i popoli con cui viene in contatto (Galli, Britanni e Germani) non solo geograficamente, attraverso la descrizione dei territori, ma anche culturalmente, grazie alla descrizione dei loro usi e costumi. Egli fa questi approfondimenti sia per motivazioni politiche e militari, ma anche per la sua curiosità personale di indagare e approfondire la conoscenza di popoli diversi.
I libri
Descrizione geografica della Gallia; Guerra di Elvezia; Guerra contro Ariovisto e i Germani.
Libro I
Congiura dei Belgi e rispettiva guerra; Riappacificazione della Gallia
Libro II
Guerra sulle Alpi; Guerra contro i Veneti; Guerra contro gli Unelli; Publio Licinio Crasso in Aquitania.
Libro III
Guerra contro gli Usipeti e i Tencteri; Assalto contro i Germani; Prima spedizione in Britannia; Ribellione dei Morini e dei Menapi.
Libro IV
I libri
Seconda spedizione in Britannia; Guerra contro Ambiorige; Ribellione dei Treviri.
Libro V
Il grande spostamento delle truppe galliche; Spedizione contro i Suebi; Descrizione dei costumi, della cultura e delle tradizioni galliche e germaniche; Guerra contro gli Eburoni.
Libro VI
Vercingetorige si autoproclama capo degli Alverni; Assedio ad Avarico; Vercingetorige e gli Edui attaccano i Romani; Battaglia di Alesia
Libro VII
Campagne conclusive Prodromi della guerra civile
Libro VIII
Lo scontro decisivo nell'Alta Alsazia contro Ariovisto
In I,52 i Romani dopo aver messo in fuga i Germani li raggiungono e compiono una carneficina dalla quale pochi sfuggono, tra questi anche Ariovisto. Successivamente in I,53 oltre alla gioia per la vittoria c'è quella dell'aver recuperato i due messaggeri inviati adariovisto resi però prigionieri da quest'ultimo. Infine I,54 è l'ultimo breve capitolo del libro I del De bello Gallico e rende l'immagine di una Gallia di nuovo pacificata tanto che Cesare può tornare in Gallia Cisalpina per svoglgere le sue mansioni proconsolari di pace.
52.
[1] Caesar singulis legionibus singulos legatos et quaestorem praefecit) uti eos testes suae quisque virtutis haberet; [2] ipse a dextro cornu, quod eam partem minime firmam hostium esse animadverterat, proelium commisit. [3] Ita nostri acriter in hostes signo dato impetum fecerunt, itaque hostes repente celeriterque procurrerunt, ut spatium pila in hostes coiciendi non daretur. [4] Relictis pilis comminus gladiis pugnatum est. At Germani celeriter ex consuctudine sua phalange facta impetus gladiorum exceperunt. [5] Reperti sunt com- plures nostri milites qui in phalangem insilirent et scuta manibus revellerent et desuper vulnerarent. [6] Cum hostium acies a sinistro cornu pulsa atque in fugam coniecta esset, a dextro cornuchementer multitudine suorum nostram aciem premebant. [7] Id cum animadvertisset Publius Crassus adulescens qui equitatui praeerat, quod expeditior erat quam ii, qui inter aciem versabantur, tertiam aciem laborantibus nostris subsidio misit.
53.
[1] Ita proelium restitutum est, atque omnes hostes terga verterunt nec prius fugere destiterunt, quam ad flumen Rhenum milia passuum ex eo loco circiter quinquaginta pervenerunt. [2] Ibi perpauci aut viribus confisi tranare contenderunt aut lintribus inventis sibi salutem reppererunt. [3] In his fuit Ariovistus qui naviculam deligatam ad ripam nactus ca profugit, reliquos omnes consecuti equites nostri interfecerunt. [4] Duae fuerunt Ario- visti uxores, una Sueba natione, quam domo secum duxerat, altera Norica regis Voccionis soror, quam in Gallia duxerat a fratre missam: utraque in ea fuga periit, duae filiae: harum altera occisa, altera capta est. [5] C. Valerius Procillus, cum a custodibus in fuga trinis catenis vinctus traheretur, in ipsum Caesarem hostes equitatu insequentem incidit. [6] Quae quidem res Caesari non minorem quam ipsa victoria voluptatem attulit, quod hominem honestissimum provinciae Galliae, suum familiarem et hospitem, ereptum ex manibus hostium sibi restitutum videbat neque eius calamitate de tanta voluptate et gratulatione quicquam fortuna deminuerat. [7] Is se praesente de se ter sortibus consultum dicebat utrum igni statim necaretur an in aliud tempus reservaretur; sortium beneficio se esse incolumem. Item M. Maecius repertus et ad eum reductus est.
54.
[1] Hoc proelio trans Rhenum nuntiato Suebi, qui ad ripas Rheni venerant, domum reverti coeperunt. Quos ubi, qui proximi Rhenum incolunt, perterritos senserunt, insecuti magnum ex his numerum occiderunt. [2] Caesar una aestate duobus maximis bellis con- fectis maturius paulo quam tempus anni postulabat, in hiberna in Sequanos exercitum deduxit. [3] Hibernis Labienum praeposuit, ipse in citeriorem Galliam ad conventus agen dos profectus est.
Il de bello civilis
Si ritiene che sia stato composto nel periodo compreso tra la seconda metà del 47 a.C. e il 46 a.C. Si divide in tre libri. Tratta della guerra civile, Cesare mira a proporre la sua azione non come sovvertimento delle istituzioni repubblicane, ma come difesa della nazione dalla prepotenza della classe senatoria.
Lessico militare
pax, pacis 1 accordo tra due parti belligeranti, pacepedes, -itis 3 fante signum, -i 1 insegna, bandiera (signifer: portabandiera) socius, -ii 2 alleato telum, -i 1 arma da getto, qualsiasi arma offensiva (contrapposto a arma,armi difensive) terror, -oris 3 terrore, spavento vallum, -i 3 palizzata, bastione victoria, -ae 2 vittoria
acies, -ei 1 linea di combattimento, esercito schierato in battaglia auxilium, -ii 2 aiuto, soccorso (auxilia: truppe ausiliarie) bellum, -i 1 guerra castra, -orum 1 accampamento classis, -is 2 classe, flotta disciplina, -ae 4 disciplina militare (disciplina castrorum o militiae) dux, ducis 1 comandante, capo eques, -itis 1 cavaliere exitium, -ii 4 fine violenta, eccidio ferreus, -a, -um 4 ferreo, forte, duro forum, -i 2 spiazzo nell’accampamento, dove si alzava la tribuna dalla quale il generale parlava alle truppe; piazza, foro hostis, -is 1 nemico (pubblico) ignis, ignis 1 fuoco, incendio (ferro ignique: a ferro e fuoco) impedimentum, -i 3 ostacolo, impedimento (impedimenta, -orum: bagagli dell’esercito) legatus, -i 1 luogotenente, aiutante, messo, ambasciatore legio, -onis 1 legione militia, -ae 4 servizio militare moenia, -ium 2 mura della città nauta, -ae 4 marinaio navigium, -ii 2 nave obsideo, -ere 3 assedio, occupo obsto, -are 3 stare ostilmente incontro a, opporsi
Castrum
Il castrum (plurale castra) era l’accampamento dell’esercito romano che veniva costruito in poche dopo una giornata di marcia; spesso si smontava la mattina seguente o comunque dopo pochi giorni. Tutti partecipavano all'allestimento: dal primo degli ufficiali all’ultimo dei soldati. Ciascuno aveva un compito ben preciso e agiva in perfetto sincronismo con gli altri. La scelta del luogo dove costruirlo doveva rispondere ad alcuni requisiti indispensabili: disponibilità d’acqua e di legna; abbondanza di foraggio per i cavalli; elementi del paesaggio che rafforzavano le difese. Il castrum romano era solitamente di forma quadrata o rettangolare; disponeva di quattro porte di accesso, una per ogni lato. Lo spazio interno era suddiviso da vie formanti un reticolo.
Asterix e Obelix
Asterix é forse una delle serie a fumetti più conosciute al mondo. Incentrata sull'omonimo personaggio, venne pubblicata a partire dal 1959. L'ambientazione è la Gallia, ai tempi di Cesare, nel 50 a.C., in un piccolo villaggio chiamato Armonica (che ad oggi si trova nell'attuale Bretagna) che, seppur già sotto il controllo romano, cercare di non demordere anche grazie all'aiuto di una posizione magica in grado di rendere invincibili, preparata da un altro personaggio, Panoramix. La serie ebbe anche un fortissimo impatto culturale sul mondo; ad esempio, nel 1965 viene dedicato al personaggio il primo satellite spaziale francese messo in orbita e, successivamente, nel 2019 per il suo 60º anniversario il governo francese gli dedicherà una moneta commemorativa da 2 euro.
Grazie dell'attenzione
Traduzione
Dopo che la battaglia fu raddrizzata, e tutti i nemici voltarono le spalle, non cessarono di fuggire, prima di essere giunti al fiume Reno a circa 50 miglia da quel luogo. Qui in pochissimi ma fiduciosi nelle virtù provarono a passare a nuoto ma quando trovarono le zattere trovarono la loro salvezza. tra questi c'era Ariovisto che avendo trovato una barca attraccata alla riva, fuggì con quella; i nostri cavalieri, avendoli raggiunti, uccisero gli uomini restanti. Quando furono mogli di Ariovisto, una di stirpe Sveva, la quale aveva condotto con sé a casa, l'altra di Norico sorella del re Voccione, la quale sposò in Gallia mandata dal fratello: entrambe durante quella fuga morirono; due donne: una uccisa da quella, l'altra catturata. Caio Valerio Procillo, mentre nella fuga veniva trascinato dai carcerieri, legati con tre catene, si imbatté nello stesso Cesare che inseguiva i nemici con la cavalleria. Questa cosa procurò senza dubbio a re Cesare una gioia non minore della vittoria stessa, poiché l'uomo più onesto della provincia Gallica, suo amico e ospite strappato dalle mani dei nemici sembrava restituito a sé stesso e la sorte non aveva tolto niente della sua sventura dal piacere e dalla gratitudine. Questo diceva che alla sua presenza per tre volte si era deliberato con le sorti sul suo destino, se dovesse essere bruciato subito nel fuoco o essere risparmiato per un altro tempo; grazie al sorteggio rimase incolume. allo stesso modo Marco Merzio fu ritrovato e ricondotto a quello.
Traduzione
Riferita questa battagli al di là del Reno, i Svevi, che erano arrivati alla riva del Reno, cominciarono a ritornare in patria. Appena quelli che abitano vicini (sul) Reno, li seppero terrorizzati, inseguendoli ne uccisero un gran numero. Cesare in una sola estate, concluse due grandissime guerre, un poco più presto di quanto il periodo dell'anno richiedeva, portò l'esercito negli (accampamenti) invernali nei Sequani. Agli accampamenti invernali mise a capo Labieno, lui in persona parti per la Gallia cisalpina per tenere le sessioni (giudiziarie).
Traduzione
Cesare pose a capo delle singole regioni dei singoli legati e un questore, affinché ciascuno di essi avesse dei testimoni del proprio valore; egli stesso nell'ala destra, poichè notò che quella parte fosse meno corposa di nemici, attaccò battaglia. Così i nostri, dato il segnale, si scagliarono energicamente contro i nemici con impeto e così di colpo e velocemente i nemici avanzarono correndo affinché non fosse concessa la possibilità di scagliare giavellotti sui nemici. Abbandonati i giavellotti combatterono corpo a corpo con le spade. Secondo la loro consuetudine, i Germani, fatta la falange, ressero l'assalto delle spade. Ci furono tanti nostri soldati che attaccarono una falange e strapparono gli scudi con le mani e ferivano da sopra. Mentre la schiera di nemici fu respinta in fuga dell'ala sinistra, nell'ala destra schiacciavano fortemente la nostra schiera con una moltitudine di loro. il giovane publio crasso, che comandava i cavalieri poiché era più libero di quelli che si trovano nella mischia, mandò la terza schiera in soccorso ai nostri