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Il palazzo di Cnosso
FEDERICA MANNUCCI
Created on October 17, 2023
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Transcript
LA PITTURA MINOICA
Gli affreschi del palazzo di Cnosso
Ampie zone del palazzo di Cnosso erano decorate con affreschi realizzati con colori incredibilmente vivaci. La maggior parte di questi è arrivata ai giorni d'oggi in frammenti, ricomposti successivamente dagli archeologi. I dipinti di Cnosso raffiguravano principalmente la natura, alcuni momenti di cerimonie religiose e scene riguardanti la quotidianità sull'isola. Nelle opere in cui vengono rappresentate figure umane si può notare come nella pittura cretese, ci si avvicinasse ai canoni di rappresentazione della figura umana dell’arte egizia: ad esempio nell'affresco "Taurocatapsia", uno dei più famosi, le figure femminili sono rappresentate con una carnagione chiara, mentre quelle maschili scura. Questo affresco viene chiamato anche "Gioco del toro", poiché rappresenta un'attività sportiva molto famosa nell'epoca minoica e con una forte valenza rituale. .
Un altro affresco molto importante è quello dei "Delfini", in cui spiccano colori brillanti; questo dipinto si trovava originariamente nella sala della regina, dove si può trovare oggi la sua copia.Difatti gli affreschi che si trovano oggi nel palazzo sono delle riproduzioni, quelli originali sono esposti al museo archeologico di Heraklion.
il palazzo tra mito e realtà
la leggenda del minotauro
Il palazzo di Cnosso è stato il più grande ed esteso complesso architettonico scoperto a Creta. Fu proprio grazie alla sua costruzione priva di una pianta organica, ma formata anzi da un insieme intricato di stanze e sale, a far si che il palazzo venisse paragonato ad un labirinto ed a generare, inoltre, la leggenda del Minotauro. Persino Evans pensò di aver trovato il labirinto del mito inizialmente, nonostante sia stato poi egli stesso a ribattezzare l'edificio "palazzo".
La leggenda narra che Minosse, re di Creta, avesse fatto costruire a Dedalo, primo architetto, scultore e inventore secondo il mito, un labirinto dentro il palazzo, una struttura così complessa e articolata che nessuno che vi fosse entrato sarebbe mai stato in grado di trovare l'uscita. Il labirinoto era stato costruito per rinchiudervi dentro il Minotauro, un essere mostruoso nato dall'unione della moglie del re Minosse con un toro. Quando Androgeo, figlio di Minosse venne ucciso dagli ateniesi, il re, per rivendicare la superiorità di Creta, ordinò che ogni anno venissero inviati da Atene 14 giovani da far entrare nel labirinto e offrire in pasto al Minotauro. Un anno venne mandato a Creta Teseo, figlio del re ateniese, il quale riuscì ad uccidere il Minotauro grazie al prezioso aiuto di Arianna. Arianna, figlia del re Minosse, si innamorò del giovane e decise perciò di aiutarlo: gli consegnò un gomitolo di lana da srotolare lungo il percorso, così facendo Teseo trovò facilmente l'uscita e fu in grado di compiere la sua impresa. Il mito continua poi concentrandosi su Teseo ed Arianna. I due riuscirono infatti a salpare insieme per Atene, ma Arianna venne successivamente abbandonata su un'isola, mentre il padre di Teseo, avendo mal interpretato le vere nere issate dal figlio, si uccise.
Arthur evans
Arthur John Evans, figlio di John Evans, è stato un archeologo inglese; nacque a Nash Mills l'8 luglio 1851 e morì a Youlbury l' 11 luglio 1941. Scavò a Creta, dove scoprì un complesso architettonico da lui definito “labirinto”, ma che poi si rivelò essere l'antico palazzo di Cnosso. Inoltre, fu Evans che definì la popolazione del luogo minoica, dal mitologico re cretese Minosse. Iniziò i suoi scavi su una collina chiamata Tou Tseleve He, il 23 marzo del 1900. A quei tempi 2 dei magazzini erano già stati scoperti da Minos Kalokairinos nel 1878, ma gli scavi vennero fermati dai proprietari del luogo. Nel frattempo i cittadini della zona avevano riportato alla luce delle monete e dei sigilli con iscrizioni misteriose. Così si sparse la voce che il luogo fosse il sito dell'antica città di Cnosso, e fu proprio questo che attirò l’attenzione di Arthur Evans. Nelle prime due settimane scoprì solo delle tavolette su cui erano incisi dei simboli, però grazie a queste riuscì a distinguere le tre fasi della scrittura minoica: -geroglifico, il più antico che consisteva in segni di oggetti riconoscibili; -lineare A, in cui i segni si trasformano in semplici contorni; -lineare B, che è simile al precedente ma più complesso. Alla morte di Evans nel 1941, la Scuola Britannica di Archeologia si assunse la responsabilità per gli scavi; successivamente la proprietà finì nelle mani del governo greco, che trattenne i diritti di scavo.
Heraklion, grecia
Il Palazzo di Cnosso è situato appena fuori la città di Heraklion, una città portuale, capitale dell'isola greca di Creta.Nonostante le ristrutturazioni effettuate da Evans nel '900, le quali suscitarono diverse polemiche per i metodi utilizzati, nel sito archeologico del palazzo di Cnosso sono rimaste solo rovine. Oltre ai resti delle stanze e del palazzo dal punto di vista architettonico, sono arrivati fino a noi alcuni affreschi ed oggetti, come ad esempio vasi.
Il palazzo di Cnosso, Heraklion, Grecia
Ad Heraklion si trova inoltre il museo archeologico, il quale è considerato uno dei più importante della Grecia e in cui sono conservati molti degli oggetti e degli affreschi originali provenienti dal palazzo di Cnosso e non solo.Sono infatti custoditi anche reperti di altri palazzi monoici. Per di più è possibile osservare anche delle ricostruzioni e alcuni plastici che riproducono perfettamente i palazzi principali di epoca Minoica.
Ricostruzione 3D
Il palazzo di cnosso
in origine
Il palazzo di Cnosso, o palazzo di minosse, fu costruito nel 2000 a.C. ed era il più grande e maestoso dei 4 palazzi dell’età minoica, a Creta. Sorgeva nella parte centrale dell’isola, a 6 chilometri dal mare, copriva una superficie di 20 000 metri quadrati, era privo di pianta organica e disponeva di 1300 ambienti comunicanti fra loro grazie a corridoi e passaggi, disposti su 4-5 piani.
Si elevava intorno al cortile centrale, 50x52 metri, dove si celebravano riti religiosi e feste legate ai giochi acrobatici.Era costantemente illuminato attraverso finestre e giardini, che erano compresi negli spazi della residenza, che, come tutti gli altri palazzi cretesi, prevedevano cortili colonnati, scalinate esterne, impianti per l’acqua corrente, travi in legno per proteggere le strutture dai terremoti e in più, una zona adibita, appunto, al culto, alloggi e altri ambienti di servizio. Infatti non era solo la residenza del re ma un vero e proprio centro amministrativo, che funzionava anche da magazzino per la conservazione e la distribuzione di beni. Divenne presto un centro politico ed economico di straordinaria importanza, con costanti rapporti con le altre civiltà (come quella Egizia e Mesopotamica). Era sorto come un ‘palazzo moderno’ in un’epoca in cui non vi era una vasta esperienza di architettura e comodità (offriva fognature e acqua potabile, sconosciute al mondo di allora). L’arte era molto presente all’interno; infatti le pareti erano adornate con dipinti colorati che raffiguravano scene naturalistiche o figure fantasiose ispirate agli animali.
sala della regina
All’interno del palazzo possiamo vedere ancora oggi la ‘Sala del Trono’, una delle stanze che si è conservata meglio nel suo aspetto originario, al centro del complesso palaziale e a ovest della corte centrale, riportata alla luce nel 1900 durante la prima fase degli scavi di Arthur Evans. Al suo interno sono rimasti il grande trono in pietra (il più antico di tutta Europa), affiancato da panche disposte lungo i muri dove prendevano posto i consiglieri del re, e la vasca (bacino lustrale) per le abluzioni.
Sulle pareti sono affrescati dei grifi privi di ali, con la funzione di guardiani, su fondo rosso e bianco, che guardano il trono, accompagnati da varie piante ornamentali.Faceva parte di una suite più ampia che comprendeva un’anticamera e una camera interna, con un davanzale, che forse era una cappella; infatti si dice che, la sala, avesse anche un carattere religioso dove si svolgevano cerimonie per le divinità e, anzi, secondo vari punti di vista, il trono stesso avrebbe avuto effettivamente più significato religioso che politico. Più recentemente poi, è stato suggerito che la sala fosse utilizzata solo all’alba, in determinati periodi e per cerimonie specifiche. Ma non è l’unica ipotesi, infatti diversi archeologi hanno formulato diverse teorie per quanto riguarda lo scopo di questa stanza: la prima è indubbiamente che fosse la sede del re-sacerdote, per alcuni era la sede del mitico re Minosse, per altri era stata progettata solo a scopo religioso e per altri ancora era un santuario di una divinità femminile e ritenevano che la sacerdotessa che sedeva li fosse il suo imitatore. A questa stanza si accedeva tramite l’anticamera attraverso due doppie porte e, secondo le stime di Evans, l’anticamera e la sala stessa, potevano ospitare un totale di 30 persone.