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Sabbioneta power point

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Created on October 30, 2023

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Transcript

SABBIONETAlotto 2

student: Alexia Melzi student: Chiara Lui student: Gaia Bellentani

prima esercitazione

31/10/2023

Indice

01. La città ideale di Vespasiano

02. Conformazione urbana

04. Ricostruzione dell'isolato

05. Le mura di Sabbioneta

06. Il lotto come unità di misura

Parte 1

La città pur costruita e consegnata alla storia scaturisce in realtà da un sogno concepito di là o contro le concrete contingenze storiche e però fatto di pietra dalla volontà di un uomo -...- Sabbioneta appartiene alla dimensione dell’utopia che si genera come il sogno dall’esperienza vissuta, dalla rinuncia a continuare a viverla nella drammatica tensione della storia.

C.G ARGAN

01.La città ideale di Vespasiano

L’evento urbanistico di Sabbioneta non è da circoscrivere esclusivamente al concetto di città ideale del Rinascimento, da cui chiaramente nasce ma in cui non si esaurisce: la sua pianificazione e realizzazione sono profondamente legate alla figura di Vespasiano Gonzaga e dai cambiamenti e dalle tensioni della storia, da cui egli fu coinvolto.

Sabbioneta, fondata, quasi ex novo, sull’antico borgo medievale, risponde alle esigenze funzionali urbanistico-militari. Vespasiano Gonzaga, consapevole della dinastia nobile a cui appartiene, si immagina come un antico imperatore romano nella sua nuova Roma, Sabbioneta. Lo schema planimetrico di Sabbioneta rispecchia intenzionalmente quello dell’insediamento militare romano, il castrum con cardo e decumano;

Il bisogno di Vespasiano di rivivere l’epoca morta del classicismo delinea il ritratto di un uomo immerso nella crisi del Manierismo, che vive nell’illusione di isolarsi creando per sé una città perfetta, fondata su leggi precise ed eterne. Il significato di Sabbioneta sta proprio nel tentativo di Vespasiano di reagire alla crisi esistenziale che sta vivendo ed al tempo stesso nella sua consapevolezza dell’anacronismo di tale processo.

02. Conformazione urbana

Keywords

La conformazione urbana e l’impianto stradale di Sabbioneta sono la traduzione delle teorie sulla città ideale del Rinascimento e del carattere di Vespasiano. L’impianto stradale della città si ispira a quello del castrum romano, in cui le strade definiscono un sistema ortogonale di cardi e decumani, orientati rispettivamente in direzione nord-sud ed est-ovest.

  1. Cardum e decumanus
  2. Prospettiva chiusa
  3. Le due piazze
  4. Le 3 aere principali delle città
  5. Isolato come unità di misura

Prospettiva chiusa

Una delle caratteristiche principali dell'architettura urbana di Sabbioneta è la prospettiva chiusa; gli isolati posizionati in modo da interromperele strade creando incroci per la maggioranza a T ed a L e l’inclinazione dell’asse di alcune strade rispetto al sistema ortogonale della città, ostacolano la vista accrescendo la percezione labirintica della maglia stradale. Oggi, tale effetto è accentuato dalla presenza di diverse strade a fondo cieco, un tempo non esistenti; andando a ricostruire la maglia stradale originaria, ci si accorge che la rete stradale era schematizzabile in un anello continuo lungo le mura a cui si agganciava l’impianto stradale ortogonale che oggi ritroviamo.

"Se invece è una colonia o una semplice piazzaforte, le vie di ingresso più sicure non sono quelle che conducono diritto alla porta, bensì quelle che svoltano a sinistra o a destra lungo le mura, meglio ancora se passando sotto la merlatura; e all’interno della città non dovran passare in linea retta, ma piegare con ampie curve, come anse di fiume, più volte da una parte e dall’altra. Ciò perché in primo luogo, apparendo più lunga la strada, si avrà l’impressione che la città sia più grande; inoltre perché il fatto è di grande giovamento sia alla bellezza, sia alla pratica convenienza, sia alle necessità di determinati momenti. [...] Inoltre la strada a curve sarà sempre ombreggiata, anche d’estate; e d’altra parte non vi sarà casa ove non giunga la luce del giorno. Mai vi mancheranno le brezze, le quali, da qualunque parte vengano, troveranno sempre un passaggio diretto ed agevole. Né vi sarà pericolo di venti nocivi, che verrebbero subito respinti dai muri frapposti. Infine, se vi penetrasse il nemico, si troverebbe in gravi difficoltà, potendo essere colpito di fronte, di fianco e da tergo."

L. B. ALBERTI

Le due piazze

PIAZZA DUCALE

PIAZZA D'ARMI

Isolati

Da una prima impressione osservando la planimetria di Sabbioneta, sia quella antica sia quella attuale, emerge la struttura ordinata, fatta di incroci ed intersezioni ortogonali e di isolati ad angolo retto, ordine derivato dalle teorie della città ideale. Acuendo l’osservazione, l’immagine restituita della città risulta quella di un labirinto, in cui i 34 ermetici isolati, a cortina continua. Gli isolati sono catalogabili in tre differenti tipologie: l’isolato quadrato e l’isolato rettangolare, il quale si orienta talune volte nella direzione est-ovest, altre in quella nord-sud, sono costituiti prevalentemente da abitazioni lungo il perimetro e spazi verdi interni; l’isolato triangolare è di tipo periferico, non è propriamente compiuto né definito, la sua forma segue l’orientamento obliquo delle mura; l’isolato irregolare comprende gli isolati contenti le costruzioni ducali, l’isolato adiacente a spalto Badesi, gli isolati di recente costruzione.

Parte 2

04. La ricostruzione dell'solato

L’isolato, che andremo ad analizzare, si trova nella zona ovest di Sabbioneta; è delimitato a nord da via Vespasiano Gonzaga, ad ovest dalle mura e dal baluardo di S. Maria e ad est da Piazza d’Armi. Si presenta come un grande anello chiuso, a nord da una cortina continua di residenze e muri pieni, ad est dall’impattante edificio scolastico datato 1934 costruito sul sedime dell’antica rocca e sugli altri lati dai resti delle antiche mura della città, al cui centro troviamo un grande vuoto, uno bacino verde irraggiungibile, inaccessibile ed abbandonato a sé stesso. L’isolato originariamente era molto differente rispetto ad oggi.

CASTELLO e IL CONVENTO

L’antico castello, risalente almeno al 1308, era fortificato e simile a un castrum romano dalle dimensioni più piccole. Inizialmente costituito da torri poi sostituite da bastioni, era formato da almeno venti stanze ed era occupato, oltre alla famiglia dei Gonzaga, da medici, notai, preti e altre famiglie di classe sociale nobile. La fortezza, circondata da fossato, era dotata di un accesso con ponte levatoio probabilmente sul lato nord-ovest. Nel 1590, terminarono gli interventi al castello voluti da Vespasiano; furono realizzati un secondo ingresso alla rocca sul lato sud-est, verso Piazza d’Armi ed il collegamento loggiato a Palazzo Giardino.

05. Mura

Le mura di Sabbioneta determinano all’esterno la connotazione morfologica e l’immagine della città e all’interno delineano il perimetro della composizione urbana. Forse mai servita realmente per scopi difensivi, la cinta muraria è geometricamente tesa verso un ideale di perfezione stereometrica. La costruzione delle mura iniziò nel 1554 con il primo bastione, il baluardo di S. Maria, collegato alla vecchia Rocca. Successivamente dal 1559 al 1564 si procedette con l’edificazione di Porta Vittoria e le zone più vicine. Dopo il matrimonio con Anna di Aragona, proseguì con la costruzione del lato sud-est, creando il tratto intermedio tra la Rocca e Porta Imperiale, con i bastioni di San Francesco e Sant’ Elmo. Dal 1567 al 1578 venne costruita la parte restante delle mura, con i bastioni di San Giorgio, San Giovanni e San Nicola. Infine, nel 1579 termina la realizzazione della Porta Imperiale. La cinta muraria, integralmente realizzate in mattoni, è dotata di sei bastioni angulare, ovvero a cuneo: dagli studi sulla geometria e l’arte del costruire di Pietro Cataneo, essi risultano più indicati alle azioni di difesa e di attacco, a seguito della scoperta e diffusione delle armi da fuoco. Le mura erano circondate da un fossato derivato da opere di canalizzazione, largo fino a 35 metri, e da terrapieni seguenti il profilo esterno delle mura. La strada seguente il profilo interno delle mura era costeggiata da un filare di pioppi richiesti da Vespasiano. L’immagine che connotava Sabbioneta negli ultimi anni della vita del Duca è notevolmente diversa da quella attuale. Attorno al periodo del 1920, per questioni igieniche e di viabilità, trovò parziale realizzazione la demolizione di alcune parti nelle mura, promosso nel 1914 e approvato nel 1919; furono realizzate due brecce a sud-ovest e a nord-est delle mura.

06. Il lotto come unità di misura

Le costruzioni residenziali appartengono a tre tipi edilizi: il primo blocco formato da casa con portico in facciata e case a corte, il secondo blocco da case in linea. Appena a sud di porta Vittoria, troviamo il primo blocco con l’unica tipologia di case con portico all’interno del nostro isolato; essa è l’unica ad avere questo elemento pubblico porticato come soluzione di facciata. Separata da via Racheli, segue un altro complesso abitativo, allineato al precedente ma senza soluzione di facciata porticata, anch’esso di due piani. Spostandoci nella parte più interna del primo blocco, troviamo uno o più cortili interni di forme non sempre regolari. In generale, i lotti perdono definizione assumendo forme casuali, processo derivato dalla vendita frazionata dell’antico convento ed in seguito dal suo abbattimento. La netta differenza fra il primo blocco ed il secondo blocco abitativo la ritroviamo anche nell’analisi del fronte stradale affacciato su via Vespasiano Gonzaga. Il primo blocco è costituito da un'unica tipologia di aperture vetrate allineate sia al piano terra sia al primo piano, le porte variano leggermente di dimensione e sono a livello strada, le facciate risultano per lo più pulite e prive di decorazioni plastiche. In generale, il primo blocco presenta un unico e proprio ordine per il comando della facciata. Il secondo blocco è molto più articolato e disomogeneo: le singole abitazioni variano in altezza alternandosi due e tre piani; le aperture finestrate, di tre tipologie differenti, si dispongono in altezza dalla più ampia alla più ristretta, ma senza allinearsi con le abitazioni adiacenti; le porte sono nettamente più ampie e rialzate da terra di tre gradini; le facciate presentano diverse decorazioni in rilievo, cornici intorno alle finestre e alcuni balconcini. Il fronte del secondo blocco, quindi, è più ricco nelle decorazioni e non segue un ordine comune; il fronte opposto su via Ottolenghi è più semplice: pressoché privo di decorazioni plastiche, le aperture finestrate più piccole si dispongono sulla facciata secondo un ordine sparso, le porte sono più piccole rispetto al fronte opposto e prive di gradini a rialzarle.

TIPOLOGIA

PIENI E VUOTI

Grazieper l'attenzione!

08. Development

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