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Interventisti e non interventisti
serena iantorno
Created on October 12, 2023
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Transcript
INTERVENTISTI E NON INTERVENTISTI
PRIMA GUERRA MONDIALE
VA 23/24 Ferrari Paolo, Iantorno Serena, Laudati Alice
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CHI ERANO?
Nel primo anno l’Italia non entrò in guerra perché la Triplice Alleanza stabiliva che sarebbe intervenuta se l’Austria subiva un attacco, ma è capitato il contrario. Il Governo dichiarava così la sua neutralità. Si aprì tuttavia un acceso dibattito tra due correnti di pensiero, i neutralisti e gli interventisti.
I neutralisti erano quelli che non volevano entrare in guerra e tra loro troviamo i socialisti, i cattolici, i giolittiani; Gli interventisti erano quelli favorevoli alla guerra e tra loro troviamo i capitalisti industriali, i nazionalisti e il Governo (il cui presidente era Salandra e il ministro degli esteri Sonnino.)
INTERVENTISTI
Gli interventisti si dividevano in interventisti di sinistra e di destra
INTERVENTISTI DI SINISTRA
Interventisti democratici: consideravano la guerra la logica conclusione del Risorgimento e interpretavano il conflitto come lo scontro tra le democrazie di Francia e Inghilterra contro le autocrazie di Austria e Germania. (Bissolati e Salvemini, socialisti. Cesare Battisti, irredentista). Sindacalisti rivoluzionari: vedevano la guerra come uno strumento necessario per portare la rivoluzione in Italia. (Corridoni e Labriola)
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Liberali di destra: speravano che la guerra calmassse i forti contrasti sociali che viveva l’Italia. La guerra sarebbe stata un’utile valvola di sfogo, che avrebbe anche permesso di giustificare una politica autoritaria. Questa tendenza, aveva come sua cassa di risonanza il «Corriere della Sera». (Sonnino, ministro degli esteri nel 1915. Salandra, capo del governo. Albertini, direttore del «Corriere della Sera».
INTERVENTISTI DI DESTRA
I Nazionalisti: volevano per l’Italia una politica di potenza e speravano che la guerra portasse la nazione nel novero degli stati più forti. Enrico Corradini: «Dovere essenziale del nazionalismo è la formazione di una coscienza guerresca da opporre alla coscienza pacifista … Intendiamo di riconoscere che la guerra è, come la pace, necessaria e salutare nel mondo» (Discorso di Savona, 15 dicembre 1913). Gabriele D’Annunzio: «Il nostro genio ci chiama a porre la nostra impronta su la materia rifusa e confusa del nuovo mondo. Ripassa nel nostro cielo quel soffio che spira nelle terzine prodigiose in cui Dante rappresenta il volo dell’aquila romana, o cittadini, il volo dell’aquila vostra … Che Roma ritrovi nel Foro l’ardimento cesariano. “Il dado è tratto.” Gettato è il dado su la rossa tavola della terra» (Arringa ai romani, 12 maggio 1915).
POSIZIONE DI MUSSOLINI
Mussolini è un caso a parte.Era stato espulso dal Partito socialista e aveva fondato il giornale «Popolo d’Italia». Pensava che la guerra avrebbe accelerato la vittoria del socialismo «Oggi – io lo grido forte – la propaganda antiguerresca è la propaganda della vigliaccheria. Ha fortuna perché vellica ed esaspera l’istinto della conservazione individuale. Ma per ciò stesso è una propaganda antirivoluzionaria … E riprendendo la marcia è a voi, giovani d’Italia; giovani delle officine e degli atenei; giovani d’anni e giovani di spirito; giovani che appartenete alla generazione cui il destino ha commesso di fare la storia; è a voi che io lancio il mio grido augurale, sicuro che avrà nelle vostre file una vasta risonanza di echi e di simpatie... “Guerra”» («Audacia», 15 novembre 1914).
Filippo Corridoni (a sinistra), noto interventista insieme a Benito Mussolini (a destra)
NON INTERVENTISTI
Liberali di sinistra: volevano sfruttare la neutralità dell’Italia per ottenere le zone occupate per via diplomatica. Pensavano che l’Italia non fosse pronta militarmente preparata per una guerra e che grazie ad abili trattative fosse possibile ottenere molto senza l’intervento. Tra questi la voce più autorevole è quella di Giolittti.
Cattolici: il papa Benedetto XV aveva condannato la guerra. Le motivazioni riguardavano sia un generale pacifismo cristiano sia un concreto timore di vedere l’Italia contro la cattolicissima Austria. Socialisti: ritenevano la guerra una guerra delle borghesie nazionali per i propri interessi. Essa era un altro modo attraverso il quale veniva attuato lo sfruttamento del proletariato e soprattutto si andava incontro a una strage inutile «Non vogliamo celare a noi stessi i gravi pericoli di questa incertezza, perché da questa non tragga vantaggio la borghesia che contro il proletariato in guerra e in pace non disarma mai, e vi accarezza, o proletari, solo per disporre più facilmente delle vostre vite, per farvi più docili strumenti del suo dominio … E in mezzo al fragore delle armi, all’orrore della guerra, noi socialisti d’Italia ancora dobbiamo dire: il Partito socialista è contro la guerra per la neutralità.» (Manifesto contro la guerra, 20 ottobre 1914).
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