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Acropoli di Atene

Luca DeFilippis

Created on June 2, 2023

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Acropoli di Atene

Luca De filippis

LA NASCITA DELL'ACROPOLI DI ATENE

Secondo il giuramento fatto dagli abitanti di Atene dopo che la città era stata devastata dai Persiani, nessun edificio sarebbe stato ricostruito sull'Acropoli, a eterna testimonianza dell'offesa subita. Tutto ciò che restava venne seppellito sul posto creando un terrapieno passato alla storia come colmata persiana. Ma trent'anni dopo Pericle, governatore di Atene decide di trasformare quel luogo pieno di macerie in un sito di straordinaria bellezza per mostrare al mondo tutta la potenza e la grandezza di Atene. Per finanziare i lavori previsti decide di usare il tesoro che la Lega delio-attica gli aveva affidato; per il coordinamento dei lavori sceglie lo scultore Fidia, come materiale per gli edifici il raffinatissimo marmo pentelico. Il cantiere si apre con il Partenone, il tempio più importante dell'Acropoli; prosegue con i Propilei, l'ingresso monumentale al complesso, e termina con l'Eretteo, un tempio composto da tre edifici aggregati. Nei secoli seguenti saranno aggiunti altri edifici sia sull'Acropoli sia sulla sua base, ma il momento di massimo splendore resta quello di Pericle e Fidia.

STRUTTURA DELL'ACROPOLI DI ATENE

FORMATO DA:

  • PROPILEI
  • TEMPIETTO DI ATHENA NIKE
  • TEATRO DI DIONISO
  • PINACOTECA
  • PARTENONE
  • ERETTEO

STORIA DEL PARTENONE

447 a.C.

Inizio della costruzione

590 a.C.

Convertito in Chiesa dai Bizantini

1456

Trasformato in moschea dai Turchi Ottomani

22 settembre 1687

Il comandante della flotta veneziana Francesco Morosini, nel tentativo di cacciare i Turchi da Atene, spara una cannonata contro il Partenone, distruggendolo.

STRUTTURA DEL PARTENONE

La sua struttura interna era progettata per ospitare una grande statua di Atena Partenos, la dea protettrice di Atene, oltre ad essere utilizzato come luogo di culto e celebrazioni. Il tempio era di ordine dorico, con una pianta rettangolare e colonne posizionate tutto intorno per creare un peristilio, ossia un portico circolare. La parte centrale del Partenone era divisa in due sezioni principali: la cella o naos, che era la sala interna del tempio, e il pronao, che era la parte anteriore che fungeva da ingresso. All'interno del tempio, la cella era ulteriormente suddivisa in tre navate da due file di colonne. La navata centrale era più ampia delle altre due e terminava con l'opistodomo, una stanza posteriore. Il tetto a doppio spiovente del Partenone era sostenuto da una serie di travi di legno chiamate trave di triglifo, che si appoggiavano sulle colonne. Alcune delle travi erano state decorate con sculture e colori vivaci. Il cuore della cella era dedicato ad Atena Partenos, la cui grande statua era collocata all'interno del naos.

ARTE NEL PARTENONE: frontone orientale

Il frontone orientale raffigurava la mitica nascita di Atena dal cranio di Zeus: il mito, raffigurato nella parte centrale, è oggi completamente perduto. Ai lati stavano altre divinità che assistevano all'evento, di difficile identificazione. Gli angoli erano probabilmente occupati dalle raffigurazioni del carro del Sole, guidato da Helios (a sinistra) e della Luna, condotto da Selene (a destra), che davano l'orizzonte temporale simbolico del racconto. Partendo da sinistra si incontra una statua sdraiata che guardava verso il carro del Sole, probabilmente Dioniso, seguito dal gruppo di Demetra e Persefone, alle quali accorre una donna per portare la notizia prodigiosa, forse Artemide o Iris. Sull'altra metà, quella destra, tre figure femminili stanno sedute o semisdraiate: si tratta forse di Hestia, dea del focolare domestico, che si sta alzando facendo leva sul piede destro, Dione e Afrodite, reclinata nel grembo della madre; tuttavia alcuni ritengono che queste ultime due rappresentino il mare (Thalassa) in grembo alla terra (Gaia). Altre statue perdute completavano la scena. La tensione psicologica attraversa le statue, anche se spesso acefale, a giudicare dai ritmi armoniosi e controllati nei movimenti. Le figure femminili sono vestite dal tipico panneggio fidiaco a effetto bagnato, con un tessuto delicatissimo animato da pieghette minute, che aderiscono al corpo rivelandone l'anatomia. Su tale effetto gioca la luce creando magistrali effetti chiaroscurali, senza precedenti nel panorama della scultura greca. I nudi appaiono possenti e atteggiati in maniera estremamente naturale. Il Dioniso ad esempio allarga le ginocchia in obliquo, accentuando l'effetto di profondità spaziale e rompendo quel contenimento nello spazio limitato tipico della scultura frontonale anteriore.

ARTE NEL PARTENONE: frontone occidentale

La scena principale del frontone occidentale era conosciuta come la disputa tra Atena e Poseidone per il dominio dell'Attica. La scultura raffigurava il momento in cui Atena, la dea della saggezza, e Poseidone, il dio del mare, si contendevano il territorio dell'Attica. Secondo la leggenda, Poseidone colpì con il suo tridente una roccia, facendo sgorgare una sorgente d'acqua salata, mentre Atena fece crescere un olivo, simbolo di pace e prosperità. Gli dei dell'Olimpo e altre figure mitologiche circondavano la scena principale. Anche il frontone occidentale presentava una disposizione delle sculture che seguiva la curva del frontone, creando un effetto dinamico. Le figure erano scolpite in marmo e mostravano una grande maestria artistica, con dettagli accurati nelle anatomie, negli abiti drappeggiati e nelle espressioni dei volti. Come per il frontone orientale, gran parte delle sculture originali del frontone occidentale è andata perduta o è stata danneggiata nel corso dei secoli. Tuttavia, frammenti delle sculture sono stati recuperati e sono esposti nel Museo dell'Acropoli ad Atene, permettendoci di ammirare l'arte e l'abilità degli scultori dell'antica Grecia.

PROPILEI

I Propilei, di marmo pentelico bianco e pietra grigia di Eleusi, consistono di un corpo centrale con due ali laterali, una verso nord (detta Pinacoteca) e una verso sud (un semplice portico). All'interno dell'ala sud, i blocchi di marmo presentano ancora le bozze lasciate a rilievo per il sollevamento e la messa in opera, il che mostra come l'edificio non abbia mai ricevuto la pulitura finale. La facciata del corpo centrale è ornata di sei colonne doriche simili in proporzione, ma non nelle dimensioni, a quelle del Partenone; la coppia centrale di colonne è più distanziata per lasciare più spazio al carro della processione delle Panatenee, solenne processione che si teneva ogni quattro anni il giorno genetliaco di Atena, il 28 del mese di ecatombeone corrispondente al mese luglio-agosto, in onore della dea Atena Poliàs (o Poliade), protettrice della città, alla quale la struttura faceva da sfondo. All'esterno la struttura si presenta inequivocabilmente di stile dorico mentre all'interno vi sono colonne ed elementi di stile ionico. L'armonizzazione di questi due stili in un solo edificio necessita di grande abilità, e la perfetta integrazione in questo edificio va a tutto merito dell'architetto. Il progetto dovette superare notevoli difficoltà tecniche, dovute soprattutto al forte dislivello del passaggio. Il corpo centrale costituiva il vero e proprio ingresso, chiuso fra due facciate doriche con sei colonne. Dei quattro ambienti che dovevano occupare le due ali venne realizzato solo quello di nord-ovest, la Pinacoteca, dove erano raccolti quadri di soggetto mitologico.

TEMPIETTO DI ATHENA NIKE

Il tempietto fu realizzato tra il 430-420 a.C. dall’architetto Kallikrates nel settore meridionale dell’Acropoli, immediatamente visibile per quanti facciano l’ingresso alla spianata dai Propilei. Si tratta di un tempio di ordine ionico, anfiprostilo tetrastilo, cioè dotato di quattro colonne sulla fronte e altrettante sul retro. A causa delle piccole dimensioni della cella (5,44 x 8, 27 m), la parete d’ingresso venne sostituita da ante laterali e pilastri, tra cui doveva essere collocata una cancellata bronzea. Intorno alla cella, in alto, corre un fregio continuo (com’è tipico dell’ordine ionico) che narra le vicende legate alle Guerre Persiane. Alcuni anni più tardi, intorno al 410 a.C., il tempio venne abbellito da una balaustra in marmo pentelico, decorata con Nikai (Vittorie) in atto di sacrificare e alzare trofei dinanzi ad Atena, la dea della città. Soprattutto l’immagine di una Nike che si aggiusta il sandalo riassume efficacemente la cifra stilistica di questi rilievi: le pieghe fitte e aderenti del chitone assecondano il movimento libero di un corpo dai solidi volumi. Questi elementi stilistici fanno pensare che i bassorilievi della balaustra siano stati realizzati da un artista formatosi nel cantiere del Partenone, sotto la guida di Fidia. Attraverso l’ambizioso programma decorativo del tempio, che ruota intorno alla dea protettrice della città (venerata con l’epiteto di Vittoria) e a un grande successo militare del passato (la vittoria contro i Persiani), gli Ateniesi mettono in scena le proprie ambizioni politiche in anni tormentati, segnati dal conflitto fratricida noto come Guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), che vede Atene e Sparta affrontarsi insieme ai propri alleati.

ERETTEO

L’Eretteo è un tempio greco in stile ionico e dorico, realizzato interamente in marmo. Ha una forma inconsueta, dovuta in parte al terreno irregolare su cui sorge e in parte alla necessità di integrarsi agli altri edifici religiosi già presenti all’interno dell’Acropoli. La pianta asimmetrica dell’edificio prevede un corpo centrale, un portico settentrionale e un portico meridionale che presentano altezze e coperture differenti. Quest’opera ingegnosa fu costruita nel periodo compreso tra il 430 e il 395 a.C nel punto in cui Poseidone e Atena combatterono la loro battaglia per vedersi attribuita la regione: il primo conficcò il tridente nel terreno e fece nascere un cavallo, la seconda fece nascere l’albero d’ulivo con una lancia e con questo si accaparrò la vittoria. È un episodio chiave nella mitologia greca, pertanto questo era un luogo sacro importantissimo per gli antichi: da qui si spiega il perché si volle realizzare questo tempio a tutti i costi. Nonostante le difficoltà legate al terreno roccioso, i costi elevatissimi e i problemi derivanti da una guerra in corso, i lavori di realizzazione non furono mai interrotti. Il tempio prende il nome da Eretteo, il sesto re di Atene, venerato come un dio. L’edificio che vediamo oggi è in parte originale, in parte ricostruito in epoca romana (facciata ovest), in parte sostituito da copie (le Cariatidi).

TEATRO DI DIONISO

La struttura del Teatro di Dioniso è costituita da una grande orchestra semicircolare, dove si svolgevano le performance teatrali, e da un teatro a gradoni a forma di ferro di cavallo che circonda l'orchestra. I gradoni erano suddivisi in sezioni riservate per i diversi gruppi sociali, come politici, sacerdoti e cittadini comuni. La capacità del teatro era di circa 17.000 spettatori. Originariamente, il teatro era costituito solo dalla cavea semicircolare in pietra, ma nel V secolo a.C. furono aggiunti un edificio di scena e un palcoscenico. L'edificio di scena era una struttura monumentale dietro l'orchestra, decorata con colonne e sculture, che fungeva da sfondo per le performance teatrali. Il palcoscenico era una piattaforma elevata di fronte all'edificio di scena, dove gli attori si esibivano. Il Teatro di Dioniso ospitava le celebrazioni annuali delle Dionisie, i festival in onore di Dioniso, durante i quali venivano rappresentate le tragedie greche. I più famosi drammaturghi dell'antica Grecia, come Eschilo, Sofocle ed Euripide, presentavano le loro opere in questo teatro, contribuendo alla nascita e allo sviluppo del genere teatrale.