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SULLE ORME DEI GRECI E ROMANI

Luciano Nicotra

Created on October 26, 2023

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sulle orme dei greci e dei romani

Presentation

Parco Archeologico e Museo di Naxos

Pr

NAXOS

Naxos fu fondata nel 734 a.C. da Teocle, il primo greco che sbarcò nella città, insieme ad Atone e un gruppo di giovani. Il suo nome deriva dall'unione dell'antica città greca, Naxos in greco vuol dire “Appunto”. Naxos ha un terreno pianeggiante e molto fertile da coltivare infatti lungo tutto il territorio della città vi erano molti agrumeti. Nel 403 a.C. durante la guerra del peloponneso la città venne rasa al suolo, successivamente venne ricostruita da alcuni fuggitivi.

IL MUSEO DI NAXOS

Il Museo di Naxos venne costruito sul Capo Schisò strettamente collegato al sito archeologico di Naxos. All’interno del museo troviamo molti reperti provenienti dagli scavi archeologici che da 50 anni fa ad oggi non si sono mai conclusi. I reperti principali rinvenuti sono: vasi perlopiù anfore e crateri, monete, ma anche resti di alcune abitazioni. L’esposizione dei reperti segue un ordine cronologico in base al periodo di ritrovamento.

VASI

I vasi erano catalogati a seconda delle loro forme, infatti vi erano le anfore, il cratere e il kalpis. Ogni vaso aveva una differente funzione, infatti le anfore servivano a contenere vino e acqua. Il cratere invece veniva utilizzato per i banchetti per mescolare il vino e l’acqua poiché i Greci non bevevano il vino puro; e il kalpis che serviva per contenere l’acqua che veniva trasportata.

KALPIS

CRATERE

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ANFORA

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LE MONETE

Le monete sono state ritrovate all’interno del blocco di abitazioni. In tutto sono 19. Le più importanti sono la moneta con il grappolo d’uva da una faccia e dall’altra il profilo di una donna che regge nella mano una fiaccola, mentre un’altra moneta importante è quella dove viene raffigurato il satiro danzante.

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Il Parco Archeologico

Il parco archeologico comprende 40 ettari di terreno, e ancora molte parti non sono state scoperte. Sull’intera superficie della città antica, le indagini topografiche e archeologiche hanno accertato l’esistenza di due impianti urbani sovrapposti. La città di Naxos un tempo era tutta allo stesso livello e questo permise al parco di estendersi in larghezza. Il parco comprende un centro abitato, un santuario e delle mura difensive dette ciclopiche.

IL CENTRO ABIATO

Scavi recenti, condotti in prossimità dell'incrocio stradale tra la Plateia A, il più ampio asse viario della città e lo stenopos 11, hanno portato alla luce porzioni di tre edifici a pianta curvilinea. Nell’area della Plateia A sono stati portati alla luce resti di 13 case risalenti alla fine del VII secolo a.C.; nella Plateia B invece sono stati rinvenuti solo pochi resti di edifici, ma si pensa che fossero di forma rettangolare.

Il Santuario

All’interno del Santuario si conservano i resti di due fornaci, un altare di tipo processionale a gradini ed alcuni resti del Tempio. Il Santuario aveva due ingressi uno al nord verso la città e uno al sud verso il mare. Il Santuario era dedicato ad una divinità femminile (Hera o Afrodite). Di esso rimangono ancora sconosciute molte parti che con gli scavi futuri si spera di ritrovare.

Mura di fortificazione dette “Ciclopiche”

Vicino al santuario Sud occidentale è conservata in ottimo stato una una parte delle antiche mura ciclopiche; queste mura venivano costruite con grossi blocchi di pietra lavica in tecnica poligonale che si incastrano perfettamente tra di loro. Esse servirono per difendere la colonia durante il VI secolo a.C. dall’attacco di Ippocrate di Gela

INIZIAMO IL NOSTRO VIAGGIO

I MITI

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I MITI

Un mito è una narrazione investita di sacralità relativa alle origini del mondo. Di solito tale narrazione riguarda Dei ed Eroi come protagonisti delle origini del mondo in un contesto soprannaturale. Spesso le vicende narrate nel mito, e tramandate oralmente, hanno luogo in un'epoca che precede la storia scritta. Nel dire che il mito è una narrazione sacra s'intende che esso viene considerato verità di fede e che gli viene attribuito un significato religioso o spirituale. Ciò naturalmente non implica né che la narrazione sia vera, né che sia falsa. I miti che parlano dell'origine degli dei vengono chiamati teogonici

Demetra è una divinità della religione greca, figlia di Crono e Rea. Dea dell’ agricoltura e delle stagioni, lei e sua figlia Persefone sono strettamente connesse con la religione misterica. Secondo Esiodo, Demetra era la secondogenita di Crono e Rea e come i suoi fratelli venne ingoiata da suo padre appena nata, salvata in seguito da Zeus da cui ebbe Persefone. Demetra dona al genere umano la conoscenza delle tecniche agricole: la semina, l’aratura, la mietitura e le altre correlate. Il più importante mito legato a Demetra e la sua relazione con Persefone. Questo mito racconta di Ade che a causa di una freccia scoccata da Eros si innamoro di Persefone, non che sua nipote. Invaghito da essa decise di rapirla e portarla negli Inferi. Quando Demetra non la trovò più la cercò per nove giorni sulla terra e poi disperata distrusse tutti i raccolti, uccise buoi e greggi, fece in modo che sulla terra non crescesse più nulla di buono, e successivamente andò da Zeus. Zeus terrorizzato dall’ira di Demetra decise di mandare Ermes negl’inferi per andare a riprenderla a patto che Persefone non mangiasse nulla. Ella però mangio dei chicchi di melograno per questo fu condannata a stare sei mesi sulla terra con sua madre(estate) e sei mesi negli inferi con suo marito(inverno).

DEMETRA E PERSEFONE

AFRODITE

Afrodite è, nella religione greca, la dea della bellezza, dell’amore e della generazione. Secondo una versione del mito, nacque da Urano e dalla schiuma del mare. Veniva anche venerata come dea che rende sicura la navigazione. Nella mitologia romana ha la sua equivalente in Venere ed è affine anche ad altre divinità semitiche come Astarte e Ishtar. La tradizione greca la vuole di origine orientale: Erodoto sostiene che il suo santuario di provenienza è quello di Afrodite. La dea Afrodite era una delle dee più importanti e venerate nel Pantheon greco. La sua bellezza era superiore a quella di qualsiasi creatura. Chiunque la vedesse, rimaneva incantato dalla sua bellezza e lei ne era consapevole. Da ciò dipendeva la sua estrema vanità. Nella mitologia é citata come in parte responsabile della guerra di Troia.

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ZEUS

In origine Zeus era il dio dei fenomeni atmosferici. Egli non era un dio creatore, ma un dio padre, capo e protettore della famiglia degli uomini. Figlio del titano Crono e di Rea, è il più giovane dei suoi fratelli. Nella mitologia è sposato con Era(protettrice del matrimonio e dei figli). Zeus è l’unica divinità dell’Olimpo il cui nome abbia un’origine indoeuropea. Infatti Zeus è molto simile al dio Thor della mitologia nordica, quest’ultimo combatteva con un martello chiamato Miolnjr, mentre Zeus possedeva l’égida. Le origini dell’égida non sono chiare, si pensa che questa fosse un manto di pelle di capra magico che ricopriva lo scudo di Zeus. Da un’opera di Eschilo si deduce che sia il cerchio di nubi che si addensa sulla testa di Zeus al momento del tuono divino.

DIONISIO

Secondo il mito, Dioniso nacque da Semele e da Zeus, a Tebe. Dio connesso alla sfera dell’ebbrezza, del vino, della natura feconda, della metamorfosi, noto con molteplici appellativi. Forse originario dell’area frigio-tracia, compare però in Grecia sin da età micenea, come dimostra il ricorrere del suo nome su alcune tavolette di argilla provenienti da Pilo. La prima versione sulle origini del mito di Dioniso vuole che egli fosse figlio di Zeus, padre degli Dei, e di Persefone, regina del Mondo dei morti. Era, la gelosa sposa di Zeus, era determinata a uccidere il bambino. Si rivolse così ai titani, che attrassero il piccolo mostrandogli dei giocattoli. Questi si avvicinò, e quindi i Titani lo uccisero,lo squartarono, lo cossero e lo mangiarono.

APOLLO

Apollo nella mitologia greca era il figlio di Zeus. Egli è considerato la divinità solare per eccellenza, era considerato il profeta di Zeus e portava anche il nome di Febo (splendente/lucente). Apollo era considerato anche un seminatore di morte e distruzione. Amò molte donne tra qui Dafne di cui si innamorò a causa di Eros, questi scoccò una freccia d’oro che fece innamorare Apollo, cosa inversa successe a Dafne, alla quale il dio Eros scagliò una freccia di piombo, simbolo dell’odio. Gli animali sacri ad Apollo erano il lupo e il cigno, fra le piante l’alloro e l’ulivo.

TEOCLE

Secondo un’antica leggenda durante un suo viaggio in mare,il greco Teocle, offrì al dio Nettuno il fegato di un sacrificato, però qualcosa andò storto. Infatti il fegato offerto non era ben cotto e Nettuno s’infuriò e distrusse l’ imbarcazione dei poveri sventurati. L’unico a salvarsi fu Teocle che riuscì ad aggrapparsi ad un relitto e ad approdare in una spiaggia. S’innamorò così tanto di quel luogo che decise di trasferirsi lì e convinse gli abitanti dell’isola greca di Naxos a trasferirsi lì. Era il 735 a.C. ed era appena stata fondata Naxos la prima colonia greca in Sicilia.

TYSANDROS

Del campione olimpico Tysandros di Naxos ci rimangono solo poche notizie di autori che non lo hanno conosciuto personalmente e vissuti parecchi secoli dopo, i quali hanno attinto da fonti e testimonianze antiche a noi ignote. Tysandros il pugile di Naxos nuotava attorno alle sporgenze dell'isola. In tal modo l'atleta nuotava nel mare e si allenava. Certamente il suo maestro doveva essere consapevole delle potenzialità del nuoto che, meglio di qualsiasi altra attività fisica, garantiva non solo il potenziamento muscolare, ma l'incremento delle capacità polmonari e della resistenza a particolari sollecitazioni corporee. Questo tipo di allenamento lo rese particolarmente agile e gli permise di schivare i colpi mortali degli avversari.

ANDIAMO AVANTI !!

TEATRO GRECO

TAORMINA

Il teatro antico di Taormina è il secondo teatro antico più grande in Sicilia, dopo il teatro greco di Siracusa. L'impianto originario risale al III secolo a.C. A documentarlo sono i resti del muro a blocchi di stesse dimensioni.

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Una prima ricostruzione dell'edificio si ebbe in età repubblicana o primo Impero, forse sotto Augusto, ma ad un ampliamento nella prima metà del II secolo d.C. risalgono le forme oggi note. In pieno e nel tardo Impero l'edificio venne adattato ad ospitare le venationes (spettacoli di lotta tra gladiatori e bestie feroci). L'abbandono del teatro probabilmente è da attribuire all'assedio dei Vandali e alla successiva decadenza dell'Impero.

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La costruzione del Teatro Antico di Taormina risale probabilmente al III secolo a.C. durante il governo di Ierone II. Su alcuni gradini infatti è inciso il nome di Filistide, la moglie del tiranno greco. A partire dalla prima metà del II secolo, sotto l’impero romano, il teatro subì diverse modifiche e trasformazioni per essere adattato ad anfiteatro.

Con la caduta dell’impero romano, iniziò per il teatro un periodo di abbandono e, nel medioevo, parte dell’edificio fu riadattato ad abitazione privata. Nel 1860 l’architetto Saverio Cavallari si occupò del restauro durante il quale ricostruì sia le colonne che parte della scena.

Esso risulta scavato nella roccia e la scena ha per sfondo il mar Ionio e l'Etna. La cavea è suddivisa in nove settori da otto scale che consentono l'accesso degli spettatori.

La stessa è circondata, nella parte alta, da una doppia galleria ad archi sorretti all'esterno da dei semplici pilastri e all'interno da colonne di marmo. Il teatro, oggi, ha una capienza agibile di 4.500 posti a sedere.

IL TEATRO OGGI

Oggi il teatro, oltre ad essere adibito a luogo turistico, è utilizzato principalmente per concerti; la capienza del teatro raggiunge i 10.000 spettatori. Nel corso degli anni si sono esibiti artisti come: Mika,Pooh,Claudio Baglioni, Antonello Venditti, Renato Zero, Elisa, Franco Battiato, Carmen Consoli, America, Eros Ramazzotti e Laura Pausini.

Nel 1787 Goethe visitò il teatro rimanendo meravigliato dal bel panorama che si ammirava dalla cavea: «Se ci si colloca nel punto più alto occupato dagli antichi spettatori del Teatro antico, bisogna riconoscere che mai, probabilmente, un pubblico di teatro si vide davanti qualcosa di simile. Sul lato destro si affacciano castelli dalle rupi sovrastanti; più lontano, sotto di noi, si stende la città e, nonostante le sue case siano d'epoca recente, occupano certo gli stessi luoghi dove in antico ne sorgevano altre.

Davanti a noi l'intero, lungo, massiccio montuoso dell'Etna; a sinistra la sponda del mare fino a Catania, anzi Siracusa; e il quadro ampissimo è chiuso dal colossale vulcano fumante, che nella dolcezza del cielo appare più lontano e più mansueto, e non incute terrore»

CONTINUIAMO IL NOSTRO VIAGGIO

ODEON E NAUMACHIE

Leonardo bartolotta, lorezo nicotra,mattia pulvirenti,miriana sozubir

che cos'è l'odeon?

L’ingresso è gratuito ed è possibile visitarlo dalle ore 9.00 fino a un’ora prima del tramonto.

L’Odeon di Taormina è un piccolo teatro addossato alla Chiesa di Santa Caterina. Nella cultura greco-romana, questi edifici erano utilizzati per spettacoli, conferenze e letture pubbliche.

2. La storia dell’Odeon di Taormina

odeon

Non è possibile stabilire con certezza la divinità alla quale il tempio era dedicato. Si sa comunque che a Taormina erano presenti santuari per Zeus, Dioniso e Apollo.

La scoperta dell’Odeon di Taormina risale all’Ottocento, durante una campagna di scavi condotta dall’architetto Giuseppe Patricolo. In quell’occasione sono stati ritrovati anche i resti di un tempio greco periptero, parzialmente inglobati nelle fondazioni della Chiesa di Santa Caterina.

9. Comparation

ritrovamenti

Il ritrovamento di alcune parti della copertura in stile ionico, colloca la costruzione dell’edificio in età ellenistica, tra il IV e il III sec. a.C. Il lato sud del tempio, tra il I e il II secolo d.C., fu utilizzato per integrare alla struttura quella dell’Odeon.

L’architettura dell’Odeon

Di questa rimane una parte del pulpitum (palcoscenico) con alcuni resti di nicchia semicircolare.

La cavea dell’Odeon di Taormina, realizzata in laterizio, è scavata direttamente nella roccia e contiene undici ordini di posti divisi da tre scalette in quattro cunei. L’ottava fila di posti era utilizzata come passaggio, perché qui si aprivano gli ingressi o vomitoria, due dei quali ancora esistenti. L’orchestra, cioè lo spazio destinato agli attori, aveva un diametro di circa 11 metri e si pensa fosse scoperta, così come la scena.

La parte retrostante in legno poggiava sul basamento del tempio (stilobate), realizzato in blocchi di calcare bianco locale. La scena era fiancheggiata da due sale con coperture a volta, di cui è ancora visibile quella a nord. Insieme all’Odeon di Catania, quello di Taormina è l’unico esempio di teatro coperto ad essere documentato in Sicilia

le naumachie

Il nome fu dato da Filippo d’Orville che, nel Settecento, chiamò questo terrazzamento Naumachia perchè suppose che in età romana, in quel terrazzamento, o comunque in quello spazio, si svolgessero giochi navali.

Riportate alla luce soltanto nel 1943, le Naumachie sono una lunga facciata di mattoni rossi di epoca romana.La Naumachia di Taormina è un lungo prospetto murario di circa 122 metri e alto cinque e si trova a poca distanza dal Teatro e vicino all’attuale piazza Vittorio Emanuele.

Il grande muro della Naumachia di Taormina è il secondo reperto architettonico risalente all’età imperiale romana presente nella città. La struttura alterna diciotto grandi nicchie absidate ed altrettante piccole nicchie sollevate da terra a sezione rettangolare in guisa di ninfeo anatolico ed è stato costruito in mattoni.

La costruzione, posta al centro della città e nei pressi del foro, richiese un grandissimo impegno dal punto di vista architettonico e pratico.

E più probabile che la Naumachia fu una sorta di Gymnasium, un luogo dove fare esercizi di ginnastica. La pavimentazione fu realizzata con blocchi poligonali lavici. Da questo sito proviene un meraviglioso torso maschile acefalo di tipo prassitelico oggi conservato nel Museo Archeologico di Badia Vecchia.

Lungo le naumachie corre parallelo l’attuale Corso Umberto I. che fungeva da terrazzamento, infatti il lungo prospetto murario serviva a terrazzare più a valle il colle con lo scopo di contenere una cisterna enorme in cui potevano riversare le cisterne più a monte. Sono molto diverse le ipotesi sul suo uso, non servì certamente ai giochi navali, contrariamente all’origine del nome.

I E presentaton

THE end

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