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Bacchides - Plauto
fgiuliano2007
Created on November 15, 2023
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Transcript
bacchides
start
INTRODUZIONE
Commedia del commediografo latino Plauto (250 a.C. circa - 184 a.C.), rappresentata nel 189 o 186 a.C. e la scena è ambientata ad Atene. È una delle più vivacemente intrecciate e dialogate. Il titolo deriva dal nome di due cortigiane sorelle, chiamate entrambe Bacchide perché i loro genitori erano stati iniziati ai riti di Bacco, che hanno la stessa età e che divengono amanti di due giovani.
TRAMA
VERSI
PERSONAGGI
personaggi
- Mnesiloco, amico di Pistoclero, è di ritorno da un viaggio ad Efeso, per ritirare un pagamento da un debitore del padre. Ha incaricato l'amico di ritrovargli la donna di cui era innamorato, Bacchide.
- Crisalo (servus di Mnesiloco e suo alleato): è astuto ed irriverente, non si fa scoraggiare dalle difficoltà e mantiene sempre fisso il suo obiettivo.
- Bacchide I e la sorella, Bacchide II (meretrici e protagoniste) compaiono solo nella prima e nell'ultima scena;
- Pistoclero (adulescens) impaurito dauna relazione con una delle gemelle.
personaggi
- Nicobulo (senex di Mnesiloco): si fa ingannare con facilità dal servo del figlio; si fida eccessivamente di Mnesiloco e mantiene sempre alta la sua statura morale.
- Lido (antagonista di Pistoclero): è sconcertato dal comportamento immorale del suo allievo e lo ostacola nelle sue azioni.
- Cleomaco (antagonista di Mnesiloco): è uno degli ostacoli che si frappongono tra Mnesiloco e Bacchide, della quale detiene la proprietà.
- Filosseno (il senex di Pistoclero): è più accondiscendente verso la vita amorosa del figlio, memore dei suoi trascorsi giovanili.
trama
Si tratta di due gemelle che esercitano il mestiere di cortigiana. Di loro s’inamorano due amici, Mnesiloco e Pistoclero, i quali credono di essere rivali nell'amore della stessa donna, mentre in realtà di Bacchidi ce ne sono due e ciascuno è innamorato di una di loro. A muovere gli equivoci troviamo un servo astuto e un rivale fastidioso, il soldato fanfarone Cleomaco. Arrivano i padri severi dei due ragazzi per riportarli all'ordine, ma finiscono anche loro intrappolati dalle moine delle ragazze, sicché tutto finisce in un gran banchetto. Alla fine, esce il capocomico, che si rivolge agli spettatori: “Se questi due vecchi non fossero stati gente dappoco sin da giovani, oggi non avrebbero tanto disonorato le loro teste canute. E noi non avremmo rappresentato questa commedia se non avessimo visto qualche volta i padri diventare rivali dei figli nei luoghi di malaffare. Salute a voi, spettatori, e batteteci le mani”. Così la morale romana è rispettata: questi patres familias si comportano in modo sconveniente, ma solo perché sono degli sciocchi fin dalla nascita.
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versi
“Crisalo: Non mi piacciono questi Parmenoni e Siri che rubano ai padroni solo due o tre mine. Non c'è niente di peggio di un servo senza fantasia, senza un'intelligenza potente e versatile: ogniqualvolta ce ne sia bisogno, deve saper attingere alla sua intelligenza.”
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Francesco Giuliano
Chiara Cammarata
grazie!