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giusi liguori
Created on June 6, 2023
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Transcript
LIGUORI GIUSI
LA RELIGIONE NEL MONDO GRECO-ROMANO
06/10/18
Indice
La religione
la religione greca
la religione romana
La religione
01
la religione
il sentimento religioso è comparso molto presto nelle comunità umane;ne abbiamo testimonianza del culto dei morti che ho lasciato traccia archeologiche già nell’età paleolitica.ci mancano informazioni dirette sul carattere che avevano le prime manifestazioni di un pensiero religioso ma supponiamo che in quelle prime società si siano sviluppate forme di animismo che riconosceva caratteri di divinità alle piante agli animali ai fenomeni naturali. Nell’epoca in cui si svilupparono le antiche civiltà del vicino oriente, le religioni avevano assunto tutta una forma politeistica. nel politeismo le divinità erano molte spesso personificazioni di fenomeni naturali.qualche volta un dio o una dea assumeva un valore più importante degli altri ma tutti loro avevano gli stessi poteri.
Tutto il mondo antico fu politeista; l’unica eccezione è quella del popolo ebraico che ha sviluppato un culto fondato su unico Dio. Nel mondo politeistico i rapporti fra le diverse religioni erano semplici e improntati a una generale tolleranza: ciascuno aveva le sue divinità e non avevano motivo di mettere in discussione quelli dei vicini.quando due popoli si trovano in conflitto e chiedevano aiuto alle divinità l’esito del conflitto stabiliva anche una forma di gerarchia fra le divinità.chi vinceva la guerra dimostrava in questo modo di avere dalla sua parte divinità più potenti.difficilmente il monoteismo ebraico poteva adattarsi a una regola di quel tipo anche perché gli ebrei affermarono che quel Dio solitario che essi avevano scelto e con il quale avevano stabilito un patto di alleanza era l’unico di esistente e pertanto tutti gli altri dei erano falsi
La religione ebraica rimaneva vincolata quel particolare fatto stabilito tra Dio e il popolo e questo impediva di proporsi come religione universale.lo fece il cristianesimo che stabilì che non c’era più alcuna differenza fra ebrei non ebrei e che quella nuova religione si proponeva come religione di tutti.il primo monoteismo universalistico fu dunque il cristianesimo. Ancor più rapido fu la diffusione dell’Islam che si espanse regioni meridionali del Mediterraneo e in Asia, anche questa religione si dichiarava pertanto universale.
la libertà religiosa
ieri
oggi
Già nelle società antiche al potere politico veniva ricondotta la divinità e in molti casi il sovrano era considerato un Dio.ora si diceva che fosse Dio a conferire il potere politico ai sovrani i quali governavano in suo nome .L’intreccio molto stretto che queste religioni hanno intrattenuto con la sfera politica ha pesato a lungo nel corso della storia. Una svolta importante avvenne nell’Occidente cristiano, proprio in seguito un periodo di violente guerre di religione in cui si erano contrapposti paesi cattolici e protestanti.alla metà del XVII secolo si stabilì un accordo di pace in cui tutte le confessioni cristiane venivano riconosciute e gli Stati europei accettavano che ciascuno potesse scegliere la fede che preferiva. Si trattava di un primo passo per l’affermazione del principio di tolleranza in base al quale deve essere accettato un orientamento religioso diverso dal proprio e nessuno può essere perseguitato per la sua fede anche se gli altri la considerano sbagliata.
Attualmente la libertà religiosa è allargata ma dobbiamo osservare che persistono ampie aree di chiusura ed intolleranza specialmente nel mondo islamico dove sono presenti correnti fondamentaliste che impongono una applicazione rigida della dottrina religiosa e attaccano come un pericoloso nemico chi se ne discosta.
02
LA RELIGIONE GRECA
La religione greca
la religione costituiva, nell’antica Grecia, l’elemento unificante sia nella vita politica, sia nei rapporti sociali della comunità.il culto manteneva uno stretto legame con la vita politica ma disciplinava anche le pubbliche attività. Momento fondamentale del culto di una divinità era il sacrificio animale, che prevedeva un preciso cerimoniale. un altro tipo di sacrificio era costituito dall’offerta di prodotti, spesso primizie, provenienti dalla terra; offerta importante era anche la libagioni, ossia il versamento a terra di un liquidò che veniva spesso associato all’invocazione una preghiera.la preghiera era parte integrante di ogni cerimonia non esisteva rituali senza preghiera né preghiere importanti senza rituale.la forma di preghiera più elementare era quella costituita da semplici costruzioni verbali a volte privi di senso che solitamente accompagnavano riti sacrifici danze. Esisteva naturalmente anche un tipo di preghiera più strutturata verbalmente in cui l’orante formulava la propria richiesta e prometteva offerte o sacrifici in cambio della realizzazione della stessa.
Il luogo del culto era il tempio: in quanto edificio culturale e sto sul viva la funzione di casa del Dio la cui immagine era conservata nella cella.a differenza di quanto vali per la chiesa cristiana il tempio greco non era però luogo dove si praticava il culto: infatti i culti avevano luogo nell’area sacra attorno all’edificio dove vi era anche l’altare.
Gli dei e le feste
gli dei venerati dai greci erano quelli del Pantheon tradizionale: tra questi ricordiamo Zeus, il padre degli dei e più forte di tutti, era Poseidone, Atena, Apollo, Artemide, Afrodite, Hermès.esistevano poi una miriade di altri esseri divini semi divini e durati nei culti. Importanti erano anche i culti e le singole Polis: ogni cittadino deve osservare anche il culto della divinità poliade,ovvero protettrice della città. Un altro momento fondamentale della vita religiosa di greci era quello delle feste : le più famose erano quelli delle tesmoforie, celebrato in onore di Demetra da soli donne. C’erano poi le carne in onore di Apollo che si svolgevano Sparta mentre invece, ad Atene, i più grandi festeggiamenti erano costituiti dalle Panatenee in onore di Atena.
l'hybris
I Greci utilizzavano la parola hybris per definire la tracotanza e la superbia che affliggeva questi individui. L'uomo che è accecato dal proprio ego e che si sopravvaluta, spesso prevaricando gli altri ed infangandoli, pecca di orgoglio e proprio per tale motivo a lui deve essere inflitta una pena. Poiché ha violato la legge umiliando gli altri e poiché si è ritenuta pari agli dei, la persona altezzosa deve essere condannata e punita dalla legge terrena o da quella divina. Coloro i quali rifiutano di riconoscere i poteri degli dèi sono degli empi ed il loro difetto è la hybris, quell'arroganza sfacciata che si palesa quando si pretende di oltrepassare i limiti imposti dalla natura, dal destino o dalla legge.A confondere gli esseri umani è Ate, la figlia maggiore di Zeus che induce in errore gli uomini e li fa peccare in tracotanza, Ma sul versante opposto si muove Dike, la Giustizia, un'altra figlia di Zeus che invece cerca di rimettere a posto le cose e che prima o poi arriva inesorabile a colpire gli uomini empi, a rimettere equilibrio nelle situazioni.
Ricordiamo, ad esempio, Tantalo che aveva avuto il privilegio di poter partecipare al banchetto divino, di condividere del tempo con il pantheon greco ma che commise degli atti contrari all'etica, violando le regole dell'ospitalità. La sua colpa fu quella di avere offerto a loro un cibo terribile: le carni di suo figlio Pelope. Ma secondo un'altra versione del mito, Tantalo aveva addirittura rubato il nettare e l'ambrosia agli dei e per questo la punizione di Zeus fu immediata. Non si poteva essere così superbi da poter pensare di ingannare gli esseri celesti in questa maniera arrogante. Per questo motivo Tantalo venne ucciso all'istante e scagliato nell'Ade dove visse immerso in una palude sino al collo e quando, rovesciando la testa, cercava di bere l'acqua scompariva mentre quando cercava di mangiare, allungando la mano per cogliere i frutti che erano sopra un ramo, il vento spostava la fronda, facendolo rimanere a becco asciutto.
LA RELIGIONE ROMANA
03
La religione romana
La religione romana era politeista e fu influenzata sia dalle tradizioni religiose dei popoli abitanti la penisola italica sia dalla religione greca. Una delle caratteristiche della religione romana fu quella di essere aperta nei confronti delle religioni di altri popoli, di cui spesso assimilò divinità, credenze e riti. La pax romana consisteva proprio in questo cioè rispettare le tradizioni religiose, politiche e sociali dei popoli conquistati e integrarle con la legge e la giurisdizione di Roma. La religione aveva poi una funzione prevalentemente sociale e politica, per mezzo della quale tutti i sudditi erano chiamati a riconoscere ed onorare la potenza degli dei, grazie alla quale l’impero esisteva. Essa non affondava le sue radici nella coscienza degli uomini, non li aiutava nei momenti difficili, non consolava i loro dolori e non forniva speranze per questa e per l’altra vita. Lo stesso imperatore pretese col tempo di essere adorato come una divinità, e per questo assunse il titolo di pontefice massimo che aspettava al capo del collegio dei sacerdoti. Tale pretesa garantiva l’unità della pax romana perchè tutti i popoli sottomessi erano uniti nell’adorazione all’imperatore.
il culto
Durante l’impero la religione ufficiale consisteva sostanzialmente in due culti; quello rivolto all’imperatore e quello delle tre divinità del Campidoglio, ovvero Giove, Giunone e Minerva. C’erano però a disposizione del popolo, una serie di altri culti, credenze e dottrine che andavano a soddisfare le profonde esigenze della propria coscienza religiosa. Si seguivano antichi culti locali e alcuni culti importati dall’OrienteP.iù che di attaccamento alla religione vera e propria possiamo parlare di sentimenti legati ai riti destinati a invocare la protezione divina. I romani considerarono sempre il rapporto con il mondo divino essenzialmente come un contratto: il singolo individuo, o un gruppo familiare o sociale, o se vogliamo l’intera comunità, prestavano agli dei il culto dovuto ma si aspettavano in cambio, e a volte quasi pretendevano, il soddisfacimento delle loro invocazioni. La richiesta, doveva avvenire con un preciso formulario e con riti e sacrifici compiuti secondo un preciso e minuzioso rituale rimasto invariato attraverso i secoli. L’esigenza della precisione nei riti e nei sacrifici potrebbe far pensare a numerosi interventi di personaggi particolarmente addetti a tali funzioni, invece a Roma non si costituì mai una casta sacerdotale chiusa, e i sacerdoti, che pure esistettero, si trovavano in una posizione al di sotto rispetto al potere politico, così come la religione, nel suo insieme, assumeva una funzione soprattutto sociale.
i sacerdoti
Nell’età monarchica era il Re che stava a capo della vita religiosa; con la repubblica invece la funzione venne ereditata dai consoli. Il controllo sulla sfera del sacro era esercitata dal collegio dei pontefici che aveva a capo il pontefice massimo che veniva scelto fra i cittadini più eminenti. Altri collegi sacerdotali comprendevano i flamini, addetti al culto di determinate divinità, gli àuguri, incaricati di leggere la volontà degli dei interpretandone alcuni segnali; vi erano poi i Salii, che celebravano particolari riti in onore di Marte e le sei vergini Vestali che, in un tempio posto nel Foro, serbavano perennemente acceso il fuoco di Vesta, simbolo della grande famiglia comprendente l’intero popolo romano. Vestali a parte, i sacerdoti non si occupavano del loro incarico come una professione unica ed esclusiva, ma erano cittadini impegnati in altre attività, private o pubbliche. Gli stessi magistrati prendevano le funzioni di sacerdoti nei principali atti di culto, così come il pater familias officiava, nella sua casa, il culto dei lari e dei penati. Parte integrante del culto ufficiale era l’arte della divinazione grazie alla quale si poteva riconoscere e interpretare il volere degli dei attraverso alcuni segni apparentemente normali o insignificanti e che potevano essere palesi oppure non visibili. i romani e altri popoli italici praticavano anche l’avispicio, cioè l’osservazione del volo degli uccelli da parte degli àuguri, proprio come fecero Romolo e Remo per stabilire chi dei due dovesse fondare la città eterna.
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