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CLASSIFICAZIONE DEI NOMI
Mauro Amati
Created on November 5, 2023
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Transcript
NOMI
LA CLASSIFICAZINE DEI
PROPRI/COMUNI PESONA/COSA/ANIMALE GENERE
PRIMITIVI/DERIVATI
COMPOSTI
INDIVIDUALE/COLLETTIVO
CONCRETI/ASTRATTI
NUMERO
11
12
ALTERATI
INVARIABILI
SOVRABBONDANTI
DIFETTIVI
Sustainable Cities and Communities
Responsible Consumption and Production
PROPRI/COMUNI PESONA/COSA/ANIMALE GENERE
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Home
I nomi ci permettono di definire la realtà che ci circonda. Si distinguono in tre grandi categorie: possono infatti essere nomi di persona (attore, scrittrice), di animale (pesce, farfalla) o di cosa (città, diario). Non è questa però l’unica distinzione tra i vari tipi di nomi: anche Giulia e Lorenzo, infatti, sono nomi di persona, ma non hanno le stesse caratteristiche di attore e scrittrice. Qual è la differenza? Giulia e Lorenzo sono nomi propri, riferiti cioè a individui particolari. Tutti questi nomi, come vedi, vanno scritti con l’iniziale maiuscola. I nomi comuni, invece, si scrivono con la minuscola e indicano genericamente una categoria di persone, animali o cose. I nomi, ovviamente si dividono anche in maschili e femminili in base al fatto che si riferiscano ad un genere o ad un altro.
PROPRI/COMUNI PESONA/COSA/ANIMALE GENERE
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NUMERO
I nomi possono essere singolari ( quando si riferiscono a una sola persona o ad un solo oggetto) o plurali ( quando si riferiscono a più persone o a più oggetti)
NUMERO
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CONCRETI/ASTRATTI
I nomi possono essere sia concreti sia astratti. I nomi concreti indicano persone, animali o cose che possiamo vedere e toccare con mano o percepire con i sensi, come il libro, il gelato e la pentola. Felicità, intelligenza e sensibilità sono invece esempi di nomi astratti che esprimono concetti che non si possono percepire con i cinque sensi.
CONCRETI/ASTRATTI
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INDIVIDUALI/COLLETTIVI
esistono dei nomi che anche al singolare indicano un insieme di più elementi: sono i cosiddetti nomi collettivi, come esercito, branco e flotta. I nomi collettivi al singolare indicano un gruppo di cose o individui, mentre al plurale si riferiscono a più gruppi. Perciò quando dici ape fai riferimento a un solo esemplare, se dici sciame indichi un insieme di api e se utilizzi il plurale sciami stai pensando a diversi gruppi di api.
INDIVIDUALI/COLLETTIVI
PRIMITIVI/DERIVATI
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nomi primitivi sono nomi che non derivano da nessun’altra parola e sono formati soltanto da: radice invariabile desinenza variabile Qualche esempio? Mare (mar-e), sale, latte, acqua, pane, libro e tantissimi altri ancora. nomi derivati sono quelli che derivano da un altro nome, cioè si formano a partire dalle radici dei nomi primitivi con l’aggiunta di prefissi o suffissi che ne modificano il significato. Il prefisso è un elemento che si aggiunge all’inizio della parola (per esempio in- nel nome insalata che deriva da sale). Il suffisso invece “si attacca” in fondo alla radice (per esempio -aio in libraio che deriva da libro). Esempi: indipendenza, minigonna, slealtà, marinaio, latteria, acquario, panettiere…
PRIMITIVI/DERIVATI
COMPOSTI
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I nomi composti sono quelli formati dall’unione di due o più parole dotate di un proprio significato. Possono essere composti da: nome + nome (capostazione, pescespada, cassapanca); nome + aggettivo (cassaforte, girotondo, terracotta); aggettivo + nome (mezzaluna, altopiano, bossorilievo); verbo + nome (lavastoviglie, asciugamano, portafoglio); aggettivo + aggettivo (pianoforte, chiaroscuro, sordomuto); verbo + verbo (saliscendi, dormiveglia, giravolta); verbo + avverbio (buttafuori, malvivente, benpensante); preposizione + nome (doposcuola, fuoricorso, sottoscala). Nella formazione del plurale i nomi composti si comportano in modo un po’ particolare, seguendo regole diverse a seconda del tipo di parole da cui sono formati e (purtroppo!) con molte eccezioni. Studia la scheda a lato per saperne di più
COMPOSTI
GAURDA LA SCHEDA
ALTERATI
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In italiano esistono dei suffissi che ti permettono di modificare il nome primitivo aggiungendogli delle caratteristiche specifiche: in alcuni casi si tratta di una qualità dell’oggetto, ad esempio la grandezza (diminutivi e accrescitivi), in altri di un giudizio espresso su di esso (vezzeggiativi e dispregiativi). È così che si formano i cosiddetti nomi alterati, che possono essere: diminutivi: si formano prendendo la radice del nome primitivo che si vuole modificare e aggiungendo un suffisso del tipo -ino, -ello, -etto, -icino, -icello e -icciolo (manina, gambette, piedino…); accrescitivi: si formano aggiungendo alla radice del nome primitivo un suffisso come -one, -otto, -ozzo, -accione o -acchione (regalone, gambotte, omaccione…). Attenzione però! L’accrescitivo dei nomi femminili in alcuni casi è maschile (testa – testone, palla – pallone, porta -portone…); vezzeggiativi: danno al nome di partenza una connotazione affettiva e si ottengono aggiungendo alla radice suffissi come -etto, -uccio, -uzzo, -ino e -acchiotto (casetta, boccuccia, orsacchiotto…); dispregiativi o peggiorativi: esprimono un giudizio negativo sull’oggetto di cui si sta parlando e si formano utilizzando i suffissi -accio, -astro, -onzolo, -ucolo, -ercolo e -iciattolo (filmaccio, giovinastro, vermiciattolo…).
ALTERATI
falsi alterati
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DIFETTIVI
DIFETTIVI
Si chiamano difettivi i nomi che difettano, cioè mancano, del singolare o del plurale. Alcuni si usano ‘soltanto al plurale come i dintorni, i posteri, i viveri, le nozze, le ferie, le tenebre… Altri si usano ‘solo al singolare’, come l’equatore, l’ossigeno, il pepe, la varicella, la superbia….
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SOVRABBONDANTI
SOVRABBONDANTI
Esistono nomi che non hanno il plurale ma alcuni noni ne hanno addirittura due! Sono i cosiddetti nomi sovrabbondanti, nomi maschili in -o che oltre al plurale in -i, hanno anche un plurale femminile in -a. Spesso i due plurali assumono un significato diverso: uno ha valore figurato, mentre l’altro è usato in senso proprio. Studia gli esempi nella tabella.
tabella
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INVARIABILI
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INVARIABILI
Sono invariabili i nomi che hanno la stessa forma al singolare e al plurale: per distinguere di che numero si tratta, in questo caso, dovrai usare l’articolo o gli aggettivi concordati con il nome. Ecco le principali categorie di nomi invariabili: monosillabi: re, gru; tronchi: caffè, città; femminili in -o: biro, sdraio. Eccezione: mano-mani; femminili in -ie: serie, specie. Eccezioni: moglie-mogli, superficie-superfici; alcuni maschili in -a: cinema, gorilla; che finiscono in -i: brindisi, crisi.
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VIVA LA I° A STUDIATE BENE TUTTO
tabella di ripasso
PER RIPASSO
falsi alterati
Calzone, torrone e bottone, mulino, banchina e ramino: cosa hanno di speciale tutte queste parole? Potrebbero sembrare dei nomi alterati, i primi accrescitivi, gli altri diminutivi, e invece sono nomi primitivi. Sono i cosiddetti falsi alterati, ma niente paura! C’è un modo semplice per evitare di commettere errori: ogni volta che trovi una parola che sembra contenere i suffissi -one e -ino prova a chiederti da quale nome primitivo potrebbe derivare. L’alterazione, infatti, non cambia mai il significato ella parola base nella sua essenza, ma si limita a modificarlo conferendogli sfumature di carattere soggettivo. Scoprirai così che il calzone non è una grande calza, il torrone non è una grande torre e il bottone non è una grande botte; lo stesso vale per il mulino che non è un piccolo mulo, come pure per banchina e ramino che non hanno nulla a che vedere con banca e ramo. Tutto chiaro? Vedrai che con un pizzico di attenzione in più e un po’ di allenamento i falsi alterati non riusciranno a ingannarti!