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Luigi XIV
luca mazzucco
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Transcript
Luigi XIV
Il Re Sole
Lo Stato
Due Criteri
Prima Del Re
Mazzarino
Cultura
Censura e Promozione
Le Rivolte
Assolutismo
Intolleranza
Editto di Fontainebleau
Religione
Luigi XIV
Riorganizzazione
Gallicanesimo
Gli Uomini del Re
Guerra di Devoluzione
La Costruzione
Guerra Olandese
Le Guerre
La Reggia
La Vita
Guerra di Successione
Il Vero Scopo
Un Nuovo Rivale
L’egemonia francese, vide nell'Olanda un nuovo avversario commercialmente l'Inghilterra si schierò al fianco della Francia. Nel 1672 100.000 soldati dilagarono sul territorio olandese, conquistando decine di fortezze. Gli olandesi si strinsero intorno allo statolder, Guglielmo d'Orange (1650-1702), ricorse al disperato espediente di allagare il territorio rompendo le dighe; sul mare, intanto, la flotta olandese sconfiggeva ripetutamente gli inglesi. Spagna, Brandeburgo e Danimarca si schierarono a fianco delle Province Unite e la guerra dilagò in tutta Europa. Dopo anni l'Olanda poté chiudere lo scontro con i trattati di Nimega (1678-79), salvando la propria autonomia e la propria integrità territoriale, la Francia guadagnò la Franca Contea.
Giulio Mazzarino
Le morti quasi contemporanee di Richelieu (1642) e del sovrano Luigi XIII lasciarono un re fanciullo, Luigi XIV e una regina madre poco amata, Anna d'Austria a capo della Francia. L’uomo che avrebbe preso in mano le redini del Regno era l'italiano Giulio Mazzarino (1602-61), cardinale, primo ministro e uomo di fiducia, come Richelieu, si dice anche sposo segreto della regina vedova. Fu un politico esperto e guidò il Paese nella fase conclusiva della guerra dei Trent'anni (1618-48), riuscendo ad affermare sull'Europa stremata la supremazia della Francia.
Migrazioni per la Fede
II 18 ottobre 1685 l'editto di Fontainebleau revocò le concessioni ai protestanti stabilite dall'editto di Nantes (1598). Le differenze religiose non vennero più ammesse e la Francia tornò a essere uniformemente cattolica. Aveva preso avvio l'emigrazione degli ugonotti che riguardò circa 200.000 persone. Questo provocò un grave danno economico, gli emigranti erano i sudditi economicamente più attivi. Nel 1702 i protestanti che vi erano rimasti si sollevarono, nei pressi del massiccio delle Cevenne. La guerra contro i camisards fu l'ultima fiammata delle guerre di religione e la prima del conflitto politico e sociale fra il popolo di Francia e la monarchia assoluta.
La Rivolta dei Nobili
Durante la Fronda parlamentare, in tutta Parigi si diffusero composizioni satiriche contro l'odiato ministro del re, dette mazarinades. La monarchia reagì arrestando alcuni esponenti dell'opposizione parlamentare e provocando così l'insurrezione di Parigi. Nel giro di pochi mesi le forze realiste furono in grado di riprendere il controllo della città. A questo punto si fecero avanti i veri ispiratori della lotta contro la monarchia, cioè gli aristocratici, e fu la volta della Fronda dei principi (1650). A capo delle truppe dei nobili si pose il principe di Condé. Mazzarino costretto in un primo momento a fuggire da Parigi, poté tornarci solo dopo la vittoria militare dei realisti (1653).
Lo Scontro
L’impero, le Province Unite, l'Inghilterra e numerosi principi tedeschi si coalizzarono contro la Francia, dando inizio alla guerra di successione spagnola, che si concluse nel 1714. Si giunse alla firma del trattati di Utrecht (1713) e Rastadt (1714), che riconobbero a Filippo d'Angiò il possesso della Spagna e del suo impero coloniale, con l'obbligo che nessuno tentasse mai di riunire le corone di Spagna e di Francia. Dal Regno di Spagna si staccarono i Paesi Bassi, chepassarono all'Austria la Sicilia
andò ai Savoia, i quali, la cedettero agli Asburgo d'Austria in cambio della Sardegna: la Spagna perse i suoi domini europei. L'Inghilterra acquisì Gibilterra, l'isola di Minorca e una parte delle colonie francesi in America. La Francia si confermava prima potenza continentale tuttavia, non riusciva a imporre la propria egemonia di fronte alle coalizioni ostili degli altri Stati.
La Rivolta delle Fronde
L' aumento del peso fiscale dovuto agli sforzi bellici suscitò nel Regno una nuova ondata di proteste sociali. Nel clima infuocato del 1648, fu il Parlamento, un'istituzione giudiziaria a tutti gli effetti, a far scoccare la scintilla. La ribellione, che fu chiamata della Fronda parlamentare. Prese il nome dalla fionda (in francese fronde) con cui i monelli tiravano i sassi. Un consigliere del Parlamento suggerì ai propri colleghi di non opporsi apertamente alla volontà della monarchia, ma di fare come i monelli di strada, che aspettavano che le guardie si allontanassero per poi tirare i sassi.
Il Parlamento seguì il consiglio, rifiutandosi di registrare un atto con cui Mazzarino imponeva a quei funzionari che se avessero voluto assicurarsi l'ereditarietà della loro carica avrebbero dovuto rinunciare a quattro anni di stipendio.
Lavoro per Tutti
Il re di Francia aveva a Parigi il suo palazzo reale, il Louvre. Luigi XIV, però, volle creare a Versailles, un universo cortigiano ruotante intorno all'astro centrale: il Re Sole. Nel 1662 Luigi XIV iniziò ad ampliare l'edificio: vennero bonificati 15.000 ettari di palude e al lavori di costruzione presero parte 30.000 operai. Versailles divenne la residenza abituale del monarca a partire dal 1682.
La Situazione con la Spagna
Il re di Spagna Carlo II (1665-1700) non aveva eredi diretti e alla sua successione si candidarono in prima linea gli Asburgo d'Austria e il Re Sole. A Parigi come candidato venne scelto il duca Filippo d'Angiò, nipote di Luigi XIV, che ottenne il trono a condizione che l'erede designato rinunciasse a qualsiasi diritto di successione alla corona francese. Alla morte di Carlo II, nel 1700, fu chiaro che Luigi XIV non aveva alcuna intenzione di spingere il nipote, salito sul trono di Spagna come Filippo V, a rispettare la clausola testamentaria.
La Lega Antifrancese
Negli anni successivi Luigi XIV avanzò rivendicazioni su numerosi territori lungo il Reno: con l'intervento dell'esercito fu pretesa e ottenuta Strasburgo e quasi tutta l'Alsazia. Si formò un'alleanza antifrancese, la Lega di Augusta (1686), composta dalle potenze asburgiche d'Austria e di Spagna, dai principi di Sassonia, del Palatinato e di Brandeburgo e dall'Olanda. Inoltre, un improvviso, cambiamento in Inghilterra aggravò la situazione della Francia: la Gloriosa rivoluzione del 1688 aveva posto sul trono inglese Guglielmo d'Orange che portò la potenza britannica nell'alleanza antifrancese, cambiando l'equilibrio europeo. La guerra della Lega di Augusta si chiuse nel 1697 senza un vincitore, con la pace firmata a Rijswijk, in Olanda.
La cultura nella Corte
Al lusso architettonico e artistico di una reggia che dette da lavorare per decenni ad architetti, pittori e decoratori di tutta Europa si aggiungevano gli intrattenimenti musicali e teatrali. Per attirare a corte i grandi nobili di Francia, Versailles fu presentata come l'unico luogo dove valesse la pena vivere: uno dopo l'altro gli aristocratici
finirono per lasciare i propri castelli e allentare di conseguenza i legami con la popolazione delle proprie signorie, legami che per secoli erano stati la base del loro potere, anche politico. La nobiltà trovò un luogo di piaceri e di divertimenti intorno a un sovrano che le garantiva continui privilegi e la separava dal volgo, distribuendo favori, pensioni e prebende.
Indipendenza dal Papato
L'impegno preso da Luigi XIV per dare al cattolicesimo francese un'impronta fortemente nazionale rese ben presto difficili i rapporti con la Santa Sede, papa Innocenzo XI decise di richiamare il clero francese ad obbedire alla sua autorità, il conflitto divenne aperto. Nel 1682 la chiesa gallicana approvò la Dichiarazione dei quattro articoli che affermava con vigore la propria indipendenza dal papato. Il potere del papa sulla Chiesa di Francia doveva essere inteso esclusivamente in senso spirituale. Luigi XIV riuscì a raggiungere un compromesso con Roma, necessario per combattere una nuova corrente riformatrice, il giansenismo che prendeva posizioni predestinazioniste e predicava rigore morale. Luigi XIV scorse una seria minaccia all'unità religiosa e politica del Regno ordino la distruzione dell'abbazia di Port-Royal (1712)
La Situazione Francese
Nel XVII secolo il Regno di Francia era territorialmente compatto e risultava essere, inoltre, il Paese più popoloso del continente, che contava 20 milioni di abitanti, circa il doppio rispetto agli altri stati (Spagna 8 milioni), solo in Russia il numero era maggiore. Il 90% della popolazione attiva era dedito all'agricoltura, tanto che le famiglie più ricche ci investivano. L'industria principale era quella
tessile. Il proletariato urbano, il ceto più povero impiegato nell'industria tessile, era concentrato nelle città manifatturiere. Una sola grande città, Parigi, spiccava in un paesaggio per il resto dominato da pascoli e campi coltivati. Per la maggior parte della popolazione la cellula sociale fondamentale era la parrocchia o il terroir. Un'altra forma di aggregazione sociale era offerta dalle signorie, ovvero l'insieme di terre di estensione variabile sulle quali un signore esercitava diritti di proprietà e poteri di giurisdizione. I signori erano in genere nobili o borghesi, ma potevano esserci anche signorie ecclesiastiche.
Diffusione e repressione
In linea con questi principi, Luigi XIV esercitò il suo potere in ambito culturale da un lato reprimendo le idee difformi attraverso la censura, dall'altro promuovendo una cultura ufficiale con opere di mecenatismo. Riorganizzò la cultura fondando accademie, che inizialmente ebbero sede a Parigi ma nel tempo si diffusero anche in provincia. Dal 1663 vennero indetti dei concorsi che avrebbero premiato le migliori opere pittoriche e scultoree raffiguranti le "gesta eroiche" del re per celebrarne la vita.
La Riorganizzazione Statale
Il volere del re si esercitò attraverso il Consiglio dei ministri, composto da uomini di sua fiducia, la cui azione non era limitata. Luigi evitò di reclutarli fra i membri dell'alta nobiltà per assicurarsi che gli fossero fedeli. Al di sotto dei ministri creò un sistema fondato sullo stesso principio: si trattava di uomini privi di un potere proprio, ma chiamati dal re a svolgere una determinata funzione con un incarico temporaneo e revocabile dal sovrano.
Nell'organizzazione dello stato un incarico importante era stato quello dei governatori delle province. Fu il re a scegliere i governatori e la carica ebbe durata triennale. Al di sotto dei governatori delle province c'erano i capi delle municipalità. Il potere della monarchia si affermò al di sopra di tutti.
Le Ambizioni Non Mancano
Le continue guerre che stremarono la Francia furono l'aspetto più discusso del regno di Luigi XIV, non privo di ambizioni di conquista. Uno strumento pacifico per soddisfare le ambizioni era la politica matrimoniale. Luigi XIV si era sposato con Maria Teresa, figlia di maggiore di Filippo IV di Spagna, anche se il trattato del Pirenei aveva escluso ogni diritto successorio della Francia al trono di Spagna. Alla morte di Filippo IV
(1665), Luigi XIV avanzò la candidatura della moglie alla successione contro quella di Carlo II, appellandosi allo ius devolutionis, una norma giuridica secondo cui i beni del padri dovevano essere devoluti solo ai figli di primo letto. Si aprì così nel 1667 la guerra di devoluzione contro la Spagna e in tre mesi vennero occupate le Fiandre e la Franca Contea. Il presidente olandese, Jan de Witt (1625-72), strinse un'alleanza antifrancese con l'Inghilterra. Il capovolgimento della situazione costrinse Luigi XIV a firmare la pace di Aquisgrana (1668) con gli Asburgo di Spagna.
Un Solo Re, Un Solo Dio,Una Sola Religione
La volontà del sovrano condusse a una politica religiosa fortemente accentratrice e intollerante. Le motivazioni non erano tanto religiose quanto politiche. Un solo re, un solo Dio, una sola religione tornava a essere il motto della monarchia francese. Le persecuzioni si abbatterono principalmente sugli ugonotti che ormai non erano più in grado di opporre alcuna resistenza militare: i corpi speciali dell'esercito, venivano infatti acquartierati nelle aree dove risiedevano le comunità calviniste. Talvolta, l'esercito arrivava addirittura a eliminare fisicamente gli eretici.
Jean-Baptiste Colbert
Riempire le casse del sovrano fu il lavoro a cui si dedicò un altro ministro di straordinarie capacità, ovvero Jean-Baptiste Colbert, che dal 1661 al 1683, fu il vero motore dello Stato francese, anche grazie all'esperienza maturata all'interno di una tradizione di mercanti, quella della sua stessa famiglia. Era convinto che la situazione finanziaria dello Stato potesse migliorare solo se fosse migliorata la situazione economica generale del Paese. Secondo Colbert, bisognava far affluire da altri Paesi metalli preziosi tramite l'esportazione di merci prodotte nel Regno.
Attuando queste misure, Colbert promosse una nuova politica economica, che in seguito fu definita mercantilismo. Introdusse facilitazioni fiscali e protezioni statali che stimolarono la creazione e l’attivazione di compagnie commerciali statali che vennero utilizzate per il miglioramento del sistema stradale e della rete di canali navigabili.
François-Michel Le Tellier
Il rafforzamento del potere del re passava necessariamente attraverso un ridimensionamento di quello dell'aristocrazia. Luigi XIV affidò a François-Michel Le Tellier, marchese di Louvois e ministro della Guerra, il compito di creare una macchina bellica. Le Tellier, riorganizzò le forze armate introducendo un ordine gerarchico, venne creato un sistema di gradi di nomina regia, con meccanismi di avanzamento regolati da norme valide per tutti e controllati da ispettori generali. Questo rese la Francia uno degli eserciti più forti dell’Europa.
Cultura e Controllo
La politica culturale assolutista del sovrano obbediva ai due criteri: sorvegliare la qualità e l'uniformità della produzione culturale e attirare tutte le possibili risorse a sé, sottraendole ad altri centri del potere. Il controllo della cultura e del sapere diventò dunque prerogativa del re e fra i compiti dello Stato rientrò anche quello di organizzare in maniera sistematica la produzione culturale.
Le Idee di Luigi XIV
Luigi XIV decise di governare in prima persona, con in mente il disegno di uno Stato assoluto, di una monarchia assoluta da cui deriva il termine assolutismo. Diventato re alla morte del padre, nel 1643, all'età di 4 anni, Luigi XIV prese il potere alla morte di Mazzarino (1661) era allora un giovane di 22 anni che aveva l'obiettivo di completare la trasformazione della Francia in uno Stato davvero unitario. La sua opera di governo mirò dunque alla creazione di uno Stato in cui il sovrano fosse veramente il centro. Luigi XIV dimostrò una grande capacità di scegliere gli uomini adatti alla sua realizzazione.
Tutto Molto Bello Ma...
Per attuare il disegno di uno Stato assoluto era necessario spezzare il legame fra il popolo e l'aristocrazia. La moda, le feste, I giochi, ma anche la distribuzione di denaro e di potere, attraverso l'assegnazione di incarichi al servizio del principe, furono i principali strumenti per trasformare i signori da
potenziali avversari in cortigiani. La corte fu quindi uno strumento politico al servizio dell'accentramento del potere. Con lo scopo di ribadire, pubblicamente e in ogni momento, la totale subalternità dei cortigiani al sovrano.Dall'alba al tramonto si avvicendavano accanto al sovrano diversi personaggi. Al momento della vestizione per ogni capo di abbigliamento era indicato per nome un gentiluomo che glielo porgesse. Per la caccia o la passeggiata nel parco le due alternative per passare i pomeriggi gli accompagnatori erano selezionati con cura su indicazione dello stesso sovrano. Il riconoscimento del favore del re doveva essere evidente.