RAZZA ARIANA- STORIA
sara A
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Transcript
STORIA
Gli ideali della
Razza ariana
L’antisemitismo e le leggi di Norimberga. Il razzismo nazista era rivolto a tanti ma aveva come principale nemico il popolo ebraico (considerato come l’origine di tutti mali del mondo e della Germania). Secondo Hitler, l’ebraismo era una malattia da cui discendevano il liberalismo, la democrazia e il marxismo. Nacque, così, una politica che mirava a una progressiva e spietata persecuzione degli ebrei, in principio vi furono provvedimenti discriminatori tesi a impedire la frequenza scolastica, esercizio di libere professioni e di altre particolari attività. Ma le persecuzioni divennero sistematiche con la promulgazione delle leggi di Norimberga (15 settembre 1935) con le quali gli ebrei furono privati della cittadinanza tedesca, gli fu vietato di contrarre matrimoni con altri cittadini tedeschi e furono obbligati a esibire sui vestiti la stella gialla di David (per essere riconosciuti).
Come nasce il pensiero di Hitler? Il pensiero di Hitler ha origine da un romanzo scritto da Artur Dinter intitolato "Delitto contro il sangue". Questo romanzo influenzò profondamente la concezione del mondo di Adolf Hitler. La storia narra le terribili conseguenze delle unioni miste, attraverso le esperienze del protagonista Hermann Kämpfer. Kämpfer, dopo aver sposato una donna ebrea, scopre che il loro primo figlio ha caratteristiche fisiche diverse e considerate mostruose. Questo evento viene interpretato come un'offesa alla tradizione della razza ariana, una violazione della sua purezza e un grave peccato contro il sangue. Il romanzo suggerisce che ogni contaminazione con gli ebrei lascia un segno e che essi cercano di sedurre le donne ariane per danneggiare la razza. Questo concetto verrà ripreso da Hitler nel suo libro "Mein Kampf", in cui sostiene la necessità che lo Stato proibisca le unioni miste.
Il “Lebensborn”. Creare una razza ariana pura, assecondando il mito del “superuomo”, era il folle progetto nazista, la cui attuazione passava attraverso lo sterminio di ebrei, disabili, gruppi etnici considerati inferiori. A ciò si aggiunse, a partire dal 12 dicembre 1935, il “lebensborn”, secondo il quale donne e uomini appartenenti alla razza ariana almeno dal 1750, si sarebbero dovuti accoppiare per mettere al mondo una generazione di esseri umani “perfetti”, atti a dominare il mondo. I bambini nati da questa aberrante interpretazione dell’eugenetica, destinati a non conoscere mai i propri genitori, erano considerati di proprietà del Grande Reich, di cui costituivano l'élite. Nel 1939, il progetto fu esteso alla Polonia. Giovani donne polacche furono reclutate per concepire insieme a uomini selezionatissimi, per lo più appartenenti alle SS, la nuova stirpe di ariani. Da questa pazzia furono generati circa novantamila bambini, che divennero gli orfani della vergogna, abbandonati dopo la fine del regime e rispediti nei paesi d’origine.
Hitler, cancelliere del Reich dal 1933 e Führer della Germania dal 1934 al 1945, fu processato, prima di diventare cancelliere, per alto tradimento e condannato a scontare cinque anni di carcere nella fortezza di Landsberg, in Baviera. Qui, nel luglio del 1924, iniziò a scrivere la prima parte - prevalentemente autobiografica - di un libro che, intitolato Mein Kampf (La mia battaglia), doveva completare nel 1925. Nel libro di Hitler, si trovano poche e semplici idee. Ben coordinate tra loro, formano un complesso ideologico organico e coerente, al quale Hitler restò fedele sino alla morte. Al centro del pensiero di Hitler si trova il razzismo, cioè l’idea secondo cui esiste una precisa gerarchia fra gli esseri umani. La razza ariana occupa un posto di assoluta superiorità: se disgraziatamente dovesse estinguersi, con lei perirebbe di fatto l’intero genere umano. Tutto ciò che, nel corso della storia, è stato creato di nobile e di grande, per Hitler era opera di popoli o individui ariani. Solo questi soggetti storici possono essere definiti creatori di civiltà. Gli altri popoli, al massimo, possono tentare di imitare gli ariani; oppure – si pensi agli ebrei - distruggono quanto gli ariani hanno costruito.
Come procede? Verso la fine del XIX secolo, dopo che gli studi pionieristici di Gregor Mendel sui meccanismi dell'ereditarietà furono riscoperti, emerse l'idea che lo Stato dovesse assumere un ruolo di controllo sulla procreazione dei cittadini. In particolare, personaggi come Francis Galton e Karl Pearson in Inghilterra proposero che solo i cittadini con caratteristiche considerate superiori avessero il permesso di procreare, poiché si credeva che avrebbero generato individui sani e di valore per la società. D'altro canto, si riteneva che i cittadini affetti da malattie ereditarie dovessero essere impedite di procreare per evitare che trasmettessero i difetti alla loro discendenza. Queste teorie eugenetiche hanno un collegamento diretto con le politiche naziste che, il 14 luglio 1933, istituirono la sterilizzazione forzata per coloro che erano affetti da malattie ereditarie. Questo faceva parte degli sforzi compiuti dal Terzo Reich per creare una società tedesca composta da individui considerati privi di difetti e "razzialmente puri". L'ideologia di Hitler, tuttavia, mostrava una certa diffidenza nei confronti del darwinismo, che sosteneva una teoria evoluzionistica. Secondo Hitler, gli ariani erano considerati esseri perfetti fin dalla nascita e mantenevano tale perfezione nel corso dei secoli. Inoltre, Hitler cercò di distanziare gli ariani dal mondo animale, in contrasto con la concezione darwiniana che considerava gli esseri umani come parte del regno animale e li obbligava a riconoscersi nella loro dimensione biologica e corporea.
La teoria della superiorità della razza ariana. Il Nazismo sosteneva la teoria della superiorità della razza ariana la cui purezza deve essere difesa contro ogni pericolo di inquinamento; secondo Hitler era necessario un processo di purificazione per ricreare un solido gruppo razziale tedesco destinato a predominare sulle razze impure e inferiori. Hitler era convinto che una razza dominante necessitava di uno spazio vitale (ovvero uno spazio per far espandere la razza ariana) e che aveva pienamente il diritto di occuparlo anche eliminando o riducendo in schiavitù le razze locali (secondo la dottrina razziale).