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PSYCHOLOGY PRESENTATION

CARLA BEZZE

Created on November 8, 2023

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Transcript

Il titolo

Le parole-tema indicate nel titolo, casa e collina, servono come collegamento per inquadrare l'intera vicenda. Sullo sfondo della "collina", che all'inizio del romanzo viene presentata come il luogo ideale per escludere gli avvenimenti della guerra che invece colpiscono la città, vi è il tema complementare della "casa" con i suoi ristretti valori di sicurezza e di chiusura verso il prossimo.

La Casa in collina

Mandelli Alessandro, Colombo Nicole, Bezze Carla e Viganò Benedetto

Tempo e Luogo

Quando? Ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale. Eventi storici di riferimento: caduta governo Mussolini, lotta tra partiginai e alleati contro soldati nazisti e fascisti. Dove? In Piemonte, a Torino e nelle campagne circostanti, dove i personaggi si rifugiano al termine della giornata.

Trama

  • Vita in collina con Elvira, la madre e Belbo.
  • Osteria "Le Fontane", luogo di ritrovo lontano da città, incontra Cate e successivamente Dino
  • Bombardamenti —> Torino distrutta, Corrado va a controllare
  • Il vero nome di Dino è Corrado, è suo figlio?
Corrado affronta l’argomento della paternità con Cate
  • Cade il governo Mussolini —> si ritrovano in piazza
  • Cate e Corrado parlano di Dino, del suo futuro e delle sue possibilità, vorrebbe che luidiventasse un professore come Corrado
  • All’osteria giungono dei partigiani in fuga per nascondersi e Fonso decide di aggregarsi a loro
  • Castelli non vuole più insegnare più in una scuola fascista. Corrado viene convocato dal preside
  • Castelli arrestato, Corrado va a pregare, rapporto con la religione
  • Tedeschi vanno all’osteria, Dino è l'unico che non viene catturato, racconta a Corrado quanto è accaduto.
  • Monastero Chieri, Corrado conosce don Felice che lo tiene informato su quanto accade fuori dalle mura del monastero

Trama

  • Dino viene portato al monastero
  • Corrado torna da Elvira, Dino scappa tra i monti in cerca di Fonso
  • Corrado torna al monastero, gli arriva tramite Elvira una lettera dei genitori, lui riconosce che ha paura della guerra e li raggiunge per il periodo estivo
  • Arriva ad Asti, incontra Otino, un soldato disertore molto accogliente, incontro con i partigiani
  • Sul cammino c’è un’imboscata dei partigiani ai fascisti. Torna da Otino e riparte 3 giorni dopo. Arriva dai suoi e dopo 6 mesi la situazione sembra stabile. Corrado è pieno di dubbi e riflette su cosa ne è stato degli altri

Corrado

Cate

Dino

Egle ed Elvira

durante tutto l’arco della storia è combattuto da un turbamento interiore. Preferisce evitare la partecipazione attiva alla guerra a fianco dei partigiani e raramente esprime la sua idea politica. La sua mancata partecipazione sarà motivo di riflessione e amarezza.

Cate è il grande amore del passato di Corrado ed è un personaggio con il quale egli costruisce un rapporto sempre contrastato, segnato dal rimpianto e dall’incompiutezza, malgrado la sostanziale sintonia fra di due

Dino è bambino vispo, allegro e molto intelligente, tanto che Corrado nota subito una somiglianza tra i suoi modi di fare e quelli di Dino. Egli nasce, cresce e matura durante la guerra

Elvira è la donna che ospita Corrado quando egli torna da Torino. Riempe il protagonista di attenzioni e lo aspetta con ansia la sera. Egle è una ragazza benestante, che vive vicino all'abitazione di Elvira. Le aue idee politiche sono specchio di quelle della sua famiglia

Fonso e altri partigiani

Belbo

Castelli e Lucini

Giorgi

E' il cane di Elvira, e con Corrado si instaura un rapporto molto intenso. Vivendo in contatto diretto con la natura, con Belbo, Corrado riesce a trovare un po’ di pace, ritornando con la mente alla sua infanzia.

Sono due professori molto diversi tra di loro. Lucini è un ex fascista opportunista. Castelli è sprovveduto, condizionabile, e proprio dal collega viene spinto a compiere azioni avventante che lo porteranno all'arresto

Fratello del protagonista, arruolatosi nell’esercito fascista, si dichiara pronto a difendere l’esercito fino alla morte. Successivamente cambierà schieramento, divenendo membro attivo della resistenza.

Fonso e gli altri partigiani rifugiati alle Fontane sono persone semplici che tuttavia dimostrano un grande coraggio nel partecipare alla lotta politica e nel difendere i loro ideali. Sono fiduciosi di poter cambiare le cose con il loro contributo

Pavese e Corrado

Corrado si può identificare come un alter ego di Pavese: tutto immerso nel suo tormentoso conflitto interiore, nel tentativo angoscioso di tradurre in azione ciò che egli sente come esigenza e che gli è tuttavia impossibile. Corrado di certo rappresenta perfettamente quel costante senso di inadeguatezza che aveva perseguitato l’autore piemontese per tutta la sua vita.

La collina e la città

Corrado è un privilegiato: la città è pericolosa a causa dei numerosi bombardamenti ed egli ha la possibilità di recarsi in collina. La campagna è il rifugio di Corrado, così come lo era per Pavese: luogo d'infanzia, dove la memoria dei lieti giorni trascorsi riappacificano l'animo del protagonista e dell'autore. Tuttavia anche la campagna, dimensione autentica, ancestrale, diventa perderà il suo valore originario. La Storia viene a cercarlo anche in quei luoghi che lui considerava così sicuri, dove sentiva di poter trovare un suo posto nell’universo: i cadaveri sulla strada per tornare presso la propria famiglia sono la terribile prova tangibile di come non sia possibile sfuggire al male della Storia.

I giovani e l'illusione della guerra

La ragazza Egle mi diede la notizia che suo fratello era tornato a combattere. Cos'altro poteva fare quel ragazzo? Come lui ce n'eran molti, che non credevano alla guerra, ma la guerra era il loro destino - dappertutto era guerra e nessuno gli aveva insegnato a a far altro. Giorgi un uomo taciturno. Aveva detto solamente: "Il mio dovere è lassù", e ripreso a combattere. Non protestava, non cercava di capire

Corrado, tra Seneca e Orazio
Orazio

Seneca

Di nuovo sorrise, di nuovo non volle saperne. "Ti ho già raccontato la mia vita di quest'anni. Ho sempre faticato e battuto la testa. I primi tempi è stato brutto. Ma avevo Dino, non potevo pensare a sciocchezze. Mi ricordavo di quello che mi hai detto una volta, che la vita ha valore solamente se si vive per qualcosa o per qualcuno..."Anche questo le avevo insegnato. La frase era mia. "Se ti chiedi per chi vivi tu, - mi gridai, - cosa rispondi"

“Conta quello che si fa, non che si dice.” “Nelle parole c'è qualcosa d'impudico.”

"Ora che ho visto cos'è guerra, cos'è guerra civile , so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi:"E dei caduti che facciamo? Perchè sono morti?"