La Capriata
La capriata è un elemento architettonico, tradizionalmente in legno, utilizzato fin dall’antichità. Contraddistinta da una forma a triangolo isoscele, la capriata in legno è usata come struttura portante di coperture di grandi dimensioni. Molto diffusa, soprattutto in chiese e palazzi nobiliari, la copertura lignea è diventata parte del patrimonio culturale italiano. La capriata è costituita da una travatura reticolare piana posta in verticale e da una forma triangolare, caratteristica che consente di annullare le spinte orizzontali. Usata come base di una copertura a falde spioventi, la capriata appoggia sui muri perimetrali senza trasmettere spinte agli appoggi. Sono diversi gli elementi costruttivi che compongono questa copertura, declinata in varie tipologie. Nel discorso sulle capriate, inoltre, è importante porre l’accento sulla manutenzione e sulla prevenzione, vista la fragilità intrinseca del materiale utilizzato e l’antichità della costruzione.
Storia ed evoluzione nell’uso della capriata
La capriata, come elemento architettonico, è diffusa sin dall’antichità, probabilmente sviluppata dai Greci e poi impiegata anche dai Romani. Tale copertura lignea fu utilizzata nella costruzione delle prime basiliche in epoca paleocristiana, di cui non restano esempi originali. Nel corso dei secoli si assiste ad un’evoluzione dell’uso della capriata con l’introduzione di diverse tipologie. Già nel periodo romanico, le chiese iniziarono a presentare coperture miste con l’introduzione della copertura a volta. La capriata in legno, tuttavia, continuò ad essere utilizzata anche nelle epoche successive, suscitando l’interesse di architetti, ingegneri e artisti come Leonardo da Vinci, che ne studiarono la struttura e il funzionamento. Una storia antichissima che porta questa copertura fino all’edilizia industriale del Novecento, periodo in cui il legno viene affiancato da altri materiali come ferro e cemento armato.
Elementi costitutivi
La capriata è composta da due travi inclinate, i puntoni, che poggiano su un elemento orizzontale dettocatena. La catena è la base del triangolo che supporta gli sforzi di trazione, può essere composta da un unico pezzo o da due elementi connessi da un particolare incastro, il dardo di Giove. Un altro elemento centrale è il monaco, disposto in verticale al fine di dare stabilità alla struttura. Il monaco può essere staccato o attaccato alla catena, determinando due diverse tipologie di capriata. Seguono poi le saette, elementi che presentano un’inclinazione opposta a quella dei puntoni. A seconda delle esigenze e della tipologia di capriata, possono essere presenti una controcatena, che limita la lunghezza di libera inflessione dei puntoni, e una sottocatena o sottopuntone, con finalità di rinforzo.
La Capriata
Luigi Pascale
Created on November 3, 2023
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La Capriata
La capriata è un elemento architettonico, tradizionalmente in legno, utilizzato fin dall’antichità. Contraddistinta da una forma a triangolo isoscele, la capriata in legno è usata come struttura portante di coperture di grandi dimensioni. Molto diffusa, soprattutto in chiese e palazzi nobiliari, la copertura lignea è diventata parte del patrimonio culturale italiano. La capriata è costituita da una travatura reticolare piana posta in verticale e da una forma triangolare, caratteristica che consente di annullare le spinte orizzontali. Usata come base di una copertura a falde spioventi, la capriata appoggia sui muri perimetrali senza trasmettere spinte agli appoggi. Sono diversi gli elementi costruttivi che compongono questa copertura, declinata in varie tipologie. Nel discorso sulle capriate, inoltre, è importante porre l’accento sulla manutenzione e sulla prevenzione, vista la fragilità intrinseca del materiale utilizzato e l’antichità della costruzione.
Storia ed evoluzione nell’uso della capriata
La capriata, come elemento architettonico, è diffusa sin dall’antichità, probabilmente sviluppata dai Greci e poi impiegata anche dai Romani. Tale copertura lignea fu utilizzata nella costruzione delle prime basiliche in epoca paleocristiana, di cui non restano esempi originali. Nel corso dei secoli si assiste ad un’evoluzione dell’uso della capriata con l’introduzione di diverse tipologie. Già nel periodo romanico, le chiese iniziarono a presentare coperture miste con l’introduzione della copertura a volta. La capriata in legno, tuttavia, continuò ad essere utilizzata anche nelle epoche successive, suscitando l’interesse di architetti, ingegneri e artisti come Leonardo da Vinci, che ne studiarono la struttura e il funzionamento. Una storia antichissima che porta questa copertura fino all’edilizia industriale del Novecento, periodo in cui il legno viene affiancato da altri materiali come ferro e cemento armato.
Elementi costitutivi
La capriata è composta da due travi inclinate, i puntoni, che poggiano su un elemento orizzontale dettocatena. La catena è la base del triangolo che supporta gli sforzi di trazione, può essere composta da un unico pezzo o da due elementi connessi da un particolare incastro, il dardo di Giove. Un altro elemento centrale è il monaco, disposto in verticale al fine di dare stabilità alla struttura. Il monaco può essere staccato o attaccato alla catena, determinando due diverse tipologie di capriata. Seguono poi le saette, elementi che presentano un’inclinazione opposta a quella dei puntoni. A seconda delle esigenze e della tipologia di capriata, possono essere presenti una controcatena, che limita la lunghezza di libera inflessione dei puntoni, e una sottocatena o sottopuntone, con finalità di rinforzo.