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MESOPOTAMIA

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Created on November 8, 2023

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Transcript

arte nei popoli della mesopotamia

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SUMERI

Sono anche ricordati per l'invensione della ruota, dell'arco in muratura. Per quanto riguarda l'architettura i Sumeri realizzarono la ZIQQURAT, un edificio a pianta quadrangolare in mattoni crudi, costituito da gradoni sovrapposti sempre più stretti via via che si procede da basso verso l'alto, collegati da lunghe rampe di scale. La Ziqqurat è un gigantesco palazzo-tempio. Nei piani più bassi erano situati probabilmente, botteghe e magazzini, seguiva il livello con gli appartamenti reali. Sul piano più alto sorgeva il santuario con una cella unica in cui, nella quale si custodivano le statue degli Dei e i Sacerdoti svolgevano i riti più solenni.
La mesopotamia, cioé "TERRA IN MEZZO AI FIUMI", è una vasta regione pianeggiante dell'Asia, delimitata dal corso dei fiumi: TIGRI ed EUFRATE. Tra il IV e il III millennio a. C. si sviluppa qui la civiltà dei Sumeri, loro furono i primi a fondare le prime cittò-stato (Susa, Ur, Lagash, Urak, kish, Babilonia), furono i primi a fondare la scrittura e ad utilizzare le conoscenze astronomiche per stabilire i period più adatti ai lavori agricoli.
ZIQQURAT

STENDARD DI UR

La scultura sumera si sviluppò sia in oggetti a tutto tondo sia in rilievi. nel primo caso sono rappresentati uomini oranti, le mani giunte in preghiera, la postura rigida e i grandi occhi sgranati. I rilievi sono spesso ottenuti premendo e facendo rotolare sull'argilla fresca piccoli sigilli, di forma cilindrica, in pietra, vetro, osso o avorio. Essi rappresentano vivaci scene di vita quotidiana o animali. Le figure sono disposte a fasce, con un senso narrativo fresco ed immediato. Non c'è profondità spaziale ma il netto chiaro scuro determina un'aspra forza, coerente con l'evento bellico.

L'opera più rappresentativa del metodo narrativo a fasce è lo Stendardo di Ur, composto due pannelli di legno intarsiato, (20 x 48 cm) che, probabilmente veniva portato in processione fissato su un’asta verticale. È composta da legno, calcare rosso, conchiglia, madre perla e lapislazzuli. Su un lato vengono raffigurate scene di guerra, nell’altro attività tipiche dei periodi di pace. Le figure, rappresentate in modo bidimensionale, sono distribuite in tre fasce orizzontali sovrapposte. In entrambi i pannelli la lettura narrativa procede dal basso verso l’alto e da sinistra a destra. La composizione è ritmica, anche se in ogni fascia le figure sono di- sposte a intervalli diversi, ed esprime il senso del movimento, special- mente nel pannello della guerra. I personaggi più rilevanti sono sempre rappresentati in modo convenzionale, con il volto, le gambe e i piedi di profilo, e gli occhi e il torace di fronte, per evidenziarne l’importanza. Prigionieri e schiavi presentano invece forme e pose molto più libere.

IN RILIEVO
TUTTO TONDO

tavolette d'argilla

Successivamente le figure-simbolo sono sostituite da piccoli segmenti terminanti con un cuneo (caratteri cuneiformi). L’innovazione più importante avviene intorno alla prima metà del III millennio, quando a ogni carattere cuneiforme non corrisponde più una parola intera, ma una sillaba. Da questo momento la scrittura può indicare anche concetti astratti, che non corrispondo- no cioè a oggetti reali. Vengono scritti i primi testi poetici, religiosi e scientifici. Dal 2500 circa a.C. la scrittura si diffonde anche oltre i confini della Mesopotamia. Si sviluppa infine un sistema alternativo, l’alfabeto, in cui ogni segno è abbinato a un suono (fonema).

In Mesopotamia, grazie alla presenza del Tigri e dell’Eufrate, è particolarmente abbondante l’argilla. I Sumeri utilizzavano questo materiale come supporto per la scrittura. Su piccole tavolette di argilla fresca venivano incisi dei segni con delle primitive penne con la punta triangolare. Le tavolette venivano successivamente essiccate al sole o cotte in forno. Le più antiche tavolette incise risalgono al 3500 a.C. I primi segni sono in realtà piccoli disegni: animali, vasi, piante. Inizialmente, dunque, la scrittura è fatta con figure-simbolo, molto simili a quelle dipinte (caratteri pittografici): a ogni figura corrisponde una parola.

Al regno babilonese risale anche la costruzione delle splendide mura di Babilonia, spesse da 6 a 24 metri che, insieme ai “giardini pensili” della regina Semiramide, erano ritenute dagli antichi una delle sette meraviglie del mondo. Nella doppia cinta muraria della capitale si aprivano nove monumentali porte, ciascuna dedicata ad una divinità. Ne sono state scoperte quattro, la più bella delle quali, la porta di Ishtar (dea della Fecondità) era rivestita di mattoni smaltati e decorata con 575 bassorilievi raffiguranti leoni (simbolo di Ishtar), tori (simboli del dio Adad) e draghi con la testa di serpente (simbolo del dio Marduk).

i babilonesi

Verso il 2000 a.C. il regno dei Sumeri cade sotto i colpi delle invasioni di nuove popolazione semitiche. Tra le opere più importanti del primo periodo babilonese va ricordata la Stele di Hammurabi, una pietra nera di basalto che raffigura il re seduto in trono, a colloquio con il dio del sole Shamash che lo illumina nel difficile compito di governare il paese det- tandogli i 282 articoli di legge che compaiono nella parte inferiore. L’uomo è rappresentato contemporaneamente di fronte e di profilo per raffigurarlo in modo bidimensionale ma completo, conferendogli allo stesso tempo un senso di solennità religiosa.

Nella città, oltre ai giardini pensili, si trovava una ziqqurat gigantesca edificata da Nabuco- donosor II, forse la mitica Torre di Babele che, come narrato nella Genesi, i discendenti di Noè avrebbero tentato di costruire a Babilonia (Babel in lingua ebraica) per salire fino in cielo; il loro Dio avrebbe punito la superbia degli uomini con la confusione delle lingue.

STELE DI HAMMURABI
GIARDINI PENSILI

GLI ASSIRI

La composizione nel complesso è perfettamente equilibrata: l’immagine laterale mostra come l’animale corrisponda con esattezza al quadrato del fondo, che riempie con il corpo e le ali, mentre il volto umano, con il copricapo e la lunga barba a trecce, segna lo spigolo del blocco. Lo stesso dinamismo si può rintracciare nei rilievi con scene di caccia del Palazzo di Assurbanipàl a Nìnive e in particolare nella rappresentazione del re a caccia che, aiutato dai cani, insegue e colpisce con frecce le sue prede. Un particolare molto espressivo è quello della leonessa morente, ferita a morte, che si alza con enorme sforzo sulle zampe anteriori per lanciare l’ultimo ruggito.

Tra il primo e il secondo impero babilonese il popolo assiro estende il dominio su tutta la Mesopotamia. Di questo periodo va ricordato il grandioso palazzo di Sargon II a Khorsabad. Il portale d’accesso, ad arco, era affiancato da due torri e preceduto da una maestosa doppia scalinata che immetteva nel vasto cortile interno circondato da sale splendidamente decorate. La porta era ornata da solenni tori alati androcefali, guardiani del palazzo. I tori (detti anche Lamassu, spiriti benefici e protettivi), scolpiti negli angoli del portale, presentano cinque zampe perché una delle anteriori compare sia nella vista frontale che in quella laterale, sulla faccia interna del pilastro, secondo un’intersezione dei punti di vista: quello frontale e statico, in cui l’animale trasmette un senso di immobilità minacciosa, e quello laterale e dinamico, in cui sembra che stia marciando con decisione.

I PERSIANI

Tali rappresentazioni processionali (soldati, tributari, offerenti etc.) sono una costante nei bassorilievi del palazzo e se ne trovano magnifici esempi anche nei palazzi di Susa, dove l’uso del colore esprime maggiore intensità.

Nel 539 a.C. Ciro il Grande, re di Persia, entra trionfalmente in Babilonia, acclamato come un liberatore e in poco tempo espande enormemente il suo impero. Sorgono in Persia splendide città quali Susa e Persepoli i cui edifici, come testimoniano i resti imponenti del Palazzo di Dario, riprendono la monumentalità dell’architettura mesopotamica e l’uso delle costruzioni a terrazze, accogliendo però anche alcune componenti egizie, tra le quali la sala ipostila. L’Apadana, ambiente riservato alle udienze del sovrano, era una sala ipostila cui si accedeva, dal lato est, attraverso una scalea monumentale decorata con bassorilievi raffiguranti gruppi di guardie e con le ali spiegate del dio della Luce della religione zoroastrista Ahura Mazda (alla quale si ispira il marchio dell’omonima casa automobilistica).

SUI PALAZZI A SUSA
L'APADANA

FINE