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TIMELINE DIAGRAM II

CARLO MAZZEO

Created on October 12, 2023

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Transcript

Timeline letteratura latina

Dalla pre-letteratura a Catone

Gneo Nevio

Tradizionalisti romani vs cultura ellenica

I Carmina

275a.C.-201a.C.

II a.C.

<III a. C

Livio Andronico

350a.C-271a.C

280a.C.-205a.C.

Appio Claudio Cieco

239a.C.-169a.C.

Quinto Ennio

234a.C.-149a.C.

Marco Porcio Catone

PRE-LETTERATURA

I Carmina facevano parte delle forme pre letterarie Latine ed erano veri e propri componimenti in prosa o in versi, avevano scopi religiosi o giuridici ed erano scritti in lingua arcaica e contengono ripetizioni sia fonetiche che morfologiche.I diversi tipi di carmina erano:

Il saturnio, l'unico verso usato nella poesia latina arcaica, prende il nome dal dio Saturno che, secondo il mito, si era rifugiato nel Lazio dopo la cacciata dal cielo

-Carmen Saliare : è il canto del collegio sacerdotale dei Salii che ogni anno, nel mese di maggio, portavano in processione gli ancilia, i dodici scudi sacri

Il saturnio è suddiviso in due unità ritmiche contrapposte, dette cola, separate da un'accentuata pausa centrale, detta dieresi.

-Il Carmen Arvale deriva dai fratelli Arvali. Essi erano un collegio di 12 monaci, secondo la legenda fondato da Romolo che elevavano un inno di purificazione dei campi (arva).

- Elogia : sono un genere di testi epigrafici, un genere di iscrizioni celebrative di uomini illustri

Appio Claudio Cieco

Appio Claudio Cieco fu il primo letterato e un romano orgoglioso che difese Roma dai nemici, in particolare da Pirro. Nel 280 pronunciò l'orazione con la quale convinse il senato a non accettare nessuna condizione di pace avanzata da Pirro se prima non avesse lasciato l'Italia; l'orazione venne pubblicata e circolò sino all'età di Cicerone. Appio Claudio Cieco era favorevole all'espansione romana nel meridione poiché i contatti con la cultura greca avrebbero portato vantaggi culturali, perciò fece costruire la via Appia, che collegava Roma a Capua (Brindisi), detta “regina viarum”.

A suo nome ci è giunta una raccolta di Sententiae, massime a carattere moraleggiante e filosofeggiante

In quest'opera, di cui ci sono giunti esclusivamente tre frammenti, Appio Claudio sviluppava argomenti vari di carattere sapienziale; particolarmente importante risulta la risoluzione che egli propose per alcuni problemi dell'ortografia latina

L'Arrivo Dell'Ellenismo a Roma

Tradizionalisti
Quando i romani entrarono in contatto con la cultura greca molti ne furono affascinati, ma non tutti, infatti c'erano alcuni politici che difendevano le tradizioni romane vedendo l'ellenismo come una forma di contaminazione
Un episodio famoso che fa capire meglio fu quando nel 155a.C. i greci inviarono tre filosofi a roma come ambasciatori, uno dei tre ottenne molta fama perchè fece due discorsi sul tema della giustizzia in questi ue discorsi , però, sosteneva due tesi opposte e secondo Catone( uno dei tradizionalisti) questo era simbolo di corruzzione

L'Arrivo Dell'Ellenismo a Roma

Filellenisti

L'humanitas è un valore etico nato e affermatosi nel Circolo degli Scipioni, con il quale si sostenevano gli ideali di attenzione e cura benevola tra gli uomini.

Il circolo degli Scipioni è un'espressione della volontà romana di introdurre la cultura greca nella romanità. Le famiglie romane più importanti assumono precettori greci per dare ai propri figli un'istruzione superiore e per agevolarne l'ascesa politica.

Il concetto di humanitas ha la sua implicita formulazione nell'opera letteraria di Terenzio, autore di teatro che rifacendosi alla tradizione menandrea elabora ulteriormente la funzione etica nel dramma teatrale, e sviluppa in modo approfondito i rapporti interpersonali e i caratteri psicologici dei suoi personaggi.

Livio Andronico

Il primo poeta romano di cui abbiamo frammenti; fu portato a Roma da Taranto ancor fanciullo, dopo la guerra Tarentina (272 a. C.), schiavo di un Livio Salinatore, dal quale fu poi affrancato e preposto all'educazione dei suoi figli. Abbiamo pochi frammenti della sua Odyssia, versione latina in versi saturnî dell'Odissea di Omero

Nel 207 compose per ordine dei pontefici, in onore di Giunone Regina, un carme, che fu cantato da un coro di ventisette vergini. Dopo il felice esito propiziatorio, il senato istituì in suo onore nel tempio di Minerva sull'Aventino il "collegio degli scrittori e attori".

Nel 240 a. C. diede la sua prima rappresentazione drammatica, adattando alla lingua latina (nei diverbia e cantica) i metri ellenici. Abbiamo alcuni frammenti e i titoli di otto (o forse nove) tragedie e tre commedie

Gneo Nevio

Gneo Nevio nasce intorno al 275-270 a.C in Campania, a Capua. Combatte nella prima guerra punica (264-241 a.C.); terminata la quale, si stabilisce a Roma dove lavora come poeta. La sua prima opera drammatica viene rappresentata nel 235 a.C. Si afferma presto come autore comico, e si configura come poeta anticonformista e indipendente, manifestando pubblicamente la sua opposizione alla classe della "nobilitas". Muore nel 201a.C. a Utica

Di Nevio ci sono giunti 111 frammenti per un totale di 137 versi e 35 titoli di commedie, in parte greche e in parte latine. Tra queste si ricorda la "Tarentilla", cioè la ragazza di Taranto, di cui si conserva un frammento importante per definire lo stile vivace e mordace di Nevio. Per quanto riguarda la tragedia, si conservano 58 frammenti per 71 versi e 8 titoli: 6 cothurnatae e 2 praetextae.

Quinto Ennio

Il nuovo omero

L’opera che diede fama a Quinto Ennio e che fanno di lui il padre della letteratura latina, sono gli Annales, un poema epico che in diciotto libri raccontava la storia di Roma. Di quest’opera immensa restano solo 650 versi circa: sono pochi, ma consentono di rilevare la grandezza di un poeta che utilizzò per la prima volta l’esametro e dovette superare enormi problemi tecnici. È l’esaltazione del mos maiorum che Ennio presenta come vera e propria istituzione morale cui il popolo romano e le generazioni future dovevano guardare come a punti di riferimento sicuri. Quinto Ennio fu autore di numerose tragedie: conosciamo i titoli di due praetextae, Ambracia e Sabinae, dedicata all’episodio del ratto delle Sabine, e di altre venti opere, molte delle quali prendevano spunto dal ciclo troiano.

Quinto Ennio nacque nel 239 a.C. a Rudiae, nei pressi di Lecce . La sua formazione poté giovarsi degli apporti di culture differenti. Egli infatti si vantava di avere tria corda, cioè tre cuori, e di parlare tre lingue: l’osco della sua terra di origine, il greco degli antichi colonizzatori e il latino dei nuovi dominatori. Si hanno poche notizie della sua vita; nel 204 a.C., durante la seconda guerra punica, conobbe Catone il Censore, che lo condusse con sé a Roma.

A Roma Quinto Ennio frequentò gli esponenti delle più importanti famiglie romane, ricambiando la loro amicizia con la composizione di opere che celebravano i suoi protettori. Scrisse infatti Scipio, un poemetto dedicato a Scipione l’Africano.

Marco Porcio Catone

Marco Porcio Catone nacque a Tusculum nel 234 a.c. da un'antica famiglia plebea. Fu allevato, secondo la tradizione latina, perché divenisse agricoltore, attività che egli amò e a cui si dedicò costantemente quando non fu impegnato nel servizio militare. Trascorse la sua adolescenza controllando un’azienda agricola di sua proprietà, poi prestò servizio appena diciassettenne durante la seconda guerra punica. Ma, avendo attirato l'attenzione di Lucio Valerio Flacco, fu condotto a Roma, nel 184 divenne censore insieme al suo vecchio protettore Flacco. Morì nel 149a.C.

Fu tra le principali personalità della letteratura latina arcaica, come oratore, storiografo e saggista. Scrisse una vasta raccolta di manuali tecnico-pratici, tesi a difendere i valori tradizionali romani contro le tendenze ellenizzanti dell'aristocrazia legata agli Scipioni. Sul tema dei valori tradizionali romani scrisse un Carmen de moribus di cui abbiamo pochissimi frammenti. Fin dalla giovinezza si dedicò, inoltre, all'attività oratoria: pronunciò in tutta la sua vita oltre 150 orazioni, di cui si possiedono frammenti di circa 80 orazioni diverse. Per Catone non era importante tanto l’aspetto esteriore di un testo, quanto il contenuto. Lo stile doveva essere suggestivo e denso di significato. Fu inoltre autore in vecchiaia della prima opera storiografica in lingua latina, le Origines, cioè la storia romana dalla leggendaria fondazione fino al II sec. a.C., di cui si conservano però scarsi frammenti.