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CESARE

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Created on May 31, 2023

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Transcript

Gaio Giulio Cesare

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Le fonti

Le fonti principali sulla biografia di Cesare sono le sue stesse opere, tra queste i Commentarii; gli scritti di esponenti politici e uomini di cultura a lui contemporanei, come Cicerone e Sallustio; due biografie del I-II secolo d.C. (il Divus Iulius di Svetonio e la Vita di Cesare di Plutarco di Cheronea; due opere storiobiografiche, il secondo libro delle Guerre civili di Appiano e i libri superstiti della Storia romana di Cocceiano.

La sua vita

BRITANNIA
GERMANIA
GALLIA TRANSALPINA
RUBICONE
SPAGNA ULTERIORE
ROMA
MUNDA
FARSALO
ALESSANDRIA D'EGITTO
TAPSO

LA SUA VITA

Intanto a Roma l'ostilità contro il partito di Cesare acquistò maggior forza per l' improvvisa scomparsa di Crasso e l'uccisione di Clodio.

LE OPERE PERDUTE

Cesare ebbe vari interessi culturali, che spaziavano dalla filosofia, d cui aprezzò soprattutto l'indirizzo epicureo, alla scienza, come dimostra la riforma del calendario di cui si occupò in qualitàà di pontefice massimo, vaendosi della consulenza di matematici e astronomi. Svolse inoltre una notevole attività letteraria, in generi e ambiti diversi: il suo biografo Svetonio elenca numerose opere, tutte perdute, esclusi i Commentari e alcune lettere pervenuteci mell'epistolario ciceroniano.

Gli Anticatones

Le orazioni

Il De analogia

Sono da ricordare le orazioni, di cui quasi nulla si è conservato, ma che nell'antichità furomo molto apprezzate. Probabile, anche se non attestata esplicitamente dalle fonti, è la sua adesione all'atticismo, che comportava purismo lessicale, sobrietà e semplicità di stile.

Gli Anticatones o Anticatone era un’opera in latino divisa in due liberi scritti in Spagna all’epoca della battaglia di Munda nel 45 a.C. da Gaio Giulio Cesare. Essi erano la risposta all’elogio di Catone Uticense (suo nemico, suicidatosi a Utica nel 46 a.C.) composto da Cicerone.

Il De analogia è un opera in due volumi dedicata a Cicerone, in cui Cesare si occupa di interessi linguistici e grammaticali. Solo pochi frammenti sono oggi conservati è da questi risulta l’adesione di Cesare alla dottrina analogista.

I commentarii

Cesare, probabilmente li aveva complessivamente nominati Commentarii rerum gestarum (=Resoconto delle proprie imprese)

Le uniche opere di Cesare conservate sono i sette libri di Commentarii de bello Gallico e i tre libri di Commentarii de bello civili.

Non si sa con certezza la data di stesura.Il primo testo fu composto forse nel 52-51 a.C., come attesta Aulo Irzio (luogotenente di Cesare). IL secondo testo fu pubblicato dopo la morte dell'autore

De Bello Gallico

Nel De bello Gallico l’autore racconta la campagna di conquista e pacificazione della Gallia Transalpina di cui fu personalmente al comando come proconsole.

De Bello Gallico

È' suddiviso in otto libri, uno per ciascun anno della campagna militare in Gallia, secondo lo schema tipico dell’annalistica tradizionale: solo i primi sette libri sono opera di Cesare, mentre l’ottavo libro è spurio e fu composto da Irzio, luogotenente di Cesare, per esigenze di completezza e per creare una continuità con il De bello civili. L’opera si presenta come una minuziosa cronaca militare, tesa a descrivere nei dettagli la campagna di Cesare in Gallia, con particolare attenzione sia per la tecnica e la strategia militare, sia per l’individuazione dei nessi di causa-effetto tra gli avvenimenti.

Il De bello civili

I tre libri del De bello civili riferiscono gli avvenimenti dei primi due anni della guerra contro Pompeo, il 49 e il 48 a.C.

Il corpus delle opere cesariane comprende anche tre opere che si propongono come continuazioni del De bello civili: il Bellum Alexandrinum (anni 48-47 a.C.), il Bellum Africum (46 a.C.), il Bellum Hispaniense (45 a.C.). Solo la prima sembra si possa attribuire con certa probabilità a Irzio. Assai più rozze appaiono le altre due: si ritiene che l'autore, o gli autori, abbiano utilizzato appunti dell'archivio di Cesare, forse già in parte ordinati e riordinati da Irzio; quest'ultimo morì nel 43 a.C. e non ebbe il tempo di completare la narrazione, che intendeva preoseguire fino alla morte di Cesare.

Il genere letterario dei Commentarii

I Commentarii non appartengono al genere storiografico benchè trattino argomenti storici. Infatti Cesare con il terimne Commentarii intende assimilare l'opera ai resoconti ufficiali che i generali inviavano al Senato.

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L'attendibilità storica dei Commentarii e gli intenti dell'autore

Un'opera che è al tempo stesso resoconto storico e memoriale, e che si rivolge non solo ai posteri ma anche ai contemporanei, suscita numerosi sospetti sull'attendibilità . Tuttavia gli studiosi moderni attraverso il cofronto con altre fonti antiche che narrano i medesimi avvenimenti hanno rilevato soltanto piccole inesattezze. Se l'attendibilità dei Commentarii non è da mettere in discussione, è evidente che il tono dell'esposizione, la scelta e la disposizione dei fatti sono finalizzati a mettere in luce il protagonista.

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Differente è l'atteggiamento dell'autore nel De bello civili. In esso la questione della responsabilità della guerra è posta fin dall'inizio: con ogni evidenza Cesare vuole sacgionarsi dall'accusa di aver provocato la guerra civile.

La lingua e lo stile dei Commentarii

Cesare punta al purismo linguistico e alla sobrietà dello stile, infatti lui utilizza una lingua REGOLARE,caratterizzata da CHIAREZZA e LOGICITÀ,viene appunto detta LETTERARIA, cioè lontana dal parlato e diversa rispetto al linguaggio di uso colloquiale. Il lessico viene ridotto e impoverito da una RIGOROSA SELEZIONE, dove vengono esclusi vocaboli troppo elevati (come arcaismi) o troppo “bassi” (come colloquialismi). Cesare non usa mai sinonimi ma sempre lo stesso termine, un esempio è FLUMEN, che è presente circa 200 volte nei Commentarii. La sintassi è SEMPLICE, il periodo è solido e compatto. Il ritmo è INCALZANTE e sono presenti molti costrutti participiali come ablativi assoluti. Infine Cesare sceglie di privilegiare i DISCORSI INDIRETTI per enunciare più velocemente i concetti

Autoritratto di un leader

se
Docet
appetisse
exspectato legitimo tempore consulatus
quod
Latum
contradicen-
tibus inimicis
Catone vero acerrime repugnante
pristina con-
habe-
ut
suetudine dicendi mora dies extrahente
retur
ipso consule Pompeio
ferri
qui
improbasset
cur
si
probasset
si
cur
inimicorum docet
quod
postularent
qui

Paragrafo 32, Libro 1 di Cesare (De bello civili)

latas
-ablativi assoluti
rem publicam
ut
postulat
suscipiant
sin
timore
-ripetitività lessicale
ad
administrent
rem publicam administra-
-allitterazioni e omoteleuti
turum
ne-
quod
-parallelismi
que
timoremque
mitterentur
-brevità delle proposizioni
mitterent

Autoritratto di un Leader

Fa risaltare l'accanimento dei suoi nemici, che rifiutavano di fare loro stessi [...] che aveva chiesti e che si era visti negare.

Dichiara di non aver aspirato a nessuna carica [...] era accessibile a tutti i cittadini.

Intento apologetico

Per queste ragioni esorta e chiede ai senatori di assumersi il governo [...] peso e amministrerà lo stato da solo.

Pretesa di legittimità

Determinazione

Nonostante l'opposizione dei suoi avversari e la violenta resistenza di Catone, [...] E se invece l'approvava, perché gli aveva impedito di godere di un beneficio concessogli dal popolo?

Bisognava mandare ambasciatori a Pompeo per trattare [...] superiore in giustizia e in equità.

Superiorità militare ed etica

Denigrazione degli avversari

La conquista della Gallia

Un'abile autocelebrazione: Il De bello Gallico si presenta come un resoconto della campagna in Gallia. Il racconto non è una cronaca militare, ma ha più l'intento di condizionare il giudizio del lettore , inducendolo a capire la necessità della campagna di conquista in Gallia Transalpina e anche di sottolineare le qualiità di Cesare. Le esigenze letterarie: La struttura del racconto non obbedisce solo a finalità ideologiche e autocelebrative, ma risponde anche ad esigenze letterarie. Un'adesione rigorosa al genere dei commentarii avrebbe comportato che l'opera si transformasse in una sequenza monotona di eventi bellici,per evitare ciò,Cesare utilizza descrizione di luoghi, cronache di battaglie, analisi delle situazioni inserendo discorsi quasi sempre indiretti

L'esempio del comandante

Cesare nei Commentarii si presenta come un comandante che non si concede privilegi, ma dà prova della disciplina e del coraggio che esige dai propri soldati, combattendo personalmente al loro fianco se ciò può aiutare a superare momenti critici. Un caso esemplare è dato dal racconto di una battaglia sostenuta dai Romani contro i bellicosi Nervi, presso il fiume Sabis (l'attuale Sambre tra Francia e Belgio). Si tratta di un momento di grave difficoltà per i soldati della XII legione: i centurioni sono in buona parte caduti, l'insegna è stata persa, è morto il vessillifero e il panico sembra avere il sopravvento. Cesare allora, non esita a gettarsi nella mischia. L'esempio offerto dal comandante restituisce la speranza e la motivazione ai Romani, che riprendono il controllo della situazione.

Thanks

CAROLA MERICO MIRIANA NOTARANGELO ALESSIA PORTINO GENNY RAMUNNI CHIARA SALAMINA