Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
20231002_NewJournalism_sett4
Francesco Facchini -
Created on September 30, 2023
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
View
Corporate Christmas Presentation
View
Business Results Presentation
View
Meeting Plan Presentation
View
Customer Service Manual
View
Business vision deck
View
Economic Presentation
View
Tech Presentation Mobile
Transcript
La nuova professionalita' giornalistica
Settimana 4: il personal branding e le fondamenta della carriera auto imprenditoriale, i social, i loro contenuti e il loro uso, un laboratorio di strategia
Start
Il brand chiamato "te"
La rivista Fast Company, firma americana specializzata nel marketing, ospita un lungo articolo di Tom Peters, straordinario ricercatore, economista, scrittore ed esperto di marketing, che dà i natali alla materia del Personal Branding. In un mondo che cambia, Peters apre la riflessione su quanto sia importante considerarsi, comportarsi, agire, studiare e lavorare pensandosi come amministratori delegati della “Me Corporation”. Il Personal Branding per i giornalisti è la base di un approccio imprenditoriale alla carriera da professionisti
Personal branding per giornalisti
Il brand chiamato "te"
Regardless of age, regardless of position, regardless of the business we happen to be in, all of us need to understand the importance of branding. We are CEOs of our own companies: Me Inc. To be in business today, our most important job is to be head marketer for the brand called You. Here’s what the Web says: Anyone can have a Website. And today, because anyone can … anyone does! So how do you know which sites are worth visiting, which sites to bookmark, which sites are worth going to more than once? The answer: branding. The sites you go back to are the sites you trust. They’re the sites where the brand name tells you that the visit will be worth your time — again and again. The brand is a promise of the value you’ll receive.
Il brand chiamato "te"
You’re every bit as much a brand as Nike, Coke, Pepsi, or the Body Shop. To start thinking like your own favorite brand manager, ask yourself the same question the brand managers at Nike, Coke, Pepsi, or the Body Shop ask themselves: What is it that my product or service does that makes it different? Give yourself the traditional 15-words-or-less contest challenge. Take the time to write down your answer. And then take the time to read it. Several times.
Il personal branding per un giornalista è una sola parola.
CAMBIAMENTO
Allora cominciamo subito a fare esercizi. Scrivete in 15 parole che cosa vi rende diversi dal collega che vi sta accanto!
Tom Peters, The Brand called You
Il Peters italiano: Riccardo Scandellari
Riccardo Scandellari è indubbiamente il maggiore esperto italiano di personal branding. La sua definizione di Personal Branding: è la cultura che ti permette di fare di te un marchio. Ti permette di coltivare la tua persona e la tua carriera in un modo unico avendo cura di disegnare anche la percezione che gli altri hanno di te. Ti dà la possibilità di creare una relazione di valore con il tuo target e di occupare l’attenzione delle persone che ti osservano.
Non inseguire...
le farfalle, ma coltiva molto bene il tuo giardino affinché siano le farfalle a venire a posarsi sui tuoi fiori. Una metafora calzante per il personal branding che, se ben fatto, provoca esattamente questo effetto. Per una vita intera avete impostato la carriera sulla domanda "scusi, posso collaborare per il suo giornale?". Il personal branding può invertire i ruoli di questa domanda e metterla nella bocca di chi vi riconosce come autorevoli ed è portato a dire: "scusi, vorrebbe collaborare per il mio giornale?"
Che cos'è un brand
La definizione di Riccardo Scandellari
Leggete cosa dice nel suo ultimo libro “Fai di te stesso un brand”. Ottenere un brand significa occupare uno spazio nella mente di chi lo osserva. Il brand si materializza in una struttura mentale di informazioni rilevanti. Ora sono tutti in corsa per emergere e si fanno la guerra sui contenuti per ottenere più “numeri” (like, views, condivisioni, viralità), ma pochissimi combattono per ottenere uno spazio nella mente di chi li osserva. Non dire che il tuo brand è il migliore, dì piuttosto che è diverso.
Si, ma come si crea un brand personale?
Creando un oceano blu
Una decina di anni fa Chan e Mauborgne, due ricercatori dell’INSEAD di Parigi hanno inventato questa teoria. “Trovare un’Oceano Blu significa inventare, per la propria carriera o per la propria attività delle dinamiche nuove, tali da farci creare nuovi mercati senza azioni dirompenti nei confronti dei mercati esistenti. Gli oceani blu, quindi, corrispondono a un nuovo spazio di mercato incontestasto, alla creazione di una nuova domanda che riveli una crescita redditizia”
La prima mossa
Ho proprio tratto le pagine del libro che vi raccomando di leggere per darvi gli strumenti per portare avanti il vostro progetto. Come iniziate a rinnovarvi con la cosiddetta INNOVAZIONE DI VALORE che interviene nell’area dei due delta incastrati che sono quello dei costi e quello del potere di acquisto? Se diminuisco i primi e aumento il secondo differenziando quello che faccio, allora comincerò a spostarmi dal centro del mercato per andare a trovare un mio personale oceano blu.
Personal branding per i giornalisti
La seconda mossa
Tutto il vostro progetto di personal branding parte da una mappa mentale. Voi al centro e tutto il vostro mondo intorno. Per scoprire se c'è (e ve lo assicuro che c'è) qualcosa che, nella vostra professione, vi rende unici. C’è un’app da cui, per me, tutto parte: si chiama Simplemind. Si tratta di un software multipiattaforma di mappe mentali che aiuta per i progetti editoriali, per i calendari editoriali e per gli stati di avanzamento lavori. Si tratta di un territorio di produzione delle idee e anche delle dinamiche di creazione dell’oceano blu. E’ sicuramente la app più importante. Ed è cross platform…
La terza mossa
Stabilita la vostra unicità professionale, individuato il vostro brand, dovete mirare alla comunità di stakeholder che vi ripromettete di raggiungere. Lo potete fare tramite una strategia di contenuti, ma anche "parlando" al vostro pubblico. Mai fatto? Una app che può darvi questa possibilità è Forms.app che trovate qui di fianco. Un modo per intervistare il vostro pubblico, per farlo parlare, per capire la domanda e isolarla (mossa decisiva per un brand).
La quarta mossa
Il professor Anthony Adornato di Ithaca college spiega come usare le proprie piattaforme sociali per sviluppare contenuti giornalistici e rafforzare la propria carriera. Tutto questo, naturalmente, grazie allo smartphone
Step 1
01
Parliamo di strategia di social media journalism
Crearsi un piano editoriale
Step 2
02
Crearsi un blog
Creato il brand e creata la comunità, bisogna concentrarsi sullo sviluppo del brand. Voi vivete del vostro brand, vivete della vostra firma. Per questo il vostro brand è il vostro business, quel progetto che vi fa mettere insieme il pranzo con la cena. Al centro c'è un blog, attorno ci sono i social network come creatori di interesse, confluenti verso quel fiume più grande, il fiume capiente, sostanzioso e potente della vostra professionalità che risiede sul blog. E' lì che concludete il patto con chi si sta interessando a voi, è lì che tenete il meglio.
Step 3
03
Crearsi e strutturare i social
Step 4
04
Interessare e parlare con le persone
01
A ogni social la sua destinazione di scopo
Il posto dove trovare contatti con decisori o con clienti B2B.
02
Il posto per ascoltare, il posto per scoprire, il posto per incuriosire.
Ogni singolo social network può farvi raggiungere uno scopo nella vostra strtategia. No, non vi preoccupate. Non dovete rivelare gratis le vostre notizie. Dovete cercare relazioni, crerare interesse, far capire come nasce e come cresce il vostro lavoro. Dovete contattare le persone interessate e non proporvi, ma proporre la vostra visione delle cose, i vostri obiettivi, la vostra unica professionalità. Raccontatevi con cura, scambiate valore. Non parlate mai del vostro privato, ma
03
Il posto per ispirare, il posto per raccontare i propri giorni, le proprie ispirazioni, i propri sogni.
04
Il posto per stare sulle notizie, per discutere con le fonti
Il problema è che il mostro va alimentato con costanza: il calendario editoriale
E adesso vi spiego con che strumento
Il crowdsourcing si può fare coi social
Il crowdsourcing è una tipologia di attività online partecipativa nella quale una persona, istituzione, organizzazione non a scopo di lucro o azienda propone ad un gruppo di individui, mediante un annuncio aperto e flessibile, la realizzazione libera e volontaria di un compito specifico. La realizzazione di tale compito, di complessità e modularità variabile, e nella quale il gruppo di riferimento deve partecipare apportando lavoro, denaro, conoscenze e/o esperienza, implica sempre un beneficio per ambe le parti. L'utente otterrà, a cambio della sua partecipazione, il soddisfacimento di una concreta necessità, economica, di riconoscimento sociale, di autostima, o di sviluppo di capacità personali, il crowdsourcer d'altro canto, otterrà e utilizzerà a proprio beneficio il contributo offerto dall'utente, la cui forma dipenderà dal tipo di attività realizzata. Il crowdsourcing si può fare coi social visto che il giornalismo di oggi è una conversazione.
I social permettono la disintermediazione
Se voi avete un brand personale, un progetto editoriale, le piattaforme digitali a disposizione, beh, siete pronti per il grande salto. Quale? Potete arrivare direttamente al pubblico con le vostre produzioni. Potete diventare dei "to go journalist". Non è un lavoro facile, ma se la preparazione del brand è stata efficace, la vostra nicchia è stata riconosciuta, i vostri contenuti sono di valore, allora avrete preparato tutto quanto vi serve per proporvi direttamente al mercato. Adesso vediamo come.
Il concetto generale: isolare la domanda, generare interesse e sbarrare la strada
- Chi l'ha detto che l'informazione è gratis?
- Con tutto il vostro lavoro preparatorio avete isolato la domanda. Vale a dire che avete capito che cosa dovete offrire a chi.
- Quando lo avete compreso, scegliete la piattaforma migliore e il prodotto editoriale più adatto a dialogare con la vostra community.
- Con la prima produzione create interesse e scambiate valore. Quel valore genererà "gratitudine", quella gratitudine voglia di tornare.
- Su questa interazione dovete stabilire uno sbarramento. Ecco come.
Con le piattaforme digitali/1
Mai sentito parlare di Patreon?
Con le piattaforme digitali/2
Newsletter, la microinformazione che funziona
Con le piattaforme digitali/3
Podcast a pagamento, la nuova frontiera per dare valore alla tua community.
Con le piattaforme digitali/4
Piattaforme di marketplace, dove intercettare i decisori del vostro lavoro, quelli col budget in mano
Il viaggio di chi vi paga
Il viaggio di chi acquista i vostri servizi proprio grazie al personal branding e alla vostra strategia
leggi qui
I CONTATTI DI CUI HAI BISOGNO
1000
TANTI SONO I "VERI FAN" (TEORIA DI KEVIN KELLY) DI CUI HAI BISOGNO, LA VERA COMUNITA' DI INTERTESSE CHE SEGUE IL TUO LAVORO. TRA QUESTI HAI DUE STRADE: O PROPORRE I TUOI CONTENUTI A TANTI PER POCO O PROPORRE I TUOI CONTENUTI A POCHI PER MOLTO. MA SAPPILO, L'EPOCA DEL VIRALE, DEI MILIONI DI FAN, DELLE MIGLIAIA DI LIKE E' FINITA.
Il futuro, i social e i giornalisti
TI FACCIO UN DISEGNO...
Parliamo del "word of mouth"?
Il termine “word of mouth” sta ad indicare il metodo di marketing più antico del mondo: quello che, comunemente, viene definito “passaparola”. Il principio su cui si basa è infatti la trasmissione orale di informazioni, opinioni e preferenze tra due o più individui legati da un rapporto di fiducia.
Marketing: materia liquida
2013
1985
La stessa AMA, nel 2013, ha ridefinito il marketing in questo modo: Una funzione organizzativa ed un insieme di processi volti a creare, comunicare e trasferire valore ai clienti e a gestire i rapporti con essi in modo che ciò vada a vantaggio dell'organizzazione e dei suoi stakeholder
L’AMERICAN MARKETING ASSOCIATION, nel 1985, definiva il marketing così: Il processo di organizzazione e di esecuzione del concepimento, della politica dei prezzi, delle attività promozionali e della distribuzione di idee, beni e servizi per creare scambi commerciali e soddisfare gli obiettivi degli individui e delle organizzazioni.
Outbound vs Inbound/1
Outbound
Inbound
Il termine Inbound marketing indica una metodologia di business che attira i clienti creando contenuti di valore ed esperienze su misura per loro. Mentre il marketing cosiddetto Outbound (in uscita) interrompe il pubblico promuovendo i contenuti (si pensi agli spot televisivi), la metodologia Inbound si focalizza sul creare connessioni e risolvere i dubbi e i problemi che il pubblico già ha. Con l'Inbound si passa dall'Interruption al Permission Marketing: l'audience va conquistata fornendo contenuti interessanti e utili per il target di riferimento, non interrotta.
Outbound Marketing letteralmente si traduce con "marketing in uscita": Infatti il messaggio pubblicitario viene “spinto fuori” (“out”), sul mercato, allo scopo di rintracciare l'attenzione di potenziali clienti attraverso la pubblicità realizzata sui media in generale e attraverso il contatto di persona.
Outbound vs Inbound/2
Strategie, numeri e statistiche/1
Una volta creato il brand, la strategia digitale, l'Oceano Blu e il marketing di contenuto, dobbiamo puntare a osservare i numeri. Rispondete a queste domande: avete tracciato il tempo? Sapete quanto costano a voi i vostri prodotti e servizi? Sapete dove state guadagnando e dove state perdendo soldi? Sapete quale mercato è saturo e quale può crescere? Se avete risposto "No, non lo so, avete una grande sfida davanti". Quale? Quella di rendere profittevole, attraverso strategie mirate, il vostro business osservandone i suoi numeri, le sue statistiche...
Strategie, numeri e statistiche/2
- Dovete collezionare i dati del vostro fatturato divisi per tipologie di lavori, produzioni e servizi. Magari farlo su piùà anni, andando indietro, per avere dati sulla crescita, anno dopo anno, oppure sulla decrescita di un mercato per voi.
- Dovete fare un bilancio di previsione puntando a capire quali settori del vostro mercato potranno crescere e lavorando su quelli. Lavorando, magari, anche a "Oceani Blu" da cambiare per mantenere il vantaggio competitivo che avete accumulato.
- Dovete mettere in campo le strategie commerciali adatte...
Quali sono le strategie giuste?
1. WOM, ma su notizie, prodotti, progetti e formati
2. Creare un piano editoriale che dia contenuti di valore.
3. Se volete vendere una cosa create un prototipo e proponetelo agli interessati
4. Create una comunità che vi porti mille veri fan (Kevin Kelly)
5. Create proposte e format da rivolgere direttamente al mercato.
6. ... analisi
E ora sotto col 1 minute pitch. Ci state?
Linkedin, l'eterno colloquio di lavoro
Parliamo in modo approfondito di Linkedin. Si tratta del social network professionale, ma anche di un social nel quale un’azienda(e quindi il brand di cui curate la social media strategy) può raggiungere in modo altamente responsivo un mercato particolare ed altamente ricettivo: di quale sto parlando? Naturalmente del mercato BUSINESS TO BUSINESS. Un mercato che, per il singolo, significa la possibilità di proporre la propria professionalità ai decisori che potrebbero cambiare i nostri percorsi lavorativi. Per le aziende, invece, è un'occasione che rappresenta due opportunità: quella di costruire relazioni con altre imprese e quella di raccontare l'evoluzione del proprio business.
Il profilo di Linkedin: mostrarsi in uno sguardo e farsi capire al volo
Il profilo di Linkedin: mostrarsi in uno sguardo e farsi capire al volo/2
Gli elementi di un buon profilo
- la prima cosa è la tua immagine di sfondo, la tua copertina. Da qui si capisce già chi sei, qual è il tuo brand personale e il tuo mondo (Canva o Spark possono aiutare)
- Possono aiutarti una serie di parole chiave o il brand della tua attività, oppure il momento più bello della tua vita lavorativa. Dimensioni minime della foto 1536x396 (si misura in pixel)
- La foto del tuo profilo. Elementi importanti: sorridi, scegli una foto professionale, solo il tuo volto, scegli una foto di ¾. Non farla frontale (ops, quella di Banzato è approssimativa)
- Pubblica una foto recente. Non devi apparire, devi essere. Il tuo vestito dovrebbe ricalcare esattamente l’abbigliamento con il quale ti presenti sul posto di lavoro, illumina il volto. Quando ti fanno la foto devi avere la luce davanti a te, non di lato.
La qualifica, un arte molto particolare
- Sii semplice, chiaro. Non mettere troppe qualifiche tutte insieme. Sembri uno che vuol fare tutto e…
- Esempi interessanti: Job Title / 3 qualità + focus + settore
- Azioni da fare prima di scriverla. Vai su “Ricerca Avanzata” di Linkedin e usa il filtro “parole chiave” per vedere quali e quanti hanno inserito quella parola nella qualifica
- Vai su Google Trends e verifica il trend di ricerca di quella parola chiave
- Ricerca il job trend su siti di ricerca lavoro come Indeed o simili.
Ora metti mano alla tua visibilità e ai tuoi criteri di privacy
Su /settings apri le porte alle connessioni
Nella scheda “Comunicazioni” ci sono tutti i tipi di interazioni e di messaggi. Ebbene aprili, così ascolterai con più attenzione quello che questo network ha da dirti per prepararti meglio a dire tu quello che serve ed è utile al tuo network. Naturalmente scegli la lingua che è congruente con il tuo ambiente di lavoro, ma non ti scordare di compilare adeguatamente tutti i campi del profilo anche in inglese.
L’inizio delle relazioni su Linkedin è un gioco di sguardi
- Sembra trascurabile, ma il primo seme della relazione su Linkedin è qui. Su Visibilità del tuo profilo e rete puoi scegliere se essere visibile quando visiti il profilo degli altri. Questo è l’inizio della relazione.
- Qui iniziano gli sguardi verso coloro che ti interessano e quelli di coloro che si stanno interessando a te. Per iniziare le connessioni, la prima cosa che va guardata è “Chi ha visitato il tuo profilo?”
Dicevamo che comunicare vuol dire guardarsi e allora relazioniamoci bene
- Per creare relazioni bisogna “ottimizzare il profilo”. Lo hai fatto?
- Cerca di ottenere il numero maggiore possibile di segnalazioni e di conferme di competenze. Non pietire, scambia valore magari essendo tu per primo quello che fa la prima segnalazione o conferma competenze di altri.
- Le relazioni partono dalle presentazioni. La tua presentazione è sì nel tuo profilo, ma anche nel tuo “Summary”, nel tuo riepilogo.
- Nelle tue informazioni mettici la tua essenza professionale, ma anche i tuoi cardini umani. Spiega bene cosa puoi fare per aiutare il tuo interlocutore. Quello è il tuo primo colloquio di lavoro o con un potenziale cliente.
- Cerca di non usare il maiuscolo… stai gridando.
- Non venderti, raccontati a chi sta comunicando con te.
Il summary è una risposta alla domanda più importante che si fa chi ti guarda
La parte del profilo Linkedin che riguarda le informazioni (o summary) è una parte che, spesso, noi tendiamo a riempire in modo sbagliato. Mettiamo lì una specie di mini cv o sommario delle nostre capacità, per attirare ulteriormente chi ci sta guardando. E sbagliamo. In quel settore dobbiamo rispondere alla domanda: cosa posso fare per te?
Adesso osservatevi da fuori: come vi state presentanto agli altri?
Relazioni e connessioni, questi sono gli strumenti di linkedin più importanti per creare connessioni virtuose che portino a interazioni, contatti, lead e contratti. Allora facciamo un paio di ragionamenti su come ci presentiamo noi. Attenzione ai minimi particolari. E attenzione al fatto che Linkedin vale molto per la SEO... anzi moltissimo.
Connettiamoci agli altri, ma con un senso
- le connessioni, cioè l’operazione di “collegarsi” ad altri, sono il motore dell’interazione delle relazioni.
- Quando ci connettiamo facciamolo sempre con un motivo strutturato e facendoci accompagnare da un messaggio di presentazione e di motivazione della richiesta di collegamento.
- Se vogliamo allargare l’orizzonte professionale facciamolo pure, ma rispettando le regole di connessione.
- Linkedin Premium ---> costoso, ma importante per inMail.
La potenza di un messaggio su Linkedin
- Quando mandi un messaggio, presentati e motiva la tua richiesta di interazione.
- Usa un tono garbato, professionale, formale. Come se fossi in un ufficio.
- Il lei, qui, va meglio del tu.
- Non vendere mai, specialmente al primo colpo.
- Linkedin è spesso molto più efficace di una mail.
- Guarda l’interlocutore prima di parlare, visita il suo profilo, scopri chi è. Potrebbe esserti utile nel chiacchierare con lui.
- Non essere troppo semplice, non essere troppo tecnico. Scrivi poco e concentra tutte le informazioni che vuoi dare in un unico messaggio (ops, ho sbagliato di nuovo e non solo per questo… ma anche?)
L'arte dello scrivere un post
Gli articoli su Linkedin
Gli articoli su Linkedin hanno il senso profondo delle cose importanti. Scriveteli come se fossero pezzi del vostro CV del valore. Sono visti e commentati 7/10 volte meno dei post. Un recruiter attento, però, li leggerà. Eccome se li leggerà. Potrebbero essere il vostro blog. Hanno delle esigenze di stile. Usate la piattaforma articoli con lo stile e il linguaggio della scrittura digitale Pubblicate secondo un progetto editoriale e con costanza assoluta (misurando le vostre forze). Se volete raccontarvi, fatelo, ma per temi e concetti che hanno rilievo professionale. Scrivete come se dovessero e potessero essere letti per anni e avere per anni lo stesso valore. Atemporali, consistenti, semplici, utili, importanti. Altro ottimo esempio qui>>> https://www.linkedin.com/pulse/quello-che-le-risorse-umane-non-dicono-ma-vedono-di-te-vianello-phd/?trackingId=E4XiKEwlGZ39O9K1dxjwIA%3D%3D
I commenti su Linkedin
Un commento su linkedin è il tuo mezzo pubblico di interazione con il mondo professionale che ti vede protagonistaScrivi con garbo. Non fare piaggeria, non usare toni aspri. Mai iniziare con una considerazione negativa verso quello che stai commentando. Riserva la cosa per la seconda parte del commento. Rispondete sempre, ma dico SEMPRE, al commento che vi fanno o alle risposte che vi danno.
La pagina aziendale di Linkedin
Una pagina LinkedIn è il biglietto da visita della tua organizzazione su LinkedIn. Aiuta gli altri membri a saperne di più sulla tua azienda, scuola o università, sul tuo brand, sui tuoi prodotti e servizi e sulle tue opportunità di lavoro. Per interagire con gli utenti su LinkedIn come organizzazione, devi avere una pagina.
Cosa si pubblica sulla pagina aziendale
- valori e progetti dell’azienda
- nuove partnership
- attività di marketing
- offerte di lavoro dell’organizzazione
- documenti e post di valore sul percorso dell’azienda e sullo sviluppo del suo business
- Contenuti multimediali di racconto e di storytelling aziendale.
- Contenuti di brand journalism
- sondaggi (ricordate il concetto di parlare con la community?)
- eventi
Linkedin e il futuro: arrivano le stanze audio
Il mondo dei social audio, di cui parleremo ampiamente, è in continua evoluzione e, recentemente, ha visto anche l'entrata "nell'arena" di Linkedin. Anche su questo social network, spiccatamente, professionale, si potranno, quindi ospitare stanze audio per riunioni pubbliche o private. A quanto sostiene Linkedin si tratta di un primo passo nel futuro, un futuro nel quale questo social andrà verso l'ufficio "virtuale" con possibilità di collegamentio anche video. Il tutto con particolare riferimento a riunioni, meeting e corsi di formazione.
La tua finestra sul mondo
La scheda profilo della tua attività: un mondo di opportunità
- Si tratta dell’elenco telefonico contemporaneo, ma pochi se ne accorgono
- Se non ti spicci, la fa Google per te e poi te ne devi riappropriare (per le info parte dai tuoi clienti potenziali o reali e da pagine gialle)
- Si tratta della prima immagine che gli altri hanno di noi
- Ottimo per la findabilty o per far arrivare clienti sul tuo sito, nel tuo ufficio o al tuo telefono
- Innanzitutto chiariscono dove sei e qual è il tuo numero di telefono. Come ti si può raggiungere. La tua scheda è gratuita, la tua forza è la prossimità
- La moneta più importante: la recensione, il trust !!!
- Rispondi sempre alle recensioni, soprattutto a quelle negative. Potresti trasformare una difficoltà in un’opportunità.
- Puoi inserire offerte, prodotti, un vero catalogo, aggiornamenti, informazioni sulla sicurezza (molto importanti in questo periodo)
- Può darti molte visualizzazioni senza pagare
- Più aggiorni la pagina e più Google tenderà a metterti in evidenza nelle mappe. Marketing di prossimità, veicolo potentissimo per certe professionalità e per molti differenti tipi di servizi.
Gli elementi del profilo di Maps
Un errore clamoroso
L'importante concetto del marketing di prossimità
Il marketing di prossimità (proximity marketing) è una tecnica di marketing che opera su un'area geografica delimitata e precisa attraverso tecnologie di comunicazione di tipo visuale e mobile con lo scopo di promuovere la vendita di prodotti e servizi.
Facebook, il mostro dei social network
Sta per farci entrare nel metaverso, ma è ancora al centro di troppe polemiche.
Pubblico: vastissimo e variegato. Di differenti livelli di istruzione e di età tra i 35 e 65. Insomma su Facebook ci sono gli adulti, i babyboomer, i genitori e ogni tipo di persona. Contenuti: si possono fare post, post con elementi multimediali, si possono caricare video, mettere stories. Si accede con un account personale, ma si possono anche creare pagine, di organizzazioni private o pubbliche. Si possono creare eventi (online e offline e a pagamento). C’è anche un grande settore dedicato alle dirette che vengono utilizzate nei modi più svariati. C'è anche la possibilità di creare stanze audio. Evoluzione: Facebook è l’ammiraglia dei social network. Aveva una visione: diventare Internet. Probabilmente la realizzerà... Ha un futuro che è già segnato nella realtà virtuale con l’acquisizione di Oculus, azienda che realizza i visori oculari per la VR. Potrebbe diventare il nostro pianeta “virtuale”, come illustra bene la scelta del metaverso.
Ok, parliamo di metaverso...
Metaverso (in inglese Metaverse) è un termine coniato da Neal Stephenson in Snow Crash (1992), libro di fantascienza cyberpunk, descritto come una sorta di realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar.
Chi c’è su Facebook? Anche nel 2021 è stato il social medium più utilizzato in Italia, da oltre 28,5 milioni di persone. Considerando che i frequentatori di social sono 38,8 milioni ogni mese, si può dire che il social di Zuckerberg ha una penetrazione sulla total digital audience dell’82%. Hanno tra i 35 e i 65 anni, spendono oltre 700 minuti mese sulla piattaforma. Sono grossomodo a metà tra uomini e donne.
I post su FB
La domanda “a cosa stai pensando?”è lì da sempre e ci mette fuoristrada dall’inizio togliendoci un po’ di consapevolezza nella pubblicazione. Più studio il contenuto iniziale di Facebook, il post, più sono convinto che non ci sia la ricetta del contenuto perfetto. Attenzione al valore da condividere per quello che pubblichi, al contenuto multimediale che lo accompagna, alla scrittura digitale, agli spazi, al titolo, all’uso degli emoticon quando ha senso. Gli hashtag stanno diventanto utili solo in questi ultimi mesi. Prima non lo erano assolutamente.
I video su FB
Stiamo parlando dei contenuti video da molti giorni. Abbiamo visto il loro linguaggio e come si fanno. Ma quali sono i criteri per farli su Facebook con una certa rispondenza del pubblico? Devono essere sottotitolati (i video su Facebook partono senza audio) Devono creare l’attesa Devono salire di intensità nel tempo e “deflagrare alla fine” Devono avere un format e una storia Devono parlare direttamente a un pubblico Non dovete mai mollare, come lui. Nas.
Le stories su FB
- La storia su Facebook è una feature che arriva da Instagram e non viene utilizzata in modo proficuo, eppure…
- Racconta il dietro le quinte
- Con i tag è una forma di interazione informale
- Può rimandare a siti e prodotti dello shop
- Può incontrare un pubblico diverso da quello degli altri contenuti.
- Può essere gestita sia nella grafica, sia nella musica, sia nella privacy sia… nella programmazione (ma questo lo vedrete dopo…)
- A proposito, su Facebook si può fare anche i Reels, ma ne parliamo quando affrontiamo Instagram.
Le dirette su Facebook
- Le dirette di Facebook sono una parte determinante della produzione del contenuto. Sono un mondo che viene interpretato in modo errato:
- con il modello broadcasting
- con il modello “buco della serratura
- Hanno bisogno di progettazione, scrittura (quasi sceneggiatura), azione nello spazio, climax ed esplosione finale. Vi presento Chewbacca mom…
Le pagine aziendali su FB
- Informazioni di servizio, di contatto, di interazione
- Gestione delle pubblicazioni tramite Business Suite
- Integrazione possibile con account business di Instagram
- Creazione dello shop
- Creazione di contenuti
- Creazione di eventi (offline - online - a pagamento)
- E in futuro… il business.
Meta e il futuro dei social
- Pubblico: Ci sono i giovani. Esattamente la fascia 20-35 anni. Un pubblico che cerca emozione e bellezza, ma che è anche legato (forse troppo) all’estetica e all’edonismo.
- Contenuti: si possono creare post del proprio feed, stories, reel, video. Si può andare in diretta. Nell’aprile del 2021 è stata implementata la possibilità di andare live fino a 4 persone. E’ stata anche implementata la possibilità di andare live con il solo audio. E’ il social del “cogli il bello”. E poi: è il social del “prima la foto, poi…”. E’ il social del marketing e della pubblicità, ma per gli influencer si fa dura...
- Evoluzione: Si voterà alla vendita (con i suoi shop, tendenza anche su Facebook) e al pagamento dei contenuti tramite sostegno ai content creator. In questi mesi si sta sviluppando la geolocalizzazione per creare anche su instagram un clone di Google My Business collegato a shop e a possibilità di fare marketing di prossimità
Le caratteristiche di Instagram
Cos'è Instagram oggi
Nel 2020, anno di un profondo cambiamento, il social network di Zuckerberg introduce la funzione Reels, che consente agli utenti di girare e postare dei brevi filmati da 15 secondi da modificare con filtri e personalizzare con audio, effetti e nuovi strumenti creativi. I reel possono essere registrati in una serie di clip, oppure utilizzando i video già presenti nella galleria dello smartphone, e una volta pronto il video potrà essere condiviso sul proprio profilo. Per ospitare i Reel e Shop, Instagram ha anche modificato nuovamente la sua interfaccia grafica, con la schermata home dell'app che ora ospita sezioni dedicate alle nuove funzioni per migliorare l'esperienza utente. Oggi si va in diretta in 4 e si va in diretta anche soltanto in audio. Recentemente i Reels sono stati portati a 90 secondi ed è sparita IG TV. Ormai i video sono la parte più importante del linguaggio di instagram.
Il post di Instagram
- Ogni account di social ha un feed, un profilo. Ogni profilo è alimentato dai contenuti. I contenuti visuali del social network di Systrom hanno un tipico formato 1:1 (anche se non è più il solo) e un senso di racconto visuale, interpretabile anche nell’insieme. Caratteristiche del post:
- Prima la foto, poi
- Titolazione
- Scrittura digitale con spazi
- Hashtag——> si! Determinanti. Trend di discussione, mare nel quale orientarsi e dal quale emergere.
- Foto anche multiple (attenzione alla serie, max 10). I video ora hanno .
- Un progetto editoriale… ci vuole sempre. Un senso grafico, anche.
- Attenzione al microblogging
Le stories di Instagram
- Una story? Un mondo! Momenti, istanti, flusso, conversazione, discussione, contenuto editoriale. Le stories, ormai 500 milioni al giorno, sono il linguaggio di Instagram, il suo chiacchiericcio.
- Grafica evidente, musica allegra, montaggio lineare, sono un modello videografico che ha cambiato il modo di vedere contenuti sullo smartphone. Ora andiamo a scoprirle e andiamo a scoprire come trattare Instagram come una editing tool, ma prima..
- Fino a pochi mesi fa il link nelle stories era appannaggio di pochi, ma ora è possibile per tutti. Si trova negli oggetti delle stories.
- Le stories sono cambiate in continuazionee sono arrivate a blocchi video di 60".
- A proposito, ma se io vi dicessi che Instagram è un programma di montaggio lineare? Volete vedere come mai?
- Già che siamo vediamo la potenza delle immagini in verticale nel mondo di Instagram.
Il live di Instagram
- si può fare fino a 4 persone
- Ha il senso della chiacchierata informale.
- L’uso verticale dello schermo nasconde opportunità pazzesche soprattutto nel descrivere luoghi, eventi, situazioni.
- Si può fare anche solo una diretta audio
- Straordinarie attività di comarketing. Se avete colleghi da invitare nel vostro mondo o volete far incontrare il vostro brand con qualcuno questo è il vostro posto.
Le guide di Instagram, che possibilità!
I video verticali
L'obiettivo dei video verticali dev'essere raggiunto attraverso un meccanismo che aggiunga al messaggio una parte, diciamo, ipnotica. Si tratta di una tensione che deve correre lungo il video basata sull'attesa, sulla sorpresa, sulla spiegazione e sulla velocità. Ora parliamo di queste carattestiche per cercare di capire perlomeno la ricetta del Reel (o videi verticale) che funziona per noi. Ricordiamoci che non dobbiamo fare "numeri", ma raggiungere il pubblico e l'obiettivo di consegnargli un contenuto e un messaggio.
I video verticali sono un linguaggio trasversale. Sono nati da Instagram, che li chiama Reels, ma sono diventati un modo di comunicare trasversale. Hanno bisogno dei loro codici, delle loro grafiche, dei loro linguaggi che puoi prendere già dagli strumenti delle app di ogni social che te li fa pubblicare. Tuttavia attraversano le piattaforme e sono un'arma importante per parlare a un pubblico preciso, quello dei più giovani.
Parliamo di tiktok
Parlo per la prima volta di Tiktok perché è ormai impossibile ridurlo a un fenomeno per ragazzini. E' l'unica piattaforma sociale che resta in netta crescita e nel 2021 ha messo tutti dietro in quanto ad aumento di account. NON E' UN SOCIAL NETWORK, MA UN SOCIAL MEDIUM. Semplice il motivo. E' una piattaforma di intrattenimento. Ha mezzi di editing e costruzione del contenuto visuale non comuni e un linguaggio particolare. Se si usano quei mezzi che ora scopriamo insieme, il senso di Tiktok può diventare importante nell'ambito di una strategia di comunicazione. I video per Tiktok si fanno su Tiktok e possono arrivare molto bene al pubblico che c'è lì dentro. Sempre che sia quello il pubblico che hai bisogno di raggiungere.
Parliamo di Snapchat
Anche Snapchat non è un social network perché, definizione di Yusuf Omar che è uno dei creator titolari di Snap inc, è una camera company. Sta esplorando, infatti, il mondo della creazione e della condivisione del contenuto video in verticale. Anche questa app, quindi, non ha un aspetto sociale marcato, ma punta tutto sulla creatività e sulle storie. Così come per Tiktok, anche per Snapchat se vuoi fare video devi usare... Snapchat. Perché usi la sua grafica, il suo linguaggio, il suo modo di proporre contenuti al suo pubblico. E arrivi a segno. Guardiamoci dentro e vediamo come si comporta nella creazione di un video in montaggio lineare e quante opportunità ti regala. Aspettate, mi metto gli occhiali...
Un social network è
Abbiamo sempre considerato social medium e social network come sinonimi, ma sabagliamo. Queste piattaforme social ci fanno connettere con le persone, ci fanno creare reti di relazioni. Questo aspetto, quello della messaggistica e dei commenti è l'aspetto caratteristico del social networking. Se creiamo reti e connessioni, allora stiamo usando i social come social network. Altrimenti...
Un social medium è
Altrimenti sstiamo usando queste piattaforme come social media. Un social medium si può considerare come tale nel momento in cui lo utilizziamo per produrre un contenuto, essenza del medium, appunto, per farlo vedere pubblicamente sulle nostre bacheche e farlo arrivare ai nostri "amici" tramite i feed. Se noi usiamo i social, quindi, come piattaforme editoriali di pubblicazione di un nostro messaggio, li stiamo usando come social media e non come social network.
L'evoluzione di Youtube
Da social medium a social network
Probabilmente, la piattaforma più utile per spiegare il concetto di social medium e quello di social network è Youtube. Finora lo abbiamo conosciuto come il secondo motore di ricerca più usato al mondo, come un mare magnum di video, una specie di tv del 21esimo secolo (tanto che risulta essere la app più usata sulle smart tv dopo i servizi di streaming), come il luogo dove vai se devi imparare a fare una cosa. Insomma è la piattaforma del medium visuale e l'unica parte di networking è quella legata ai like, ai dislike (unica piattaforma che li ha) o ai commenti che puoi mettere sotto i video. Non c'è una parte di messaggeria privata. Quindi Youtube è molto social medium e poco social network, ma si sta evolvendo. Come? Con la parte community.
E ora sotto coi canali e la AI
E' abbastanza chiaro che Whatsapp è un'altra delle piattaforme che possono servire a ispirarci per creare strumenti professionali e anche servizi. Per esempio presto, dopo una fase di test, i canali di Whatsapp saranno disponibili a tutti. Quelli, a mio avviso, sono uno strumento da conoscere per poter proporre servizi di gestione editoriale dei canali a enti, istituzioni e aziende. Per noi è un mercato perché la penetrazione della app Whatsapp tra la gente è davvero potentissima e si possono creare hub informativi in grado di sviluppare comunità molto ingaggiate. Una cosa su cui lavorare.
Morte e risurrezione di X (era Twitter)
Il social di un uomo solo al comando che vuole una total app
Elon Musk ha comprato Twitter e ci ha rimesso un sacco di soldi attirandosi un sacco di polemiche, ma lo ha fatto con un piano preciso : creare la total app- Ci sta lavorando in modo furioso per un social che è sempre quello del "what's happening now", ma sta cambiando volto grazie a Twitter Blue, l'abbonamento che permette di scrivere Tweet più lunghi, di postare video più lunghi, di modificare il testo entro 60 minuti dalla pubblicazione e di essere più visti. E' una app molto americana, ma è ancora la app delle news, una vera e propria agenzia che ti dà notizie prima di qualsiasi fonte giornalistica che bazzichi di solito. X, si chiama così ora, è tuttavia anche un caso che fa pensare. Che abbia fatto il delisting e sia di una persona sola è, tutto sommato, un dato che impressiona. Musk poi non si tira indietro provocando con i suopi reportage in diretta e dicendo che il "giornalismo è completamente inutile", visto che c'è X. A cosa serve a noi? Nella costruzione della nostra intrapresa a poco, per trovare spunti e notizie a molto. Un giornalista, su Twitter, ci deve stare.
L'esplosione di Mastodon e bluesky
E' nato il primo social "decentralizzato"
Mastodon è la risposta a Twitter. Questo nuovo social ne segue le impostazioni ed è simile nell'esperienza dell'utente. Tuttavia ha una fondamentale differenza rispetto a tutte le altre piattaformne di social networking. Quale? E' decentralizzato, diviso in Istanze che (per farla facile) sono server che ospitano gli utenti che si associano a quel luogo digitale perché ne condividono i "valori" o la policy. Queste istanze sono "collegate" tra loro attraverso una federazione di questi server che quindi, possono far mettere in contatto gli utenti che sono in istanze diverse su Mastodon oppure anche con piattaforme different che parlano lo stesso linguaggio a livello di codicei.
Strumenti e analisi del proprio "vissuto"
- PRIMA UN ACCENNO AGLI STRUMENTI. Potete fare gran parte di questa giornata con modi e strumenti analogici, ma vi consiglio di avere: penna, taccuino, smartphone, app Simplemind, app o account su piattaforma www.airtable.com, computer con word o app di testi sul telefonino.
- Analizzate il vostro vissuto sui social. Se non li avete, guardate con attenzione i social che vorreste avere e cominciare a riflettere.
- Pensate all’obiettivo che una prima strategia social, misurabile in almeno 6-9 mesi, dovrebbe avere per voi.
- Stabilite qual è il vostro target, quali sono le persone cui vi rivolgete (clienti, decisori, etc)
Dobbiamo saperci fotografare
No, non parlo di selfie. Parlo della straordinaria capacità dello smartphone di registrare dati e di rimandarci una fotografia di quello che siamo e di cosa stiamo facendo. C'è un mondo di app, come quella che vedi qui di fianco (si chiama Simplemind) che può aiutarci a progettare percorsi, idee, impegni, traiettorie del nostro lavoro come produttori di contenuti per i social network. Soprattutto può dirci chi siamo, dove siamo e dove stiamo andando. Benvenuti nel mondo delle mappe mentali
La carta geografica del vostro progetto
- Con lo strumento che avete scelto, cominciate a buttare giù delle parole chiave che stanno attorno al vostro brand e dentro il vostro brand.
- Costruite una mappa mentale: voi al centro, un primo giro di satelliti con il vostro vissuto di esperienze e di studi, un secondo giro con le parole chiave. Ci vuole simplemind o un taccuino vergine affinché sia il posto dedicato alla vostra strategia social.
- Cominciate ad aprire un documento su pc o smartphone e create le premesse con gli obiettivi e il pensiero della prima ora, poi passate agli argomenti che vorrete trattare. Sono le parole chiave o nuove proposizioni delle stesse.
Format, ped e vostro calendario
- Riflettete su quelle parole chiave che vi hanno dato linee di argomento. Dovrete crearvi un flusso di lavoro che parte dalla ricerca, ma ora pensate a come volete raccontare.
- Potete sintetizzare quale sarà il vostro storytelling?
- Che cosa ha funzionato finora sui vostri social? Cosa, quindi, potete replicare?
- Quali rubriche potreste scegliere ?
- Quali formati potreste scegliere?
- Come potete far partire questo racconto?
- Aprite il ped su airtable
Budget, tempi e avvenimenti
- mettete a budget delle risorse tempo per creare un piano di social media che sia sostenibile
- Stabilite definitivamente le piattaforme da cui iniziate e, al limite, con quali vorreste implementare la vostra strategia
- create su airtable il calendario editoriale
- cominciate a programmare un nuovo inizio dal primo del mese prossimo.
- tenete conto di stagionalità, di progetti, di eventi ricorrenti, di scadenze, di festività
- mettetevi alla prova programmando i primi contenuti. Naturalmente di mese in mese.