Want to create interactive content? It’s easy in Genially!

Get started free

VIBRANT LEARNING UNIT

Alessandra De Luca

Created on November 13, 2023

Start designing with a free template

Discover more than 1500 professional designs like these:

Essential Learning Unit

Akihabara Learning Unit

Genial learning unit

History Learning Unit

Primary Unit Plan

Vibrant Learning Unit

Art learning unit

Transcript

Le lezioni americane

"Six memos for the next millennium"

START

Rapidità

Esattezza

Leggerezza

Le lezioni americane

Coerenza

Visibilità

Molteplicità

Nel 1984 Italo Calvino venne invitato a tenere le Charles Eliot Norton Poetry Lectures, Nacquero così i suoi "Six memos for the next millennium". Decide così di proporre sei parole chiave , ognuna legata ad un valore letterario fondamentale. Nelle “Lezioni americane” è come se Calvino costruisse un modello di predisposizione alla scrittura in fede a una precisa idea di letteratura. Il "sottotitolo rimase a simboleggiare come Calvino leggesse il presente con uno sguardo rivolto al futuro e infatti queste lezioni sono frutto di una sensibilità assolutamente contemporanea e attuale.

un ciclo di sei conferenze che hanno luogo nel corso di un anno accademico all’Università di Harvard, Cambridge

Leggerezza

La lezione sulla “Leggerezza” si apre attraverso la vicenda di Medusa e Perseo. Il mito di Perseo e la morte di Medusa sono ripresi da Calvino per simboleggiare la leggerezza, infatti, sono molteplici le immagini che rimandano ad essa, come ad esempio: i sandali alati, Perseo che guarda l’immagine di Medusa attraverso il suo riflesso nello scudo (un altro modo di guardare alle cose), il fatto che dalla testa di Medusa nasca un cavallo alato.

Tutto ciò dimostra che la pesantezza viene totalmente rovesciata nel suo contrario, quindi Calvino vuole farci intendere che per poter affrontare la pesantezza della vita moderna che arriva a pietrificarti, serve la riflessione, la leggerezza della conoscenza.

Forse stavo scoprendo solo allora la pesantezza, l'inerzia, l'opacità del mondo: qualità che 'attaccano subito alla scrittura, se non si trova il modo di sfuggirle. In certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra: una lenta pietrificazione più o meno avanzata a seconda delle persone e dei luoghi, ma che non risparmiava nessun aspetto della vita. Era come se nessuno potesse sfuggire allo sguardo inesorabile della Medusa.

ITalo calvino , Le lezioni americane

Rapidità

La citazione che inizia e dimostra la lezione è un racconto di Carlomagno in cui il sovrano francese si innamora di una ragazza tedesca, poi del cadavere imbalsamato di lei, poi di un arcivescovo, e poi di un lago. In realtà, Carlomagno si innamora di qualsiasi figura avesse l’anello magico; è proprio questa continuità che rende il racconto facile e divertente da leggere. In seguito l’autore chiarifica cosa vuol dire quando parla della “rapidità” perché per lui non è la velocità dello scorrere della trama. La “rapidità”, invece, si riferisce alla continuità delle successioni di eventi, il trascorrere degli elementi. Egli chiarisce che per lui risparmiare tempo è una virtù e in quanto tale bisogna saperla usare e portala con sé nel nuovo millennio. Una rapidità che in letteratura e nel narrato sia fondata sulla ricerca del ‘mot juste’ perché in ogni frase la parola sia insostituibile e perché in arte l’ispirazione si traduca in forma, in realtà. Che sia una rapidità fondata su Mercurio e su Vulcano. Sul Mercurio dai piedi alati, leggero e adattabile, disinvolto e agile e sul Vulcano focale e concentrato, che lavora di mano. Rapidità è ispirazione, certezza di passo e scelta di meta!

“A tenere insieme questa catena d’avvenimenti c’è un legame verbale, la parola <<amore>> o <<passione>> che stabilisce una continuità tra diverse forme d’attrazione, e c’è un legame narrativo, l’anello magico, che stabilisce tra i vari episodi un rapporto logico, di causa ed effetto. La corsa del desiderio verso un oggetto che non esiste, un’assenza, una mancanza, simboleggiata dal cerchio vuoto dell’anello, è data più dal ritmo del racconto che dai fatti narrati”

ITalo calvino , Le lezioni americane

Esattezza

2. l’evocazione d'immagini visuali nitide, incisive, memorabili;

1. un disegno dell’opera ben definito e ben calcolato;

3. un linguaggio il più preciso possibile come lessico e come resa delle sfumature del pensiero e dell’immaginazione.

Causa - tendenza a un impoverimento e appiattimento del linguaggio sempre più debole, annacquato, livellato su formule generiche e astratte. Con la letteratura secondo Calvino si può quanto meno tentare di sfuggire a questa peste del linguaggio . Restituire alle parole il loro giusto valore, facendo attenzione alle sfumature di significato, cercando sinonimi, riscoprendo la bellezza delle metafore. Il valore dell’esattezza, uscendo dai confini letterari, è la capacità di definire obiettivi e di perseguirli con determinazione, di dare forma alle nostre idee e di esprimerci correttamente, diversificando e valorizzando i nostri canali di comunicazione.

Mi sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile. Non si creda che questa mia reazione corrisponda a un'intolleranza per il prossimo: il fastidio peggiore lo provo sentendo parlare me stesso. Per questo cerco di parlare il meno possibile, e se preferisco scrivere è perché scrivendo posso correggere ogni frase tante volte quanto è necessario per arrivare non dico a essere soddisfatto delle mie parole, ma almeno a eliminare le ragioni d'insoddisfazione di cui posso rendermi conto.

ITalo calvino , Le lezioni americane

Visibilità

La lezione intitolata “Visibilità” comincia con una piccola analisi dell’immaginazione nella Divina Commedia di Dante Alighieri, facendo un’attenzione particolare al Purgatorio, porta alla luce due processi di immaginazione: dalla parola all’immagine e dall’immagine alla parola. Tutti e due processi immaginativi si influenzano l’uno con l’altro e uno fa nascere l’altro. Calvino, in questa lezione, riflette sull’origine dell’immaginazione, questione di grande importanza, in una nuova epoca letteraria, in cui la “novità, l’originalità, l’invenzione” valgono più di qualsiasi altra cosa.

Molteplicità

Calvino sostiene che noi esseri umani, indistintamente siamo una somma di caratteristiche. Tutto può essere inteso come un groviglio di reti e relazioni. Calvino, invita chi esercita l’arte della scrittura alla molteplicità dei significati, sulla necessaria assenza di un senso unico di lettura e interpretazione. Calvino stesso fa uso della molteplicità in Se una notte d'inverno un viaggiatore, e ancor più ne Il castello dei destini incrociati l'autore parte da un unico elemento comune dal quale sviluppa una serie di narrazioni diverse l'una dall'altra. La molteplicità non deve essere vista come un limite, è un'opportunità che ci permette di analizzare il nostro oggetto di studio, di scrittura, sotto diversi punti di vista. È una qualità che ognuno, che sia scrittore o che non lo sia,dovrebbe interiorizzare; per concepire la realtà in modo diverso, come multiplo di se stessa.

Qualcuno potrà obiettare che più l'opera tende alla moltiplicazione dei possibili più s'allontana da quell'unicum che è il self di chi scrive, la sincerità interiore, la scoperta della propria verità. Al contrario, rispondo io, chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d'esperienze, d'informazioni, di letture, di immaginazioni? Ogni vita è un'enciclopedia, una biblioteca, un inventario d'oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.

italo calvino, le lezioni americane

Coerenza

Arriviamo dunque all’ultima delle sei lezioni di Calvino, che non arriva a completare, la coerenza che è arrivata fino a noi dai suoi appunti, dove ci sono anche riflessioni sul concetto di inizio e fine; argomento per lui cruciale, sia dal punto di vista formale, sia dal punto di vista tematico. L’inizio è «il luogo letterario per eccellenza», perché segna il confine tra il mondo e l’opera, ovvero tra continuità e discontinuità. L’atto del narrare prende sempre forma su un fondale che non è mai inerte o privo di significato, infatti iniziare significa proprio situarsi all’interno di un ordine – o di un caos –, e definire una prospettiva, che il lettore è invitato a condividere. In teoria, i finali dovrebbero presentare connotati speculari rispetto agli inizi; e questo, ammette Calvino, almeno in parte è vero. Ma la simmetria, secondo Calvino, non si estende al piano estetico. Nella tradizione romanzesca ci sono più inizi memorabili che non memorabili conclusioni. La ragione è che il finale non è il vero punto d’arrivo della narrazione, specie nella forma romanzesca. Tornando agli inizi gradualmente emerge l’abbozzo di una tipologia di inizi assai promettente, e degna di maggiore sviluppo: inizi in medias res, ritardanti, cosmici, enciclopedici. Invece nel caso deegli epiloghi segue un avvio di tipologia: finali indeterminati (La montagna incantata), finali cosmici (La coscienza di Zeno), finali che dissolvono l’illusione realistica (Don Quijote).

Cominciare una conferenza, anzi un ciclo di conferenze, è un momento cruciale, come cominciare a scrivere un romanzo. E questo è il momento della scelta: ci è offerta la possibilità di dire tutto, in tutti i modi possibili; e dobbiamo arrivare a dire una cosa, in modo particolare. Il punto di partenza delle mie conferenze sarà dunque il distacco dalla potenzialità illimitata e multiforme per incontrare qualcosa che ancora non esiste ma che potrà esistere solo accettando dei limiti e delle regole.....

italo calvino, le lezioni americane

è importante tenere bene a mente l’insegnamento che Calvino ci ripete lezione dopo lezione: essere leggeri nella pesantezza e rapidi nella lentezza, imprecisi nell’esattezza, concreti nell’immaginazione, unici nel molteplicità, coerenti nell’incoerenza. Essere flessibili, aperti e pronti.

Arena Giulia Daif Aya Squadrito Natasha