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La mostellaria

Andrea Babuin

Created on November 15, 2023

Power Point sulla Mostellaria Plautina

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Transcript

La commedia del FantasmaDI tito maccio Plauto

La Mostellaria

Etimologia ed introduzione all'opera e vis comica

Trama e struttura e personaggi

Spazio e tempo e temi e fortuna

Introduzione ed Etimologia

Commedia di Plauto tratta da un'originale greco: PHASMA (lo spettro). Il titolo deriva da "mo(n)stellum", diminutivo di "mostrum", che significa la commedia dello spettro. La Mostellaria è una palliata: i personaggi sono infatti greci così come le ambientazioni. Questa in particolare è una commedia della beffa. Le commedie plautine sono inizialmente molto intricate e complesse; sono presenti scambi di persone, incomprensioni o doppisensi. Tuttavia alla fine è presente lo scioglimento degli intrecci che prevede il ritorno alla stabilità. Sono presenti sia deverbia (parti recitate) che cantica (parti cantate)

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La Vis Comica

La vis comica è data da scontri verbali, beffe astute, metateatro e soprattutto dalla scelta del linguaggio che Plauto decide di utilizzare. Il commediografo usa un linguaggio popolare ricco di figure etimologiche, arcaismi, grecismi e doppi sensi. Temi e messaggi: I temi principali sono: l'uomo aprofittatore e la bontà del padre. Il primo emerge si dall'inizio dello svolgimento della vicenda, il secondo emerge alla fine della commedia. L'intera storia è raccontata da un punto di vista esterno e la separazione tra buono e cattivo è piuttosto problematica padre --> cattivo --> ostacolo del protagonista in realtà: servo --> cattivo --> porta sulla cattiva strada Filolachete e lo ha convinto a sperperare tutti i soldi in vizi.

Struttura

Trama

È diviso in 5 atti. Esiste un prologo, di poche righe, con la funzione di riassumere brevemente la trama Ogni atto è diviso in un numero di scene diverso

Situazione iniziale (stabilità): il padrone Teopropide è partito per lavoro, cosi Filolachete e Tranione ne approfittano per organizzare feste con amici. colpo di scena: ritorna improvisamente Teopropide. Peripezie: Tranione escogita un piano per non far entrare Teopropide in casa. Climax: il padrone incontra i servi di Callidamate, i quali gli raccontano tutta la verità. Catastrofe: i servi raccontano tutto al padrone, il quale si infuria e minaccia di uccidere Tranione. Conclusione: Teopropide perdona il servo e Filolachete.

Personaggi

Principali

Plauto utilizzava per i suoi personaggi dei "nomi parlanti", o "nomi d'arte", che esprimevano le loro caratteristiche. Nella Mostellaria come in tutte le commedie plautine sono presenti personaggi fissi ovvero che mantengono le stesse caratteristiche.

Secondari

Comparse

Spazio

La vicenda si svolge principalmente all'esterno e i luoghi non assumono un ruolo di grande importanza.

Tempo

Non c'è una precisa indicazione temporale della vicenda. Si presume sia della durata di un giorno e inizi dopo pranzo di conseguenza l'andamento risulta essere più avvincente.

La fortuna

I temi

Le opere successive che hanno preso spunto dalla mostellaria plautina sono

  • Il fantasma di Ercole Bentivoglio
  • Nel fantasma di Canterville un racconto di Oscar Wilde
  • Il perturbante Sigmund Freud
Citando quest'ultimo "ciò che non può essere compreso, inevitabilmente ritorna come un fantasma inquieto".

I temi principali sono:

  • l'uomo approfittatore
  • la bontà del padre

L'autore

T. M. Plauto è stato uno dei più importanti commediografi della letteratura arcaica romana.Nasce a Sarsina, nell'appennino tosco-romagnolo (allora tosco-umbro) fra il 255 e il 250 a.C. Parla dunque umbro ed il latino probabilmente per lui è una lingua appresa. Durante l'età repubblicana circolano 130 palliate attribuite a lui; sarà l'erudito M. T. Varrone a stabilire quali effettivamente siano state realizzate dal commediografo umbro. Fra le 130 palliate solo 21 verranno attribuite a Plauto da Varrone, dette dunque varroniane, e sono arrivate fino ai giorni nostri. Riguardo la data di messa in scena, conosciamo quella dello Stichus (200 a.C.) e dello Pspeudolus (191 a. C.).

L'autore

Plauto muore nel 184 a. C. da cittadino romano libero e non da schiavo per debiti costretto a girare la macina di un mulino; quest'ultima ipotesi sembra essere infatti un'invenzione ispirata alle sue commedie.

Da un punto di vista stilistico, Plauto non ricercherà mai la profondità psicologica perseguita da Terenzio, il suo obiettivo era semplicemente far ridere il pubblico attraverso l'iperbolizzazione di stereotipi (come il senex avarus o il senex libidinosus), scambi di persona (come accade nell'Amphitrŭo) o l'organizzazione di un grande scherzo (è il caso della Mostellaria). Le opere terminano sempre con l'agnitio (riconoscimento) poiché l'autore non vuole essere il portavoce di una protesta sociale ma vuole soltanto indurre ilarità e divertimento tra il pubblico.

Gli atti

Atto 1°:

    • Nel primo atto Tranione viene rimproverato da Callidamate, servo modello e diligente, per aver portato fuori strada il figlio modello di Teopropide, Filolachete, portando quest’ultimo a organizzare feste e a sperperare tutti i suoi soldi.
Atto 2°:
    • Tranione, una volta aver visto Teopropide al porto di ritorno dall’Egitto, racconta quello che ha visto a Filolachete, Filemanzio e Callidamate.
    • Tranione, per evitare di far scoprire al padrone che la sua vecchia casa era diventata ormai un luogo dove si svolgevano solo feste, gli dice che quest’ultima è infestata da un fantasma ed era stata abbandonata sette mesi prima.

Gli atti

Atto 3°:

    • Tranione e Teopropide incontrano nel foro un usuraio con il quale Filolachete e aveva un debito di ben 40 mine.
    • Il servo, per giustificare questo debito, dice al padrone che suo figlio aveva comprato una casa, quella del vicino Simone; il padre, orgoglioso, chiede di poterla vedere.
    • Tranione quindi inganna Simone dicendogli che il padrone avrebbe voluto visitare la casa per costruirene un’altra ispirata alla sua. Dunque i due vengono accolti.

Gli atti

Atto 4°:

    • Teopropide scopre l’inganno, grazie al servo Callidamate che racconta tutto al padrone.
    • Questi una volta tornato a casa del vicino chiede se ci fosse una trattativa per la casa in atto tra lui e il figlio. Quest’ultimo nega ciò, allora Teopropide capisce l’inganno e decide perciò di vendicarsi del figlio e del servo

Atto 5°:

    • Tranione, scoperto da Teopropide, rischia inizialmente la forca però verrà salvato dal servo Callidamate che, persuadendo il padrone, fa sì che quest’ultimo perdoni il figlio e non faccia uccidere Tranione.

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