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Il Partenone

laura danile

Created on November 8, 2023

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Il Partenone

Le metope

Originariamente erano novantadue: trentadue su ciascuno dei lati nord e sud e quattordici su ciascuna delle facciate principali del tempio, esposte ad est ed ovest. L'insieme di tutte le metope arrivava ad una lunghezza totale di circa centosessanta metri; di questi, ottanta sono ora esposti al Museo dell'Acropoli di Atene, ove sono stati trasportati nel 2005 per proteggerli dal degrado. Le metope sulle pareti del Partenone nord, est, sud e ovest avevano una doppia funzione. Da un lato rappresentavano scene ben note della mitologia e della storia; tuttavia, più in generale, erano state pensate come rappresentazione del trionfo della ragione e dell'ordine, in genere sotto forma dei greci ateniesi o dei loro dei, sulla passione animalesca e il caos.

  • Est: Gigantomachia
  • Sud: Centauromachia
  • Ovest: Amazzonomachia
  • Nord: Guerra di Troia

Il Partenone è un tempio greco periptero octastilo di ordine dorico, che sorge sull'acropoli di Atene, dedicato alla dea Atena protettrice della città. Il Partenone è un simbolo duraturo dell'antica Grecia e della democrazia ateniese ed è universalmente considerato uno dei più importanti monumenti storici del mondo. Il nome Partenone si riferisce all'epiteto parthenos della dea Atena, che indica il suo stato di nubile e vergine. L'edificio è stato costruito dagli architetti Ictino, Callicrate e Mnesicle, sotto la supervisione di Fidia, dirigente sommo (epískopos) di tutti i lavori: di Fidia fu la concezione della decorazione figurata, la creazione dei modelli, l'organizzazione dell'officina e il controllo della realizzazione con intervento personale nelle parti più impegnative. Fidia ha realizzato, inoltre la monumentale statua crisoelefantina (da χρυσός chrysós, "oro" ed ἐλέφας eléphas, "avorio") raffigurante Atena Parthénos (Παρθένος) e ospitata nella cella. l sito del Partenone e le sue immediate adiacenze furono interessati da un’intensa attività edificatoria almeno a partire dal 566 a.c., quando vi sorgeva un tempio denominato hekatónpedosnaós (di cento piedi) in pietra calcarea dedicato ad Atena.Il Partenone di Pericle sostituì questo primo Partenone arcaico che era stato distrutto dai Persiani nel 480 a.C., al tempo di Serse (guerre persiane). Il nuovo edificio venne costruito a partire dal 445 a.C. ampliando la spianata dell'Acropoli

Frontone Orientale

Il frontone orientale raffigurava la nascita di Atena dal cranio di Zeus. Ai lati stavano altre divinità che assistevano all'evento, di difficile identificazione. Gli angoli erano probabilmente occupati dalle raffigurazioni del carro del Sole, guidato da Helios (a sinistra) e della Luna, condotto da Selene (a destra), che davano l'orizzonte temporale simbolico del racconto. Partendo da sinistra si incontrava una statua sdraiata che guardava verso il carro del Sole, probabilmente Dioniso, seguito dal gruppo di Demetra e Persefone, alle quali accorre una donna per portare la notizia prodigiosa, forse Artemide o Iris. I frammenti superstiti si trovano al British Museum di Londra.

Atena Parthenos

La statua, realizzata da Fidia, era di oro e avorio e per questo definita crisoelefantina. Alta oltre 12 metri,[1] era collocata nel naòs del Partenone. Della statua, non pervenutaci, rimangono solo delle copie in scala molto ridotta e qualche raffigurazione su gemma. Una curiosità: era "vestita" con lamine d'oro che potevano essere rimosse in caso di guerra, in modo da non essere in difficoltà economica e poter vincere, una volta terminata la guerra le lamine d'oro venivano ripristinate.

Il fregio ionico

Il tratto più caratteristico nella decorazione del Partenone è sicuramente il lungo fregio ionico posto lungo le pareti esterne della cella. Si tratta di una caratteristica innovativa, dal momento che il resto dell'edificio è costruito in stile dorico. L'intero fregio marmoreo è stato scolpito in bassorilievo da Fidia e dai collaboratori della sua bottega. Il fregio continuo era lungo 160 metri di cui ne sopravvivono 130, circa l'80%, dislocati oggi in vari musei europei.

Fregio ionico