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ARTISTIC GYMNASTICS PRESENTATION

Cristina Colica

Created on October 27, 2023

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Transcript

Colica Cristina, Pedussia Paolo

figura della donna nello sport

LINEA DEL TEMPO

Le donne nello sport nel mondo greco

Le donne nello sport nel Periodo Fascista

Le donne nello sport tra Sparta e Atene

La donna nello sport nell'Ottocento italiano

Rudolf Oberman e le prime partecipazioni delle donne a gare ufficiali

Quando parliamo di sport al femminile nella società moderna, la chiave di volta è rappresentata dagli avvenimenti del XVII secolo. Rudolf Oberman che per primo, si è interessato alla totalità della popolazione, indipendentemente dalla classe sociale o dal sesso. Nel 1867 ha fondato la Società Ginnastica di Torino, con l’obiettivo di inserire la ginnastica nel sistema educativo.Nel Novecento le cose sono sicuramente cambiate: alcune donne riuscirono infatti a partecipare in maniera non ufficiale a gare di tennis, croquet, golf e vela alle Olimpiadi di Parigi, mentre nel 1921 si tennero a Montecarlo i primi Mondiali Femminili. Nel 1928, alle Olimpiadi di Amsterdam, le donne furono ammesse alle gare di atletica. Nel 1936, a Berlino, si istituirono competizioni femminili negli ambiti principali. Incredibilmente, solo le Olimpiadi di Londra del 2012 hanno visto la partecipazione delle atlete in tutte le discipline, anche nel pugilato femminile.

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Le lotte delle donne: Kathy Switzer e Ondina Valla

Kathy Switzer, la statunitense che partecipò con uno stratagemma alla maratona di Boston del 1967. Il maschilismo post bellico ha impedito per molto tempo alle donne di prendere parte alla competizione, che prevedeva un percorso di 26 miglia: un’impresa considerata troppo ardua per una donna. Nonostante i pregiudizi, Kathy si iscrisse alla corsa inserendo solo le iniziali così da passare inosservata. La storia è legata ad un episodio di discriminazione molto serio che sfociò in una violenza: Il direttore della gara, dopo averla riconosciuta, la raggiunse e la prese per un braccio allontanandola dal circuito così da far spazio al passaggio ai “veri podisti”.

Sin da giovanissima Trebisonda Valla, chiamata Ondina, si era dimostrata un vero portento dell’atletica. A soli 14 anni entrò nella nazionale italiana, portando i colori della Virtus Atletica di Bologna. Valla è stata la prima donna italiana a conquistare l’oro olimpico nella corsa ad ostacoli durante le Olimpiadi di Berlino, con il primato di undici secondi e sei decimi. Prima di raggiungere questo risultato era stata convocata, a soli 16 anni, ai giochi olimpici di Los Angeles. Aveva però subito le pressioni del Vaticano, ostile allo sport femminile e dunque a favore della sua esclusione, oltre alla madre, che riteneva indecoroso e inaccettabile vedere una ragazza correre svestita oltreoceano.

La rivoluzione tra gli anni 70 e 80: le fuoriclasse dello sport

Tra gli anni Settanta e Ottanta si sono diffuse in Occidente discipline come l’aerobica e il fitness grazie ai movimenti femministi che, tra le altre cose, determinarono una svolta nella considerazione del corpo femminile.

Com’è la situazione ai giorni nostri?

• Federica Pellegrini: la più giovane atleta italiana di sempre a salire su un podio olimpico individuale. Erano le Olimpiadi di Atene, nel 2004, Federica aveva 16 anni. Considerata una tra le più grandi nuotatrici italiane, ha eguagliato primati, raggiunto record del mondo e inanellato un numero di vittorie impressionante, sia a livello nazionale sia internazionale. Tra tutte, ricordiamo la prima medaglia d’oro per l’Italia nella storia del nuoto olimpico femminile durante le Olimpiadi di Pechino nel 2008. • Valentina Vezzali: l’atleta italiana che ha conquistato più medaglie d’oro in assoluto. Ex schermitrice di fioretto, ha iniziato a vincere competizioni e gare all’età di 15 anni. Ha conquistato 9 medaglie olimpiche, ha ottenuto ben 24 titoli ai Mondiali e ha raggiunto numerosi successi in altre importanti manifestazioni della scherma.

• Federica Brignone, figlia d’arte (papà maestro di sci e mamma ex sciatrice d’alto livello) è specialista dello slalom gigante. Il 24 ottobre 2015 ha conquistato la sua prima vittoria in Coppa del Mondo, aggiudicandosi lo slalom gigante di Sölden. • Francesca Piccinini, è una delle pallavoliste italiane più famose. Nel 2009 ha vinto il Grand Champions Cup e con la sua squadra ha vinto l’oro al Campionato mondiale, nel 2002 e una Coppa del mondo nel 2007.

• Carolina Kostner, pattinatrice artistica su ghiaccio e campionessa olimpica, mondiale, europea e italiana. Ha iniziato a pattinare all’età di 4 anni e durante la sua carriera ha collezionato ben 9 ori nei Campionati mondiali di pattinaggio e 5 agli Europei.

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Miglioramenti nella parità di genere nello sport

Sebbene le donne abbiano affrontato molte sfide nel corso della storia, si sono avvicinate sempre più al raggiungimento dell’uguaglianza di genere e tali progressi non possono essere ignorati, rimango sicuramente della aree di miglioramento. Le Olimpiadi di Londra 2012 hanno visto rappresentato, per la prima volta nella storia, un numero uguale di sport per le donne e per gli uomini. In seguito all’espansione degli sport femminili, molti paesi come gli Stati Uniti hanno registrato una grande crescita del numero di donne olimpioniche: così grandi che le donne olimpioniche degli Stati Uniti hanno superato gli uomini olimpici statunitensi e hanno guadagnato più medaglie, tra cui più medaglie d’oro, per gli Stati Uniti. I Giochi del 2012 hanno offerto opportunità a tutti i paesi coinvolti tanto che ogni singolo paese partecipante, per la prima volta in assoluto, aveva almeno una donna rappresentante la propria nazione ai giochi.

Esiste ancora una disuguaglianza di genere negli sport?

Nonostante i miglioramenti nel raggiungimento dell’uguaglianza di genere nello sport, le atlete affrontano ancora numerosi ostacoli. I media, ad esempio, presentano sport come se esistessero sport maschili (ad esempio, il calcio e l’hockey su ghiaccio) e femminili (es. Ginnastica e pattinaggio artistico), il che rende è più difficile rompere le tradizionali barriere di genere e permettere alle donne di partecipare agli sport “maschili” e agli uomini agli sport “femminili”. In effetti, molte atlete sono accettate dalla società e ricevono una copertura mediatica solo se partecipano a sport tradizionalmente femminili. Se una donna osa partecipare a uno sport maschile, la sua sessualità viene ancora oggi messa in discussione. I media tendono a ignorare i risultati atletici delle donne concentrandosi sul loro aspetto fisico, sulle vite private, sulla femminilità e sulla sessualità, anche se raggiungono imprese sportive più impressionanti. Spesso capita ancora che i canali mediatici scelgano di mostrare immagini con diverse prospettive e inquadrature mettendo in mostra non tanto il gesto atletico quanto il corpo femminile, soprattutto in alcuni sport, come il beach volley ad esempio. L’enfasi sul loro corpo e sulla sessualità potrebbe mettere a rischio donne e ragazze per l’ansia e la paura. Le donne che sperimentano l’enfasi mediatica di qualità attraenti hanno maggiori probabilità di sperimentare anche anoressia, bulimia, insoddisfazione del corpo e una spinta alla magrezza. Queste disuguaglianze possono sembrare minime per alcuni, ma è comunque una discriminazione.

gli stereotipi sono duri a morire!

L’immagine delle donne sportive diviene spesso una questione di genere. Sebbene in Italia la “Carta dei principi dello sport per tutti”, redatta nel 2002, reciti che “praticare lo sport è un diritto dei cittadini di tutte le età e categorie sociali”, non è così in tutto il mondo. Per alcune religioni devono essere rispettate regole morali ed etiche. Nella cultura islamica più conservatrice e integralista alcuni comportamenti sportivi sono sconsigliati e malvisti, come ad esempio quello di mostrare il corpo in maniera eccessiva, il farsi riprendere in televisione e l’esibirsi davanti a un pubblico prettamente maschile. Fortunatamente sempre più Paesi islamici hanno aperto le frontiere allo sport agonistico femminile. Arriverà il giorno in cui riusciremo ad abbattere il muro dei preconcetti. Quel giorno sarà importante perché tutta la società dimostrerà di aver capito, una volta per tutte, quanto le differenze di genere siano un limite enorme e quando, invece, la condivisione d’intenti e la sana competizione siano un valore assoluto e di grande ispirazione.

Esposizione mediatica di sport femminili

La disuguaglianza di genere, come notato, ha molte conseguenze negative per le atlete. Gli sport femminili sono spesso percepiti come meno eccitanti e più lenti degli sport maschili. I media contribuiscono a consolidare questa credenza non offrendo agli sport delle donne molta copertura, riducendo al minimo la frequenza con cui gli appassionati di sport vedono gli sport femminili. Infatti, meno del 10% dei media sportivi copre gli sport femminili e meno del 2% dei media sportivi copre gli sport femminili che sono considerati maschili (es. hockey o football americano). Anche se i Giochi olimpici stanno offrendo lo stesso numero di sport per le donne che per gli uomini, i Giochi olimpici mostrano anche una copertura ineguale attraverso le loro reti. Visto che lo sport è da sempre un veicolo importante di valori e principi, ci auguriamo che la strada che porta alla “non discriminazione” possa passare anche di qua.

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In questo periodo le donne erano procreatrici e niente altro. Dal secondo conflitto in poi tutto comincio a cambiare e infatti ecco un breve elenco delle donne che si sono distinte nello sport.:

  • Amsterdam 1928: Elisabeth Robinson che trionfò nei 100m piani con un tempo di 12”02;
  • Berlino 1936: Trebisonda Valla, detta Ondina, nata a Bologna nel 1916 fu la prima donna italiana a vincere una medaglia d'oro olimpica. La conquistò vincendo gli 80 m ostacoli alle Olimpiadi del 1936 a Berlino, dopo aver stabilito il nuovo record del mondo in semifinale.
  • 1968: la messicana Norma Enriqueta Basilio fu la prima donna ad accendere il braciere olimpico.
  • 1980: la favola della nazionale femminile di hockey su prato dello Zimbabwe, vincitrice dell'oro a Mosca nel 1980, ha molti punti in comune con quella della Danimarca che vinse il titolo europeo di calcio del 1992.
  • la nuotatrice australiana Shane Gould partecipò a 12 prove vincendo 3 ori, un argento e un bronzo.
  • Atene 2004: vincitrice di scherma Giovanna Trillini e Valentina Vezzali.

Il primo anno dei giochi olimpici fu il 776 a.c. all’interno c’erano anche i cosiddetti giochi minori chiamati EREI (dedicati ad Era, la moglie di Zeus). Erano giochi femminili, dedicati alle giovani che, con essi, dimostravano di essere mature e pronte al matrimonio. Avevano significato rituale e si svolgevano con una corsa sulla distanza di circa 145/160 metri.

Le donne spartane, al pari degli uomini, eseguivano le pratiche atletiche e le esercitazioni militari per essere in grado di difendere le città quando gli uomini erano lontani, per esempio per un conflitto bellico. Spesso le donne Spartane erano vincitrici di competizioni olimpiche. Le donne Ateniesi vivevano quasi isolate dalla vita sociale delle città. Uscivano raramente e sempre accompagnate. Non incontravano quasi mai gli uomini e non sceglievano il marito. Vi erano tuttavia delle categorie di donne che, per il lavoro che svolgevano avevano più libertà e, spesso, anche una maggiore influenza nella vita della città. Era il caso delle musiciste e delle danzatrici. In seguito la donna va solo ad assistere alle olimpiadi sempre se concesso dai giudici, dai mariti, perché certi “sport” non potevano essere visti da un pubblico femminile.

Per parlare di educazione fisica femminile bisogna aspettare il 1867 anche se, per alcuni, le donne non erano portate per questa pratica. Ad opporsi a questo schieramento c’era chi sosteneva, al contrario, che la ginnastica, impegnando anche l’intelletto, oltre al fisico, poteva impegnare le donne nella parte intellettiva. Oberman scrisse addirittura un libro in proposito chiamato “La ginnastica al femminile” e, dopo il 1867, si fonda a Torino una scuola normale di ginnastica preparatoria femminile. Non si parla più di brevi periodi preparatori ma di corsi della durata di 8 mesi, durante i quali si apprendono molteplici discipline.