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Giuseppe Verdi

emma stupenda

Created on October 28, 2023

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Transcript

giuseppe verdi

Trama del Nabucco

Opere

Biografia

Animo e stile

realizzato da Emma Totaro

Trama del Nabucco

Il Nabucco è la terza opera lirica di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Esso fece il suo esordio con successo il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano. È stata spesso letta come l'opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell'epoca potevano tracciare paralleli tra la loro condizione politica e quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese. Questa interpretazione però fu il risultato di una lettura storiografica retroattiva che, alla luce degli avvenimenti storici occorsi, volle sottolineare in senso risorgimentale l'attività artistica del compositore. La lettura fu incentrata soprattutto sul famosissimo coro Va, pensiero, sull'ali dorate, intonato dal popolo ebraico, ma il resto del dramma è invece incentrato sulle figure drammatiche dei Sovrani di Babilonia Nabucodonosor II e della sua presunta figlia Abigaille. Nabucco re di Babilonia, conquista la città di Gerusalemme; a nulla è valsa la cattura di Fenena (figlia di Nabucco) da parte di Zaccaria, il Gran Pontefice. Rivedendola, Ismaele (nipote del re di Gerusalemme Sedecia), cede al suo amore e la libera. Tornati in Babilonia, Fenena si è convertita alla causa degli ebrei e Abigaille (che ha appena scoperto di essere figlia illegittima di Nabucco) imbeccata dal Gran Sacerdote di Belo della notizia della morte in guerra del re, ne approfitta per salire al trono. Ma Nabucco non è morto, anzi torna e in preda alla follia si paragona a un dio, scatenando un fulmine che lo colpisce. Abigaille quindi prende la corona, fa rinchiudere suo padre e condanna a morte Fenena e tutto il popolo ebraico. Nabucco però rinsavisce e - con l'ausilio del fidato Abdallo - riprende il trono, libera Fenena e gli ebrei, e si converte al giudaismo. Abigaille, si toglie la vita avvelenandosi. Collocato nella parte terza del Nabucco, il Va pensiero è uno dei cori più noti della storia dell'opera di Giuseppe Verdi, cantato dagli Ebrei prigionieri in Babilonia. Commento al Va pensiero Il Nabucco parla della storia vissuta dagli ebrei e la maledizione con la perdita della loro terra. La cosa, secondo me su cui dovremmo soffermarci è proprio quella “terra”. Nella terza parte del Nabucco, corale, si parla appunto della persecuzione e della patria. La patria e la conquista della libertà le diamo spesso per scontate. Eppure quando sentiamo parlare di guerre, sempre più vicine a noi, non esitiamo ad ascoltare cosa potrebbe accadere a noi e ai nostri cari, cosa potrebbe essere di noi se qualcuno entrasse nel nostro paese e dicesse che dobbiamo andarcene. E’ terribile pensare che gli Ebrei sono dovuti scappare ed hanno abbandonato tutto ciò che avevano, le loro abitudini, lasciare indietro i ricordi, la loro “vita”, per iniziarne una nuova, in una terra sconosciuta e che non sempre li ha accolti volentieri. E’ un po' il destino di chiunque lasci le proprie terre, che siano i migranti che arrivano sulle nostre coste o i nostri nonni che sono andati nel nord Europa, in America o in Australia per cercare fortuna quando l’Italia non offriva molto. Gli ebrei nel coro del Va pensiero pregavano, sognavano di poter tornare a vivere nella loro patria e possiamo così sottolineare la sofferenza di persone che vivono in un posto che sentono estraneo e i ricordi belli che restano del proprio paese e che ci appartengono e ci hanno reso quello che siamo.

Animo e stile

Giuseppe Verdi si può definire un musicista appartenente al movimento romantico. Verdi fu esperto soprattutto della musica di genere operistica ma compose anche brani di musica sacra, soprattutto negli ultimi anni della sua vita. La figura di Verdi è stata presa come esempio di patriottismo, perché oltre l’amore per la musica, il musicista mostrava il suo amore per la terra natìa, per le virtù "borghesi" come l'onore e la famiglia. Simpatizzò con il movimento risorgimentale che voleva l'Unità d'Italia, in un'epoca in cui l'Italia era ancora divisa in regni appartenenti a dominazioni straniere. La musica di Giuseppe Verdi è appassionata, vigorosa, penetrante, capace di raggiungere effetti straordinari anche con i mezzi più semplici.

Opere

Verdi desiderava continuare i suoi studi musicali a Milano, al conservatorio, dopo aver terminato il ginnasio, ma non venne ammesso, essendo state giudicate troppo scarse le sue attitudini musicali. Fu invece accettato come allievo da Lavigna, maestro concertatore alla Scala e compositore, e con lui continuò i suoi studi fino al 1835. Nel 1839 riuscì finalmente, dopo quattro anni, a far rappresentare la sua prima opera alla Scala: l'Oberto, Conte di San Bonifacio. Nel 1838 pubblicò le sei Romanze. L'anno dopo a Milano conobbe l'impresario B. Merelli e la cantante Giuseppina Strepponi. Con l’aiuto di Merelli, Verdi rappresentò, alla Scala nel 1842, il Nabucco, con esito trionfale (interprete, nel ruolo di Abigaille, G. Strepponi). L'opera andò in scena il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano e il successo fu trionfale. Nabucco è la terza opera di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Il Nabucco narra della condizione degli Ebrei soggiogati da Nabucodonosor di Babilonia. Lo sviluppo dell'azione è rapido, incisivo, e tale caratteristica contraddistingue anche la successiva produzione del compositore. Alcuni personaggi, come Nabucodonosor e Abigaille, sono fortemente caratterizzati sotto il profilo drammaturgico, così come il popolo ebraico che si esprime in forma corale e che forse rappresenta il protagonista vero di questa prima, significativa, creazione verdiana. Uno dei cori dell'opera, il celebre Va, pensiero, finì col divenire una sorta di canto doloroso o inno contro l'occupazione austriaca, diffondendosi rapidamente in Lombardia e nel resto d'Italia. Pochi forse sanno che, in origine, il nome dato da Giuseppe Verdi alla sua opera fosse "Nabucodonosor" ma, data la lunghezza dello stesso sulla locandina, venne diviso in due righe e cioè "Nabucco" e, a capo, "Donosor" ma la gente faceva caso solo alla prima riga. Da qui la diffusione del nome dell'opera fino ad oggi come "Nabucco". Dal 1842, l'anno del Nabucco, al 1851, l'anno del Rigoletto, Verdi scrisse e mise in scena tredici opere. Dal 1851 al 1862 mise in scena altre sette opere tra cui, le più famose, il Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata (1853; con esito prima disastroso, trionfale alla ripresa un anno dopo), I Vespri Siciliani e altre. Nello stesso periodo Verdi ebbe modo di impegnarsi politicamente a favore della causa nazionale. Compose anche in quel tempo, per commissione, un Inno delle Nazioni. Nel 1870 accettò l'incarico di una nuova opera per celebrare l'apertura del canale di Suez: fu l'Aida, ed ebbe il suo trionfo al Cairo, in Egitto (1871). Dal 1880 al 1886 lavorò alla stesura dell'Otello. Le ultime composizioni verdiane sono i Pezzi Sacri (Te Deum, Laudi alla Vergine, Stabat) eseguiti a Parigi (1898). Uno degli ultimi atti di Verdi fu la fondazione della "Casa di riposo per i musicisti", a Milano, nella cui cappella volle essere sepolto.

Biografia

Giuseppe Verdi nacque a Roncole di Busseto il 10 ottobre 1813 da Carlo Verdi e Luigia Uttini. Carlo aveva ereditato dai genitori la gestione di un'osteria a Roncole. Verdi ebbe una sorella più giovane, Giuseppa, inferma fin dalla giovanissima età a causa di una meningite e morta a 17 anni. A partire dall'età di quattro anni Giuseppe ricevette lezioni private di latino e italiano da Pietro Baistrocchi, maestro e organista del paese, ricevendo al contempo lezioni di organo da Baistrocchi; iniziò suonando una spinetta. Pietro Baistrocchi gli fece da maestro anche per lo studio dell'organo e del pianoforte. Dopo la morte di Baistrocchi, Antonio Barezzi, un negoziante amante della musica, divenne suo mecenate aiutandolo a proseguire gli studi. Alla fine del febbraio 1836 Verdi fu nominato Maestro di Musica del Comune di Busseto. Il 4 maggio del 1836 sposò Margherita, figlia del suo benefattore, con la quale due anni più tardi andò a vivere a Milano. Nel 1837 nacque Virginia Maria Luigia e poi Icilio Romano nel 1838; entrambi morirono all'età di circa un anno e mezzo. Nel 1840 morì anche Margherita. Nel 1838 conobbe l'impresario Merelli e la cantante Giuseppina Strepponi, con la quale iniziò una relazione nel 1843. Dopo aver raggiunto una certa fama e prosperità economica, nel 1859 Verdi iniziò ad interessarsi attivamente alla politica italiana. La crescita della «identificazione della musica di Verdi con la politica nazionalista italiana» forse ha avuto inizio nel 1840. Nel 1848, il capofila nazionalista Giuseppe Mazzini (che aveva incontrato Verdi a Londra l'anno precedente) chiese al compositore di scrivere un inno patriottico (La battaglia di Legnano). Verdi morì a Milano il 27 gennaio 1901.