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IL NEOPLASTICISMO
Alice Monteleone
Created on May 28, 2023
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Transcript
IL NEOPLASTICISMO
Elisa Lauri, Alice Monteleone e Elena Torrisi VF
il movimento
Il Neoplasticismo, noto anche come De Stijl che in olandese significa “lo stile”, è un movimento artistico che raggruppa diverse discipline, dalla pittura all'architettura, fino alla letteratura. Si tratta di una corrente artistica che si sviluppa dalle esperienze pittoriche di Piet Mondrian, Theo van Doesburg e Bart Anthony van der Leck, insieme a quelle architettoniche di Jacobus Johannes Pieter Oud e Gerrit Thomas Rietveld. Ha ufficialmente inizio nel 1917 con la pubblicazione del primo numero della rivista “De Stijl” fondata da Doesburg e Mondrian
Il Neoplasticismo si oppose a qualsiasi forma di individualità espressiva e propose un’arte quanto più possibile astratta, nel senso che non doveva rappresentare nulla, né la natura, né la realtà e né i sentimenti dell’artista. In questo modo l’arte si identifica unicamente con sé stessa.
Il Neoplasticismo ricerca la purezza e l'essenzialità della forma, attraverso l’uso di le linee orizzontali e verticali dritte, accompagnate da colori puri, come il rosso, l’azzurro e il giallo, a cui si contrappongono i non-colori, ovvero nero, bianco e grigio. Promuove un nuovo linguaggio astratto, comune a tutte le arti e caratterizzato dal rigore geometrico e dal bisogno di ordine che gli artisti sentivano in contrapposizione al mondo caotico, sconvolto dalla guerra, in cui vivevano.
Tra i protagonisti del movimento vi fu l’artista olandese Piet Mondrian, che stabilì i parametri del Neoplasticismo nel suo saggio “Il Neoplastico nell’arte pittorica”. A metà degli anni Venti Mondrian lasciò il movimento dopo essersi trovato in disaccordo con la nuova teoria artistica dell'amico Theo van Doesburg, che nei suoi progetti aggiunse una deviazione stilistica, ossia le linee diagonali: elementi dinamici che spezzano l’equilibrio delle composizioni e introducendo una componente ritmica. Dopo la morte di Theo van Doesburg, che avvenne nel 1931, la rivista De Stijl nel 1932 fece uscire la sua ultima pubblicazione e il movimento alla fine si dissolse. Molti artisti continuarono a seguire i principi del neoplasticismo, mentre altri tornarono ai loro precedenti stili artistici, più figurativi.
PIET MONDRIAN
(1872-1944)
Piet Mondrian nacque in Olanda e scelse da subito di intrapendere la carriera artistica. Si dedica inizialmente alla pittura di paesaggio, dipingendo le campagne olandesi, ma comincia poi a dedicarsi a uno studio geometrico delle forme naturali, che lo porterà poi nel 1917 a fondare la rivista De Stijl, assieme a van Doesburg. Presto i suoi quadri assunsero una fisionomia caratteristica: quella di una superficie coperta di rettangoli e di quadrati colorati. Nel 1925 abbandonò il movimento De Stijl, ma continuò comunque a dipingere secondo le concezioni neoplastiche.
La minaccia della seconda guerra mondiale lo spinse a trasferirsi a New York dove il suo stile subì un'evoluzione. Mondrian infatti sostituì la riga nera con fasce composte da piccoli rettangoli di colore, che conferivano un ritmo più dinamico alle sue opere, rimandando alla vitalità della musica americana in quegli anni.
Il Quadro I del 1921 è un perfetto esempio dello stile di Mondrian, caratterizzato da linee nere ortogonali che delimitano dei rettangoli, ognuno dei quali è riempito da un colore primario o da un non-colore.
I rapporti cromatici simboleggiano la tensione o l'equilibrio tra forze spirituali, rappresentate dai colori, e sono svuotati di ogni riferimento naturalistico. Mondrian aspirava a creare un'arte completamente astratta e che avesse il rigore e la dignità della scienza. I valori cromatici istituiscono infatiti relazioni metriche e proporzionali che la mente dev'essere in grado di valutare, come in un'operazione di matematica.
NEOPLASTICISMO IN ARCHITETTURA
Il Neoplasticismo non si caratterizzò solo come movimento pittorico; l’idea di accostare gli elementi bidimensionali secondo dei rapporti reciproci poteva essere applicata anche all’architettura, in modo da produrre una "nuova plasticità". In particolare, fu Van Doesburg a comprendere che questo processo poteva essere esteso al tessuto urbano nel suo insieme, conciliando le esigenze tecniche e psicologiche moderne. Fu lui il primo ad applicare il metodo neoclassico all'architettura, con un progetto del 1916, per un monumento a Leeuwarden. In realtà, l’architettura neoplastica rimase un’esperienza puramente sperimentale.
Gerrit Thomas Rietveld (1888-1964) , architetto olandese, si lega al gruppo De Stijl dal 1918 al 1931. Fra tutti gli architetti legati al Neoplasticismo, Rietveld si dimostrò il più fedele alle premesse teoriche e al rigorismo formale del movimento. La Casa Schroder, realizzata ad Utrecht nel 1924, è considerata il tipico modello di ambizione neoplastica: tutta la costruzione è risolta in un contrappunto di lastre colorate. Il colore è utilizzato in funzione spaziale: la perfetta compenetrazione ritmica ricerca la continuità tra spazio interno e spazio esterno nella piena libertà.
Altro contributo fu dato dall’architetto e urbanista Pieter Oud (1890-1963). Egli fondò insieme a Mondrian, Van Doesburg, e Van Eesteren la rivista De Stijl, ma già nel 1920 ruppe con il gruppo, continuando da solo la sua ricerca espressiva tesa a coniugare la purezza stilistica e il rigore compositivo. Dal 1918 al 1933 fu progettista all’edilizia economico-popolare a Rotterdam, dove realizzò una serie di quartieri. Oud, in quanto architetto capo del comune, dovette affrontare lavori impegnativi ed estremamente vincolanti; verificò quanto fosse difficile far aderire le leggi neoplastiche alle leggi teoriche ed economiche della pratica edilizia.
Negli edifici di Oud, la scomposizione in piani colorati è assorbita nell’integrità dei blocchi edilizi. Infatti, per l’architetto la forma neoplastica si risolve nella semplificazione radicale dei procedimenti costruttivi, che consente di costruire in serie con elementi prefabbricati e standardizzati. Esempi di ciò sono le case a schiera del sobborgo di Hoek Van Holland e le case a schiera del quartiere Kiefhoek. Tutte sono dotate di un piccolo giardino, sono dipinte di bainco e il lungo fronte delle facciate è segnato orizzontalmente dal nastro delle finestre continue. I suoi nuclei abitativi, organizzati per appartamenti minimi capaci di esprimere una nuova concezione di “funzionale”, si proponevano come modelli insuperabili di chiarezza distributiva e formale, di economia funzionale e di qualità estetica legata all’unità.
SITO E BIBLIOGRAFIA:
elledecor.com; artesvelata.it; artlex.com; finestresullarte.info.Libro di testo "Arte in opera" di Giuseppe Nifosi, Editori Laterza