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2024_Contenuti_social_PC
Francesco Facchini -
Created on November 13, 2023
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Transcript
Internet, contenuti, social media, pc: i nostri strumenti per il futuro
Un percorso didattico pensato per migliorare le competenze di uso degli strumenti digitali e di tutta la tecnologia che ci circonda. Strumenti, conoscenze, applicativi, software e hardware che ci può permettere di disegnare il futuro del nostro lavoro.
Lo strumento del nostro rilancio
Si chiama smartphone e lo conosci poco.
Per cominciare ho voluto mettere una pagina di obiettivi per farvi capire quale sarà il nostro percorso. Cominceremo dalla conoscenza dello smartphone e della mobile content creation, linguaggio moderno per produrre i contenuti di cui abbiamo bisogno per creare progettualità digitali per noi o per altri. Approfondiremo la produzione di video e audio in particolare. Conosceremo la creazione di un brand, di un progetto digitale
personale o legato a un business proprio (ma anche di terzi). Fisseremo i principi del marketing di contenuto e conosceremo i principi delle strategie digitali cominciando dal sito internet. Viaggeremo nel mondo dei social media da Linkedin a Facebook, da Whatsapp a Tiktok. Concluderemo con la creazione delle strategie social per clienti terzi e i nostri progetti per il futuro
Unità Uno
Facciamo conoscenza
Abbiamo bisogno di connessione
Lavoreremo insieme e ci vedremo spesso per circa un mese. Come ho sempre fatto nel passato con questi corsi, vi propongo di creare un gruppo whatsapp che ci serva come strumento per lavorare insieme e stare connessi, per darci una mano a vicenda e trasferirci le informazioni importanti. Ora prendetevi un attimo e mandate al mio numero, il 3477146295, un messaggio whatsapp con il vostro nome e cognome.
Unità Uno
Facciamo conoscenza
Partiamo con questo corso. Partiamo dalla connessione. Siamo un gruppo di persone che si trovano causalmente e siamo già davanti a una possibilità che ci viene data dalle reti sociali. Quella di connetterci, non per perdere tempo, ma per creare connessioni di valore. Per farlo passiamo un po' di tempo a conoscerci meglio. Magari rispondendo a queste tre domande:
- Chi sei?
- Con quali motivazioni hai scelto questo percorso?
- Cosa considereresti un successo alla fine di questo corso?
Prima di partire per un lungo viaggio
Pubblicità progresso
No, dai scherzo. Due parole su di me. Sono Francesco Facchini, ho 52 anni e sono milanese. Ho fatto per un quarto di secolo il giornalista sportivo "come facevan tutti", poi ho smesso... Sono diventato un cultore, studioso e divulgatore del mobile journalism, un docente, un consulente, un provocatore, un cambiatore di luoghi comuni e di modi comuni della professione giornalistica. Il mio sito è www.francescofacchini.it e il mio futuro è diventare un AI Journalist e un editore di me stesso... e spiegare queste due cose ai colleghi di tutta Italia. Se clicchi sulle foto vai al mio canale Whastapp e al mio canale Youtube, gli strumenti su cui sto lavorando di più in questo periodo
La forza dei legami deboli
C'è qualcosa di importante e di molto umano di cui dobbiamo giovarci da adesso in poi. Le reti di connessione sociale sono il trionfo della forza dei legami deboli. E' una teoria costruira dal fondatore della Sociologia Economica Mark Granovetter. Puntualizza un concetto molto semplice: i legami che possono darti i migliori risultati economici e professionali sono quelli meno vicini a te. I social network sono uno strumento potentissimo per raggiungerne molti.
La forza dei legami deboli/2
Questo concetto e questo signore che vedete qui a fianco, fondatore della sociologia economica e professore a Stanford, sembrano non centrare alcunché con il social media marketing ma non è così. Mark Granovetter è il teorizzatore della forza dei legami deboli: “I soggetti inseriti in legami deboli, fatti cioè di conoscenze amicali non troppo strette, hanno più possibilità di accesso ad informazioni e quindi di potenziali posizioni lavorative di proprio interesse, rispetto a coloro che investono socialmente soltanto nei legami forti, cioè i familiari, i parenti e gli amici intimi”.Sono i legami dei social network, quelli che stiamo cercando.
Unità Uno
IL MONDO NAVIGA CON LO SMARTPHONE
Facciamo conoscenza
Siamo in questo mare
Tutti gli internauti sono connessi via smartphone
I dati di We Are Social 2022 parlano chiaro. Nel mondo il 92,1 per cento delle persone che stanno navigando in questo momento lo fanno con gli smartphone.
Unità Uno
IL NOSTRO LINGUAGGIO DI OGGI E' NELLE IMMAGINI
Facciamo conoscenza
Prima di tutto: perché parliamo di video?
SIAMO NELL'EPOCA DELL'IMMAGINE IN MOVIMENTO E DELLA VOCE
Non usiamo più la penna, spesso non digitiamo nemmeno più. L'epoca di oggi, l'epoca dei social media è quella delle immagini. Specialmente in movimento. Quello che facciamo su Internet è ben spiegato da questa infografica. Lo vedi molto bene il motivo per cui parliamo di video. E' il linguaggio di oggi, comunichiamo così. E quello di domani? Sarà la nostra voce.
we are social digital 2022
Unità Uno
L'ARMA PIU' POTENTE CHE ABBIAMO
Facciamo conoscenza
L'evoluzione dello smartphone
LA DIFFERENZA DEL NOSTRO RAPPORTO CON IL TELEFONO TRA PRIMA E DOPO LA PANDEMIA
Fino al 2019, per noi, lo smartphone era un'arma di distrazione di massa. Lo abbiamo vissuto condizionati dall'economia dei social media e delle notifiche che hanno attentato alla nostra concentrazione e ci hanno portato dentro questo mondo. Distraendoci spesso dalle cose importanti. Poi è arrivato il Covid e con lo smartphone abbiamo fatto cose ben diverse. Abbiamo utilizzato questo device per tenerci in contatto con la vita e con il lavoro, anche quando eravamo chiusi in casa. Abbiamo lavorato, progettato, creato relazioni, amato, riso, pianto, vissuto. Il tutto maturando una maggiore consapevolezza del fatto che quell'aggeggio che noi italiani tocchiamo almeno un 130 volte al giorno, poteva essere importante. Abbiamo capito, forse, che è la nostra arma più potente.
Unità Uno
LA POTENZA DELLE IMMAGINI CATTURATE IN MOBILITA'
Facciamo conoscenza
Vediamo dove si spinge lo smartphone
Quelle del video qui di fianco sono immagini del fuoriclasse del mobile journalism Philip Bromwell, giornalista di RTE. Mostrano chiaramente quali punti di vista particolari e diversi si possa avere con uno smartphone e come si possa creare movimento nelle immagini senza muovere lo smartphone.
IL CANALE VIMEO DI BROMwELL
Il nuovo ecosistema dei media
Nel suo discorso del primo video in alto Bromwell parla del nuovo ecosistema dei media che, con la mobile content creation, parte dal fatto che possiamo produrre contenuti con il nostro smartphone di qualità immensa (come il video The Wind Phone che vedi qui di fianco) per un ecosistema dei media che arriva ai telefonini di tutti
LA MOBILE CONTENT CREATION
Mobile content creation: chiariamo subito la materia
TUTTO E' NATO DAL GIORNALISMO MA E' DIVENTATO BEN ALTRO
La mobile content creation è quella cultura che insegna a realizzare contenuti di carattere editoriale (per i media o la comunicazione in generale) con l'ausilio dei device mobili, vale a dire smartphone e tablet, quali hardware di produzione, supportati da tutte le apparecchiature esterne che possono essere a essi collegate tramite cavo o tramite connessioni come il wifi e il bluetooth (sono compresi anche i droni). Questa materia ha come risultato la produzione di creazioni multimediali le quali, grazie alla versatilità, alla potenza e alla leggerezza degli apparati tecnici utilizzati, godono di un linguaggio unico e smarcato rispetto alla grammatica produttiva che abbiamo fin qui conosciuto, con riguardo di qualsivoglia tipologia di file che si intende realizzare. ll tutto con il consistente vantaggio competitivo dei costi e del tempo risparmiato nella produzione dei contehuti necessari al proprio fine comunicativo.
I PRIMI CONCETTI INNOVATIVI DELLA MOBILE CONTENT CREATION
Lo smartphone trasforma le immagini e il contenuto
Avere tra le mani lo smartphone per catturare delle immagini o un audio è avere un device che ti fa catturare la vita, senza i filtri della comunicazione mediata. La tecnologia che c'è nello smartphone è divenuta di altissimo livello, ma quello che rende la produzione di contenuti con lo smartphone una vera magia è ben altro: la possibilià di avere punti di vista che nessuna camera può avere e di portarlo in posti e in situazioni nelle quali nemmeno noi possiamo stare. Lì sta il senso profondo della mobile content creation.
QUANTE COSE SONO CAMBIATE IN 12 ANNI NELL'IMMAGINE CHE PUOI FARE CON UN TELEFONO
Magie da iPhone 14
Il primo iPhone film
Ora l'iPhone 14 iene presentato come una macchina da cinema perfino degli spot televisivi e ha scatenato i cineasti di tutto il mondo tra cui Soderberg e Lelouch
Questo film è stato realizzato con un iPhone 4 dal film maker Michael Koerbel. Era il luglio del 2010 e Jobs aveva presentato da un mese il suo nuovo telefonino.
Unità Uno
Facciamo conoscenza
La tecnologia che hai tra le mani
Quell'apparecchio che hai tra le mani lo hai sfruttato pochissimo. E' in grado di eseguire migliaia di miliardi di operazioni in un attimo. L'iPhone 15 ha un processore (si chiama A16) che fa questo numero di operazioni in un secondo: 17.000.000.000.000 Nel luglio del 1969, l'uomo, per andare e tornare dalla Luna, ne eseguì 600.000.000.000
Mobile content creation: chiariamo subito la materia
TUTTO E' NATO DAL GIORNALISMO MA E' DIVENTATO BEN ALTRO
La mobile content creation è quella cultura che insegna a realizzare contenuti di carattere editoriale (per i media o la comunicazione in generale) con l'ausilio dei device mobili, vale a dire smartphone e tablet, quali hardware di produzione, supportati da tutte le apparecchiature esterne che possono essere a essi collegate tramite cavo o tramite connessioni come il wifi e il bluetooth (sono compresi anche i droni). Questa materia ha come risultato la produzione di creazioni multimediali le quali, grazie alla versatilità, alla potenza e alla leggerezza degli apparati tecnici utilizzati, godono di un linguaggio unico e smarcato rispetto alla grammatica produttiva che abbiamo fin qui conosciuto, con riguardo di qualsivoglia tipologia di file che si intende realizzare. ll tutto con il consistente vantaggio competitivo dei costi e del tempo risparmiato nella produzione dei contehuti necessari al proprio fine comunicativo.
ECCO QUANDO TUTTO HA AVUTO INIZIO
Il salto della storia
QUESTA FOTO VI HA CAMBIATO LA VITA, MA NON SAPETE PERCHE'
Il ricercatore francese Philippe Kahn, l’11 giugno 1997, dopo 10 mesi di ricerche, riesce a collegare una fotocamera a un cellulare e, con la connessione internet, manda a 2 mila amici contemporaneamente via mail la foto della neonata figlia Sophie, ora neo ventenne. Da quel brevetto cambia per sempre il modo di comunicare dell’umanità. Viene venduto ai giapponesi che pensano di produrre i primi cellulari con la fotocamera. Il nostro amico ha un patrimonio netto di 2 miliardi di dollari.
IL MONDO DEGLI SMARTPHONE
Perché è meglio un iPhone
Il mondo dei telefonini Apple è un mondo che presenta delle enormi potenzialità sul software. Le app sono più sviluppate, strutturate, complete, specialmente per quanto riguarda la produzione di immagini e contenuti multimediali. Il telefonino che viene presentato, ogni anno, è di un solo tipo. Questo facilita gli sviluppatori di software.
Perché è meglio un Android
Il mondo Android, invece, è caratterizzato da hardware più qualitativi, ma anche da una grande difficoltà, da parte degli sviluppatori di app, a rapportarsi con i tantissimi tipi di telefono di differenti marche che, ogni anno, escono sul mercato. Per questo motivo è più difficile trovare un telefonino che supporti le applicazioni più strutturate.
IL TELEFONINO, LA TUA ARMA PIU' POTENTE
Come scegliere lo smartphone
CONSIGLI PRATICI PER ACQUISTARE IL TELEFONO PIU' ADATTO A QUELLO CHE VUOI FARE
Lo smartphone è il computer personale potentissimo che hai a disposizione per poter progettare un'enormità di cose per tanti settori diversi della tua vita e del tuo lavoro. Per cui ecco delle regole per poter comprare il miglior oggetto possibile: 1. Non comprarlo nuovo. Compralo usato. Risparmi soldi e ti trovi tra le mani un oggetto già rodato. Mi raccomando, usato e non ricondizionato. 2. Non badate alla tecnologia, bada a quello di cui hai bisogno. 3. Acquista un modello relativamente nuovo. Preferisci Apple se devi fare immagini, Android se devi prediligere foto, testi e versatilità. 4. Almeno 256 giga di memoria, almeno 8-12 giga di Ram. La memoria Ram serve per la velocità con cui lo smartphone fa le operazioni di cui hai bisogno.
LA BORSA DEL MOBILE CONTENT CREATOR
Girare leggeri
Pensa a cosa ti serve
Curiosità e verifiche
Per godere a pieno del vantaggio di produrre contenuti con lo smartphone non devi avere troppi strumenti nella borsa. Lo smartphone ha un suo linguaggio, se ci aggiungi troppe cose, diventa... una videocamera!
Cosa vuoi produrre con lo smartphone? Cosa ti serve? Quando hai risposto a questa domanda creati un budget e acquista le cose che realmente ti sono utili. E la borsa sarà leggera e piena di magie.
Sii curioso e leggi molto. La tecnologia mobile, per hardware e software, cambia molto e rapidamente. Verifica leggendo le recensioni se quello che acquisti è solido, utile e resistente. Ci sono troppi aggeggi farlocchi in giro.
Gli strumenti audio "wired"
ECCO GLI STRUMENTI AUDIO PIU' IMPORTANTI
Per fare un buon video ci vuole un buon audio. Per fare l'audio più stabile ci vogliono i microfoni che si attaccano fisicamente allo smartphone (quelli attaccati con un filo, detti wired). Qui trovi alcuni esempi che si dividono in queste categorie: - Gelato _ Lavallier - Mezzo Fucile
Per il podcasting hai anche bisogno di un mixer o di un pre-amblificatore. Ne hai bisogno anche se vuoi prendere l'audio da un mixer che ha uscite XLR. (ora te lo spiego tutto facilmente, no worries)
Gli strumenti audio "wireless"
ECCO GLI STRUMENTI AUDIO PIU' IMPORTANTI
Gli strumenti più interessanti, tuttavia, sono wireless. E sono molti e davvero magici. Le soluzioni possono essere Wi-Fi o Bluetooth. Le soluzioni wirelessi sono quelle che creano una rete tra microfono e ricevitore. Il ricevitore può essere attaccato allo smartphone con un cavo (Samson Go mic e Rode GO II) oppure può essere lo smartphone stesso (Mikme). C'è anche l'attacco fisico del ricevitore conme nel caso di DJI Mic. L'altra connessione tra smartphone e microfono è via bluetooth. Questo tipo di "relazione" è leggermente più instabile, ma libera davvero una grande potenzialità nel movimento e nel far entrare l'audio nel tuo racconto da protagonista.
IL SENSO SEL SUONO IN UN VIDEO CON LO SMARTPHONE
L'audio, con lo smartphone, diventa protagonista del racconto. Questi strumenti sono così piccoli che diventano invisibili e non rappresentano più una barriera tra chi intervista e chi è intervistato. Le storie, le voci, le interviste, diventano pezzi di realtà catturati anche per quanto riguarda il suono
Treppiedi
Staffe, maniglie
Luci
Leggero, d'acciaio, versatile. Serve per sostenere lo smartphone nelle inquadrature statiche, quelle delle interviste o dei campi nei quali ritrai il contesto.
Per abbrancare il telefonino a un treppiede serve una staffa. Meglio ancora una maniglia, per attaccare lo smartphone ai supporti oppure usarlo in sicurezza per inquadrature a mano.
La mobile content creation è il linguaggio visuale con la luce naturale. Se hai bisogno di una luce, però, acquistala badando molto alla qualità e ai lux (unità di luce) necessari.
La batteria
Lo Zoom
La memoria
Se riprendi per qualche ora, sicuramente la batteria ti tradirà. Allora acquista un powerbank e tienilo con te. Deve essere da almeno 20 mila mAh per ricaricare il tuo telefono almeno 6-8 volte.
La regola d'oro è zoom with your feet, zooma con i piedi avvicinandoti al soggetto. Se ti serve zoomare, allora cerca le lenti per smartphone adatte al tuo scopo. Ce ne sono molte, ma fa attenzione alla qualità.
Specialmente con l'avvento della USB-C per i telefoni, esistono moltissimi hard disk esterni e molte chiavette in grado di estrarre i video dallo smartphone e archiviarli per liberare la memoria del telefonino.
Lo stabilizzatore
Lo stabilizzatore è quell'esoscheletro dotato di braccio motorizzato che abbranca, con una staffa, lo smartphone. Permette di fare inquadrature in movimento con una stabilizzazione degna delle più costose telecamere professionali. Il mercato degli stabilizzatori è pieno di modelli che, tuttavia, presentano numerose provlematiche. L'unico che riesce a risolvere ogni tipo di problema è il Dji OM6.
Le lenti
Le lenti sono un altro accessorio che si può trovare sul mercato, ma hanno il difetto di trasformare in modo artificiale il linguaggio video della mobile content creation. Insomma, se uno ha bisogno di teleobiettivi o macro, meglio che usi una telecamera… Ad ogni modo, le migliori marche di lenti sono la Moment e la Olloclip, entrambe fortemente orientate al mondo Apple.
Onde evitare fraintendimenti, tutte le marche di cui parlo sono di aziende con le quali non ho alcun tipo di rapporto economico. Ho solo provato gli strumenti e verificato la loro resistenza e usabilità.
Le action cam
La gran parte delle camere sportive in ccommercio hanno una relazione diretta con lo smartphone e per questo possono essere considerate hardware mobile. Dalla Go Pro alla DJI Osmo Pocket II, dalla Action cam di DJI alle Insta, camere a 360°, tutti questi apparecchi per la creazione di immagini inaspettate e spettacolari possono regalare nuovi punti di vista e arricchire i nostri video senza rallentare la velocità di esecuzione e di produzione del risultato visuale tipica della mobile content creation.
Il powerbank
Abbiamo visto che la batteria è uno dei tre limiti dello smartphone. Anche se gli ultimi nati stanno arrivando all'intera giornata "di vita", molto spesso rimaniamo senza energia nel telefonino proprio sul più bello. Allora nella cassetta degli attrezzi non può mancare un powerbank, ma deve essere dell'amperaggio giusto, per poterti assicurare energia in ogni situazione. Attenzione a comprarlo da almeno 20 mila mAh. Con questa riserva di energia potete caricare il vostro telefono 6-8 volte
Anche queste cose servono parecchio
Ormai, con lo smartphone, dialogano quasi tutti gli apparati esterni. Così, per scaricare e mettere da parte le immagini che produci sul campo potrebbe essere molto utile avere delle flash card come quelle che vedi oppure proprio un hard disk esterno.
FATEVELO SPIEGARE DA QUELLI BRAVI
Un altro strumento determinante: le mani
Ecco come maneggiare lo smartphone quando non hai altri supporti se non le mani
Ci sono molti contributi online sul mobile journalism e sulla mobile content creation. Questi, per esempio, ti aiutano a capire come riprendere usando anche soltanto le mani. Consigli di esperti che sembrano ovvietà, ma sono un importante strumento di comprensione su come comportarsi quando riprendi una cosa, qualsiasi cosa, con il telefonino. Qui sotto hai il link a The Mojo Manual dove troverai molte indicazioni su come creare contenuti video con il tuo smartphone.
guarda e leggi
Le due camere native
IL SOFTWARE TI AIUTA A FARE L'IMMAGINE PIU' DI QUANTO PENSI
La camera nativa dell'iPhone è un concentrato di meraviglie e di intelligenza artificiale. Quello che le ottiche non fanno, lo fa il software migliorando ogni scatto, ogni video, ogni fotogramma. Va detto che gli ultimi aggiornamenti del sistema operativo di Apple hanno aumentato il numero dei controlli che sono nelle tue mani. Le camere native degli Android, invece, hanno una maggiore precisione nella parte "pro". In quella, come vedi dalla foto, tutti i comandi sono a disposizione. Per i video il discorso è diverso. I comandi "pro" sono limitati allo zoom e alla valutazione della luce o alla stabilizzazione (adesso, negli iPhone, c'è anche la stabilizzazione immagini). Per questo motivo, per lavorare su un'immagine professionale, servono le app che scoprirai ora.
La tua prima palestra
E' tutta questione di esercizio
Nel mondo degli smartphone ci sono moltissime app per filmare, ma io non ti chiederò di spendere, anche se ne parleremo. Il motivo è semplice: devi partire dalla camera nativa. Lì hai tutte le funzioni principali per poter controllare le caratteristiche di un'immagine e non ti serve molto altro. Se poi fare video con lo smartphone diventa la tua attività, allora puoi pensare di investire dei soldini (peraltro non tantissimi) nell'acquisto di una app professionale per filmare. Ormai le camere native dei telefonini sono dotate dei comandi più importanti per valutare fuoco, luce, esposizione e, talvolta, perfino il colore. Per imparare a fare immagini parti da qui. Ed esercitati... molto.
LE APP PER FILMARE CON UN IPHONE
Software che ti trasformano il telefono
Viste le potenzialità delle camere native, puoi passare ai software che aiutano a fare immagini in modo professionale. Ho già riferito che il mondo dei telefonini Apple ti offre app più complete perché chi le sviluppa deve confrontarsi con un telefono solo. L'App Store ne offre centinaia, ma mi limito a darti alcuni consigli riguardanti quelle più professionali, quelle che ti danno in mano la possibilità di governare tutte le caratteristiche di un'immagine proprio mentre la stai realizzando. Mi limito ad alcuni nomi di cui conosco le potenzialità: sono Mavis, Reeflex, Pro Shot e Pro Take. E poi c'è Filmic Pro...
LE APP PER FILMARE CON UN ANDROID
Un mondo di possibilità per tutte le tasche
Le app per filmare in modo professionale nel mondo Android sono più accessibili economicamente. Una di queste è perfino open source (gratuita) e si chiama Open Camera. La ragione per averle è sempre quella: ti fanno governare l'immagine mentre la stai facendo. Da Open Camera, poi si sale di livello con Cinenema FV5, Camera FV5 , Pro Take e Pro Shot (di queste 'è anche versione iOS). La verità, tuttavia, è che vista la propensione "pro" delle camere native, il mondo delle app per filmare in Android non è così sviluppato a vantaggio del mondo del "ritocco" e della post-produzione delle immagini. E poi c'è Filmic Pro...
LO STANDARD PIU' ALTO PER FILMARE
La regina: Filmic Pro e il suo mondo
Con Filmic Pro conosciamo lo standard più alto per filmare con un telefonino. Recentemente è statata rilasciata la versione 7.0 che ha cambiato completamente il modo d'uso e ha introdotto un modello di pagamento ad abbonamento (attorno ai 60 euro annui) che fa di questa app uno strumento costoso rispetto al suo passato. Qui, però, siamo al massimo livello di professionalità possibile dello strumento il quale ha la caratteristica di poterti anche far lavorare con il cloud della app Frame.io
LE CATEGORIE DI IMMAGINI CHE TI SERVONO PER FARE UN BEL VIDEO
Le diverse tipologie di immagine
I campi. Sono le immagini dei luoghi in cui si svolge la storia che narri. Sono utili per far vedere dove si svolge la storia e come si sviluppa nello spazio.
Le immagini di copertura sono quelle che descrivono ciò che la voce narra, che fanno vedere agli occhi quello che l'audio sta sentendo. Sono indispensabili per il montaggio.
Le voci, le inteviste che ti servono per raccontare una storia. Oppure la tua ripresa in camera. Per la produzione di immagini si comincia da qui
La regola dei terzi
L'immagine è divisa in nove rettangoli uguali per gestirne il significato. Nel rettangolo centrale, detto Zona Aurea, si devono concentrare gli elementi più importanti dell'immagine che vuoi riprendere. Le persone raffigurate durante le interviste devono essere gestite attorno alla zona aurea, mentre se la persona che parla si rivolge al pubblico deve essere al centro e guardare la telecamera (come nei tutorial e nei "piece to camera)
Gli intervistati
Per fare una buona inquadratura di un'intervista devi porre l'interviswtato tra la prima riga verticale partendo da sinistra e la prima riga orizzontale partendo da sopra. E' il punto dove l'occhio di chi guarda si posa più facilmente. L'intervistato non deve guardare in camera, ma l'intervistatore che gli rivolge le domande. Istruisci prima di cominciare la persona su questo.
Unità Tre
Le immagini
Gli intervistati/2
L'intervistato può anche essere posizionato dalla parte opposta. Oppure, se vuoi comparire tu nell'intervista, potresti esserci tu in quella posizione mentre fai le domande. Ti faccio notare come l'intervista, con questa inquadratura, liberi anche il contesto in cui si svolge, l'ambiente che sta nello sfondo. Cura molto bene, quindi, anche quello che c'è dietro l'intervistato.
IL MIGLIORE E' MARCO MONTEMAGNO
Piece to camera
Ecco come si domina l'inquadratura se, invece, devi rivolgerti al pubblico.
Unità Tre
Le immagini
Le immagini di copertura
Le immagini di copertura sono quelle che aiutano le voci o la narrazione di un video a spiegare lo svolgersi della storia. Esse possono essere legate allo sviluppo giornalistico del vostro racconto (mostrare luoghi, fatti, persone) o semplicemente essere una risposta per gli occhi a quello che le orecchie stanno sentendo. Ogni volta che fai un'immagine di copertura filma almeno per 10 secondi per prendere, poi, i 3-4 secondi migliori di ogni shot.
Unità Tre
LE IMMAGINI DI COPERTURA
Le immagini
Come si racconta un'azione
Ecco la successione utile delle immagini di copertura per raccontare un'azione. L'ultima rappresenta la posizione di "quinta", quella nella quale il protagonista lascia completamente il campo al contesto nel quale sta agendo.
Unità Tre
Le immagini
I campi e i piani per descrivere i luoghi e i soggetti
Ecco come far entrare gli ambienti nel tuo video e come raffigurare correttamente le persone.
START
Unità Tre
Le immagini
Campo stretto
E' il campo in cui di mette in evidenza una persona che sta compiendo un'azione e si trascura il contesto.
Unità Tre
Le immagini
Campo medio
E' il campo in cui il contesto comincia a entrare nella scena che vogliamo raffigurare e raccontarci alcune cose. Da questa immagine, se stiamo raccontando la storia di Guido il meccanico, capiamo che guido ha la sua officina in città
Unità Tre
Le immagini
Campo medio
E' il campo in cui il contesto comincia a entrare nella scena che vogliamo raffigurare e raccontarci alcune cose. Da questa immagine, se stiamo raccontando la storia di Guido il meccanico, capiamo che guido ha la sua officina in città
Unità Tre
Le immagini
Campo lungo
In questo tipo di campo l'ambiente la fa da padrone ed è il protagonista della narrazione. I soggetti inquadrati, praticamente spariscono dalla scena per fare posto al contesto.
Unità Tre
Le immagini
Unità Tre
Le immagini
Unità Tre
Le immagini
Unità Tre
Le immagini
Il caso Omar-Seen
Unità Tre
Le immagini
Stravolgere il linguaggio video
Vi voglio parlare del collega e amico Yusuf Omar. Giornalista, cittadino del mondo, capace di stravolgere i criteri con cui si fa un'immagine. Ora vi racconterò un po' di lui e della sua creatura: Seen tv. Tuttavia voglio fare di più: vi voglio raccontare, avendo vissuto qualche giorno di riprese assieme a lui, il modo con il quale crea immagini inaspettate, pazzesche, stravolgenti.
Unità Tre
Il metodo Yusuf
Le immagini
Lo smartphone è il tuo occhio, attaccato alla tua mano
Ho visto lavorare Yusuf Omar da vicino e ho visto anche i suoi movimenti, atteggiamenti, le sue tecniche per arrivare a una storia. Ecco il suo medoto riassunto per punti:
- Fai storyboard. Lui usa lo schermo dello smartphone che divide in quadranti (al massimo 8), per fissarsi i punti di sviluppo della storia. Fallo in una nota o in una app per appunti.
- Apri le registrazioni prima possibile e cogli l'attimo.
- Usa lo smartphone come un occhio e ricordati che questo occhio è attaccato alla parte finale del braccio.
- Entra nella storia per cucirla insieme con informazioni rilevanti, ma senza essere parte della storia stessa.
- Dai ritmo alle immagini. Cura i sottotitoli e la grafica.
- Attraversa le piattaforme con il tuo linguaggio unico.
Il mondo della musica e delle immagini e i loro diritti
Come si fa un'immagine? Cosa si può mettere dentro? Come si sceglie una musica? Quale si può scegliere e quale no? Parliamone ora, per non avere spiacevoli sorprese in futuro. Dovete cercare di utilizzare opere dell'ingegno altrui con parsimonia. Facendo attenzione a una cosa: devono essere scaricate da fonti che ne assicurino la libertà dei diritti e l'usabilità anche per motivi commerciali. Ora ve ne spiego il motivo.
Unità Tre
I diritti sulla musica
Le immagini
I diritti sulla musica sono di tre tipi: 1. diritti sui testi 2. diritti sulla musica 3. diritti di esecuzione Fai attenzione a scaricare e a utilizzare per i tuoi video musiche libere da questi diritti.
Unità Tre
Fare immagini ha le sue regole da rispettare
Le immagini
Parliamo di privacy, parliamo di ambienti e persone che si possono ritrarre e persone che non si possono ritrarre, immagini che si possono fare e che non si possono fare. Evita:
- i minori ripresi in volto
- i luoghi privati
- la privacy dei luoghi pubblici
- l'uso di marchi registrati
- l'uso di immagini protette da diritto d'autore
Leggere i "terms of use" per capire le immagini e per capire come comportarsi
Dalle Condizioni d'uso di Facebook: Nello specifico, quando l'utente condivide, pubblica o carica un contenuto protetto da diritti di proprietà intellettuale in relazione o in connessione con i prodotti di Facebook, concede una licenza non esclusiva, trasferibile, sub-licenziabile, non soggetta a royalty e valida in tutto il mondo per la trasmissione, l'uso, la distribuzione, la modifica, l'esecuzione, la copia, la pubblica esecuzione o la visualizzazione, la traduzione e la creazione di opere derivate dei propri contenuti (nel rispetto della privacy e delle impostazioni dell'app dell'utente).
I DUE TIPI DI MONTAGGIO
Guarda questo video per scoprire le caratteristiche del montaggio lineare
Guarda questo video per scoprire le caratteristiche del montaggio non lineare
PRIMA DI PARTIRE PER UN LUNGO VIAGGIO
Le operazioni di montaggio
QUALI SONO LE PROCEDURE PER REALIZZARE UN VIDEO
Dopo averti spiegato i tipi di montaggio per realizzare un video, ti racconto quali sono le procedure per realizzare la tua storia, una volta terminate le operazioni di produzione delle immagini necessarie. Qualsiasi sia l'app di montaggio che scegli:- Scegli il formato del video - Inserisci le voci sulla linea temporale della app che hai scelto - Inserisci le immagini di copertura al momento giusto (questo nel caso in cui il montaggio sia non lineare) - Fa attenzione che ogni immagine di copertura (in caso di montaggio NL) non superi i 3-4 secondi, a meno che non sia una carrellata (in questo caso 8-10) - Crea i titoli e la grafica necessaria - Scegli la musica, inseriscila sotto la prima timeline e regolane i volumi (quando la voce narra dev'essere un sottofondo, quando sono solo immagini può essere piena) - Esporta il file.
I MODELLI DI CONTENUTI UTILI
Un evento
COME RIPRENDO UN EVENTO CUI ASSISTO?
- Faccio immagini dell’esterno del luogo dove si svolge l’evento e della sua location. Circa 10 coperture da 10 secondi alternando piani larghi e piani medi.
- Se devo prendere la voce di qualcuno cerco di farlo prima.
- Carrellate poche e da sx a dx. Piani del pubblico sempre da due angoli diversi.
- Faccio interviste anche dopo dopo se devo completare il panorama delle voci.
- Creo la timeline in sequenza temporale. Poi grafica, sottopancia ed eventuale musica
I MODELLI DI CONTENUTI UTILI
Un'intervista
ORGANIZZARE PRIMA PER RENDERE DI PIU'
- Organizzo l’intervista in modo da avere tutti gli elementi del racconto raggiungibili dal punto di incontro con l’intervistato.
- Eseguo l’intervista.
- Realizzo le coperture con il protagonista facendomi carico delle cose che ha detto in intervista e di quelle che, fra queste, hanno bisogno di un appoggio visuale.
- Realizzo la timeline con l’intervista, poi aggiungo le coperture sopra, poi i titoli e la grafica, poi la musica eventuale.
I MODELLI DI CONTENUTI UTILI
Video notizia
PUO' VALERE ANCHE COME "PEZZO DI PRODOTTO"
- Scrivo il pezzo tenendomi dentro le 800 battute spazi inclusi che rappresentano il minuto di speech. 600 BATTUTE 40”
- In base a quanto scritto realizzo le immagini di accompagnamento al pezzo.
- Speakero il pezzo
- Dispongo sulla timeline la sequenza delle immagini realizzate
- Taglio le immagini per dare il giusto ritmo e il giusto accompagnamento.
- Metto le grafiche e la eventuale musica
LE APP PER MONTARE UN VIDEO
Luma Fusion
Luma è una app americana che può tranquillamente essere definita come la migliore app per il montaggio video e per il montaggio audio. Con Luma Fusion puoi governare ogni tipo di caratteristica delle immagini e degli elementi che compongono un video, dai movimenti al color grading, dai titoli alla musica. Tutto quello che puoi fare con un software di montaggio per computer puoi farlo con Luma. Nelle prossime release della app verrà implementato anche il multicam. Di cosa si tratta? Di una sezione nella quale si può sincronizzare automaticamente dei video di una situazione, un'intervista, un'azione ripresi da più camere.
LE APP PER MONTARE UN VIDEO
Kinemaster ok, ma con giudizio, perché...
Si tratta di una app coreana che ha tutte le caratteristiche che servono per il montaggio professionale. La gestione di tutti gli elementi di un video è nelle tue mani. La problematica è quasi filosofica. Ha molti elementi che potremmo definire giocosi, cosa che non depone a favore delle esigenze di chi vuole sviluppare un contenuto professionale. Negli ultimi giorni ha subito un cambiamento implementanto una straordinaria serie di template e alzando i prezzi di 3-4 volte rispetto al passato. Si parla di 12-15 euro mensili. Certo, le risorse che offre sono davvero importanti, ma sinceramente l'aumento è enorme e ingiusto (prima si pagava attorno ai 4 euro mese).
LE SOLUZIONI GRATUITE
iMovie e VN editor
NEL MARE DI POSSIBILITA' CHE C'E' NEGLI APP STORE HO SCELTO UNA ROTTA
Dopo averti fatto vedere le due app più importanti del panorama dei software di montaggio video per telefonini passo a due soluzioni gratuite che possono rappresentare per te la prima palestra con cui ti confronrti. La prima è iMovie ed è la app gratuita precaricata per il montaggio audio su iPhone e iPad. Permette di fare solo orizzontali e ha elementi di grafica, di colore e di controllo dell'immagine molto basici,. Proprio per questo è importantissima per imparare a gestire i video. VN editor esiste in entrambi i mondi (Android e Apple) ed è la più evoluta tra le applicazioni mobile gratuite per creare video. Ti permette di scegliere i formati, gestire più linee di immagini, fare voice over, gestire le grafiche e quanto altro ti serve.
La potenza di Adobe in un telefonino
Segui questo ragionamento per comprendere fino a dove arriva la potenza della mobile content creation. Filmic pro, di cui ti ho parlato, può caricare le sue immagini su Frame.io. Si tratta di una piattaforma di condivisione video per review e di uno "storage" online. Frame.io si può collegare direttamente a Premiere Pro facendo in modo che quello che chiunque può avere caricato tramite Filmic su Frame possa essere a tua disposizione su un programma di editing professionale come Premiere.Infine c'è anche una versione "facilitata" di Premiere che si chiama Rush e che ha la caratteristica di avere un cloud al quale si collegano più device.
Il mondo del live e una chiave per il successo
La mobile content creation è anche live. E per il live c'è una app (purtroppo solo su iPhone e iPad) che ha stabilito lo standard più alto in termini di qualità. E' Switcher Studio, sistema che permette di fare dirette sui social o verso un segnale RTMP (quindi anche verso una regia tv) multicamera (sullo stesso wifi sono nove gli iphone collegabili quali remote camera) e perfettamente customizzabili con loghi e grafiche. C'è di più con le sue "false" live può permetterti di acquisire contenuti in 4k che detiene sui suoi server, permettendoti il montaggio lineare in diretta e servendoti anche con la sottotitolazione automatica dei clip migliori che possono essere tagliati e sottotitolati "in app"!. Una mostruosa opportunità per creare un flusso di lavoro interno alle organizzazioni che producono contenuti.
La differenza nelle app di editing
Perché abbiamo parlato di queste 4 app? Perché sono quelle che meglio vi consegnano tra le mani la possibilità di controllare qualsiasi elemento del vostro video, dalle immagini ai titoli, dalla musica fino al controllo del colore. Nel vostro telefonino o nel vostro tablet troverete, invece, molte app che automatizzano i passaggi grazie all'intelligenza artificiale applicata al software di editi
E poi? E poi c'è la magia della sottotitolazione
L'intelligenza artificiale fa grandi cose. Fra queste ci dà anche la possibilità di sottotitolare automaticamente i nostri video (e perfino i nostri audio). Smanettiamo ancora un po' sul telefono per scoprire Mix Captions. Anche queste le mettiamo all'opera con le mani sul telefono. Incredibile la soluzione di Add Subtitles che mette i tottotitoli nella lingua del video... e poi li traduce.
Il mondo dei titoli e delle grafiche
Quando abbiamo praticamente terminato il nostro contenuto o, più in generale, quando elaboriamo altri tipi di contenuto legati al nostro progetto editoriale, ci possono servire applicazioni di grafica. Il tuo telefonino ne possiede molte, ma quelle più performanti sono sostanzialmente due. Antiamo a vederle: si tratta di Creative Cloud Express e di Canva. Certo, non sono il paradiso dei grafici, ma fanno al caso nostro.
I passi per creare un video
- Scrivi il testo, ricordando questo parametro: un minuto di speakerato equivale, più o meno, a 800 battute spazi inclusi.
- Fai la lista delle immagini (o delle voci, eventualmente) che ti servono e comincia a realizzarle.
- Importa le immagini in una successione coerente nel video.
- Speakera il testo.
- Aggiusta il montaggio delle immagini in modo che la stessa immagine non duri più di 3-4 secondi. Dai ritmo al tuo montaggio.
- Aggiungi titoli, sottopancia ed eventualmente musica.
Consigli sul campo
- Non riprendere in modo bulimico. Riprendi quello che ti serve per il tuo testo.
- Ricordati che la luce non va mai davanti alla camera, ma sempre dietro.
- Tieni fermo lo smartphone e fai in modo che il movimento entri nella tua inquadratura.
- Ogni immagine prendila per 10-12", così tirerai fuori da quello "shoot" i 3-4 secondi che ti servono.
- Se fai delle parti parlando alla camera cura l'ambiente dietro di te.
Ora lavorateci e poi condividiamo i video sul canale Whatsapp per feedback
Smartphone e marketing
L'arma che abbiamo tra le mani è un potente produttore di contenuti. Rappresenta il più moderno apparato produttivo per poter realizzare gli elementi di un racconto digitale, sia esso per il proprio posizionamento o per il posizionamento di un brand di terzi. Essendo un apparato produttore di contenuti è al marketing di contenuto che lo smartphone si rivolge. Per questo motivo, fra le tante tipologie di marketing esistenti, ci concentriamo su una sola: l'inbound marketing.
Marketing: materia liquida
2013
1985
La stessa AMA, nel 2013, ha ridefinito il marketing in questo modo: Una funzione organizzativa ed un insieme di processi volti a creare, comunicare e trasferire valore ai clienti e a gestire i rapporti con essi in modo che ciò vada a vantaggio dell'organizzazione e dei suoi stakeholder
L’AMERICAN MARKETING ASSOCIATION, nel 1985, definiva il marketing così: Il processo di organizzazione e di esecuzione del concepimento, della politica dei prezzi, delle attività promozionali e della distribuzione di idee, beni e servizi per creare scambi commerciali e soddisfare gli obiettivi degli individui e delle organizzazioni.
Outbound vs Inbound/1
Inbound
Outbound
Il termine Inbound marketing indica una metodologia di business che attira i clienti creando contenuti di valore ed esperienze su misura per loro. Mentre il marketing cosiddetto Outbound (in uscita) interrompe il pubblico promuovendo i contenuti (si pensi agli spot televisivi), la metodologia Inbound si focalizza sul creare connessioni e risolvere i dubbi e i problemi che il pubblico già ha. Con l'Inbound si passa dall'Interruption al Permission Marketing: l'audience va conquistata fornendo contenuti interessanti e utili per il target di riferimento, non interrotta.
Outbound Marketing letteralmente si traduce con "marketing in uscita": Infatti il messaggio pubblicitario viene “spinto fuori” (“out”), sul mercato, allo scopo di rintracciare l'attenzione di potenziali clienti attraverso la pubblicità realizzata sui media in generale e attraverso il contatto di persona.
Outbound vs Inbound/2
Guardiamo i fondamenti di un contenuto
Una storia in 5 punti
E quando il contenuto è un testo?
L’ideale, quando si ragiona su un contenuto, è pensare al motivo, al traguardo verso il quale vuoi portare chi si ferma ad ascoltarti. L’obiettivo principale è affermare una tua idea e supportarla con argomenti validi. Devi ambire a dare l’impressione verificata di conoscere bene la materia di cui parli. Le immagini e i video sono in grado di generare più pubblico se sono dirompenti, altrimenti servono come didascalie. Il testo dà al pubblico una maggiore capacità di memorizzazione.
Caratteristiche di un contenuto
- Condividi il tuo desiderio di conoscenza
- Abbi il coraggio di mettere il tuo punto di vista
- Fai titoli che mantengano le promesse
- Apri con un’introduzione di valore
- Arriva al nocciolo della questione
I punti importanti di un contenuto
La lista di Skande
Riccardo è il massimo esperto italiano di personal branding
26. Un evento di settore 27. Crea un glossario 28. Com’è cambiato il tuo modo di lavorare 29. Infografiche 30. Amarcord (ho iniziato così) 31. Personaggi famosi 32. Parla col pubblico, crea un sondaggio 33. Comparazioni virtuose 34. Guarda il futuro 35. Citazioni 36. Un retroscena che ti ha stupito 37. Rassegna social 38. Lesson learned 39. Punti interrogativi 40. Mostra la tua passione
13. Dietro le quinte 14. La sfida 15. Motivazioni 16. La cassetta degli attrezzi 17. Racconta una foto 18. Ricerche e sondaggi 19. I libri che consigli 20. Domande 21. Di cosa non puoi fare a meno 22. Dai una mano ai beginners 23. Guida definitiva 24. I tuoi venerati maestri 25. Il viaggio dell’eroe
- Notizie
- Controversie
- Liste
- Casi di studio
- Interviste
- Ringrazia un cliente
- Recensioni
- Dubbi e certezze
- Tutorial
- Un modo alternativo
- Problemi e soluzioni
- Come hai risolto il problema del tuo cliente
I contenuti sono i mattoni per fare la casa del tuo brand personale
Il brand chiamato "te"
La rivista Fast Company, firma americana specializzata nel marketing, ospita un lungo articolo di Tom Peters, straordinario ricercatore, economista, scrittore ed esperto di marketing, che dà i natali alla materia del Personal Branding. In un mondo che cambia, Peters apre la riflessione su quanto sia importante considerarsi, comportarsi, agire, studiare e lavorare pensandosi come amministratori delegati della “Me Corporation”. Il Personal Branding, per i professionisti che cercano una nuova progettualità, rappresenta le fondamenta del vostro futuro o del futuro del vostro progetto. Se il brand è quello di qualcun altro? Beh, non cambia.
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Il brand chiamato "te"
Regardless of age, regardless of position, regardless of the business we happen to be in, all of us need to understand the importance of branding. We are CEOs of our own companies: Me Inc. To be in business today, our most important job is to be head marketer for the brand called You. Here’s what the Web says: Anyone can have a Website. And today, because anyone can … anyone does! So how do you know which sites are worth visiting, which sites to bookmark, which sites are worth going to more than once? The answer: branding. The sites you go back to are the sites you trust. They’re the sites where the brand name tells you that the visit will be worth your time — again and again. The brand is a promise of the value you’ll receive.
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Il brand chiamato "te"
You’re every bit as much a brand as Nike, Coke, Pepsi, or the Body Shop. To start thinking like your own favorite brand manager, ask yourself the same question the brand managers at Nike, Coke, Pepsi, or the Body Shop ask themselves: What is it that my product or service does that makes it different? Give yourself the traditional 15-words-or-less contest challenge. Take the time to write down your answer. And then take the time to read it. Several times.
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Il personal branding per un professionista è una sola parola.
CAMBIAMENTO
Allora cominciamo subito a fare esercizi. Scrivete in 15 parole che cosa vi rende diversi dal collega che vi sta accanto!
Tom Peters, The Brand called You
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Tenetene conto per voi e per i clienti: l’unico vantaggio competitivo sostenibile consiste nella capacità di apprendere e di cambiare più rapidamente del mercato (Philip Kotler)
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Il Peters italiano: Riccardo Scandellari
Riccardo Scandellari è indubbiamente il maggiore esperto italiano di personal branding. La sua definizione di Personal Branding: è la cultura che ti permette di fare di te un marchio. Ti permette di coltivare la tua persona e la tua carriera in un modo unico avendo cura di disegnare anche la percezione che gli altri hanno di te. Ti dà la possibilità di creare una relazione di valore con il tuo target e di occupare l’attenzione delle persone che ti osservano.
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Non inseguire...
le farfalle, ma coltiva molto bene il tuo giardino affinché siano le farfalle a venire a posarsi sui tuoi fiori. Una metafora calzante per il personal branding che, se ben fatto, provoca esattamente questo effetto. Per una vita intera avete impostato la carriera sulla domanda "scusi, posso lavorare per voi?". Il personal branding può invertire i ruoli di questa domanda e metterla nella bocca di chi vi riconosce come autorevoli ed è portato a dire: "scusi, vorrebbe collaborare con il mio progetto?"
Che cos'è un brand
La definizione di Riccardo Scandellari
Leggete cosa dice nel suo ultimo libro “Fai di te stesso un brand”. Ottenere un brand significa occupare uno spazio nella mente di chi lo osserva. Il brand si materializza in una struttura mentale di informazioni rilevanti. Ora sono tutti in corsa per emergere e si fanno la guerra sui contenuti per ottenere più “numeri” (like, views, condivisioni, viralità), ma pochissimi combattono per ottenere uno spazio nella mente di chi li osserva. Non dire che il tuo brand è il migliore, dì piuttosto che è diverso.
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Si, ma come si crea un brand personale?
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Creando un oceano blu
Una decina di anni fa Chan e Mauborgne, due ricercatori dell’INSEAD di Parigi hanno inventato questa teoria. “Trovare un’Oceano Blu significa inventare, per la propria carriera o per la propria attività delle dinamiche nuove, tali da farci creare nuovi mercati senza azioni dirompenti nei confronti dei mercati esistenti. Gli oceani blu, quindi, corrispondono a un nuovo spazio di mercato incontestasto, alla creazione di una nuova domanda che riveli una crescita redditizia”
La prima mossa
Ho proprio tratto le pagine del libro che vi raccomando di leggere per darvi gli strumenti per portare avanti il vostro progetto. Come iniziate a rinnovarvi con la cosiddetta INNOVAZIONE DI VALORE che interviene nell’area dei due delta incastrati che sono quello dei costi e quello del potere di acquisto? Se diminuisco i primi e aumento il secondo differenziando quello che faccio, allora comincerò a spostarmi dal centro del mercato per andare a trovare un mio personale oceano blu.
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La seconda mossa
Tutto il vostro progetto di personal branding parte da una mappa mentale. Voi al centro e tutto il vostro mondo intorno. Per scoprire se c'è (e ve lo assicuro che c'è) qualcosa che, nella vostra professione, vi rende unici. C’è un’app da cui, per me, tutto parte: si chiama Simplemind. Si tratta di un software multipiattaforma di mappe mentali che aiuta per i progetti editoriali, per i calendari editoriali e per gli stati di avanzamento lavori. Si tratta di un territorio di produzione delle idee e anche delle dinamiche di creazione dell’oceano blu. E’ sicuramente la app più importante. Ed è cross platform…
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La terza mossa
Stabilita la vostra unicità professionale, individuato il vostro brand, dovete mirare alla comunità di stakeholder che vi ripromettete di raggiungere. Lo potete fare tramite una strategia di contenuti, ma anche "parlando" al vostro pubblico. Mai fatto? Una app che può darvi questa possibilità è Forms.app che trovate qui di fianco. Un modo per intervistare il vostro pubblico, per farlo parlare, per capire la domanda e isolarla (mossa decisiva per un brand).
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La quarta mossa
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Maledetta miseria: dobbiamo conoscere anche la Unique Selling Proposition
Si tratta di un concetto derivato dalla pubblicità. Parte dalle teorie degli anni ‘40 elaborate da Rosser Reeves. Una Unique Selling Proposition è una qualità del tuo prodotto, servizio, marchio o azienda in grado di differenziarlo (e renderlo migliore) da quello offerto dai tuoi concorrenti. Deve soddisfare tre regole fondamentali:
- Una proposta chiara: “Se compri X, godrai di questo vantaggio”.
- Il vantaggio deve essere unico, qualcosa che i tuoi concorrenti non offrono.
- Il vantaggio deve essere vendibile, affinché molte persone desiderino approfittarne.
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Elimina queste cinque paure
- Paura di non avere talento. La creatività è un muscolo che va allenato tutti i giorni.
- Paura di aver esaurito le idee.
- Paura di essere criticato.
- Paura di avere idee scontate
- Paura che qualcuno lo abbia già comunicato prima e meglio di te.
Il professionista cerca la sostanza
Il vostro business o il vostro progetto professionale non devono sviluppare numeri, ma concentrarsi sul miglioramento. Certo nessuno disprezza la visibilità, ma essa deve essere ricercata attraverso la creazione di cultura, consapevolezza, ispirazione e aiuto. Si tratta di posizionarsi in modo corretto nella mente di chi presta attenzione.
Le domande che ti devi fare
- Cosa ti rende diverso dai concorrenti?
- Chi sono i tuoi clienti ideali?
- Cosa dovrebbero sapere le persone sui principi e sull’etica della tua azienda?
- In che modo i servizi o i prodotti che vendi (o la tua professionalità) trasformeranno la vita delle persone?
- Quali problemi risolvi?
- Qual è la tua nicchia di riferimento o la tua specialità principale? E cosa ti rende autorevole?
- Come si sentiranno le persone leggendo ciò che scrivi o ascoltando ciò che dici?
- Cosa hai fatto?
- In cosa credi e quali sono i tuoi valori fondamentali?
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Il tuo brand ha un pubblico
- Gli altri amano essere ascoltati.
- Inizia a fare domande
- Tutto ruota attorno alle micro-percezioni. La percezione è il processo mediante il quale l’individuo seleziona, organizza e interpreta gli stimoli e le informazioni per ottenere una visione organica del mondo.
- Nel marketing (per se stessi o per altri) le percezioni sono più importanti della realtà e anche voi giornalisti lo dovete sapere ed esercitare, per "vendere" adeguatamente il vostro brand.
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Ecco come ottenerlo
- Il tuo pubblico è la tua necessità primaria.
- Il web e i social sono il posto dove lo incontri e crei una relazione.
- Il pubblico va ricompensato attraverso la gratificazione (è per quella che concediamo la nostra attenzione a qualcuno)
- Cerca di conoscere a fondo le visioni, le aspirazioni, lo stile e il modo di comportarsi di chi ami.
- Se vuoi ottenere un pubblico, fai vedere chi sei.
- Usa i tuoi contenuti
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Due strati e una ricetta per comunicare il tuo brand
Nel primo strato ci sono una massa di persone che ti vedono, ma non sanno chi sei, non ricordano il tuo nome o quello della tua azienda. Non hanno ben chiaro ciò che proponi e sono come te, refrattarie a farsi vendere qualcosa.Nel secondo strato ci sono le persone (e sono molto meno) che hanno sviluppato una famigliarità nei confronti del tuo brand personale e sono disposte ad ascoltarti se hai qualcosa di utile da dire loro. Questi, se avrai qualcosa che a loro conviene, potranno passare serenamente a diventare tuoi clienti.La comunicazione serve a far passare le persone da uno strato all’altro.
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Lo scopo dei contenuti del tuo brand
Raffinato il tuo progetto e trovato il tuo pubblico devi cominciare a chiarirti gli obiettivi dei tuoi contenuti. lo scopo del contenuto è isolare la domanda, far emergere il possibile pubblico e, non ultimo, dispensare percezioni di affidabilità, garanzia e vicinanza.
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Step 1
01
Parliamo di strategia di social media
Crearsi un piano editoriale
Step 2
02
Crearsi un blog
Creato il brand e creata la comunità, bisogna concentrarsi sullo sviluppo del brand. Voi vivete del vostro brand professionale. Per questo il vostro brand è il vostro business, quel progetto che vi fa mettere insieme il pranzo con la cena. Al centro c'è un blog, attorno ci sono i social network come creatori di interesse, confluenti verso quel fiume più grande, il fiume capiente, sostanzioso e potente della vostra professionalità che risiede sul blog. E' lì che concludete il patto con chi si sta interessando a voi, è lì che tenete il meglio.
Step 3
03
Crearsi e strutturare i social
Step 4
04
Interessare e parlare con le persone
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01
A ogni social la sua destinazione di scopo
Il posto dove trovare contatti con decisori o con clienti B2B.
02
Il posto per ascoltare, il posto per scoprire, il posto per incuriosire.
Ogni singolo social network può farvi raggiungere uno scopo nella vostra strtategia. No, non vi preoccupate. Non dovete rivelare gratis le vostre notizie. Dovete cercare relazioni, crerare interesse, far capire come nasce e come cresce il vostro lavoro. Dovete contattare le persone interessate e non proporvi, ma proporre la vostra visione delle cose, i vostri obiettivi, la vostra unica professionalità. Raccontatevi con cura, scambiate valore. Non parlate mai del vostro privato, ma della vostra progettualità.
03
Il posto per ispirare, il posto per raccontare i propri giorni, le proprie ispirazioni, i propri sogni.
04
Il posto per stare sulle notizie, per discutere con le fonti
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Linkedin, l'eterno colloquio di lavoro
Parliamo in modo approfondito di Linkedin. Si tratta del social network professionale, ma anche di un social nel quale un’azienda(e quindi il brand di cui curate la social media strategy) può raggiungere in modo altamente responsivo un mercato particolare ed altamente ricettivo: di quale sto parlando? Naturalmente del mercato BUSINESS TO BUSINESS. Un mercato che, per il singolo, significa la possibilità di proporre la propria professionalità ai decisori che potrebbero cambiare i nostri percorsi lavorativi. Per le aziende, invece, è un'occasione che rappresenta due opportunità: quella di costruire relazioni con altre imprese e quella di raccontare l'evoluzione del proprio business.
Il profilo di Linkedin: mostrarsi in uno sguardo e farsi capire al volo
Unità Otto
I social network
Il profilo di Linkedin: mostrarsi in uno sguardo e farsi capire al volo/2
Gli elementi di un buon profilo
- la prima cosa è la tua immagine di sfondo, la tua copertina. Da qui si capisce già chi sei, qual è il tuo brand personale e il tuo mondo (Canva o Spark possono aiutare)
- Possono aiutarti una serie di parole chiave o il brand della tua attività, oppure il momento più bello della tua vita lavorativa. Dimensioni minime della foto 1536x396 (si misura in pixel)
- La foto del tuo profilo. Elementi importanti: sorridi, scegli una foto professionale, solo il tuo volto, scegli una foto di ¾. Non farla frontale (ops, quella di Banzato è approssimativa)
- Pubblica una foto recente. Non devi apparire, devi essere. Il tuo vestito dovrebbe ricalcare esattamente l’abbigliamento con il quale ti presenti sul posto di lavoro, illumina il volto. Quando ti fanno la foto devi avere la luce davanti a te, non di lato.
La qualifica, un arte molto particolare
- Sii semplice, chiaro. Non mettere troppe qualifiche tutte insieme. Sembri uno che vuol fare tutto e…
- Esempi interessanti: Job Title / 3 qualità + focus + settore
- Azioni da fare prima di scriverla. Vai su “Ricerca Avanzata” di Linkedin e usa il filtro “parole chiave” per vedere quali e quanti hanno inserito quella parola nella qualifica
- Vai su Google Trends e verifica il trend di ricerca di quella parola chiave
- Ricerca il job trend su siti di ricerca lavoro come Indeed o simili.
Ora metti mano alla tua visibilità e ai tuoi criteri di privacy
Su /settings apri le porte alle connessioni
Nella scheda “Comunicazioni” ci sono tutti i tipi di interazioni e di messaggi. Ebbene aprili, così ascolterai con più attenzione quello che questo network ha da dirti per prepararti meglio a dire tu quello che serve ed è utile al tuo network. Naturalmente scegli la lingua che è congruente con il tuo ambiente di lavoro, ma non ti scordare di compilare adeguatamente tutti i campi del profilo anche in inglese.
L’inizio delle relazioni su Linkedin è un gioco di sguardi
- Sembra trascurabile, ma il primo seme della relazione su Linkedin è qui. Su Visibilità del tuo profilo e rete puoi scegliere se essere visibile quando visiti il profilo degli altri. Questo è l’inizio della relazione.
- Qui iniziano gli sguardi verso coloro che ti interessano e quelli di coloro che si stanno interessando a te. Per iniziare le connessioni, la prima cosa che va guardata è “Chi ha visitato il tuo profilo?”
Unità Otto
I social network
Dicevamo che comunicare vuol dire guardarsi e allora relazioniamoci bene
- Per creare relazioni bisogna “ottimizzare il profilo”. Lo hai fatto?
- Cerca di ottenere il numero maggiore possibile di segnalazioni e di conferme di competenze. Non pietire, scambia valore magari essendo tu per primo quello che fa la prima segnalazione o conferma competenze di altri.
- Le relazioni partono dalle presentazioni. La tua presentazione è sì nel tuo profilo, ma anche nel tuo “Summary”, nel tuo riepilogo.
- Nelle tue informazioni mettici la tua essenza professionale, ma anche i tuoi cardini umani. Spiega bene cosa puoi fare per aiutare il tuo interlocutore. Quello è il tuo primo colloquio di lavoro o con un potenziale cliente.
- Cerca di non usare il maiuscolo… stai gridando.
- Non venderti, raccontati a chi sta comunicando con te.
Il summary è una risposta alla domanda più importante che si fa chi ti guarda
La parte del profilo Linkedin che riguarda le informazioni (o summary) è una parte che, spesso, noi tendiamo a riempire in modo sbagliato. Mettiamo lì una specie di mini cv o sommario delle nostre capacità, per attirare ulteriormente chi ci sta guardando. E sbagliamo. In quel settore dobbiamo rispondere alla domanda: cosa posso fare per te?
Adesso osservatevi da fuori: come vi state presentanto agli altri?
Relazioni e connessioni, questi sono gli strumenti di linkedin più importanti per creare connessioni virtuose che portino a interazioni, contatti, lead e contratti. Allora facciamo un paio di ragionamenti su come ci presentiamo noi. Attenzione ai minimi particolari. E attenzione al fatto che Linkedin vale molto per la SEO... anzi moltissimo.
Connettiamoci agli altri, ma con un senso
- le connessioni, cioè l’operazione di “collegarsi” ad altri, sono il motore dell’interazione delle relazioni.
- Quando ci connettiamo facciamolo sempre con un motivo strutturato e facendoci accompagnare da un messaggio di presentazione e di motivazione della richiesta di collegamento.
- Se vogliamo allargare l’orizzonte professionale facciamolo pure, ma rispettando le regole di connessione.
- Linkedin Premium ---> costoso, ma importante per inMail.
La potenza di un messaggio su Linkedin
- Quando mandi un messaggio, presentati e motiva la tua richiesta di interazione.
- Usa un tono garbato, professionale, formale. Come se fossi in un ufficio.
- Il lei, qui, va meglio del tu.
- Non vendere mai, specialmente al primo colpo.
- Linkedin è spesso molto più efficace di una mail.
- Guarda l’interlocutore prima di parlare, visita il suo profilo, scopri chi è. Potrebbe esserti utile nel chiacchierare con lui.
- Non essere troppo semplice, non essere troppo tecnico. Scrivi poco e concentra tutte le informazioni che vuoi dare in un unico messaggio (ops, ho sbagliato di nuovo e non solo per questo… ma anche?)
L'arte dello scrivere un post
Gli articoli su Linkedin
Gli articoli su Linkedin hanno il senso profondo delle cose importanti. Scriveteli come se fossero pezzi del vostro CV del valore. Sono visti e commentati 7/10 volte meno dei post. Un recruiter attento, però, li leggerà. Eccome se li leggerà. Potrebbero essere il vostro blog. Hanno delle esigenze di stile. Usate la piattaforma articoli con lo stile e il linguaggio della scrittura digitale Pubblicate secondo un progetto editoriale e con costanza assoluta (misurando le vostre forze). Se volete raccontarvi, fatelo, ma per temi e concetti che hanno rilievo professionale. Scrivete come se dovessero e potessero essere letti per anni e avere per anni lo stesso valore. Atemporali, consistenti, semplici, utili, importanti. Altro ottimo esempio qui>>> https://www.linkedin.com/pulse/quello-che-le-risorse-umane-non-dicono-ma-vedono-di-te-vianello-phd/?trackingId=E4XiKEwlGZ39O9K1dxjwIA%3D%3D
I commenti su Linkedin
Un commento su linkedin è il tuo mezzo pubblico di interazione con il mondo professionale che ti vede protagonistaScrivi con garbo. Non fare piaggeria, non usare toni aspri. Mai iniziare con una considerazione negativa verso quello che stai commentando. Riserva la cosa per la seconda parte del commento. Rispondete sempre, ma dico SEMPRE, al commento che vi fanno o alle risposte che vi danno.
La pagina aziendale di Linkedin
Una pagina LinkedIn è il biglietto da visita della tua organizzazione su LinkedIn. Aiuta gli altri membri a saperne di più sulla tua azienda, scuola o università, sul tuo brand, sui tuoi prodotti e servizi e sulle tue opportunità di lavoro. Per interagire con gli utenti su LinkedIn come organizzazione, devi avere una pagina.
Cosa si pubblica sulla pagina aziendale
- valori e progetti dell’azienda
- nuove partnership
- attività di marketing
- offerte di lavoro dell’organizzazione
- documenti e post di valore sul percorso dell’azienda e sullo sviluppo del suo business
- Contenuti multimediali di racconto e di storytelling aziendale.
- Contenuti di brand journalism
- sondaggi (ricordate il concetto di parlare con la community?)
- eventi
Linkedin e il futuro: arrivano le stanze audio
Il mondo dei social audio, di cui parleremo ampiamente, è in continua evoluzione e, recentemente, ha visto anche l'entrata "nell'arena" di Linkedin. Anche su questo social network, spiccatamente, professionale, si potranno, quindi ospitare stanze audio per riunioni pubbliche o private. A quanto sostiene Linkedin si tratta di un primo passo nel futuro, un futuro nel quale questo social andrà verso l'ufficio "virtuale" con possibilità di collegamentio anche video. Il tutto con particolare riferimento a riunioni, meeting e corsi di formazione.
La tua finestra sul mondo
La scheda profilo della tua attività: un mondo di opportunità
- Si tratta dell’elenco telefonico contemporaneo, ma pochi se ne accorgono
- Se non ti spicci, la fa Google per te e poi te ne devi riappropriare (per le info parte dai tuoi clienti potenziali o reali e da pagine gialle)
- Si tratta della prima immagine che gli altri hanno di noi
- Ottimo per la findabilty o per far arrivare clienti sul tuo sito, nel tuo ufficio o al tuo telefono
- Innanzitutto chiariscono dove sei e qual è il tuo numero di telefono. Come ti si può raggiungere. La tua scheda è gratuita, la tua forza è la prossimità
- La moneta più importante: la recensione, il trust !!!
- Rispondi sempre alle recensioni, soprattutto a quelle negative. Potresti trasformare una difficoltà in un’opportunità.
- Puoi inserire offerte, prodotti, un vero catalogo, aggiornamenti, informazioni sulla sicurezza (molto importanti in questo periodo)
- Può darti molte visualizzazioni senza pagare
- Più aggiorni la pagina e più Google tenderà a metterti in evidenza nelle mappe. Marketing di prossimità, veicolo potentissimo per certe professionalità e per molti differenti tipi di servizi.
Gli elementi del profilo di Maps
Un errore clamoroso
L'importante concetto del marketing di prossimità
Il marketing di prossimità (proximity marketing) è una tecnica di marketing che opera su un'area geografica delimitata e precisa attraverso tecnologie di comunicazione di tipo visuale e mobile con lo scopo di promuovere la vendita di prodotti e servizi.
Facebook, il mostro dei social network
Sta per farci entrare nel metaverso, ma è ancora al centro di troppe polemiche.
Pubblico: vastissimo e variegato. Di differenti livelli di istruzione e di età tra i 35 e 65. Insomma su Facebook ci sono gli adulti, i babyboomer, i genitori e ogni tipo di persona. Contenuti: si possono fare post, post con elementi multimediali, si possono caricare video, mettere stories. Si accede con un account personale, ma si possono anche creare pagine, di organizzazioni private o pubbliche. Si possono creare eventi (online e offline e a pagamento). C’è anche un grande settore dedicato alle dirette che vengono utilizzate nei modi più svariati. C'è anche la possibilità di creare stanze audio. Evoluzione: Facebook è l’ammiraglia dei social network. Aveva una visione: diventare Internet. Probabilmente la realizzerà... Ha un futuro che è già segnato nella realtà virtuale con l’acquisizione di Oculus, azienda che realizza i visori oculari per la VR. Potrebbe diventare il nostro pianeta “virtuale”, come illustra bene la scelta del metaverso.
Ok, parliamo di metaverso...
Metaverso (in inglese Metaverse) è un termine coniato da Neal Stephenson in Snow Crash (1992), libro di fantascienza cyberpunk, descritto come una sorta di realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar.
Chi c’è su Facebook? Anche nel 2021 è stato il social medium più utilizzato in Italia, da oltre 28,5 milioni di persone. Considerando che i frequentatori di social sono 38,8 milioni ogni mese, si può dire che il social di Zuckerberg ha una penetrazione sulla total digital audience dell’82%. Hanno tra i 35 e i 65 anni, spendono oltre 700 minuti mese sulla piattaforma. Sono grossomodo a metà tra uomini e donne.
I post su FB
La domanda “a cosa stai pensando?”è lì da sempre e ci mette fuoristrada dall’inizio togliendoci un po’ di consapevolezza nella pubblicazione. Più studio il contenuto iniziale di Facebook, il post, più sono convinto che non ci sia la ricetta del contenuto perfetto. Attenzione al valore da condividere per quello che pubblichi, al contenuto multimediale che lo accompagna, alla scrittura digitale, agli spazi, al titolo, all’uso degli emoticon quando ha senso. Gli hashtag stanno diventanto utili solo in questi ultimi mesi. Prima non lo erano assolutamente.
I video su FB
Stiamo parlando dei contenuti video da molti giorni. Abbiamo visto il loro linguaggio e come si fanno. Ma quali sono i criteri per farli su Facebook con una certa rispondenza del pubblico? Devono essere sottotitolati (i video su Facebook partono senza audio) Devono creare l’attesa Devono salire di intensità nel tempo e “deflagrare alla fine” Devono avere un format e una storia Devono parlare direttamente a un pubblico Non dovete mai mollare, come lui. Nas.
Le stories su FB
- La storia su Facebook è una feature che arriva da Instagram e non viene utilizzata in modo proficuo, eppure…
- Racconta il dietro le quinte
- Con i tag è una forma di interazione informale
- Può rimandare a siti e prodotti dello shop
- Può incontrare un pubblico diverso da quello degli altri contenuti.
- Può essere gestita sia nella grafica, sia nella musica, sia nella privacy sia… nella programmazione (ma questo lo vedrete dopo…)
- A proposito, su Facebook si può fare anche i Reels, ma ne parliamo quando affrontiamo Instagram.
Le dirette su Facebook
- Le dirette di Facebook sono una parte determinante della produzione del contenuto. Sono un mondo che viene interpretato in modo errato:
- con il modello broadcasting
- con il modello “buco della serratura
- Hanno bisogno di progettazione, scrittura (quasi sceneggiatura), azione nello spazio, climax ed esplosione finale. Vi presento Chewbacca mom…
Le pagine aziendali su FB
- Informazioni di servizio, di contatto, di interazione
- Gestione delle pubblicazioni tramite Business Suite
- Integrazione possibile con account business di Instagram
- Creazione dello shop
- Creazione di contenuti
- Creazione di eventi (offline - online - a pagamento)
- E in futuro… il business.
- Pubblico: Ci sono i giovani. Esattamente la fascia 20-35 anni. Un pubblico che cerca emozione e bellezza, ma che è anche legato (forse troppo) all’estetica e all’edonismo.
- Contenuti: si possono creare post del proprio feed, stories, reel, video. Si può andare in diretta. Nell’aprile del 2021 è stata implementata la possibilità di andare live fino a 4 persone. E’ stata anche implementata la possibilità di andare live con il solo audio. E’ il social del “cogli il bello”. E poi: è il social del “prima la foto, poi…”. E’ il social del marketing e della pubblicità, ma per gli influencer si fa dura...
- Evoluzione: Si voterà alla vendita (con i suoi shop, tendenza anche su Facebook) e al pagamento dei contenuti tramite sostegno ai content creator. In questi mesi si sta sviluppando la geolocalizzazione per creare anche su instagram un clone di Google My Business collegato a shop e a possibilità di fare marketing di prossimità
Le caratteristiche di Instagram
Cos'è Instagram oggi
Nel 2020, anno di un profondo cambiamento, il social network di Zuckerberg introduce la funzione Reels, che consente agli utenti di girare e postare dei brevi filmati da 15 secondi da modificare con filtri e personalizzare con audio, effetti e nuovi strumenti creativi. I reel possono essere registrati in una serie di clip, oppure utilizzando i video già presenti nella galleria dello smartphone, e una volta pronto il video potrà essere condiviso sul proprio profilo. Per ospitare i Reel e Shop, Instagram ha anche modificato nuovamente la sua interfaccia grafica, con la schermata home dell'app che ora ospita sezioni dedicate alle nuove funzioni per migliorare l'esperienza utente. Oggi si va in diretta in 4 e si va in diretta anche soltanto in audio. Recentemente i Reels sono stati portati a 90 secondi ed è sparita IG TV. Ormai i video sono la parte più importante del linguaggio di instagram.
Il post di Instagram
- Ogni account di social ha un feed, un profilo. Ogni profilo è alimentato dai contenuti. I contenuti visuali del social network di Systrom hanno un tipico formato 1:1 (anche se non è più il solo) e un senso di racconto visuale, interpretabile anche nell’insieme. Caratteristiche del post:
- Prima la foto, poi
- Titolazione
- Scrittura digitale con spazi
- Hashtag——> si! Determinanti. Trend di discussione, mare nel quale orientarsi e dal quale emergere.
- Foto anche multiple (attenzione alla serie, max 10). I video ora hanno .
- Un progetto editoriale… ci vuole sempre. Un senso grafico, anche.
- Attenzione al microblogging
Le stories di Instagram
- Una story? Un mondo! Momenti, istanti, flusso, conversazione, discussione, contenuto editoriale. Le stories, ormai 500 milioni al giorno, sono il linguaggio di Instagram, il suo chiacchiericcio.
- Grafica evidente, musica allegra, montaggio lineare, sono un modello videografico che ha cambiato il modo di vedere contenuti sullo smartphone. Ora andiamo a scoprirle e andiamo a scoprire come trattare Instagram come una editing tool, ma prima..
- Fino a pochi mesi fa il link nelle stories era appannaggio di pochi, ma ora è possibile per tutti. Si trova negli oggetti delle stories.
- Le stories sono cambiate in continuazionee sono arrivate a blocchi video di 60".
- A proposito, ma se io vi dicessi che Instagram è un programma di montaggio lineare? Volete vedere come mai?
- Già che siamo vediamo la potenza delle immagini in verticale nel mondo di Instagram.
Il live di Instagram
- si può fare fino a 4 persone
- Ha il senso della chiacchierata informale.
- L’uso verticale dello schermo nasconde opportunità pazzesche soprattutto nel descrivere luoghi, eventi, situazioni.
- Si può fare anche solo una diretta audio
- Straordinarie attività di comarketing. Se avete colleghi da invitare nel vostro mondo o volete far incontrare il vostro brand con qualcuno questo è il vostro posto.
I dati di Instagram
Slide: Dati Offerti da Instagram agli Utenti Instagram fornisce una serie di dati preziosi ai suoi utenti per migliorare l'interazione e la strategia di contenuti: - Insights sul Profilo: Visualizzazioni del profilo, nuove follower e crescita. -Performance dei Post: Numero di like, commenti, condivisioni e salvataggi. - Copertura e Impression: Numero di persone raggiunte e visualizzazioni totali. - Engagement: Percentuale di coinvolgimento per post. - Dati Demografici: Età, genere e localizzazione geografica dei follower. - Attività degli Utenti: Orari e giorni di maggiore attività dei follower.
I video verticali
L'obiettivo dei video verticali dev'essere raggiunto attraverso un meccanismo che aggiunga al messaggio una parte, diciamo, ipnotica. Si tratta di una tensione che deve correre lungo il video basata sull'attesa, sulla sorpresa, sulla spiegazione e sulla velocità. Ora parliamo di queste carattestiche per cercare di capire perlomeno la ricetta del Reel (o videi verticale) che funziona per noi. Ricordiamoci che non dobbiamo fare "numeri", ma raggiungere il pubblico e l'obiettivo di consegnargli un contenuto e un messaggio.
I video verticali sono un linguaggio trasversale. Sono nati da Instagram, che li chiama Reels, ma sono diventati un modo di comunicare trasversale. Hanno bisogno dei loro codici, delle loro grafiche, dei loro linguaggi che puoi prendere già dagli strumenti delle app di ogni social che te li fa pubblicare. Tuttavia attraversano le piattaforme e sono un'arma importante per parlare a un pubblico preciso, quello dei più giovani.
Unità Otto
I social network
Parliamo di tiktok
Parlo per la prima volta di Tiktok perché è ormai impossibile ridurlo a un fenomeno per ragazzini. E' l'unica piattaforma sociale che resta in netta crescita e nel 2021 ha messo tutti dietro in quanto ad aumento di account. NON E' UN SOCIAL NETWORK, MA UN SOCIAL MEDIUM. Semplice il motivo. E' una piattaforma di intrattenimento. Ha mezzi di editing e costruzione del contenuto visuale non comuni e un linguaggio particolare. Se si usano quei mezzi che ora scopriamo insieme, il senso di Tiktok può diventare importante nell'ambito di una strategia di comunicazione. I video per Tiktok si fanno su Tiktok e possono arrivare molto bene al pubblico che c'è lì dentro. Sempre che sia quello il pubblico che hai bisogno di raggiungere.
Parliamo di Snapchat
Anche Snapchat non è un social network perché, definizione di Yusuf Omar che è uno dei creator titolari di Snap inc, è una camera company. Sta esplorando, infatti, il mondo della creazione e della condivisione del contenuto video in verticale. Anche questa app, quindi, non ha un aspetto sociale marcato, ma punta tutto sulla creatività e sulle storie. Così come per Tiktok, anche per Snapchat se vuoi fare video devi usare... Snapchat. Perché usi la sua grafica, il suo linguaggio, il suo modo di proporre contenuti al suo pubblico. E arrivi a segno. Guardiamoci dentro e vediamo come si comporta nella creazione di un video in montaggio lineare e quante opportunità ti regala. Aspettate, mi metto gli occhiali...
Parliamo di X
• Microblogging: Condivisione di messaggi brevi (tweet) fino a 280 caratteri. • Hashtag: Utilizzo di parole chiave precedute da “#” per categorizzare e trovare contenuti. • Retweet: Condivisione dei tweet di altri utenti per ampliare la portata dei messaggi. • Trending Topics: Argomenti di tendenza basati sul volume di conversazioni. • Liste: Organizzazione di account in gruppi tematici. • Engagement: Interazione tramite like, risposte e retweet. • Moments: Raccolte di tweet su eventi specifici o argomenti rilevanti.
e l'esplosione di Mastodon
E' nato il primo social "decentralizzato"
Mastodon è la risposta a Twitter. Questo nuovo social ne segue le impostazioni ed è simile nell'esperienza dell'utente. Tuttavia ha una fondamentale differenza rispetto a tutte le altre piattaformne di social networking. Quale? E' decentralizzato, diviso in Istanze che (per farla facile) sono server che ospitano gli utenti che si associano a quel luogo digitale perché ne condividono i "valori" o la policy. Queste istanze sono "collegate" tra loro attraverso una federazione di questi server che quindi, possono far mettere in contatto gli utenti che sono in istanze diverse su Mastodon oppure anche con piattaforme different che parlano lo stesso linguaggio a livello di codicei.
L'evoluzione di Youtube
Da social medium a social network
Probabilmente, la piattaforma più utile per spiegare il concetto di social medium e quello di social network è Youtube. Finora lo abbiamo conosciuto come il secondo motore di ricerca più usato al mondo, come un mare magnum di video, una specie di tv del 21esimo secolo (tanto che risulta essere la app più usata sulle smart tv dopo i servizi di streaming), come il luogo dove vai se devi imparare a fare una cosa. Insomma è la piattaforma del medium visuale e l'unica parte di networking è quella legata ai like, ai dislike (unica piattaforma che li ha) o ai commenti che puoi mettere sotto i video. Non c'è una parte di messaggeria privata. Quindi Youtube è molto social medium e poco social network, ma si sta evolvendo. Come? Con la parte community.
L'evoluzione di Youtube
Da social medium a social network
YouTube è una piattaforma di condivisione video dove gli utenti possono caricare, visualizzare e commentare i video. Fondata nel 2005, è diventata il secondo motore di ricerca più grande al mondo e una delle piattaforme più influenti per la distribuzione di contenuti multimediali.
Le opportunità di Youtube
Da social medium a social network
• Accessibilità: Disponibile su dispositivi mobili e desktop. • Monetizzazione: Creatori possono guadagnare attraverso annunci pubblicitari, sponsorizzazioni e abbonamenti. • Community: Funzioni come commenti, live chat e community posts per interagire con il pubblico. • Analytics: Strumenti per monitorare le prestazioni dei video e comprendere l’audience.
I contenuti su YouTube
Da social medium a social network
• Vlog: Video blog personali che condividono esperienze quotidiane. • Tutorial: Guide passo-passo su vari argomenti, come cucina, tecnologia e fai-da-te. • Recensioni: Valutazioni di prodotti, film, giochi e altro. • Intrattenimento: Sketch comici, musica, parodie e spettacoli. • Educativi: Lezioni e corsi su diverse materie, dalle lingue alle scienze. • Gaming: Gameplay, recensioni di giochi e live streaming di sessioni di gioco.
Un social network è
Abbiamo sempre considerato social medium e social network come sinonimi, ma sabagliamo. Queste piattaforme social ci fanno connettere con le persone, ci fanno creare reti di relazioni. Questo aspetto, quello della messaggistica e dei commenti è l'aspetto caratteristico del social networking. Se creiamo reti e connessioni, allora stiamo usando i social come social network. Altrimenti...
Un social medium è
Altrimenti sstiamo usando queste piattaforme come social media. Un social medium si può considerare come tale nel momento in cui lo utilizziamo per produrre un contenuto, essenza del medium, appunto, per farlo vedere pubblicamente sulle nostre bacheche e farlo arrivare ai nostri "amici" tramite i feed. Se noi usiamo i social, quindi, come piattaforme editoriali di pubblicazione di un nostro messaggio, li stiamo usando come social media e non come social network.
Quella strana cosa, il neuromarketing
• Misurazione delle Risposte Cerebrali: Analizza come il cervello risponde a pubblicità, prodotti e marchi. • Analisi delle Emozioni: Studia le emozioni dei consumatori per creare campagne più efficaci. • Ottimizzazione del Marketing: Utilizza i dati per migliorare il design dei prodotti, la pubblicità e l’esperienza del cliente.
Il Neuromarketing è una disciplina che combina neuroscienze e marketing per capire come il cervello dei consumatori risponde agli stimoli di marketing. Utilizza tecnologie avanzate come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l’elettroencefalografia (EEG) per misurare l’attività cerebrale e le reazioni emotive.
Neuromarketing e social network
Applicato ai social network utilizza le neuroscienze per capire come gli utenti interagiscono con i contenuti. Analizza le reazioni emotive e cognitive degli utenti per migliorare l’efficacia dei post, delle pubblicità e delle campagne di marketing. Le tecniche includono l’analisi del comportamento, l’eye tracking e il monitoraggio delle risposte cerebrali.
Utilizzi pratici social-neuromarketing
• Contenuti Visivi: Utilizzo di immagini e video che catturano l’attenzione e suscitano emozioni positive. • Personalizzazione: Creazione di contenuti su misura per il target audience basati sui dati comportamentali. • Call to Action: Frasi strategiche che incoraggiano l’interazione e l’engagement degli utenti. • Timing: Pubblicazione di contenuti nei momenti in cui gli utenti sono più ricettivi.
La teoria dei 3 cervelli per essere efficaci sui social
La teoria dei tre cervelli è un modello sviluppato dal neuroscienziato Paul D. MacLean negli anni ‘60 per spiegare l’evoluzione del cervello umano e la sua struttura funzionale. Secondo questa teoria, il cervello umano è composto da tre parti distinte, ciascuna con la propria storia evolutiva e funzioni specifiche. Vediamole
Il Cervello... rettiliano
1. Cervello Rettiliano (R-complex o Cervello Basale): • Descrizione: È la parte più antica del cervello • Funzioni: Controlla le funzioni vitali di base come la respirazione, la frequenza cardiaca, l’equilibrio e il comportamento istintivo. È responsabile delle risposte automatiche di sopravvivenza, come il “combatti o fuggi”. • Composizione: Include strutture come il tronco cerebrale e il mesencefalo.
Il Cervello... mammaliano
2. Sistema Limbico: • Descrizione: Si è evoluto circa 200 milioni di anni fa con i primi mammiferi. • Funzioni: È coinvolto nelle emozioni, nella memoria e nei comportamenti sociali. Regola le reazioni emotive e le motivazioni, come il piacere, la paura, l’aggressività e le relazioni sociali. • Composizione: Include strutture come l’amigdala, l’ippocampo, l’ipotalamo e altre parti del sistema limbico.
Il Cervello... neo mammaliano
3. Neocorteccia (Cervello Neomammaliano): • Descrizione: È la parte più recente del cervello, che si è sviluppata circa 2-3 milioni di anni fa con l’evoluzione dei primi ominidi. • Funzioni: È responsabile delle funzioni cognitive superiori come il linguaggio, il pensiero astratto, la pianificazione, la risoluzione dei problemi e la coscienza. La neocorteccia consente l’apprendimento e l’adattamento a nuovi ambienti. • Composizione: Costituisce la parte più estesa del cervello umano e comprende i lobi frontale, parietale, temporale e occipitale.
Come funziona il cervello
Questa teoria suggerisce che il cervello umano funzioni come un sistema integrato, ma con livelli distinti di complessità e specializzazione, ciascuno dei quali riflette una fase diversa dell’evoluzione. Sebbene la teoria dei tre cervelli abbia ricevuto critiche e sia stata superata da modelli neuroscientifici più recenti, rimane un modo popolare e intuitivo per comprendere l’organizzazione e l’evoluzione del cervello umano.
Perché c'azzecca coi social
L’associazione della teoria dei tre cervelli alla creazione di contenuti nei social network può essere utilizzata per comprendere meglio come diversi tipi di contenuti possono influenzare vari aspetti della psiche umana e stimolare risposte emotive e comportamentali diverse. Ecco come si potrebbe applicare ciascuna parte della teoria dei tre cervelli alla creazione di contenuti.
Contenuti e cervello rettiliano
1. Cervello Rettiliano (R-complex o Cervello Basale): • Contenuti mirati: Contenuti che stimolano risposte istintive e automatiche, come la paura, la sorpresa o la sicurezza. • Esempi: Video con suspense, contenuti che suscitano adrenalina, titoli allarmistici o clickbait che fanno leva sulla curiosità istintiva. • Obiettivo: Attirare l’attenzione immediata e stimolare l’azione istantanea, come un clic su un link o un “mi piace”.
Contenuti e cervello mammaliano
2. Sistema Limbico: • Contenuti mirati: Contenuti che evocano emozioni e costruiscono connessioni emotive. • Esempi: Storie personali, contenuti che raccontano esperienze emozionanti, immagini commoventi o ispiratrici, contenuti che evocano empatia, gratitudine o nostalgia. • Obiettivo: Creare un legame emotivo con il pubblico, aumentare l’engagement e la fidelizzazione, stimolare la condivisione per il valore emotivo.
Contenuti e cervello neomammaliano
3. Neocorteccia: • Contenuti mirati: Contenuti che stimolano il pensiero critico, l’apprendimento e la risoluzione dei problemi. • Esempi: Articoli di approfondimento, video educativi, infografiche, guide e tutorial, contenuti che promuovono discussioni riflessive e analisi. • Obiettivo: Fornire valore informativo, educare il pubblico, costruire autorità e credibilità, incentivare la riflessione e il dibattito.
E se li mettiamo insieme?
• Utilizzare una combinazione di contenuti che stimolino tutte e tre le parti del cervello per massimizzare l’impatto complessivo. Ad esempio, un post può iniziare con un titolo accattivante (cervello rettiliano), raccontare una storia emozionante (sistema limbico) e concludere con informazioni utili o un’analisi approfondita (neocorteccia). • Esempio di Post Integrato: Un video che inizia con una scena drammatica o un colpo di scena per catturare l’attenzione (cervello rettiliano), prosegue raccontando una storia personale o di successo per evocare emozioni (sistema limbico), e termina con un’analisi dettagliata o consigli pratici per affrontare un problema simile (neocorteccia).
Coinvolgere e dare valore
In sintesi, comprendere come diverse parti del cervello rispondono a diversi stimoli può aiutare i creatori di contenuti a progettare strategie di marketing sui social media più efficaci, capaci di attirare l’attenzione, coinvolgere emotivamente e fornire valore informativo.
Strumenti e analisi del proprio "vissuto"
- PRIMA UN ACCENNO AGLI STRUMENTI. Potete fare gran parte di questa giornata con modi e strumenti analogici, ma vi consiglio di avere: penna, taccuino, smartphone, app Simplemind, app o account su piattaforma www.airtable.com, computer con word o app di testi sul telefonino.
- Analizzate il vostro vissuto sui social. Se non li avete, guardate con attenzione i social che vorreste avere e cominciare a riflettere.
- Pensate all’obiettivo che una prima strategia social, misurabile in almeno 6-9 mesi, dovrebbe avere per voi.
- Stabilite qual è il vostro target, quali sono le persone cui vi rivolgete (clienti, decisori, etc)
Unità Nove
Laboratorio di progettazione
Dobbiamo saperci fotografare
No, non parlo di selfie. Parlo della straordinaria capacità dello smartphone di registrare dati e di rimandarci una fotografia di quello che siamo e di cosa stiamo facendo. C'è un mondo di app, come quella che vedi qui di fianco (si chiama Simplemind) che può aiutarci a progettare percorsi, idee, impegni, traiettorie del nostro lavoro come produttori di contenuti per i social network. Soprattutto può dirci chi siamo, dove siamo e dove stiamo andando. Benvenuti nel mondo delle mappe mentali
La carta geografica del vostro progetto
- Con lo strumento che avete scelto, cominciate a buttare giù delle parole chiave che stanno attorno al vostro brand e dentro il vostro brand.
- Costruite una mappa mentale: voi al centro, un primo giro di satelliti con il vostro vissuto di esperienze e di studi, un secondo giro con le parole chiave. Ci vuole simplemind o un taccuino vergine affinché sia il posto dedicato alla vostra strategia social.
- Cominciate ad aprire un documento su pc o smartphone e create le premesse con gli obiettivi e il pensiero della prima ora, poi passate agli argomenti che vorrete trattare. Sono le parole chiave o nuove proposizioni delle stesse.
Format, ped e vostro calendario
- Riflettete su quelle parole chiave che vi hanno dato linee di argomento. Dovrete crearvi un flusso di lavoro che parte dalla ricerca, ma ora pensate a come volete raccontare.
- Potete sintetizzare quale sarà il vostro storytelling?
- Che cosa ha funzionato finora sui vostri social? Cosa, quindi, potete replicare?
- Quali rubriche potreste scegliere ?
- Quali formati potreste scegliere?
- Come potete far partire questo racconto?
- Aprite il ped su airtable
Budget, tempi e avvenimenti
- mettete a budget delle risorse tempo per creare un piano di social media che sia sostenibile
- Stabilite definitivamente le piattaforme da cui iniziate e, al limite, con quali vorreste implementare la vostra strategia
- create su airtable il calendario editoriale
- cominciate a programmare un nuovo inizio dal primo del mese prossimo.
- tenete conto di stagionalità, di progetti, di eventi ricorrenti, di scadenze, di festività
- mettetevi alla prova programmando i primi contenuti. Naturalmente di mese in mese.
Conosciamo la SEO
• Importanza della scrittura digitale: Nella moderna era digitale, la capacità di scrivere contenuti efficaci e coinvolgenti è essenziale per attrarre e mantenere l’attenzione del pubblico online. • Ruolo della SEO nel migliorare la visibilità online: La SEO (Search Engine Optimization) è cruciale per assicurarsi che i contenuti vengano trovati e visualizzati dai motori di ricerca, aumentando così il traffico verso il sito.
Introduzione alla SEO
- Definizione di SEO: La SEO è l’insieme di pratiche e di regole sulla scrittura digitale volte a migliorare la visibilità e il posizionamento di un sito web nei risultati dei motori di ricerca.
- Importanza della SEO: Una buona SEO aumenta la probabilità che i contenuti vengano trovati dai potenziali lettori, incrementando il traffico organico.
- SEO On-Page e Off-Page: La SEO On-Page riguarda l’ottimizzazione all’interno del sito (es. contenuti, meta tag), mentre la SEO Off-Page si concentra su fattori esterni (es. backlink).
Concetti Base della Scrittura Digitale
- Chiarezza: È fondamentale che il testo sia facile da comprendere. Evitare il gergo complesso e preferire un linguaggio semplice e diretto.
- Concisione: Il tempo dei lettori è prezioso. Bisogna essere sintetici, eliminando informazioni non essenziali e mantenendo il contenuto focalizzato sul punto principale.
- Coinvolgimento: Creare contenuti che stimolino l’interesse del lettore, utilizzando tecniche narrative, esempi pratici e un tono appropriato per il pubblico di riferimento.
Conoscere il Proprio Pubblico
- Identificazione del target audience: Comprendere chi sono i lettori, quali sono i loro interessi, bisogni e problemi.
- Personalizzazione dei contenuti: Adattare il tono, lo stile e i temi trattati per rispondere alle esigenze specifiche del pubblico.
- Utilizzo di un linguaggio appropriato: Parlare la lingua del pubblico, utilizzando termini e frasi che risuonano con esso e riflettono la sua realtà quotidiana.
Strutturare il tuo contenuto
- Utilizzo di titoli e sottotitoli: Organizzare il testo in sezioni chiaramente definite, che facilitano la navigazione e la comprensione.
- Impiego di paragrafi brevi: Mantenere i paragrafi brevi (2-3 frasi) per evitare muri di testo che scoraggiano la lettura.
- Uso di elenchi puntati e numerati: Facilitano la scansione visiva del testo e rendono le informazioni più accessibili.
Tecniche di scrittura persuasiva
- Utilizzo di call-to-action (CTA): Incoraggiare il lettore a compiere un’azione specifica (es. iscriversi a una newsletter, acquistare un prodotto) con frasi chiare e dirette.
- Creazione di un messaggio chiaro: Assicurarsi che il messaggio principale sia facilmente comprensibile e immediatamente evidente.
- Sfruttamento delle emozioni: Utilizzare storie, aneddoti e linguaggio emotivo per creare una connessione con il lettore e motivarlo a reagire.
La SEO on page
- Utilizzo delle parole chiave: Ricerca e utilizzo strategico di parole chiave pertinenti nel contenuto per migliorare il posizionamento nei motori di ricerca.
- Ottimizzazione dei titoli e delle meta descrizioni: Creare titoli accattivanti e descrizioni che riassumano efficacemente il contenuto, includendo parole chiave principali.
- Struttura delle URL e dei link interni: Utilizzare URL chiare e descrittive e collegamenti interni per migliorare la navigazione e la struttura del sito.
Strani criteri per avere qualità...
- Scrivere contenuti originali e rilevanti: Evitare il plagio e focalizzarsi su argomenti di interesse per il proprio pubblico.
- Aggiornamento costante dei contenuti: Mantenerli aggiornati con le ultime informazioni e tendenze.
- Utilizzo di immagini, video e altri media: Arricchire i testi con elementi visivi che catturano l’attenzione e migliorano l’esperienza dell’utente.
Il grande chiacchiericcio di Trends
Google Trends è uno strumento gratuito offerto da Google che permette di analizzare l’interesse degli utenti del motore di ricerca nel tempo per parole chiave specifiche.Caratteristiche Principali: 1. Analisi delle Tendenze: Consente di visualizzare come il volume di ricerca di una parola chiave cambia nel tempo. Offre la possibilità di confrontare più termini di ricerca contemporaneamente. 2. Geolocalizzazione: Fornisce dati sulle aree geografiche in cui una parola chiave è più popolare. Permette di identificare tendenze regionali e locali. 3. Categorie e Filtri: È possibile filtrare i dati per categorie specifiche (es. sport, tecnologia, salute). Offre la possibilità di restringere i risultati per periodo di tempo (es. ultimi 7 giorni, ultimi 5 anni) e per tipo di ricerca (es. web, immagini, notizie). 4. Ricerche Correlate: Suggerisce ricerche correlate che mostrano quali altre parole chiave sono frequentemente cercate insieme a quella inserita. Aiuta a identificare trend emergenti e correlazioni tra termini di ricerca.
Google Trends è utile per...
Marketing e SEO: • Identificare parole chiave in crescita per ottimizzare contenuti web e campagne pubblicitarie. • Monitorare l’interesse per i prodotti o servizi nel tempo. Ricerca di Mercato: • Analizzare l’interesse dei consumatori e prevedere tendenze di mercato. • Studiare la popolarità di eventi o fenomeni culturali. Content Creation: • Trovare argomenti di tendenza per la creazione di contenuti rilevanti e interessanti.
Le caratteristiche della ricerca Google
- Utilizzo di Parole Chiave: Inserisci termini rilevanti per ottenere risultati specifici.
- Operatori Logici: Usa operatori come AND, OR, NOT per affinare la ricerca.
- Ricerca di Frasi Esatte: Usa virgolette (“ ”) per cercare una frase esatta.
- Ricerca per Tipo di File: Usa “filetype:” seguito dall’estensione (es. PDF) per trovare specifici tipi di file.
- Esclusione di Termini: Usa il segno meno (-) per escludere parole dai risultati.
- Ricerca su Siti Specifici: Usa “site:” seguito dal dominio per cercare all’interno di un sito specifico.
La ricerca su Google... boleana
La ricerca booleana prende il nome da George Boole, un matematico e logico inglese del XIX secolo. Boole sviluppò una forma di algebra (algebra booleana) che utilizza valori binari (vero/falso) e operatori logici per eseguire calcoli logici. Questa algebra è alla base dei moderni sistemi di calcolo e ricerca, permettendo di combinare termini di ricerca usando operatori come AND, OR, e NOT per ottenere risultati più precisi e mirati. La ricerca booleana è una tecnica utilizzata nei motori di ricerca e database per affinare i risultati mediante l’uso di operatori logici. Ecco i principali operatori. • AND: Include risultati che contengono tutte le parole chiave specificate. • OR: Include risultati che contengono almeno una delle parole chiave specificate. • NOT: Esclude risultati che contengono la parola chiave specificata. • “ ”: Cerca la frase esatta all’interno delle virgolette. • ( ): Raggruppa termini o operatori per creare ricerche più complesse.
Keyword: semplici vs coda lunga
Keyword Semplici:
- Definizione: Parole o frasi brevi e generiche.
- Esempio: “scarpe sportive”.
- Caratteristiche: Alta competizione, volume di ricerca elevato, meno specifiche.
- Definizione: Frasi più lunghe e specifiche.
- Esempio: “scarpe sportive da corsa per donne”.
- Caratteristiche: Bassa competizione, volume di ricerca inferiore, altamente mirate e specifiche.
Il magico mondo di Wordpress
Cos’è WordPress: • Definizione: WordPress è un sistema di gestione dei contenuti (CMS) open source, utilizzato per creare e gestire siti web. • Popolarità: Alimenta oltre il 40% dei siti web a livello globale. • Flessibilità: Adatto a blog, siti aziendali, negozi online, portfolio e molto altro. Vantaggi di WordPress: • Facilità d’uso: Interfaccia intuitiva adatta anche ai principianti. • Personalizzazione: Ampia disponibilità di temi e plugin per personalizzare il sito. • SEO-Friendly: Ottimizzato per i motori di ricerca. • Comunità Attiva: Supporto e risorse abbondanti disponibili online.
Gli strumenti di Wordpress
La Dashboard: • Interfaccia Utente: Pannello di controllo centrale da cui gestire il sito. • Menu Principali: • Articoli: Creare e gestire post del blog. • Pagine: Creare e gestire pagine statiche. • Aspetto: Personalizzare l’aspetto del sito con temi e widget. • Plugin: Estendere le funzionalità del sito. • Impostazioni: Configurare le opzioni generali del sito. Temi e Plugin: • Temi: Modelli di design che determinano l’aspetto del sito. Possono essere gratuiti o a pagamento. • Plugin: Estensioni che aggiungono funzionalità specifiche (es. form di contatto, SEO, e-commerce).
La landing page: operazioni iniziali
Definizione di Landing Page: • Cos’è: Una pagina web progettata specificamente per convertire i visitatori in lead o clienti. • Obiettivo: Guidare l’utente verso una singola azione (es. compilazione di un modulo, acquisto di un prodotto). Passaggi Preliminari: 1. Obiettivo Chiaro: Definire lo scopo della landing page (es. raccogliere email, promuovere un evento). 2. Contenuto: Preparare testi, immagini, video e CTA (Call to Action) pertinenti. 3. Strumenti Necessari: Identificare i plugin e i temi adatti per la creazione della landing page.
La landing page: come si costruisce
1. Scegliere un Tema o un Page Builder: • Temi Specifici: Utilizzare temi ottimizzati per le landing page (es. Astra, GeneratePress). • Page Builders: Plugin come Elementor, Beaver Builder o Divi per creare landing page con facilità. 2. Creare la Pagina: • Dal Dashboard: Vai su “Pagine” > “Aggiungi Nuova”. • Template: Seleziona un template predefinito o crea da zero con un page builder. 3. Aggiungere Contenuti: • Testi: Titoli accattivanti e descrizioni chiare. • Immagini e Video: Elementi visivi di alta qualità. • Form di Contatto: Plugin come Contact Form 7 o WPForms per creare form efficaci. 4. Aggiungere Call to Action (CTA): • Pulsanti: Chiari e visibili, con testi persuasivi. • Link: Collegamenti a moduli di iscrizione, pagine di acquisto o download.
La landing page: ottimizza e pubblica
Ottimizzazione per SEO: • Parole Chiave: Utilizzare parole chiave rilevanti nei testi. • Meta Descrizioni: Aggiungere descrizioni accattivanti e keyword. • URL Puliti: Struttura semplice e leggibile. Test e Analisi: • A/B Testing: Confrontare diverse versioni della landing page per vedere quale performa meglio. • Strumenti di Analisi: Google Analytics, Hotjar per monitorare il comportamento degli utenti. Pubblicazione: • Anteprima: Verificare l’aspetto e il funzionamento della pagina. • Pubblicare: Quando tutto è pronto, pubblicare la pagina e monitorare le performance.
Prima di partire per un lungo viaggio: il budget
La portata organica dei social è un caro ricordo. Se vuoi creare una community attiva, mantenerla, farla crescere, ottenere risultati e acquisire clienti o semplicemente ampliare la notorietà del tuo brand, la scelta è una sola: prevedi un budget per le social ads
LA PRIMA QUESTIONE: LA REPUTAZIONE
Se un’azienda ha problemi strutturali, se non c’è un solido piano di business a guidarne le decisioni, se è preceduta da una cattiva reputazione, è bene lavorare prima su quella e poi pensare ai social...
Secondo passo, coinvolgere il cliente
C’è molta confusione riguardo all’utilità dei social media e cosa possono fare per il brand. Devi, quindi, coinvolgere il cliente e fargli capire cosa comporta il tuo lavoro. Deve sapere che dovrai analizzare, progettare, impostare, creare, pubblicare contenuti, monitorare e ottimizzare i risultati. Non è solo curare la pagina Facebook… Coinvolgendo il cliente aumenti le tue chance di successo per la tua strategia social.
LA NECESSITA' DI UN RAPPORTO
Niente mistero su quello che fai. Devi spiegare al cliente cosa stai facendo e perché. Se il cliente viene informato avrà una maggiore tendenza a riporre la sua fiducia in te. Fondamentale illustrargli come i social si integrino nel raggiungimento degli obiettivi di business che ha. Deve anche sapere come ci potrà essere di supporto. Non significa dovergli dire operativamente tutto ciò che farai. Altrimenti diventerebbe una sessione di formazione che potresti “quotare” a parte. Dialogando con il cliente otterrai questi risultati: far comprendere il valore del lavoro / far partecipare attivamente il cliente / frenare richieste irragionevoli
Perché devi formare e in-formare
METTERE IL RAPPOSTO SOCIAL MEDIA MANAGER-CLIENTE IN STRADA.
Definire le attività
ECCO COME SI PUO' FARE
- E’ determinante far capire ai referenti che è importantissimo che forniscano i materiali multimediali (foto video) e le promozioni.
- Affidarti la gestione dei social non è dimenticarsene.
- Definire i passaggi di partecipazione attiva: altra questione importantissima
- Tu ci metti la professionalità, il tuo cliente deve metterci know-how, informazioni e risorse richieste.
- Il cliente deve dare feedback e suggerimenti
Le domande da fare prima possibile
Si parte da un paio di domande importanti: “Perché vuole essere presente su Facebook o Instagram? Quali risultati si aspetta di raggiungere dopo 3-6-9 mesi? “Avere più clienti” potrebbe essere la risposta più gettonata. Davanti a questa frase sta a te valutare il settore, i clienti, la maturità del brand per capire se puoi accettare questa sfida. Campagne per la lead generation potrebbero essere la risposta. Ma chiediti: di quali tempi parliamo? di quanti clienti?
Il punto è che i social media non hanno lo stesso potenziale per tutti i settori e per ogni brand. Non hanno, inoltre, un’identica centralità nel viaggio del cliente verso l’acquisto.
Saper scegliere
- Importantissimo saper scegliere i clienti. Dobbiamo imparare a guadagnarci questa possibilità, anche se all’inizio non sarà facile.
- Stabilire subito modalità di contatto. Chi è l’eventuale referente al quale ci si deve rivolgere? Accordati su fasce orarie e giorni di reperibilità, ma anche fasce orarie e giorni in cui è prevista l’attività di community management.
- Modalità di contatto previste: generalmente email, ma anche numero di telefono (solo se ne hai uno dedicato a questo lavoro che puoi spegnere). Puoi stabilire anche piattaforme diverse come Slack, Rocket.chat, Hive.
- Scrivere TUTTO!
- Non faranno mai prova le telefonate cui non ha risposto il cliente, ma i messaggi scritti sì
I clienti... che tipi!
- la micro impresa. E’ il cliente tipo. 90% delle aziende europee. Meno di 10 dipendenti, fatturato sotto i 2 milioni. Qui spesso non c’è strategia digitale o di comunicazione.
- Piccola e media impresa. 50-250 dipendenti. Strategie definite, ma non ben organizzate.
- Grandi imprese. Sopra i 250 dipendenti, con uffici di comunicazione e di marketing con referenti. Cerca di andare a trovare la giusta catena di comando.
Il mondo delle micro-imprese
- In queste aziende budget molto ristretti e aspettative molto alte. Domande semplici e spesso fuori luogo.
- La linea di decisione è cortissima. A volte basta un ok nelle pmi, ma nei brand più strutturati possono passare giorni. Quindi programma.
- La differenza non sta nel tuo impegno, ma in come ti approcci e come gestisci i processi in modo da sviluppare al meglio il lavoro e, nel contempo, a soddisfare meglio il cliente.
Le PMI
- Organizzazione maggiore o, perlomeno, più persone che si occupano di comunicazione e di marketing.
- Più dati dai quali partire, più chiarezza sugli obiettivi da perseguire e una serie di strumenti e di strategie già attivi.
- Più semplice stabilire il flusso di lavoro e capire quali possono essere i tuoi referenti (per esempio chi è responsabile del sito può darti dei dati interessanti)
- crea collaborazione
- Budget un po’ più consistenti
- Non si trova grande cultura social in questo tipo di contesti
Le grandi imprese... belle e pericolose
- Il grande brand spesso non è un grande onore
- Ferree procedure da rispettare, visto che i soldi in gioco sono importanti.
- Non una sola figura che si occupa dei social, ma veri e propri team integrati
- Margine di errore molto basso
- Fondamentale capire fin da subito quali attività siamo chiamati a eseguire, in quali tempi e quali sono i desiderata.
- In questo caso si firmano contratti che spesso vengono forniti dal cliente e sono molto dettagliati
Parliamo di soldi?
OK, MA PRIMA PARLIAMO CON IL CLIENTE
- Descrizione generale del brand. Quali altri canali ha per promuoversi? Nomi dei presidi e dei social dei concorrenti? Su quali social vuoi puntare? Perché Hai già degli account social? Con quali obiettivi? Quali risultati hai raggiunto fino a oggi? Sei soddisfatto, caro cliente, dei risultati ottenuti?
- Hai già attivato social media ads? Quanto hai investito? Dove? Con quali obiettivi? Quali risultati hai raggiunto fino a oggi? Sei soddisfatto dei risultati raggiunti? Quanto sei disposto a investire? Che risultati vuoi ottenere?
- Chi vuoi coinvolgere con i tuoi social account: clienti? associati? stakeholder?
- Chi si occupa di fornire testi, materiale video e foto? Sono a carico di altri fornitori? Sono a carico nostro?
- Per tutti i servizi che mi richiede, caro cliente, quanto ha in mente di investire?
- E’ presente un Business Manager? Altrimenti si faccia una quotazione per crearlo
Non è tutto “gestione della pagina” e attenzione al community management. Potrebbe essere molto “time consuming”
Dopo il preventivo
- E’ presente una brand bible?
- Cosa contraddistingue il brand dai suoi concorrenti
- Qual è la sua Unique Selling Proposition?
- Quali sono le caratteristiche demografiche, gli interessi e i comportamenti delle sue target persona?
- Perché le persone dovrebbero scegliere i suoi prodotti e servizi? A quali bisogni / desideri rispondono?
- Sono già in calendario promo, eventi occasioni speciali delle quali tenere conto per metterli nel calendario editoriale?
Dettagli dei servizi e altre storie
- Definire e farsi pagare analisi e progettazione della strategia
- dettagliare numero di interazioni o numero di contenuti da produrre.
- Progettazione, creazione e analisi di annunci
- Servizi essenziali: analisi preventiva, di brand, competitor, Definizioni obiettivi e strategia. Attività di community management prevista. Attività di produzione e pubblicazione contenuti. Analisi, report e timing. Eventuale affiancamento per gestioni ibride o creazione BM
Servizi che farai...
E CHE SPESSO TI DIMENTICHI DI CONTEGGARE
- produzione immagini / utilizzo immagini da stock
- creazione template branded
- eventuali attività di real time marketing (eventi inattesi, interazioni importanti)
- attività di social media listening
- affiancamento per BM
- produzione video
- ottimizzazione pagina
Il social media plan
- il cliente deve valutarlo e validarlo.
- il cliente deve applicarlo, specialmente se la gestione è ibrida tra l’interno e l’esterno (cioè voi)
- Soluzione ibrida all’interno il PED e la produzione contenuti, all’esterno il social media adv e la strategia.
- Per funzionare serve solida motivazione e consistente formazione
La durata
Tempi e analisi del SMP
- Molte attività sono legate alla stagionalità esempio hotel sul mare
- Analisi, partire dalla brand reputation fino ai competitor
- Fare analisi interna (le cose già fatte) e analisi esterna (le cose che stanno attorno al brand)
Analisi interna
- Quali tipologie di post hanno avuto più successo in passato in termini di interazioni? Quali formati?
- Quante persone in media raggiungi organicamente con i post? Quante a pagamento? Qual è il tasso di coinvolgimento medio per post? Ce ne sono alcuni che hanno spopolato? Altri sono andati peggio?
- Annota tutto e osserva se ci sono delle ricorrenze che raramente sono coincidenze (per esempio post che trattano un determinato argomento o formato) Nota i feedback negativi e appuntati quei post che ne hanno ricevuti di più.
- Fan/ follower base: in termini demografici i fan sono in target? Come sono stati acquisiti?
Analisi esterna
- Come performano i competitor del brand
- Chi primeggia per engagement e chi per fan base?
- Qual è la loro voce e il loro tono di voce? Che modalità di interazione hanno? Rispondono alle richieste e ai commenti in pagina?
- Quali sono le richieste più frequenti che vengono fatte al brand?
- Come si sono evolute le richieste nel tempo?
- Quanto e quando pubblicano i nostri concorrenti? Quali formati utilizzano di più? Quali generano maggiori risultati?
- Hanno rubriche? Quali hanno maggior successo? Sembra ci sia un piano editoriale o la pubblicazione sia casuale?
- Hanno strategie di acquisizione traffico, lead generation, retention, vendite particolari o degne di nota? Utilizzano particolari hashtag o fonti terze in particolare?
- Fanno co-marketing?
Il punto di partenza
- Com’è posizionato il brand online? Dove se ne parla? Portali, blog, social, siti, recensioni
- Qual è il giudizio delle persone sulle pagine Google My Business, Facebook, Trip Advisor, ecc? Quali sono i pregi/difetti più riportati?
- Come si parla online del brand? Bene, male, in modo neutro?
- Ci sono degli influencer che ne parlano o ne hanno parlato? Come? Possiamo coinvolgerli in qualche attività?
Analisi del brand
L'importanza delle recensioni
Occuparsi della reputazione online del brand è un’esigenza. I millennial, per esempio, credono alle recensioni online tanto quanto credono alle opinioni di amici e famigliari. Le recensioni online possono aumentare il tasso di conversione del 270%. L’influenza sulle decisioni di acquisto è, per esempio, operata da Facebook fino al 50%.
Gli obiettivi di un brand e della sua strategia
- Variano da azienda ad azienda
- Ogni obiettivo del social media plan dev’essere allineato con quelli dell’azienda
- Gli obiettivi principali AWARENESS / CONSIDERATION / CONVERSION /CUSTOMER CARE
- Questi sono gli obiettivi che vengono più comunemente perseguiti dai brand, ma ce ne possono essere altri come acquisire insight di mercato o candidati, identificare crisi e migliorare le comunicazioni interne, gestire la reputazione del brand.
Il tutto passerà dalla creazione di contenuti di valore, di post coinvolgenti e di una community sui vari social di riferimento che supporti le attività, resti collegata al brand e alle sue comunicazioni e, naturalmente, offra manforte in termini di riprova sociale
Il viaggio della social media strategy
- Create consapevolezza del vostro percorso e della vostra professionalità
- Create interesse e troverete quel “visitatore” che ha cominciato a “sentirvi”
- Passate alla considerazione (parlate con il vostro mondo, rispondete alle sue domande, interessatevi a lui, create trust)
- Finite con l’intenzione
Parliamo un attimo di KPI...
- Cosa sono? Sono gli indicatori chiave di prestazione, dati che ci fanno capire l'efficenza di quello che stiamo facendo con la strategia social.
- Per darci un sistema di riferimento devono essere sempre gli stessi
- Devono essere calcolati nel medesimo modo
- Devono essere definiti a priori
- Misurati per tutto il periodo in cui persegui un determinato obiettivo
Ognuno ha il suo sistema di riferimento
- Nella misurazione dei risultati del proprio piano di social media, anche chi sta sviluppando la sua carriera può porsi dei KPI per verificare quello che sta proponendo al suo pubblico e i risultati che porta.
- Vanno usati come strumento, come se il piano editoriale fosse una rotta di navigazione e i KPI fossero i numeri che riescono ad aggiustarla periodicamente. L’obiettivo è arrivare in porto.
KPI di Brand Awareness...
- Reach ----> Numero di persone che vedono un contenuto
- Impression ----> visualizzazioni del contenuto
- Menzioni
- Condivisioni
- Follower / Fan
- Follower growth
- Sentiment
- Visualizzazioni video
- Naturalmente qui ci riferiamo in modo molto più netto a social che hanno profili business o pagine, ma alcuni elementi li possiamo trarre anche dai nostri profili, diciamo, personali.
Linkedin e i suoi dati.
Ecco il centro dei dati della mia pagina aziendale di Linkedin
Il Business manager di Meta
Ecco il mio business manager di Facebook
Kpi per consideration e conversion
- Le interazioni (like, commenti, condivisioni)
- Engagement rate
- Link click /visite
- cost per link click
- Conversion rate
- Numero di richieste di informazioni generate
- numero di lead generati
- (e se vendete qualcosa) numero di acquisti generati
Kpi per il customer care...
- Numero richieste informazioni gestite
- response rate
- response time
- customer satisfaction
- issues resolved
- Pensateci prima di dire “inutili”. Anche nella ricerca di lavoro sono indicatori importanti del vostro rapporto dei “decisori” che volete coinvolgere. Alla fine di una strategia social questi dati servono anche a voi
Gli obiettivi? Beh, smart S COME SPECIFICI M COME MISURABILI A COME ACHIEVABLE (Raggiungibili) R COME RILEVANTI T COME TIME-BOUND (Definiti nel tempo)
Naturalmente la social media strategy va sostenuta con un consistente piano di contenuti (PED) e con la loro calendarizzazione.
Come si sviluppa il Piano Editoriale
Rispecchia la strategia contenutistica che il brand seguirà in un certo periodo. il Ped viene approvato il mese precedente per il mese successivo dal referente E’ determinante tenere conto della stagionalità e delle dinamiche del settore Se si verificano eventi positivi (il Brand vince un premio) o negativi (una crisi), è necessario rivedere completamente il piano editoriale a seconda di quello che è accaduto.
Da dove parte un buon PED?
Identificazione delle rubriche ovvero dei topic strategici che andremo a curare periodicamente, in base ai nostri obiettiviImpostazione del calendario editoriale ovvero delle date in cui è prevista la pubblicazione dei post, comprensivo di eventuali promo.
L’identificazione delle rubriche
DEVONO ESSERE COERENTI. Coerenti con l’identità e il posizionamento del brand, con gli interessi, i desideri e i bisogni delle nostre TARGET persona e i nostri obiettivi di business. Ecco perché postare soltanto contenuti autoreferenziali o promozioni non funziona. DEVONO ESSERE RIPETIBILI. Dobbiamo identificare degli argomenti sui quali possiamo costruire una narrazione duratura. Non dobbiamo coprire un argomento con una sola pubblicazione, una tantum. Ne sono esempi ricette, novità di settore, tutorial, dietro le quinte. DEVONO ESSERE SOSTENIBILI. In termini di risorse economiche, umane e creative. Tutti vorremmo fare video a profusione, ma c’è il tempo per farli?
Rubriche: ecco le domande rilevanti
- Quali rubriche dei competitor funzionano meglio?
- Quali domande fanno più spesso i clienti?
- In che modo rispondiamo ai loro bisogni e desideri?
- Quali contenuti utili e di valore possiamo offrire loro per aumentare la nostra autorevolezza e stimolare la loro fiducia?
- Quali contenuti utili e di valore possiamo offrire loro per stimolare la considerazione di acquisto o l’utilizzo continuativo del prodotto / servizio che offriamo?
Rubriche da impostare secondo il target
Piccoli suggerimenti per piccoli PED
- Negozi ? Novità, attività quotidiane dei dipendenti, nuovi arrivi di prodotti, concetti per un acquisto corretto (non facendo tentata vendita, ma educazione del cliente), eventi rilevanti come i cambi di vetrina.
- Ristorazione. Ricette, prodotti, tradizioni culinarie, il territorio circostante e le sue bellezze, ritmi della vita agricola, tematiche green e di sostenibilità.
- Servizi. Operato del brand, rispetto del pianeta, sostenibilità, utilità pubblica, attività sociale, tematiche sociali, consapevolezza del cliente, informazioni di servizio.
- NEL CASO DELLE PICCOLE ATTIVITA’, UN CONSIGLIO VALE SOPRA TUTTI: METTETECI LA FACCIA.
Grazie
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