Want to create interactive content? It’s easy in Genially!
lo sfruttamento minorile
Diana Campaioli
Created on June 4, 2023
Start designing with a free template
Discover more than 1500 professional designs like these:
Transcript
Lo sfruttamento minorile
Di Diana Campaioli
Start
DEFINIZIONE DI LAVORO MINORILE
Definzione di lavoro minorile
Il lavoro minorile è definito come l’attività lavorativa che priva i bambini e le bambine della loro infanzia, della loro dignità e influisce negativamente sul loro sviluppo psico-fisico. Esso comprende varie forme di sfruttamento e abuso spesso causate da condizioni di estrema povertà, dalla mancata possibilità di istruzione, da situazioni economiche e politiche in cui i diritti dei bambini e delle bambine non vengono rispettati, a vantaggio dei profitti e dei guadagni degli adulti. Ai bambini in situazione di lavoro minorile viene negato il diritto di andare a scuola, la possibilità di giocare e di godere dei loro affetti. Molti bambini sono coinvolti nei processi produttivi dell’economia globalizzata: in agricoltura, in miniera, nei servizi e nelle industrie per la produzione di beni destinati all’esportazione. Essi sono spesso reclusi, emarginati, esposti a sofferenze fisiche e psicologiche. Il lavoro minorile è un fenomeno di dimensioni globali.
Percentuali di bambini lavoratori nel mondo
Secondo le ultime stime dell’ILO , sono ancora 152 milioni i bambini e adolescenti — 64 milioni sono bambine e 88 milioni sono bambini — vittime di lavoro minorile. Metà di essi, 73 milioni, sono costretti in attività di lavoro pericolose che mettono a rischio la salute, la sicurezza e il loro sviluppo morale
55%
Bambini costretti a lavori pericolosi
Definizione di lavoro minorile
l lavoro minorile è quindi qualsiasi tipo di lavoro che:
- è mentalmente, fisicamente, socialmente o moralmente pericoloso e dannoso per i bambini;
- interferisce con la loro istruzione privandoli dell'opportunità di frequentare la scuola, obbligandoli ad abbandonare prematuramente la scuola o richiedendo loro di cercare di conciliare la frequenza scolastica con un lavoro troppo lungo e pesante.
+ info
Definizione di lavoro minorile
L'Organizzazione internazionale del lavoro utilizza le seguenti definizioni nelle sue pubblicazioni, che sono spesso utilizzate come riferimento nell'analisi del lavoro minorile:
- Un "minore" è una persona di età inferiore ai 18 anni.
- Il lavoro è definito come un'"attività economica", sia che venga retribuita o meno. I bambini sono divisi in cinque categorie: lavoratori, lavoratori e studenti, studenti non lavoratori, lavoratori domestici, e non impiegati in alcun'attività (perché malati, o riceventi educazione informale, ecc.) .La Convenzione ILO sull'età minima del 1973 (n. 138) è il documento di riferimento su questo argomento. La convenzione distingue un'età minima generale, un'età minima per il lavoro leggero e un'altra per il lavoro pericoloso. L'età minima generale deve essere fissata in misura non inferiore all'età in cui termina la scuola dell’obbligo, né in ogni caso inferiore ai 15 anni; può però essere abbassata a 14 anni, previa consultazione delle organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori interessati, in quegli Stati "la cui economia e le cui istituzioni scolastiche non sono sufficientemente sviluppate."
Paesi in cui il lavoro minorile è più diffuso
- India =55-60 milioni;
- Nigeria = lavorano 12 milioni di minori;
- Pakistan: sono 8 milioni i bambini ridotti in schiavitù per debiti
- Brasile: lavorano 7 milioni di bambini
- Filippine: i minori che lavorano sono 2.200.000;
- Thailandia: il 32% dell?intera forza lavoro è costituito da minori
Lavoro "leggero" e lavoro "pericoloso"
La "Convenzione nº 138 sull’età minima" dell'OIL, definisce i lavori "leggeri" e "non pericolosi". In questa definizione rientrano tutti quegli impieghi che possono essere svolti dai minori, senza recare danno alla loro salute fisica e mentale o pregiudicare la normale frequenza scolastica o la partecipazione ai programmi di orientamento professionale. Un lavoro "pericoloso" è invece definito dalla "Raccomandazione sulle forme peggiori di lavoro minorile" del 1999 dell'OIL come qualsiasi tipo di impiego che mini la salute psicofisica, la sicurezza e la morale del minore impiegato. Vengono individuati come lavori pericolosi quelli che:
- espongono i minori ad abusi fisici, psicologici o sessuali;
- i lavori svolti sotterra, sottacqua, ad altezze pericolose e in spazi ristretti;
- i lavori svolti mediante l’uso di macchinari, attrezzature e utensili pericolosi o che implichino il maneggiare o il trasporto di carichi pesanti;
- i lavori svolti in ambiente insalubre tale da esporre i minori, ad esempio, a sostanze, agenti o processi pericolosi o a temperature, rumori o vibrazioni pregiudizievoli per la salute;
- i lavori svolti in condizioni particolarmente difficili, ad esempio con orari prolungati, notturni o lavori che costringano il minore a rimanere ingiustificatamente presso i locali del datore di lavoro.
Peggiori forme di lavoro
Secondo la "Convenzione nº 182 sulle forme peggiori di lavoro minorile" dell'OIL, alcune forme di lavoro minorile sono classificate come le "peggiori forme di lavoro".Questa definizione include:
- tutte le forme di schiavitù o pratiche analoghe alla schiavitù, quali la vendita o la tratta di minori, la servitù per debiti e l’asservimento, il lavoro forzato o obbligatorio, compreso il reclutamento forzato o obbligatorio di minori ai fini di un loro impiego nei conflitti armati;
- l’impiego, l’ingaggio o l’offerta del minore a fini di prostituzione, di produzione di materiale pornografico o di spettacoli pornografici;
- impiego, l’ingaggio o l’offerta del minore ai fini di attività illecite, quali, in particolare, quelle per la produzione e per il traffico di stupefacenti, così come sono definiti dai trattati internazionali pertinenti;
- qualsiasi altro tipo di lavoro che, per sua natura o per le circostanze in cui viene svolto, rischi di compromettere la salute, la sicurezza o la moralità del minore.
StORIA DEL FENOMENO
Storia del fenomeno : antichità
Non ci sono dati concreti sull'inizio dello sfruttamento minorile in ambito lavorativo. Sono tuttavia presenti numerosi riferimenti all'utilizzo nell'antichità di forme di sfruttamento legate alla schiavitù o al lavoro agricolo e di allevamento. Il fenomeno del lavoro minorile risale sin dagli albori dell'uomo, ed era intrinseco nelle società preindustriali. I bambini partecipavano attivamente alle attività produttive e sociali, come l'accudimento dei bambini, la caccia e l'agricoltura, appena erano in grado di farlo. Il lavoro dei bambini era importante nelle società preindustriali, in quanto i bambini avevano bisogno di fornire il proprio lavoro per la sopravvivenza propria e della propria comunità. Dato che le società preindustriali erano caratterizzate da una bassa produttività e da una breve aspettativa di vita, impedire ai bambini di partecipare al lavoro sarebbe stato più dannoso per il loro benessere e quello del loro gruppo nel lungo periodo. Nelle società preindustriali, i bambini non avevano bisogno di frequentare la scuola. Ciò vale in particolare per le società primitive. La maggior parte delle abilità e delle conoscenze preindustriali erano trasmissibili attraverso la pratica o l'apprendistato da parte di adulti competenti. I bambini spesso apprendevano un mestiere all'interno del proprio nucleo familiare, contribuendo da subito alla sua sopravvivenza.
+ info
Storia del fenomeno : rivoluzione industriale
Bambini e adolescenti hanno sempre lavorato, ma il fenomeno non fu considerato un problema sociale se non dopo l'avvento della rivoluzione industriale, che introdusse tempi e metodi di lavoro mai visti prima nella storia dell'umanità, fortemente penalizzanti per il lavoratore. La rivoluzione industriale avvenne in primo luogo nel Regno Unito e in Francia alla fine del XVIII secolo e l'inizio del XIX secolo. Mentre molte fabbriche, miniere o cantieri edili impiegavano lavoratori in massa, questi, spesso con famiglie numerose da mantenere e in condizioni di vita basse, incoraggiavano i propri figli ad andare con loro in fabbrica, nelle stesse cattive condizioni degli adulti. La rivoluzione industriale diede inizio allo sfruttamento sistematico del lavoro infantile. I bambini si ritrovarono così a lavorare nei cotonifici dell'Inghilterra settentrionale, nelle banchine e nelle officine tessili del Regno Unito, degli Stati Uniti o nelle filande francesi.l lavoro infantile, così come quello delle donne, portava tre vantaggi ai proprietari industriali: permetteva di ridurre gli stipendi per i lavoratori maschi adulti, permetteva l'occupazione di interi nuclei familiari, accelerando il crollo dello stile di vita del contadino tradizionale, offriva un numero maggiore di dipendenti, consentendo l'uso continuo delle macchine negli stabilimenti
Storia del fenomeno : rivoluzione industriale
La rivoluzione Industriale può non aver aumentato il numero di bambini che lavorano - molti dei quali precedentemente assegnati al lavoro sul campo o a mansioni domestiche - ma le nuove condizioni determinate dall'industrializzazione e dallo sviluppo di una disciplina del lavoro specifica per il funzionamento di nuove fabbriche influenzarono in maniera pesante i bambini lavoratori. Le indagini dell'epoca fornirono valutazioni molto negative. La statistica generale della Francia, ad esempio, del 1840 elencava 130.000 bambini sotto i 13 anni impiegati in stabilimenti con più di dieci dipendenti; il 20% dei minatori di Carmaux erano bambini nel 1850, e intorno al 1840, i bambini rappresentavano il 12% dei lavoratori industriali. I primi rapporti sulla reale condizione dei bambini lavoratori cominciarono a essere redatti da medici, ispettori o funzionari eletti che descrissero accuratamente gli infortuni e le condizioni di lavoro minorile. Allo stesso modo, anche il mondo della letteratura non restò impassibile di fronte al fenomeno: le opere di Charles Dickens, poi Victor Hugo ed Emile Zola ebbero un profondo impatto; il lavoro minorile venne utilizzato per denunciare lo sfruttamento della classe operaia (Karl Marx e Friedrich Engels, nel Manifesto del Partito Comunista, sostennero la proibizione del lavoro minorile)
Storia del fenomeno : progressiva abolizione in Europa e negli Stati Uniti
Verso la seconda metà dell'Ottocento, il lavoro minorile cominciò a diminuire in tutte le società industrializzate, a causa delle regolamentazioni e di alcuni fattori economici, tra cui la crescita dei sindacati. Prima di essere abolito, il lavoro infantile cominciò a essere regolato. In Inghilterra, già dal 1803 ci furono molti tentativi di regolamentare il lavoro minorile, ma fu solo dopo la mobilitazione dei lavoratori che nel 1833 fu promulgato il Factory Act, che vietava l'impiego di bambini al di sotto dei 9 anni nell'industria tessile e limitava l'orario di lavoro giornaliero a seconda dell'età (10 ore per i bambini dai 9 ai 14 anni, 12 ore per quelli dai 14 ai 18 anni); questa legge non è stata estesa a tutte le attività fino al 1853.
Storia del fenomeno : progressiva abolizione in Europa e negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, alcuni stati industriali come il Connecticut o il Massachusetts cominciarono a limitare l'orario di lavoro a dieci ore al giorno nel 1843. In Italia il problema sociale del lavoro minorile venne affrontato dal Parlamento italiano, per la prima volta, intorno al 1880, da parte dei governi della Destra storica. In quegli anni venne proposto un progetto di legge per la riduzione dell'orario di lavoro dei minorenni. Solamente nel 1886, una legge limitò a nove le ore massime di lavoro e vietava il lavoro notturno. Purtroppo la mancanza di qualsiasi controllo impediva il rispetto di queste leggi. A causa dei molti bambini malati, l'esercito prussiano non era più stato in grado di trovare un gran numero di reclute in buona salute. Ecco perché, nel 1839, fu emanata una legge che proibiva il lavoro in fabbrica per i bambini sotto i 10 anni. I bambini di età compresa tra 10 e 16 anni avrebbero potuto lavorare fino a un massimo di 10 ore al giorno, vietato il lavoro notturno e di domenica. Nel 1853 l'età minima fu aumentata a 12.L'introduzione della scuola dell'obbligo fu il fattore più decisivo per ridurre il lavoro minorile in Europa. La scuola entrò per la prima volta in conflitto con la fabbrica: per i genitori, la scuola era costosa, mentre avere un figlio lavoratore migliorava le condizioni economiche familiari; per gli industriali, l'orario scolastico entrava in conflitto con gli orari lavorativi.
Rosso Malpelo
Affronta il tema dello sfruttamento minorile anche Giovanni Verga nella novella Rosso Malpelo , checomparve per la prima volta sulla rivista "Il Fanfulla" nel 1878. Malpelo è un ragazzino con i capelli rossi. All'epoca in cui è ambientata la novella di Verga, per via delle superstizioni popolari, i capelli rossi erano indice di malizia e per questo motivo il ragazzo viene trattato male dai concittadini. Preferisce, quindi, starsene per conto suo. Neanche la madre lo ama molto: non ha mai accettato il fatto che abbia deciso di andare a lavorare nella cava e non si fida di lui, pensa che rubi i soldi dello stipendio che porta a casa. L'unico con cui sembra andare d'accordo è il padre, Mastro Misciu, il cui soprannome è Bestia. Anche il padre lavora alla cava ed è l'unico ad avergli dimostrato un po' di affetto. Per questo motivo quando gli altri operai cercano di prendere in giro il padre, Malpelo lo difende sempre.
Un giorno alla cava arriva a lavorare Ranocchio, un ragazzino che si è lussato il femore e che non può più fare l'operaio a causa della sua zoppia. Malpelo lo prende subito di mira e cerca di farlo reagire a suon di insulti e botte. Ranocchio non si difende e Malpelo lo picchia sempre di più: vuole che Ranocchio impari a reagire e che capisca che la vita non è facile, bensì una sfida continua.In realtà Malpelo si è affezionato a Ranocchio e spesso gli dà parte del suo cibo e lo aiuta nei lavori più pesanti. Finalmente viene recuperato il cadavere di Mastro Misciu e Malpelo tiene come un tesoro i pochi oggetti posseduti dal padre. Purtroppo ben presto anche Ranocchio muore, di tisi, Malpelo è sempre più solo (la madre si è risposata e non vuole avere a che fare con lui e anche la sorella si è trasferita in un altro quartiere) e finisce per scomparire nella cava dopo che gli era stato assegnato il compito di esplorare una galleria sconosciuta. Nessuno avrebbe mai accettato un compito così pericoloso, ma Malpelo ormai non ha più niente da perdere: prende pane, vino, attrezzi e vestiti del padre ed entra nella galleria per non uscirne mai più. La sua unica vendetta da morto è aver instillato il terrore negli altri operai che hanno sempre paura di vederlo spuntare fuori all'improvviso con i suoi capelli rossi e i suoi occhiacci.
Alcune scene tratte dal film di Rosso Malpelo
+ info
Storia del fenomeno : XX secolo
Agli inizi del Novecento, cominciarono a essere messe in campo misure per abolire definitivamente il lavoro infantile nei paesi industrializzati. Negli Stati Uniti, i pionieri di questo sforzo furono il Comitato National Child Labor Committee, creato nel 1904, e i numerosi comitati statali per il lavoro minorile. Queste organizzazioni, impiegarono tattiche flessibili e furono in grado di resistere alla frustrazione delle sconfitte e al lento progresso. Fra il 1902 e il 1915 furono promulgate numerose leggi di contrasto del lavoro infantile, sino ad arrivare alla "Keating- Owen Act", firmata dal presidente Wilson fra il 1916 e il 1918, che vietava il commercio di beni prodotti con l'uso di lavoro minorile. Questa legge fu però giudicata incostituzionale dalla Corte Suprema e annullata. Fu però la Grande Depressione, e il successivo piano di politica economica del New Deal a cambiare gli atteggiamenti politici negli Stati Uniti, e riformare il lavoro minorile: il Fair Labor Standards Act del 1938 regolamentò il lavoro e proibì l'utilizzo di minori sotto i 16 anni in miniere e fabbriche.
Storia del fenomeno: XX secolo
A livello internazionale l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e l'UNICEF furono create rispettivamente dopo la prima e la seconda guerra mondiale come un modo per portare condizioni di lavoro più sicure per gli adulti, istituire limiti minimi di età per il lavoro, migliorare le condizioni di lavoro per i bambini ed eliminare il lavoro minorile in tutto il mondo. Nel 1919 i membri dell'ILO erano costituiti da paesi della Società delle Nazioni. In totale 41 paesi si riunirono sotto l'OIL. Dopo la seconda guerra mondiale, l'ILO fu affidato e poi finanziato dalle Nazioni Unite. Dopo la seconda guerra mondiale, l'OIL si propose di cambiare le norme sul lavoro minorile non solo con i paesi delle Nazioni Unite, ma anche in tutto il mondo. Negli anni successivi furono redatte diverse convenzioni che prevedettero la regolamentazione e il divieto di uso dei bambini in molti settori lavorativi, specialmente quelli pericolosi
+ info
Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea
Oltre alla Costituzione italiana (entrata in vigore nel 1 gennaio del 1948) nella quale vengono anche sanciti i principi del lavoro , il 7 dicembre del 2000 viene proclamata la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea che si pone dunque come pienamente vincolante per le istituzioni europee e gli Stati membri e, allo stesso livello di trattati e protocolli ad essi allegati, come vertice dell'ordinamento dell'Unione europea. Essa risponde alla necessità, emersa durante il Consiglio europeo di Colonia (3 e 4 giugno 1999), di definire un gruppo di diritti e di libertà di eccezionale rilevanza e di fede che fossero garantiti a tutti i cittadini dell'Unione
Articolo 32
Articolo 32 - Divieto del lavoro minorile e protezione dei giovani sul luogo di lavoro Il lavoro minorile è vietato. L'età minima per l'ammissione al lavoro non può essere inferiore all'età in cui termina la scuola dell'obbligo, fatte salve le norme più favorevoli ai giovani ed eccettuate deroghe limitate. I giovani ammessi al lavoro devono beneficiare di condizioni di lavoro appropriate alla loro età ed essere protetti contro lo sfruttamento economico o contro ogni lavoro che possa minarne la sicurezza, la salute, lo sviluppo fisico, psichico, morale o sociale o che possa mettere a rischio la loro istruzione.
+ info