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FAIR PLAY
Stella Tripodi
Created on October 6, 2023
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Transcript
FAIR PLAY
Stella Tripodi 1Dsu
COS'É IL FAIR PLAY?
Il fair play, letteralmente “gioco corretto”, è un concetto che nasce in Inghilterra nell’Ottocento e viene concepito inizialmente per le competizioni sportive. Con il tempo si fa spazio in altri ambiti e si diffonde anche nei rapporti sociali e nella politica, perché il fair play, ormai, non rappresenta solo un modo di comportarsi, ma anche un modo di pensare. Definirlo come il semplice rispetto delle regole nel gioco sarebbe riduttivo, poiché si tratta di un concetto che si collega e ne presuppone altri, di grande rilevanza, quali l’amicizia, il rispetto degli altri e dell’avversario, lo spirito sportivo.
I GESTI DI FAIR PLAY CHE HANNO CAMBIATO LA STORIA NELLO SPORT
Alex Zanardi
1)
Siamo a Venezia nel 2012, Eric Fontanari, un ragazzo di 17 anni tetraplegico nel corso della Venice Marathon si trova al 25 esimo chilometro ed accusa dei problemi a causa di alcuni scompensi fisici. A seguito delle sue difficoltà l’amico e collega Alex Zanardi cerca di spronarlo. Quando si rende conto che il diciassettenne non è in grado di arrivare a destinazione, sgancia la ruota anteriore della handbike di Eric e con una corda decide di trainarlo. Con varie difficoltà arrivano vicino alla meta, poi Alex aiuta il 17enne a tagliare il traguardo. Un momento molto commovente ma anche di grande dimostrazione di forza e di buona volontà.
Il bullone di Monti
2)
Nel 1964, durante l'edizione dei giochi di Innsbruck, fu invece un atleta italiano a guadagnarsi gli applausi per il suo gran cuore. In occasione della finale della gara a squadre di bob, e dopo un problema tecnico riscontrato dalla squadra britannica, Eugenio Monti prestò agli avversari il suo bullone per dare a loro l'opportunità di gareggiare. Al termine della discesa, per commentare la vittoria dell'equipaggio inglese, l'azzurro incassò con sportività la sconfitta: "Hanno vinto perché sono andati più veloci, non perché gli ho dato il bullone"
La rinuncia di Michael Phelps
3)
Durante le Olimpiadi di Atene del 2004, Michael Phelps riuscì invece a conquistare le prime pagine di tutti i giornali non solo per le sue sei medaglie d'oro conquistate, ma anche e soprattutto per lo splendido gesto prima della staffetta 4×100 mista. L'olimpionico più decorato della storia del nuoto, decise infatti di non partecipare a quella gara (e dunque rinunciare ad un'altra medaglia) per dare l’opportunità ad un compagno di squadra di salire sul podio e festeggiare anche lui il metallo più prezioso.
Il gesto di Braima Suncar Dabò
4)
Un altro episodio che testimonia i valori assoluti dello Sport è invece più recente, e risale allo scorso settembre e all'edizione di Doha dei Mondiali di Atletica. In questo caso il protagonista è stato Braima Suncar Dabó: ventiseienne atleta guineano. Durante la volata finale della gara dei 5000 metri, Dabò strappò l'ovazione di tutto il pubblico per essersi fermato a soccorrere un altro atleta: stramazzato al suolo per la fatica. Il suo gesto e quegli ultimi 250 metri fino al traguardi, percorsi abbracciato all'avversario che aveva aiutato, sono rimasti nella memoria di tutti gli sportivi.
Il consiglio di Luz Long
5)
Da sempre illuminate dalla fiamma della sua torcia, simbolo di sportività, pace e fratellanza, le Olimpiadi di Berlino del 1936 sono tuttora ricordate per il consiglio che l'atleta tedesco Luz Long diede all'americano Jesse Owens. Nel momento decisivo della finale del salto in lungo, il saltatore di casa suggerì infatti all'avversario il miglior modo per staccare da terra e saltare dentro la sabbia. Un'indicazione che Owens prese alla lettera con il salto che gli valse la medaglia d'oro proprio davanti a Long e sotto gli occhi di Adolf Hitler. Una storia suggestiva che trovate anche nel libro ‘L'uomo che sconfisse Hitler‘.