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Il ratto di Proserpina - Bernini

lisa rusticelli

Created on September 5, 2023

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Transcript

Il ratto di Proserpina

L'opera di Bernini coglie l'azione al culmine del suo svolgimento e offre all'osservatore il massimo del pathos: le emozioni dei personaggi sono infatti perfettamente rappresentate e leggibili attraverso la gestualità e l'espressività dei volti. Plutone è contraddistinto dai suoi attributi regali (la corona e lo scettro) mentre dietro di lui, il feroce guardiano dell'Ade, Cerbero, controlla che nessuno ostacoli il percorso del padrone, girando le sue tre teste in tutte le direzioni. Proserpina lotta inutilmente per sottrarsi alla furia erotica di Plutone spingendo la mano sinistra sul volto del dio, il quale, invece, la trattiene con forza, affondando letteralmente le sue dita nella coscia e nel fianco della donna. Con questo dettaglio, attraverso cui Bernini ha reso con notevole verosimiglianza la morbidezza della carne di Proserpina, lo scultore ha dimostrato il suo stupefacente virtuosismo.

Il mito è uno dei più famosi e dettagliatamente raccontati dai poeti greci, a cominciare dall’Inno omerico a Demetra. Persefone è la figlia bellissima di Demetra. Insieme con alcune amiche, le figlie di Oceano, va spesso nei prati a cogliere fiori. Un giorno però – secondo alcuni presso le pendici dell’Etna in Sicilia –, mentre ammira la straordinaria bellezza di un narciso, compare, su un carro d’oro trainato da cavalle immortali, Ade (Plutone), il dio signore degli inferi fratello di Zeus (Giove) e Posidone (Nettuno). Ade vuole fare di Persefone la sua sposa, e la rapisce mentre questa si dispera e chiama aiuto. Demetra vaga per nove giorni e nove notti alla ricerca disperata della figlia. Al decimo giorno, finalmente, riceve la rivelazione della verità. Demetra è in preda al dolore e alla disperazione per aver perso per sempre la sua amatissima figlia. Non vuole più parlare né prendere cibo. Zeus acconsente infine a restituirle la figlia. Ma Ade aveva fatto mangiare alla fanciulla un chicco di melagrana, in modo che essa, avendo spartito il cibo dei morti, non potesse più tornare con i vivi. Zeus decide quindi che per due terzi dell’anno Persefone potrà rimanere con la madre nel mondo dei vivi, ma dalla fine dell’autunno alla primavera dovrà essere, nel regno dei morti, sposa di Ade.