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IL DAVID, MICHELANGELO
VITTORIA MESSINA
Created on June 3, 2023
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Transcript
IL DAVID
_MICHELANGELO, 16.08.1501_
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UN VERO E PROPRIO SIMBOLO
UN ENORME BLOCCO DI MARMO
IDEALE DI BELLEZZA MASCHILE
MICHELANGELO, UN VERO PRODIGIO
IL -NON FINITO-
leggenda e CRITICHE
L'EROE BAMBINO
UN ENORME BLOCCO DI MARMO
Il 16 agosto del 1501, dopo la cacciata dei Medici e l'instaurazione della nuovaRepubblica fiorentina, l'Opera del Duomo di Firenze incarica Michelangelo di scolpire un enorme blocco di marmo di Carrara in precedenza mal lavorato. Infatti, il blocco di marmo era stato precedentemente sbozzato da Agostino di Duccio nel 1464 e da Antonio Rossellino nel 1476. Le dimensioni e il difetto materiale della pietra rendono l'impresa difficile, ma l'artista non si lascia intimorire e lavora fino al 1503 alla realizzazione della statua del David.
UN VERO E PROPRIO SIMBOLO
La statua doveva essere collocata in uno dei contrafforti esterni posti nella zona absidale della cattedrale. Successivamente si decide di far cambiare posto alla scultura, data anche la forte bellezza. Questa decisione venne presa in carico dalla commissione (dove all’interno si trovava anche Leonardo Da Vinci), dato che la figura poteva simboleggiare la virtù del buon governo e la difesa della patria e così Leonardo decise di collocarla alla Galleria dei Lazi.
IDEALE DI BELLEZZA MASCHILE
Michelangelo si fece costruire un’impalcatura in modo tale che la gente non potesse guardare quello che stava scolpendo. Egli aveva la caratteristica che da un semplice blocco di marmo poteva già capire quale sarebbe stato il risultato finale dell’opera. La statua è tutt’oggi conservata nella Galleria dell’Accademia a Firenze ed è alta 520 cm, inclusa la base di 108 cm ed è rappresentato attraverso un nudo maschile, che nella sua perfezione richiama la bellezza ideale delle statue greche. La posa è quella del contrapposto, possiamo vedere come il braccio destro e la gamba sinistra siano rilassati, mentre le estremità opposte non lo sono. Probabilmente Michelangelo ha scelto di scaricare tutto il peso della scultura sulla gamba destra perché la parte sinistra del blocco era più debole infatti michelangelo si rifà alla tecnica del chiasmo. Nonostante i muscoli dell’eroe siano ancora a riposo nella scena rappresentata la statua trasmette un senso di enorme potenza fisica, che va a sommarsi alla concentrazione mentale trasmessa dall’espressione accigliata del viso. Durante la sua realizzazione Michelangelo perfezionò la tecnica di perforare le pupille affinché potessero evitare la luce e creare un gioco d’ombre che rendesse gli occhi molto più penetranti. Per dare maggiore espressività e risalto lo scultore ha inoltre deciso di ingrandire leggermente le mani e la testa del corpo del David, adottando la tecnica inversa di masaccio, per far sì che dal basso di avesse una vista più armonica.
L'EROE BAMBINO
Questo eroe proveniente dalla Bibbia è rappresentato nel momento che precede il combattimento contro Golia; infatti egli tiene il sacco con cui sconfiggerà il nemico in mano. Il soggetto era già stato rappresentato da altri grandi scultori fiorentini del Rinascimento quali Donatello, Ghiberti e Verrocchio, che però avevano sempre raffigurato Davide come un giovane e dopo che aveva già tagliato la testa al gigante Golia. Michelangelo invece lo rappresenta nel momento prima di scagliare la pietra, e con una bella conformazione fisica (si possono anche vedere le vene nelle mani).
leggenda e critiche
Il ragazzo, deriso da Golia per la giovane età e la mancanza di armatura, sapeva di avere dalla sua parte l’arma più forte: il potere di Dio. Scagliò contro Golia una delle pietre, questa lo centrò in pieno volto e l’uccise. Davide, tra l’esultanza di tutti, prese la spada di Golia e gli tagliò la testa per portarla a Gerusalemme.Mentre michelangelo scolpiva l’opera, uno dei committenti gli disse che la figura aveva un naso troppo grosso, allora lo scultore prese lo scalpello e la polvere di marmo e fece finta di modificarlo. La posizione del David è ripresa dal Doriforo di Policleto.
Genio precocissimo, protetto da Lorenzo il Magnifico che lo accoglie nella sua casa, Michelangelo Buonarroti già nel Cinquecento viene definito il «divino». Le sue straordinarie doti artistiche lo rendono celebre in ogni campo: in grado di progettare edifici, il suo pennello e il suo scalpello hanno creato alcune tra le più importanti opere della storia dell'arte. Artista affermato a Firenze, sua città natale, la sua fama raggiunge presto la corte pontificia, avviando un'alternanza continua di lavoro nelle due città.
-Per lungo tempo si è creduto che il luogo di nascita di Michelangelo Merisi fosse Caravaggio. Attualmente sappiamo che, probabilmente, nacque a Milano. -Si forma nella bottega del pittore lombardo Simone Peterzano, dove ha modo di praticare la pittura dal vero e di sviluppare una particolare attenzione per gli effetti della luce. -A 21 anni Caravaggio arriva a Roma e lavora nella bottega di Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino. Le sue prime opere non passano inosservate, attirando l’interesse del colto cardinale Del Monte. Grazie a quest’ultimo, nel 1559 l’artista ottiene la sua prima commisione pubblica per la Cappella Contarelli, nella chiesa di San Luigi dei Francesi, dove realizza la Vocazione e il Martirio di San Matteo tra il 1600 e il 1601 (in concomitanza col Giubileo). 1610
michelangelo, un vero prodigio
IL -NON FINITO-
La storia della creazione del David mostra una caratteristica della scultura di Michelangelo: posto davanti al blocco di pietra, l'artista lo aggredisce con lo scalpello, lasciando progressivamente emergere la figura desiderata. Questo si comprende bene osservando i Prigioni, statue inizialmente destinate alla tomba di Giulio II e mai finite. Attraverso il lavoro dello scalpello Michelangelo tenta di levare il soverchio», quella materia di troppo che tiene la figura nascosta: man mano che la pietra diminuisce la figura prende for- ma e si libera. I Prigioni sono rimasti a metà del processo, i loro corpi emergono solo in parte dal marmo, prigionieri della materia e del loro stato di «non finito». In molte opere portate a compimento da Michelangelo si possono vedere parti lavorate e levigate e altre appena sbozzate, in cui il «non finito» diventa una scelta preci- sa dell'artista.
GRAZIE PER L'ATTENZIONE!