Want to create interactive content? It’s easy in Genially!

Get started free

BASIC PRESENTATION

Vittoria Laudicina

Created on September 13, 2023

Start designing with a free template

Discover more than 1500 professional designs like these:

Practical Presentation

Smart Presentation

Essential Presentation

Akihabara Presentation

Pastel Color Presentation

Modern Presentation

Relaxing Presentation

Transcript

Giovanni Pisano e Giotto

Dati essenziali dei due artisti e confronto
Vittoria Laudicina 2D a.s. 2023/2024

Il gotico in Italia

Rispetto agli altri paesi europei, in Italia il Gotico si afferma parzialmente: qui, infatti, persistono le forme tradizionali dell'architettura romanica e della pittura bizantina. L'arco a sesto acuto risulta meno sviluppato e spesso non compaiono le torri sulle facciate, né gli archi rampanti sui contrafforti. Le finestre sono più piccole e la decorazione interna è affidata agli affreschi. Le nuove forme artistiche vengono introdotte soprattutto nelle architetture commissionate dagli ordini religiosi, come i Cistercensi, i Francescani e i Domenicani. Gli artisti più importanti per quando riguarda la scultura gotica sono Nicola Pisano e suo figlio Giovanni Pisano. Osservando i loro pulpiti scolpiti si nota una progressiva adesione al linguaggio gotico attraverso, una maggiore densità dei personaggi e il dinamismo delle scene.

Nei pulpiti di Nicola, padre di Giovanni Pisano, è ancora evidente un gusto classico nell'organizzazione dei pannelli. Entrambi superano le proporzioni tozze della scultura romanica per raggiungereforme più aggraziate e mosse. Assieme lavorano alla Fontana Maggiore di Perugia, una struttura a due vasche con pannelli scolpiti a bassorilievo dal delicato effetto di chiaro scuro. In tutt'Europa la pittura perde di importanza tranne che in Italia dove, fino alla prima metà del Duecento, prevale ancora la tradizione bizantina, superata a partire dalla seconda metà del secolo dagli artisti di Siena e Firenze che cercano una forma espressiva più vicina alla realtà, una maggiore resa dello spazio, una descrizione attenta dei sentimenti.

Il gotico

Il Gotico fiorisce in Francia intorno alla metà del XII secolo estendendosi per tutto il XV. In Italia si afferma nel XIII secolo per poi terminare all'inizio del XV. Il suo nome nasce con accezione dispregiativa durante il Rinascimento, che vede in quest'arte qualcosa di "barbarico". Infatti le sue costruzioni non rispettavano le proporzioni armoniche dell'arte classica, al contrario, introduce uno slancio verticale, una leggerezza e una complessità strutturale mai visti prima nella storia dell'arte. Con la sua ricchezza ed eleganza, il Gotico è espressione dei monarchi e dei "signori". Questa ricerca di slancio, che corrisponde al desiderio di avvicinarsi simbolicamente a Dio, comporta però una possibile instabilità dell’edificio: per questo i pilastri esterni (contrafforti) vengono irrobustiti e alla loro sommità sono collocati archi rampanti finalizzati a sostenere le spinte laterali. Questi archi sono abbelliti da cornici e da rilievi scolpiti e assumono così anche una funzione decorativa.Tipici della decorazione esterna sono gli elementi architettonici a cono o a piramide molto allungata, detti o guglie.

Giotto di Bondone

Coordinate spazio-temporali

Giotto di Bondone nasce a Vespignano, vicino a Firenze, nel 1267 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri con cui si trasferirà a Firenze. È piuttosto certo che all’età di otto anni sia andato a studiare nella bottega di Cimabue, da cui ha appresso moltissimo, superando così il maestro e diventando uno degli artisti più importanti in Italia. È quindi considerato un pittore e architetto italiano straordinario, a tal punto da segnare una svolta fondamentale nello sviluppo dell’arte occidentale, ma soprattutto uno snodo di transizione tra il Medioevo e il Rinascimento.

"Credette Cimabue ne la pittura tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, sì che la fama di colui è scura"

Luoghi in cui Giotto ha lavorato

  • Firenze
  • Bologna
  • Padova
  • Assisi
  • Roma
  • Napoli
  • Milano

Opere più importanti

Affreschi nella Basilica di San Francesco ad Assisi Cappella degli Scrovegni a Padova Crocefisso a Rimini Crocifisso di Santa Maria Novella

Crocifisso di San Domenico
Crocifisso di Santa Maria Novella

Cappella degli Scrovegni

Crocefisso a Rimini

Affreschi nella basilica di San Francesco ad Assisi

Madonna di ogni santi

Viene rappresentata un’iconografia molto diffusa, la così detta maestà, ossia la Madonna in trono con il bambino in braccio. Era di origine bizantina, ovviamente non ha nulla di realistico, è solo la rappresentazione simbolica del fatto che Maria è la signora dei cieli, nel 1500 cambierà nome, e diventerà sacra conversazione. Per quanto riguarda la conservazione dello spazio nella madonna di Giotto è ampia, è una figura plastica, dietro ci sono gli angeli e i santi, si nota la proporzione gerarchica, il trono è fatto con la costruzione a lisca di pesce, le linee del trono vanno ad unirsi al centro. Gli angeli sono plastici, il chiaro scuro è efficace nei volti, Giotto scava uno spazio per le ginocchia, ad illuminare la luce dei due angeli non è una luce reale, ma viene utilizzato il chiaro scuro secondo convenzioni, non è una vera costruzione.

Le innovazione rispetto la pittura bizantina riportate da Giotto

L'arte era fortemente influenzata dall’estetica bizantina, ma Giotto seppe dare ai suoi dipinti un gran dinamismo. Giotto riuscì a dare prospettiva, utilizzò il chiaroscuro e riuscì a rappresentare dettagli come rughe sulla pelle e sui vestiti, tecniche fondamentali nella pittura rinascimentale. Il dinamismo delle sue composizioni e dei personaggi e l'uso della prospettiva sono la chiave del più grande successo stilistico di Giotto: creare quindi storie raccontate con la pittura e non solo immagini statiche. Inoltre riuscì a integrare la sua conoscenza dell'architettura nel suo lavoro: progettava lui stesso gli spazi che poi avrebbe dovuto decorare con i suoi affreschi, dividendo le pareti e i soffitti in modo tale da disporre esattamente nello spazio le sue opere. Giotto fu fondamentale per la costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore e del suo campanile, a lui si deve l'idea del rivestimento in marmi policromi e deli cicli di rilievi che ne decorano le pareti, anche se i lavori furono eseguiti dallo scultore e architetto Andrea Pisano, che prese il posto di Giotto dopo la sua morte.

Le innovazione rispetto la pittura bizantina riportate da Giotto

Inoltre l’artista ha introdotto notevoli innovazioni nella pittura rispetto alla tradizione bizantina, particolarmente evidenti nella resa dello spazio, del volume e dell'espressione. Giotto fu uno dei primi pittori a introdurre la prospettiva lineare, creando uno spazio tridimensionale più realistico nelle sue opere. Questo gli permise di rappresentare gli oggetti in modo più accurato, rompendo con l'approccio bidimensionale tipico dell'arte bizantina. Diede alle sue figure umane e agli oggetti una maggiore solidità e volume, evitando la piattezza tipica delle rappresentazioni bizantine. Inoltre ha introdotto l'uso di espressioni facciali e gesti che trasmettevano emozioni e sentimenti realistici. Questo contribuì a conferire maggiore profondità psicologica ai personaggi nelle sue opere, un elemento spesso assente nell'arte bizantina. Ha sviluppato una narrazione visiva più chiara e coerente, consentendo al pubblico di seguire facilmente la storia rappresentata nelle sue opere. Tutte queste innovazioni hanno reso l'arte di Giotto un importante punto di svolta nella storia dell'arte occidentale, aprendo la strada all'arte rinascimentale e influenzando profondamente lo sviluppo successivo dell'arte europea.

Giovanni Pisano

Coordinate spazio-temporali

Giovanni Pisano nasce a Pisa, tra il 1245 e il 1248, luogo in cui porterà avanti la propria formazione affiancato dal padre, da cui rapidamente si distaccherà per quanto riguarda lo stile. Dopo la morte del padre l’artista viene chiamato a Siena come capomastro del Duomo, di cui disegna la facciata e realizza statue. Negli anni seguenti gli viene assegnato il compito di costruire il pulpito per la chiesa di Sant’Andrea a Pistoia, riprende la forma esagonale e gli archi trilobati usati dal padre Nicola Pisano sempre secondo lo stile gotico. Viene ritenuto un importantissimo scultore, tanto che affiancherà sin da subito il padre e i suoi collaboratori nella costruzione e nella progettazione del pulpito del Duomo di Siena. È noto soprattutto per essere uno dei protagonisti della transizione dall'arte romanica all'arte gotica in Italia grazie alle sue sculture realiste e influenti.

Contesto e committenza

Giovanni Pisano ha lavorato per diversi potenti e mecenati durante la sua carriera. Alcuni di essi includono: ha ricevuto commissioni importanti dalla Chiesa Cattolica per creare opere scultoree per cattedrali e chiese tra cui la decorazione della facciata del Duomo di Siena. Inoltre ha lavorato per diversi comuni italiani tra cui: Pisa e Siena, realizzando diverse sculture per edifici pubblici e religiosi. La sua opera più celebre, il "Pulpito del Duomo di Siena," ed è stata commissionata dal Comune di Siena. Ha lavorato per una nobile famiglia di Pisa dedicandosi alla chiesa di San Pietro a Grado. Certamente ha operato in un ambiente sociale dell’Italia Medievale, caratterizzato da un forte influsso della Chiesa Cattolica, comuni cittadini con una crescente autonomia politica ed economica, e il mecenatismo aristocratico.Tutti questi fattori hanno contribuito a plasmare le commissioni e l'opera di Giovanni Pisano durante la sua carriera.

Fontana maggiore

È uno dei capolavori dell’età medievale e si trova al centro di Perugia, in piazza IV Novembre. È la Fontana Maggiore, una struttura monumentale creata da Nicola Pisano e, il figlio, Giovanni. Venne costruita tra il 1275 e il 1278, la fontana serviva come punto di arrivo dell’acqua proveniente dall’acquedotto di Monte Pacciano.È composta da due grandi vasche poligonali sovrapposte, collocate sopra una scalinata circolare e concluse in alto da uno stelo con una conca in bronzo. Entrambe le vasche sono composte da pannelli in marmo separati da elementi sporgenti, nella vasca inferiore sono presenti delle colonnine, mentre in quella superiore delle statue. La vasca inferiore presenta venticinque lati divisi in due pannelli sui quali sono raffigurati in bassorilievo i lavori agricoli dei vari mesi dell’anno, episodi biblici, mitologici e storici, animali simbolici e le allegorie delle arti. La vasca superiore, sollevata sopra una selva di colonnine, è decorata da 24 statue di uomini illustri di Perugia, figure di profeti e personaggi dell’Antico Testamento. Il pannello che le separa non è scolpito, ma il marmo rosso crea un elegante effetto decorativo. Lo stile dei bassorilievi è semplice e schematico ma le figure sono sempre ben proporzionate e armoniche nei movimenti.

Pulpito di Siena

Pulpito di Sant'Andrea

Giovanni Pisano realizzò il pulpito della Chiesa di Sant’Andrea a Pistoia allontanandosi dal modello utilizzato dal padre Nicola per i pulpiti di Siena e di Pisa. Il pulpito è in posizione elevata ed è sostenuto da sei colonne perimetrali e una centrale. Due colonne sono sorrette da leoni stilofori. La colonna centrale invece è sostenuta da un leone alato, da un’aquila e da un grifone. Sibille e profeti sono scolpiti a figura intera e posti su mensole oltre i capitelli. Una sibilla sembra rivolgersi verso l’angelo che si trova alle sue spalle. Inoltre, i cinque parapetti del pulpito sono illustrati con storie della vita di Cristo, mentre il sesto è sostituito dall’accesso al pulpito. Gli episodi rappresentati all’interno dei rilievi sono: Annunciazione, Natività, Bagno di Gesù e Annuncio ai pastori, Crocifissione e Giudizio Universale ecc… È visibile un’iscrizione latina posta tra le arcate e i parapetti, secondo tale fonte il committente del pulpito della Chiesa di Sant’Andrea a Pistoia fu un certo Arnoldo. Nell’iscrizione è anche citato Giovanni Pisano in qualità di lodato artista che seppe superare il padre nella realizzazione del pulpito quindi la scultura che riproduce il simbolo di San Giovanni, l’aquila che regge il libro, è una copia. L’originale, infatti, si trova presso il Metropolitan Museum di New York. Le figure scolpite dei personaggi creano un intenso chiaroscuro. Inoltre, si crea un accentuato movimento grazie al risalto che Giovanni Pisano riserva alle linee compositive dinamiche. Infatti il modellato dei corpi è essenziale, i gesti sono espressivi e i panneggi animati dal movimento dei corpi. La decorazione scolpita è molto ricca. Rispetto al pulpito del padre, nel duomo di Siena, l’opera di Giovanni Pisano non mostra lo stesso senso di equilibrio. Inoltre, i personaggi sono meno curati nei dettagli ma scolpiti in modo sommario. Lo spazio che si viene a creare, intorno e dentro il pulpito, è movimentato e suggerisce all’osservatore di girare intorno alla struttura per apprezzare le tante scene scolpite e le sculture. Dati essenziali: Giovanni Pisano, Pulpito, 1298-1301, rilievi in marmo bianco, colonne in porfido, 455 h cm. Pistoia, Pulpito della Chiesa di Sant’Andrea

Confronto tra due opere

Le innovazioni di Giovanni Pisano

Certamente, Giovanni Pisano è noto per il suo ruolo nel promuovere l'autonomia della scultura rispetto all'architettura, il recupero del naturalismo e i riferimenti all'arte antica. Fu molto abile nel separare la scultura dall'architettura, consentendo alle sue opere scultoree di esistere come entità autonome all'interno degli edifici. Tradizionalmente, la scultura era strettamente integrata nell'architettura, ma Pisano iniziò a concepire le sue sculture come opere d'arte indipendenti. Il suo pulpito nella Cattedrale di Siena, ad esempio, è una struttura scultorea separata, situata all'interno della cattedrale, e presenta una serie di pannelli scolpiti che narrano storie bibliche. Questa separazione dell'arte scultorea dall'architettura contribuì all'evoluzione dell'arte tridimensionale.Inoltre le sue sculture erano caratterizzate da un dettaglio anatomico straordinario e da un realismo che era in contrasto con lo stile più stilizzato dell'arte romanica precedente. Le sue figure umane erano espressive e dinamiche, con gesti e pose che sembravano catturare momenti di azione e emozione. Mostrò dunque anche un profondo interesse per l'arte classica antica, includendo riferimenti a questa tradizione nei suoi lavori. Le sue sculture spesso presentano elementi decorativi ispirati all'arte dell'antica Roma e Grecia.

Contesto

Giotto promosse la sua formazione artistica a Firenze, durante il Medioevo, sotto la guida del famoso pittore Cimabue. Questo apprendistato gli fornì una solida base nella tradizione artistica medievale. Nel contesto figurativo della sua giovinezza, la pittura medievale era dominata da uno stile più rigido e simbolico, ma Giotto si distinse per introdurre un realismo crescente nelle sue opere. L’artista sviluppò rapidamente uno stile personale e innovativo caratterizzato dalla rappresentazione più realistica delle figure umane e degli spazi, che sarebbe diventato fondamentale per la successiva evoluzione dell'arte rinascimentale italiana, rendendolo così uno degli artisti più importanti di quell’epoca. .

Citazione di Dante

Certamente è molto importate la citazione di Dante all’interno della Divina Commedia riguardante la celebrità di Giotto, talmente abile da oscurare il maestro Cimabue. La prima riflessione riguardante il possibile legame tra Dante e Giotto - un argomento che suscita dibattiti accesi - è che entrambi, originari di Firenze e coetanei, si sono scambiati elogi reciproci. Dante nomina molteplici volte il trionfo di Giotto nell'arte della pittura nel Canto XI del Purgatorio (versi 73-108), mentre Giotto rappresenta Dante, dopo la sua morte, in un famoso affresco al Bargello di Firenze. Chiaramente questi due fatti sono indiscutibili, ma non si è certi riguardo al loro significato. Infatti, l'elogio di Giotto potrebbe essere influenzato dal tema della "vana gloria" trattato nel Canto di Dante, mentre il ritratto di Dante al Bargello, privo di una corona d'alloro, potrebbe far pensare che Giotto non abbia riconosciuto a Dante un primato.

Risale alla fine del XIII secolo, affreschi, Basilica di Assisi Nella basilica sono presenti affreschi che raffigurano scene dell’Antico e del Nuovo Testamento e le storie della vita di San Francesco. Gran parte di questi affreschi vennero fatti da Giotto e dal Cimabue, suo maestro. Cimabue affrescò il transetto, con la crocifissione ed affidò il completamento dei lavori ad altri pittori. Si dice che Giotto venne chiamato ad Assisi da Giovanni Minio, che fu generale dell’ordine francescano dal 1296 al 1304, e proprio in quel periodo l’artista si occupò degli affreschi nella basilica. A Giotto vengono attribuite le Storie di San Francesco, in cui vi è raffigurata la vita del Santo, suddivisa in scene realizzate seguendo il racconto di Bonaventura da Bagnoregio. L’ambientazione e la raffigurazione sono molto realistiche e riprendono il paesaggio circostante a San Francesco.
Negli affreschi dove sono raffigurati il presepio di Greccio e la predica di Francesco davanti a Papa Onorio III si percepisce invece la capacità dell’artista di rappresentare la profondità degli spazi. Vengono delineati soprattutto gli stati d’animo: nella scena in cui San Francesco rinuncia ai beni paterni, si nota il forte distacco dal padre, trattenuto dai presenti, ed il figlio che guarda verso il cielo nel quale compare una mano.

Dati essenziali

1268-1271 circa, tempera su tavola, 336 x 267 cm. Arezzo, Chiesa di San Domenico. La croce dipinta sembra avere una forma scolpita, sui lati del braccio orizzontale si trovano dipinte le immagini della Vergine a sinistra e di San Giovanni a destra. Queste due figure sacre appaiono in un atteggiamento di profonda tristezza, mentre versano lacrime per Cristo. Sono ritratti dalla vita in su, con le teste inclinate e appoggiate su una mano. I loro abiti sono ornati e resi splendenti attraverso sottili striature dorate utilizzate probabilmente per illuminare il tessuto. Cristo crocifisso è quasi sempre rappresentato con un panno che gli avvolge i fianchi, poiché fu giustiziato come un prigioniero comune. Cimabue ha dipinto questo panno di colore rosso per simboleggiare la passione, e inoltre, per enfatizzare la drammaticità della scena, visto che dalle mani e dai piedi feriti di Cristo sgorgava sangue.

Nozze di Cana

Questo affresco si trova sulla navata, parete sinistra, registro centrale, III riquadro da sinistra e risale circa all’inizio del XIV secolo. L’artista con questa rappresentazione vuole narrare il momento in cui il maestro di mensa assaggia il vino, creando una delle figure più realistiche e imitate nell’arco del Trecento. Viene inoltre raffigurata una figura femminile di schiena che sta versando l'acqua con la brocca nelle giare, dipinte come come anfore. In quest’opera si può certamente notare la geometrizzazione delle forme, sembra che i corpi siano in movimento visti da differenti angolature. La veste riccamente ornata della sposa, con la corona sul capo, la tovaglia, la stoffa che copre le pareti della stanza, l'anfora sulla loggia in alto, stoviglie e bicchieri richiamo alla vita tipica del trecento.

Dati essenziali

1290-1295 circa, tempera e oro su tavola, Basilica di Santa Maria Novella, Firenze È una delle opere più antiche di Giotto, la dipinse quando aveva circa vent’anni ed è ricordata da tre fonti antiche: le Vite di Giorgio Vasari, i Commentari di Lorenzo Ghiberti ed il testamento di un certo Ricuccio di Puccio del Mugnaio. Questo crocifisso riprende il tema del Christus patiens introdotto nella prima metà del XIII secolo da Giunta Pisano: Giotto lo rinnovò, dipingendolo con una posa più naturalistica. A sinistra e a destra, troviamo raffigurati a mezzo busto, le figure dei dolenti: rispettivamente la Madonna e San Giovanni Evangelista

Committenza

Ha lavorato per diversi potenti e mecenati durante la sua carriera, tra cui: famiglie di nobili fiorentini, contribuendo così alla scena artistica di Firenze, la Famiglia degli Scrovegni, in particolare per Enrico degli Scrovegni, per il quale ha creato gli affreschi, a Padova, degli Scrovegni. Inoltre Giotto ha realizzato importantissime opere d’arte per la Chiesa Cattolica, tra cui la Basilica di San Francesco ad Assisi, dove dipinse diversi affreschi. È chiaro, perciò, che Giotto, avendo operato in una società ricca di cambiamenti e trasformazioni, in un’epoca di rinascita culturale, sociale e soprattutto artistica, ha contribuito così allo sviluppo delle opere artistiche, ma in particolare ha avuto un importante impatto sulla società del suo tempo, definendo in parte il Rinascimento italiano. Andava verso diverse committente, le quali erano molto importanti, perchè c'erano istituzioni politiche. Scelse sempre come committenza la classe borghese, quindi uomini nuovi che potevano apprezzare il suo stile. Uno dei suoi committenti più importanti fu l'ordine dei francescani, il quale era molto ricco ed era uno dei più aperti al cambiamento rispetto agli altri ordini ecclesiastici.

Coretto

Questa raffigurazione si trova all’interno della Cappella degli Scrovegni, sui due lati dell’arco trionfale. Sembra che Giotto voglia aprire l’arco che ci conduce all’altare per farci vedere qualcosa che sta oltre questo spazio, sono coperte da volte a crociera, con le costole gotiche alla cui intersezione è appeso un lampadario in ferro, e sulle pareti si intravede il cielo azzurro. Diversi studiosi lo definiscono un esperimento illusionistico, per via della prospettiva e dalla profondità data dalle luci all’interno dell’edificio.

Fortuna

Le opere e le innovazioni di Giotto furono ammirate già nel suo tempo, poiché rappresentavano una svolta significativa nell'arte. Giotto infatti introdusse la prospettiva e un maggiore realismo nella pittura, andando oltre lo stile medievale. Successivamente, nel Rinascimento, fu visto come una fonte d'ispirazione per artisti come Masaccio e Michelangelo, che cercarono di emulare la sua capacità di dare vita alle figure umane. Nel diciottesimo secolo, l'arte di Giotto fu rivalutata come un antecedente del neoclassicismo. In generale il suo lavoro continua a essere considerato fondamentale nella storia dell'arte, riconosciuto per aver gettato le basi dell'arte rinascimentale e per aver influenzato profondamente l'evoluzione dell'arte occidentale.

Gli affreschi sono realizzati per una cappella lunga 29,26 m, larga 8,48 m e con un’altezza al vertice della volta pari a 12,80 m. Questo spazio è decorato con episodi della vita di Gesù partendo dagli eventi che la precedono, riguardanti la Madonna, i genitori della Madonna, i Santi Gioacchino ed Anna fino ad arrivare alla Pentecoste. Partendo dall’alto e, volgendo le spalle all’ingresso, la parete è interamente coperta dal Giudizio Universale, a destra, in sei affreschi, Giotto ed i suoi aiutanti, realizzarono le Storie di San Gioacchino, probabilmente basandosi sul Protoevangelo di San Giacomo. Sopra l’arco trionfale di fronte l’ingresso è descritta la scena dell’Annunciazione, nella parte centrale sono raffigurate ventiquattro scene della vita di Cristo e la volta è dipinta con un cielo stellato dove sono inseriti dei medaglioni con raffigurati Gesù, la Madonna e dei profeti.

Dopo la morte di Giotto, già un intellettuale del livello di Giovanni Boccaccio, definiva Giotto come uno dei più grandi artisti, lo esaltò notevolmente, sapeva dipingere le cose naturai proprio per come erano, rappresentava unicamente la realtà. Per l’uomo del Medioevo lo stile di Giotto aveva una naturalezza mai vista prima. Mentre per tutto il medioevo si era ritenuta valida la visione del mondo attraverso occhi che lo ordinano secondo principi simbolici, invece che accettare il mondo per quello che è, sembra tornare il grande naturalismo greco e romano. Vedere che il linguaggio greco e romano era tornato fuori fu importantissimo. Giovanni pisano fece la stessa cosa di Giotto, iniziarono a rappresentare figure realistiche e non più stilizzate.

Formazione

Giotto indubbiamente si forma a Firenze, non si è certi ma probabilmente si è formato nell’ambiente di Cimabue, per poi affinare le sue conoscenze nell’ambiente romano, presso maestri come Cavallini. La sua formazione era quindi avanzatissima. C’è una leggenda che racconta l’incontro tra Cimabue e Giotto. Questa leggenda indica che Giotto era uscito dalla sua condizione di pastore grazie al suo talento. Il lavoro dell’artista era completamente chiuso a determinate classi sociali. Dalle analisi dello stile, sembra molto probabile che questo maestro fosse Cenni di Pepo, noto come Cimabue. Con certezza, Giotto viaggiò con Cimabue, visitando per la prima volta Roma intorno al 1280 e Assisi nei successivi anni, durante i quali realizzò alcune delle sue opere più significative. Il più antico lavoro documentato di Giotto ad Assisi risale a circa il 1290, mentre nella basilica di San Francesco ad Assisi, realizzò un ciclo di affreschi raffiguranti le Storie di Isacco.

1301, tempera e oro su tavola, Tempio Malatestiano, Rimini Su base stilistica, è possibile ritenere questo crocifisso successivo a quello di Santa Maria Novella a Firenze, ma precedente a quella del crocifisso di Padova dove il Cristo inizia ad essere raffigurato con un volto più sofferente. La datazione risale circa intorno al 1301-1302.