Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
Basilica di Saccargia e Duomo di Modena
Ricky
Created on August 2, 2023
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
Transcript
BASILICA DI
SACCARGIA
SACCARGIA
PREMERE PER COMICIARE
Descrizione
PROSSIMA PAGINA
L'impianto è ad aula mononavata terminante con un breve transetto su cui si affacciano tre cappelle absidate. I muri sono costruiti utilizzando conci in calcare bianco e basalto nero, secondo la tecnica propria delle maestranze pisane attive nel giudicato turritano alla fine dell'XI secolo. La facciata a tre ordini preceduta, dalla caratteristica bicromia a fasce di bianco calcare e nera pietra basaltica, da un basso portico, nel medesimo stile, con un tetto a capanna. La facciata, vera e propria è ornata da finte logge e trafori in cui è però difficile riconoscere le parti originali da quelle ripristinate all'inizio del Novecento Il portico è aperto da tre archi a tutto sesto sul fronte e due su ciascuno dei lati.
Storia
PROSSIMA PAGINA
Nel 1893 fu ristrutturata da Dionigi scano . in lingua sarda logudorese "s'acca argia" (la vacca pezzata), ma dal nome medioevale, contenuto in documenti in lingua latina: "Sacraria"[1]. Nel 1219 vi si celebrarono le nozze tra Adelasia di Torres ed Ubaldo Visconti Fu completata nel 1116 sulle rovine di un monastero Si trova a Codrongianos Stile romanico pisano Invio XII fine XX In seguito furono eseguiti, da architetti e maestranze di scuola pisana, lavori di ampliamento databili dal 1118 al 1120: l'allungamento dell'aula, l'innalzamento delle pareti, una nuova facciata e la costruzione dell'altissimo campanile.
Hai VINTO
VUOI RIGIOCARe
CLICCAMI
CAMBIA IL TUOPERSONAGGIO
CAMBIA IL TUO PERSONAGGIO
Basilica di Saccargia
Duomo di Modena
DUOMO DI
MODENA
MODENA
PREMERE PER COMICIARE
Descrizione
PROSSIMA PAGINA
Pianta
Lo spazio esterno del Duomo di Modena riflette l’articolazione interna. Una cintura di loggette racchiuse da arcate cieche cinge tutto il perimetro, regalando movimento e dinamicità all’edificio, con un gioco di chiaroscuri. La facciata, divisa in tre campiture da due paraste, è a salienti con tetti spioventi di altezze diverse che disegnano la forma interna delle navate.Il centro è dominato dal portale maggiore, arricchito da un protiro a due piani con un'edicola dalla volta a botte. Il protiro è retto da due leoni stilofori (cioè reggenti una colonna ciascuno) di epoca verosimilmente antica (forse copie di sculture romane). I due portali laterali sono invece aggiunte del XIII secolo, con l'arrivo dei Maestri campionesi. I portali non presentano lunette, mentre sono decorati da sculture gli altri elementi. Numerosi rilievi, tra i quali i quattro celebri pannelli con le Storie della Genesi di Wiligelmo, decorano la facciata. Questi rilievi sono posti al di sopra dei portali laterali e a fianco di quello centrale, sono suddivisi in dodici parti, che vanno dalla rappresentazione di Dio in una mandorla fino al Diluvio Universale (vedi sotto). Sei grosse arcate laterali di altezza e larghezza diverse e racchiudenti trifore a comporre un loggiato sono presenti al di sopra dei portali e sono rette da colonne terminanti con capitelli figurati (le due arcate interne più piccole sono rette dalle paraste e dai muri del protiro). Una fila continua di archetti pensili corre al di sotto del loggiato. Il grande rosone venne aggiunto dai Maestri campionesi nel XIII secolo assieme al Cristo in gloria in alto e ai due portali laterali, che comportarono lo spostamento dei pannelli di Wiligelmo.
Esterno e Facciata
Il Duomo di Modena ha una pianta a tre navate priva di transetto con presbiterio sopraelevato,in quanto sotto si trova la cripta che conserva il sepolcro di San Geminiano. Le tre navate sono separati da grandi archi a tutto sesto, che poggiano su pilastri compositi alternati da colonne. Si trova anche un finto matroneo, che riprende il motivo della loggia percorribile all,esterno, utilizzato per alleggerire la stuttura. Sopra il matroneo c'è un cleristorio aperto da pccole finestre che lasciano passare una debole. Sono da ammirare i capitelli delle numerose colonne, tutti diversi per forma e dimensioni: alcuni sono in stile corinzio, altri recanti motivi vegetali. Ben sette capitelli hanno raffigurazioni animali o umane dal preciso significato simbolico: Sirene bicaudate sfingi leoni addossati montoni addossati leone, toro, angelo e aquila, simboli dei quattro evangelisti uomini di fede ad occhi spalancati che escono dalla vegetazione Aquile ad ali spiegate Alcuni caratteri formali li assimilano alla scultura preromanica lombarda e si può quindi concludere che sono opera dei lapicidi che scesero a Modena al seguito di Lanfranco, i cosiddetti Maestri Comacini. Vi si trova la Madonna col Bambino, una servetta e due santi, forse raffiguranti i coniugi Porrini committenti del gruppo di terracotta dipinta di Guido Mazzoni del 1480. È detto gruppo Porrini o, anche, Madonna della Pappa per il gesto familiare della goffa fantesca che soffia su una ciotola per rendere la temperatura della pappa al giusto valore prima di darla al Bambino. Notevole è l'originalità del tema trattato e il realismo delle figure di dimensioni uguali al vero.
Interno
Le sculture del Duomo di Modena sono parte integrante del complesso monumentale e costituiscono la più importante testimonianza del rinascere dell'arte scultorea su scala monumentale in Italia, punto di partenza per i successivi sviluppi artistici nel Nord-Italia e oltre. La facciata è dominata dalla decorazione marmorea plastica dovuta in gran parte a Wiligelmo, che scolpì i quattro grandi rilievi con le Storie della Genesi, un tempo allineati molto probabilmente ai lati del portale centrale (dove ne sono collocati ancora due) e poi spostati con l'apertura dei portali laterali (gli altri due infatti sono al di sopra delle porte laterali). Le quattro scene, rappresentate sotto una galleria di archetti talvolta sorretti da colonnine nello sfondo, si leggono da sinistra a destra e sono: Creazione dell'uomo, della donna e Peccato Originale, Rimprovero, Cacciata dal Paradiso Terrestre e Lavoro di Adamo ed Eva, Sacrificio di Caino e Abele, Uccisione di Abele e Rimprovero divino, Uccisione di Caino, l'arca del diluvio, uscita di Noè dall'arca. Sono attribuiti a Wiligelmo anche altri rilievi: Due Cervi affrontati leone e pantera con serpenti avvinghiati figura umana nuda che cavalca un mostro Capitelli al livello della loggetta (motivi figurati con teste di animali, teste e mascheroni di uomini e donne e telamoni ricurvi sotto il peso del pulvino). Anche la decorazione del portale centrale è certamente di Wiligelmo. Un tralcio di vite abitato si sviluppa sulle parti frontali degli stipiti e dell'archivolto, a simboleggiare il cammino della vita irto di pericoli, tribolazioni e tentazioni, rese dai vari animali e creature fantastiche e uomini in lotta con questi, ma anche costellato di buoni incontri con figure positive. Due talamoni, simbolo di giusti virtuosi, ne sorreggono il peso ai due lati in basso, mentre in alto sull'archivolto un giano bifronte sovrasta il tralcio, a rimarcare il passaggio dalla vita precedente la venuta di Cristo (fuori dalla chiesa) a quella con Cristo (interno della Chiesa). L'architrave mostra invece una mascherone al centro, il cosiddetto Green Man; esso ha origine in epoca classica (o forse addirittura preistorica), e il suo significato non è del tutto chiaro ma certamente relativo alla forza generativa e comunicativa della natura. Nel Medioevo fu reinterpreato in chiave cristologica: con la sua parola (il verbo) e forza divine genera il creato, ma dona anche resurrezione attraverso i suo frutti (l'uva), raccolti da un contadino e un chierico (o ricco) virtuosi raffigurati ai lati. All'interno degli stipiti sono le dodici figure di profeti che previdero la venuta di Cristo, che sorreggono i contenuti dell'architrave. Di Wiligelmo sono anche i profeti Enoc ed Elia che sostengono l'iscrizione dedicatoria della chiesa, e i due genietti alati con serto appoggiati su fiaccole rovesciate, certamente ripresi da modelli dell'antichità che egli doveva aver visto
Statue
Storia
PROSSIMA PAGINA
La storia
La storia di Modena è strettamente correlata a quella del suo Duomo, la Cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano: è proprio attorno alla chiesa principale di Mutina (l’edificio predecessore del nuovo duomo) che si viene a formare il nucleo abitativo che oggi costituisce il centro di Modena. Il primo mattone per la costruzione della Cattedrale viene posato il 9 giugno 1099 proprio là dove sorgeva la precedente chiesa. L’edificazione di questo nuovo edificio religioso viene fortemente sostenuta non solo dal clero ma da tutta la popolazione e dalla contessa Matilde di Canossa, governatrice di un vasto territorio che comprendeva Lombardia, Emilia e Romagna. Il progetto del Duomo viene affidato a Lanfranco, un architetto lombardo che riesce a compiere un’impresa quasi miracolosa: in soli sette anni riesce a regalare una nuova Cattedrale alla città di Modena e a creare un’opera architettonica stupefacente, sia per l’epoca che per i contemporanei, e un capolavoro di architettura romanica, oggi Patrimonio UNESCO, rimasto intatto anche dopo il disastroso terremoto del 1117.
GameOver
Grazie per aver prestato attenzione