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Faà di Bruno -- Federico Damiano

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Created on June 2, 2023

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Transcript

Francesco Faà di Bruno

Una presentazione di Federico Damiano

"Soldato, scienziato, sacerdotefiglio esemplare per la Chiesa, italiano serio per la Patria"

la targa per Francesco Faà di Bruno

Indice

01. Biografia

07. Oltre

04. Professore

02. Militare

05. Astronomo

08. La sua importanza

09. Sitografia

06. Architetto

03. Cartografo

01. Biografia

I primi anni e gli studi

Francesco da Paola, Virginio, Secondo, Maria Faà di Bruno nacque ad Alessandria nel marzo 1825. La sua era una famiglia nobile, e così riuscì a studiare, finendo poi per iscriversi all'accademia militare nel 1840, poco dopo la morte della madre; terminò gli studi come ufficiale del Corpo Ingegneri, dimostrandosi fondamentale durante la Prima Guerra d'Indipendenza, quando produsse le prime carte topografiche del Mincio.

Dopo le guerre, Vittorio Emanuele II lo volle precettore dei suoi figli, e per questo lo inviò alla Università della Sorbona, a Parigi, perché studiasse matematica, astronomia e scienze. Ottenne la Licenza in Scienze Matematiche nel 1851, e nel 1856 si laureò in Scienze Matematiche e Astronomiche.

Nel 1853 scelse di dimettersi dalla carriera militarea causa del suo rifiuto di battersi a duello con un altro ufficiale che l’aveva deriso anche a motivo delle sue convinzioni religiose. Fu autorizzato a tenere corsi all'Università di Torino; ebbe l'incarico nel 1857 e lo mantenne fino al termine della vita. Nonostante varie pubblicazioni, apprezzate a livello europeo, al Faà di Bruno fu negata, a causa delle decisioni della massoneria, la cattedra di professore ordinario.

Lo stemma dei Faà di Bruno

Nel 1859, poi, fondò l'Opera di Santa Zita per le donne di servizio ed altre opere di assistenza sociale ed educativa. Annessi a tale Opera vi erano l'Emporio Cattolico, una tipografia, una lavanderia a vapore. Inoltre promosse la costruzione di bagni pubblici e l'apertura di cucine economiche; ideò anche apparecchi di astronomia, fisica, elettronica e realizzò uno scrittoio per ciechi e uno svegliarino elettrico.

L'Istituto Comprensorio Francesco Faà di Bruno

Iniziò ufficialmente la Congregazione della Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio (16-7-1881), cui lasciò in dono di alimentare in perpetuo la preghiera per i defunti e l'impegno di continuare le opere socio-educativo-assistenziali, soprattutto a favore della donna, da lui iniziate e che attualmente si svolgono in Italia, Argentina, Colombia e Congo. Collaborò a riviste scientifiche, pubblicò dotti trattati e testi scolastici adottati anche all'estero, raccolte di musica sua e di altri, manuali di devozione e liturgico-musicali, opuscoli ascetici, agiografici, morali. L'ampiezza della sua cultura si conosce anche dal suo interesse per le lingue; oltre l'italiano parlava correntemente il francese, l'inglese e il tedesco e iniziò lo studio del russo e del cinese. Morì a soli 63 anni, nel 1888, e le sue spoglie dal 1925 riposano nella Chiesa da lui fondata in via San Donato a Torino. Fu beatificato a Roma cento anni dopo, da San Giovanni Paolo II, e ora è patrono del Corpo Ingegneri dell'Esercito Italiano

La targa posta sulla casa dove nacque Faà di Bruno, in via Piacenza

02. Militare

Secondo molti contemporanei fu un maestro nel coniugare l'essere un uomo di fede, di scienza e d'armi

La carriera militare

Dopo essersi diplomato a Novi Ligure, in un collegio di padri somaschi, e aver studiato all'accademia militare, partecipò alla 1a guerra d’Indipendenza, come aiutante di campo e ufficiale di Re Vittorio Emanuele II. Combatté poi a Novara, dove rimase anche ferito. Combatté per l'ultima volta nel 1852

03. Cartografo

General

Durante la 1 guerra d’Indipendenza, rendendosi conto dell’impreparazione dell'esercito regio, capì che fosse necessaria una carta topografica del Lombardo-Veneto, dove poi si sarebbe combattuta la II Guerra di Indipendenza. Disegnò, ad esempio, la famosa mappa del Mincio, a sue spese, in quanto il Governo piemontese, nonostante impegni presi, si rifiutò di pagare il tipografo. Nel 1852 partecipò ad una missione militare incaricata di disegnare i confini marini del Regno di Sardegna, da Nizza a La Spezia, e fu il suo ultimo ruolo nell'esercito

04. Professore

Dopo il secondo soggiorno a Parigi, Faà di Bruno tornò a Torino dove intraprese la sua opera sociale e religiosa. Continuò però a insegnare, chiedendo anche l'autorizzazione per tenere corsi liberi di Analisi e Astronomia. Dal 1871 ricevette una cattedra da supplente all'università di Torino, che gli venne confermata di anno in anno, senza che però gli fosse mai conccessa la cattedra di docente ordinario, a causa delle forza anticlreicali dello Stato e dell'università. . L’ambiente liberale e massonico, pur riconoscendo le sue capacità scientifiche, si oppose sempre, per via dei suoi legami con la Chiesa. Le sue proteste, tuttavia valsero a qualcosa, e, finalmente, nel 1876 gli venne assegnata una cattedra quale professore straordinario di Analisi superiore. Nello stesso anno pubblicò la “Théorie des formes binaires”

Opere:

  • Mémoire sur les colonnes torses (1850)
  • Sullo sviluppo delle funzioni (1855)
  • Théorie générale de l'élimination (1859)
  • Traité élément du calcul des erreurs avec des tables stéréotypées (1869)
  • Piccolo omaggio della scienza alla Divina Eucaristia (1872)
  • Théorie des formes binaires (1879)

05.

Astronomo

Negli anni a Parigi fu astronomo “attaché” all’Osservatorio, e ipubblicò anche una seconda tesi di laurea in astronomia. Tornato in Italia tenne corsi liberi di astronomia all’Università di Torino, senza riuscire ad ottenere la nomina a professore e la direzione dell’Osservatorio di Torino. In cima al suo campanile, il "Matitun" pose un osservatorio libero. I suoi interessi, tuttavia, si spinsero anche verso la meteorologia, di cui sono testimoni, tra l’altro, le registrazioni rilevate con alcune scale ozonometriche secondo una metodologia utilizzata da padre Denza a Moncalieri.

06. Architetto

Il Campanile (Matitun)

Il campanile della chiesa è forse l'edificio più interessante da lui pensato. Con i suoi 83 metri è stato l'edificio più alto di Torino, fino a quando non fu aggiunta la guglia della Mole. Ad ogni modo la sua progettazione è molto innovativa, perché presenta una prima parte a base quadrata, in mattoni pieni, seguita da trentadue colonnine di ghisa, intorno alla campana, che fanno da ammortizzatori e cassa sonora, oltre a poter essere sostituiti. La parte superiore è a base ottagonale, di mattoni forati, e la cupola in ghisa, sormontata da un'angelo dell'apocalisse.La sua elasticità fu confermata quando, nell'uragano del 1953, la mole antonelliana fu danneggiata, mentre il campanile rimase intatto. Anche il suo campanile fu un'iniziativa sociale: doveva essere abbastanza alto da essere visto in tutta Torino, e i suoi orologi dovevano avere le lancette, per permettere alle serve di far rispettare i loro turni.

La chiesa di S. Zita

L'opera architettonica che segnò la sua vita fu la chiesa di Nostra Signora del Suffragio e Santa Zita: costruita in stile neoromanico, con una facciata a capanna in mattoni. Collaborò con lui Edoardo Arborio Mella. Lo stile riprende quello tipico del romanico italiano, ma presenta un interno molto più elaborato e decorato, in stile ottocentesco, formato da tre navate e un matroneo, con tanto di pulpito in marmo bianco. In una delle cappelle laterali sono conservati i suoi resti, così come il calice donatogli da Pio IX in occasione del sacerdozio.

    07. Oltre

    "La musica, sorella della poesia, eco di quella sovrana armonia che l’intiero universo intuona, è veramente la voce della natura, nella quale tutto è ordine e moto. Sposa della Creazione, gagliardamente influisce sui nostri cuori: e per quella segreta corrispondenza che hanno coi nostri affetti le sue consonanze, si rende la più penetrante e la più profonda delle arti."

    Musica

    Faà di Bruno fu anche musicista: una passione nata durante l'infanzia e coltivata ai balli e concerti durante l'accademia militare e a Parigi. Questa passione lo ispirò anche a produrre una rivista di musica sacra: la Lira Cattolica, che conteneva anche sue piccole composizioni. Lo stesso Franz Liszt, sembrerebbe, si complimentò con i suoi brani

    Francesco Faà di Bruno

    L'importanza del Faà di Bruno

    08.

    Francesco Faà di Bruno fu un personaggio di grande importanza per l'Ottocento piemontese. Questo non solo per quanto riguarda le sue invenzioni, scoperte scientifiche e produzioni artistiche, ma soprattutto per quanto riguarda il sociale. In un'epoca e una città, infatti, segnata dalla rivoluzione industriale, dove tutti si muovevano ad un ritmo accellerato rispetto ai secoli precedenti, e i soprusi verso coloro che erano venuti a Torino in cerca di fortuna erano all'ordine del giorno, il Faà di Bruno si impegnò a garantire i diritti e condizioni migliori agli ultimi: le serve, i bambini, gli anziani. In queste sue scelte sta la sua grandezza: quella di un uomo nobile, di fede e di scienza, che aveva scelto di lottare per la sua comunità

    09.

    Sitografia

    • FAÀ DI BRUNO, Francesco in "Dizionario Biografico" (treccani.it)

    < La pagina Treccani sul Faà di Bruno

    • Francesco Faà di Bruno (1825 - 1888) - Biografia - MacTutor Storia della Matematica (st-andrews.ac.uk)

    < Una biografia del Faà di Bruno

    • Museo Faà di Bruno - HOME (museofaadibruno.it)

    < Il sito del Museo Faà di Bruno, nel quartiere San Donato

    Graziedell'attenzione